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  La fede di Maria 
Spiritualità

Lectio Divina su Luca 1, 39-45 di Joan Maria Vernet in Sacro Cuore, giugno 2013, pp. 10-11.



Lettura della Parola
Dal Vangelo secondo Luca 1, 9-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entro in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzo nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto
è il frutto del tuo seno! Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? Poiche, ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Parola del Signore.

Ambientazione

I vangeli iniziano con una beatitudine e finiscono con un'altra. È la beatitudine della fede: proclama beati coloro che credono. La prima di queste beatitudini è rivolta a Maria dalla sua parente Elisabetta, al momento della visitazione: "Beata colei che ha creduto!" (Lc 1, 45). La seconda è rivelata a Tommaso da Gesù, dopo che l'apostolo incredulo aveva creduto al vederlo risuscitato nel suo vero corpo: "Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno!" (Gv 20, 29). Questo dettaglio del vangelo, queste due beatitudini sulla fede, ci parlano di un aspetto che alle volte dimentichiamo: quello della "beatitudine", il senso di dono, di grazia, di gratitudine, di gioia e di felicità che comporta avere la fede. Tante volte la nostra fede è quasi meccanica, guidata più dal "dovere" che dalla gioia del credere. Dovremmo sentirci veramente beati, esultanti, grati per questo dono prezioso che tanti, segretamente, ci invidiano.

Meditazione

La fede è un tesoro ricchissimo, come un diamante di molteplici sfaccettature. Oggi la pa
rola di Dio ci mostra una di queste sfaccettature particolarmente bella. Ci fa vedere la fede come una beatitudine, qualcosa di prezioso che ci rende beati. Maria ha ricevuto l'annuncio dell'angelo e ha accettato il volere di Dio. Ha creduto alle parole che Dio le ha rivolto per mezzo del suo messaggero. Non ha vacillato. E con tutta naturalezza, ora si incammina verso la sua parente Elisabetta, per congratularsi con lei, per servirla e assisterla in quanto può avere bisogno. Qualche autore ha pensato che Maria andò da Elisabetta per rassicurarsi sulle affermazioni dell'angelo: poteva trattarsi di una qualche immaginazione. No, Maria ha creduto pienamente all'angelo e Elisabetta, piena di Spirito Santo, ha indovinato il vero motivo della visita. Maria portava già nel suo grembo il Figlio dell'Altissimo e con questa presenza si spiegano le scene meravigliose nei giorni della visitazione. Come lo esprimerà in seguito nel Magnificat, Maria sperimentava in sé la gioia, lo stupore, la gratitudine, l'amore e la prontezza del servizio.

Orazione

O Signore, grazie per la nostra fede! Una fede biblica, evangelica, radicata negli insegnamenti dei libri sacri e negli atteggiamenti dei personaggi che hai scelto, specialmente a partire dall'Incarnazione del tuo Figlio Gesù Cristo. Grazie per la fede di Maria, cosi chiara, pronta, spontanea, sicura, dopo il dialogo con l'angelo. Fa' che possiamo sentire nella la nostra fede l'aspetto della beatitudine che ci renda felici per il fatto di credere e possiamo sentire tutta la bellezza di conoscere i misteri che hai voluto rivelarci, sia per questa vita sia per l'altra. Fa' che la nostra fede, come in Maria, possa suscitare quel seguito di sentimenti e di atteggiamenti che si concretizzarono nella visita della Madre di Dio a santa Elisabetta. Una fede che suppone una profonda interiorità e ricchezza spirituale e una disposizione a fare il bene e servire con gioia e umiltà.

Contemplazione

La fede è parte della luce di Dio condivisa con noi. Lui ci ha aperto il suo cuore e noi possiamo, con i nostri piccoli occhi, intravedere qualcosa dello splendore della verità, della bellezza, dell'amore e della vita stessa di Dio. Solo con l'aiuto dello Spirito di Dio, mandato a noi per comunicarci i tesori della fede, potremo godere di questa visione interiore e partecipare della beatitudine che accompagna sempre la vera fede, vