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Le apparizioni mariane. Dono per la fede sfida per la ragione

Salvatore M. Perrella
Le apparizioni mariane.
Dono per la fede e sfida per la ragione

San Paolo, Cinisello Balsamo 2007



DALLA PREFAZIONE DEL VOLUME

Apprestandomi ad accompagnare il lettore e la lettrice al volume «Le apparizioni mariane. ”Dono” per la fede e “sfida” per la ragione» di Salvatore M. Perrella, credo utile proporne alcune chiavi di lettura imperniate su tre importanti questioni che sono alla base dell’impegnativo studio pubblicato dalle edizioni San Paolo di Cinisello Balsamo: 1) - L’interpretazione necessaria delle mariofanie; 2) - Per un lessico comune a favore dell’interpretazione; 3) - Il primato fontale e fondativo della Rivelazione cristiana; 4) - Presenza della Vergine gloriosa.

1. L’interpretazione necessaria delle mariofanie

Arduo e coraggioso inoltrarsi nella complessità dei fenomeni concernenti le teofanie, apparizioni di Dio; le angelofanie, le apparizioni di Angeli; le cristofanie, le apparizioni pasquali del Signore Gesù Cristo, che sono attestate nella Sacra Scrittura.
Ma più arduo e coraggioso è inoltrarsi e approfondire e tentare di interpretare il fenomeno, pur diverso, delle mariofanie, le apparizioni di Maria, la madre del Signore, non solo per le problematiche inerenti alle manifestazioni sensibili, quindi al fenomeno in sé, dal punto di vista antropologico, teologico in genere e più propriamente cristiano, ma per tutte le problematiche inerenti ai soggetti percipienti/veggenti a cui sono rivolte in prima istanza le apparizioni e quindi a problematiche inerenti all’esperienza soggettiva, al suo racconto verbale e documentato o verbalizzato. Né si può sottovalutare il contesto complesso e composito che si sviluppa, quasi, sempre, attorno al fenomeno delle “mariofanie” e ai veggenti. Esso coinvolge, a sua volta, problematiche di ordine oggettivo Come pellegrinaggi al luogo delle apparizioni, espressioni di pietà, aspetti economici, rimodellazione di spazi, e problematiche di ordine soggettivo che vanno oltre l’immaginario collettivo ed emozionale dei singoli o dei gruppi o delle folle che desiderano, in qualche modo, attingere all’evento mariofanico e implica l’atteggiamento orientatore e di fondo di colui o colei che si inoltra, con la propria soggettività, a cercare di comprendere o interpretare, problematicizzare il fenomeno e la sua documentazione e a darne ragione.
La letteratura in merito alle interpretazioni sembra spesso essere partigiana.
Per semplificare: essa o nega o svaluta i fenomeni, o, in modo irragionevole ed epidermico, dà tutto per scontato e tutto crede aprioristicamente. Non mancano contributi di autori che seriamente interrogano il senso di un fenomeno e la sua esistenza in genere, alla luce della Scrittura e della Tradizione, e quello mariologico in specie. In questi contributi le “mariofanie” sono lette soprattutto confrontando i contenuti che la visione comunica ai veggenti in relazione alla Rivelazione attestata dalla Parola di Dio; la relatività dei messaggi pur in relazione alla loro creduta origine soprannaturale; la relatività dei messaggi, pur creduti originati da Dio, in relazione all’opera di chi approfondisce e dà ragione dei messaggi rivelativi originari all’interno delle comunità ecclesiali. Non mancano approcci interdisciplinari e approfondimenti delle dichiarazioni magisteriali riguardanti le mariofanie di ieri e di oggi e tentativi di letture dei fatti evemenziali dal punto di vista socio-storico
In questo pianeta magmatico, tra fatti, pratiche, eventi e interpretazioni stratificate siamo aiutati ad entrare dalla partecipe, pur critica lettura, che ne fa Salvatore M. Perrella, docente di dogmatica e di mariologia alla Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» di Roma.
Questo documentato contributo, che si raccomanda per la sua chiarezza espositiva e organicità, si impegna a dare ragione, all’interno dei fenomeni mariofanici, di chi appare, come appare e ciò che comunica, a chi appare Colei che appare, come interpretare il magistero su queste apparizioni e la stessa teologia. Non mancano appropriati approfondimenti dei contenuti mariologici e di alcuni aspetti conseguenziali alle “mariofanie”.

2. Per un lessico comune a favore dell’interpretazione

Prima di soffermarsi su alcune prospettive a cui apre la lettura del testo è utile riflettere sul frangente contemporaneo ricco di esperienze mariofaniche e sottolineare le immediate conseguenze che ne derivano a cui è sensibile lo stesso Autore del presente volume.
Sebbene le apparizioni mariane abbiano cadenzato il trascorrere delle generazioni cristiane sia in Oriente che in Occidente, è fuori dubbio che i fenomeni sono stati segnalati e documentati con più insistenza, in regioni e continenti diversi, nel ventesimo secolo, in particolare, nella seconda metà del secolo. Si fa osservare che questa constatazione prescinde dal fatto, pur non secondario, che le apparizioni abbiano o non abbiano avuto il riconoscimento canonico. Infatti, al di là dell’approvazione, dell’autenticità o non veridicità delle apparizioni, della verità della esperienza delle visioni dei veggenti, anche in caso di eventuali patologie, i fenomeni hanno sempre avuto una loro incidenza coinvolgendo, normalmente, fedeli e vescovi, uomini e donne curiosi del fatto in se e del fenomeno in genere, scettici o creduloni, teologi ed esperti di scienze umane, come, ad esempio, l’antropologia, la sociologia, la psicologia, e, non da ultimo, operatori delle comunicazioni sociali che spesso sono gli amplificatori delle apparizioni.
La costellazione di persone e di interessi che un evento mariofanico ha messo in movimento ordinariamente è tale, e sembra essere costante, che obbliga a impegnarsi maggiormente per offrire non sintesi definitive, ma indicazioni organiche e sistematiche griglie interpretative sui dati generali di un tale evento, materiale organizzato con l’ausilio di più discipline, capace di permettere criteri valutativi e dare strumenti ermeneutici non solo utili a far riflettere con serietà i fenomeni mariofanici, ma anche a far maturare un lessico ed una ermeneutica di base. Essa dovrebbe permettere un proficuo e intenso dialogo e confronto tra esperti in ambienti di studio e di ricerca e produrre materiali per essere usati in alta divulgazione così da facilitare progressive e illuminanti chiarificazioni a servizio di una pastorale catechetica e omiletica, e incidere su una sempre più vasta pubblicistica minore di libretti divulgativi che indulgono acriticamente su fatti e persone implicate nelle apparizioni.
Le annotazioni di Salvatore M. Perrella suggeriscono agli esperti, al seguito di illustri autori che hanno già trattato con serietà problematiche relative alle apparizioni, di non snobbare un settore, come dicevo, assai arduo da considerare, ma di affrontarlo criticamente e con disincanto, coraggiosamente. Ricordo, a stimolo e ad esempio, ciò che è accaduto nella seconda metà dell’ultimo secolo riguardo ai fenomeni mistici. Emarginati da diversi settori dello scibile teologico, ritenuti di inaccessibile comprensione ai fedeli comuni, essi hanno trovato dalla valorizzazione semiotica e semantica e critica dei testi dei mistici e delle mistiche (si pensi ad esempio ai contributi di Michel De Certeau), una considerazione e una accoglienza rinnovata, capace di avere e di usare un vocabolario e un pensiero che permetta di accostarsi ai fenomeni con minor diffidenza iniziale, con strumenti adeguati. Il beneficio è stato grande: ha facilitato la possibile comprensione a un maggior numero di persone e ha fecondato le vie della ricerca della verità, oltre quella dottrinale, e delle manifestazioni soprannaturali a favore della vita cristiana.
Partire dalla materialità dei testi mistici, dalla loro esistenza, sospendendo ogni previa precomprensione ideologica ha permesso un guadagno non indifferente alla cultura umana e alla vita religiosa in genere e a quella cristiana in specie. Ugualmente si dovrebbe favorire un tale processo chiarificatorio ed efficace anche per le “mariofanie”: partire dal fatto in sé del fenomeno, illuminarlo con più riflettori, usare più strumenti per interpretare la sua poliedricità, ma sospendere ogni precomprensione, principio da avere ben presente per la lettura di ogni realtà, specialmente per quegli aspetti della realtà che non sono essenziali per il vivere ma per la loro natura coinvolgono intelligenza e cuore, scienza e fede, emozioni e razionalità, il fascino del “meraviglioso” e lo stridore del quotidiano.

3. Il primato fontale e fondativo della Rivelazione cristiana

Possedere lessico e dati acquisiti in comune è già molto, ma è necessario che il vocabolario che si adopera per dire l’evento sia rigoroso. Nella nostra contemporaneità il termine “mariofanie” è certamente un termine dotto, termine usato da specialisti. La maggior parte dei fedeli e di uomini e donne non praticanti o di altre forme di credenza o di non credenza, è assai probabile che intendano per “apparizione” quale termine designante senza genitivo specificativo e immediatamente: “l’apparizione della Madonna”. A ciò contribuisce il fatto, sopra accennato, del moltiplicarsi delle apparizioni mariane. Tuttavia sotto il termine apparizione si corre il rischio di concentrare semanticamente più aspetti di una realtà, che come è già stato rilevato è assai complessa, o di condensare eventi similari.
È previamente utile percorrere le chiarificazioni che il presente volume offre al lettore. Apparizione, apparizione mariana o mariofania, visione, messaggi celesti e avvenimenti prodigiosi, segni simbolici, allucinazione, proiezione, rappresentazione… E’ un vocabolario chiarificato da Salvatore M. Perrella nei suoi termini e contestualizzato dall’uso anche scientifico che ne fa. La preoccupazione di precisione e di puntualizzare l’uso dei termini, si rivela utile lungo i capitoli, anche se il lettore potrà avvertire una certa fluidità indice di quel cammino che bisogna fare nella ricerca e nella riflessione su questi fenomeni. Non deve sfuggire a nessuno che la precisione terminologica e la sua chiarificazione, data la materia, è anche un iniziale servizio all’ecumenismo, soprattutto ai fratelli e alle sorelle delle comunità ecclesiali di tradizione evangelica e riformata.
È da sottolineare, in questo contesto chiarificatorio la necessaria distinzione ben condotta dal Perrella tra apparizioni e visioni dell’ordine delle cosiddette “rivelazioni private” o “particolari” non appartenenti al deposito della fede e la Rivelazione fondata e attestata dalle Sacre Scritture portata a compimento dal Signore Gesù e trasmessa dalla viva Tradizione della Chiesa. Si cita opportunamente le precise parole del Catechismo della Chiesa Cattolica:



«[Il ruolo delle rivelazioni chiamate “private”] non è quello di “migliorare” o di “completare” la Rivelazione definitiva di Gesù Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica» (CCC, n. 67).



E proprio perché non sono nuovi enunciati complementari della fede ma “apparizioni-rivelazioni private”, anche le mariofanie riconosciute e approvate dalla Chiesa non obbligano i fedeli a credere, pur nel rispetto degli eventuali carismi riconosciuti nei veggenti/percipienti e della serietà delle espressioni profetiche di cui essi si fanno portavoce alla comunità.
Ecco che il problema linguistico si apre al problema semantico di ciò che le parole in una determinata struttura sintattica comunicano. Nascono così interrogativi circa le proprietà del termine “rivelazione” nel sintagma “rivelazioni private”. L’attenzione, la cura e il rigore ermeneutico con cui il magistero ha sempre agito nei confronti delle apparizioni, di cui siamo edotti con puntualità dal volume, apre alla problematica della correttezza circa l’uso del termine “rivelazione” perché la parola Rivelazione sia unicamente sia unicamente riservata a quel deposito della fede di cui è garante la illuminata responsabilità del magistero. Anche se non dichiaratamente, le riflessioni di Salvatore M. Perrella aprono a questa necessità.

4. Presenza della Vergine gloriosa

Ribadire l’unicità della Rivelazione di Gesù di Nazaret, figlio di Adamo, figlio di Dio (cf. Lc 3,38), del grande mistero della pietà che «si manifestò” nella carne, fu giustificato nello Spirito, apparve agli angeli, fu annunziato ai pagani, fu creduto nel mondo, fu assunto nella gloria» (1 Tim 3,16), è possibilità di interpretare e illuminare le conseguenze che derivano dalla manifestazione di detto mistero. La nostra storia di credenti, si snoda e si comprende dinamicamente tra l’Incarnazione del Verbo e la sua Risurrezione nell’attesa della sua venuta alla fine dei tempi.
Per dare ragione delle mariofanie e aiutare ad interpretarle è fecondo riferirsi alla realtà della Incarnazione e Risurrezione del Signore Gesù. Alla luce del “mistero della pietà”, infatti, acquista senso e luce la presenza di Maria di Nazareth, la sua maternità divina e spirituale per noi e la sua glorificazione, l’assunzione nel cielo dei cieli, da dove continua per noi la sua molteplice intercessione per ottenerci la grazia della salute eterna (cf. Lumen gentium 62). A questo punto riguardo, desidero proporre un denso testo, il n. 62, di una recente lettera mariologica ad opera della Pontificia Academia Mariana Internationalis, dal titolo La Madre del Signore (PAMI, Città del Vaticano 2000):



«Il mistero dell’Assunzione costituisce il punto, l’’oggi’ senza tramonto, a partire dal quale la Vergine Maria “con Cristo regna per sempre”. Ma il suo potere regale è solo potentia miserendi, possibilità illimitata di offrire ai fedeli che la invocano una misericordia efficace. È servizio agli uomini e alle donne ancora sottoposti ai pericoli e ai travagli dell’esistenza. È, secondo lo stile di Dio, orecchio chino ad ascoltare il gemito degli oppressi (cf. Es 3,7; Nm 20,16; Gb 34,28), occhio abbassato per vedere l’afflizione dei suoi figli (cf. Tb 3,3.15; Sal 137 [138], 6; Is 66,2; Lc 1,48). È supplice intercessione presso il Figlio e con il Figlio sempre vivo per intercedere in nostro favore (cf. Eb 7,25). La partecipazione alla signoria di Cristo risorto offre alla Vergine le condizioni ottimali per esercitare la sua maternità universale. “Gloriosa in cielo, essa [Maria] opera sulla terra” (Documento di Puebla, n. 288)».



L’ermeneutica delle apparizioni condotta dal prof. Salvatore M. Perrella conferma il senso della storicità e della corporeità e di Maria e nostro, conferma la sua presenza materna a nostro favore, non più circoscritta al Cenacolo (cf. At 1,14) ma presenza nella comunione dei Santi, di singolare glorificata, perciò presenza universale e perché universale, presenza anche locale. In questa ottica rigorosamente cristologica e perciò stesso trinitaria, assumono plausibili significati i messaggi fondamentali che le autentiche mariofanie comunicano e propagano: essi nella loro essenzialità, sono richiami al messaggio evangelico, alla conversione, alla penitenza, alla preghiera. Come se la Madre di Dio e madre nostra continuasse a ripetere ai figli, lungo il migrare delle generazioni, il comando di Cana di Galilea ai servi delle nozze: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5). Un reiterato dire, compassionevole, poiché ella, terra della mostra terra, è stata dalla nostra parte e lo continua ad essere, brillando innanzi al Popolo di Dio pellegrinante, «segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore (cf 2 Pt 3,10)» (Lumen gentium 68).



Silvano M. Maggiani, OSM
Preside della Pontificia Facoltà Teologica «Marianum», Roma
 




TITOLO: Le apparizioni mariane. Dono per la fede sfida per la ragione
CATEGORIA: MARIOFANIE - EVENTI
RECENSORE: Silvano Maggiani
AGGIUNTO: 18/03/2010
LETTURE: 1301
PUNTEGGIO:Eccezionale
OPZIONI: INVIA AD UN AMICO  STAMPA QUESTA RECENSIONE
  

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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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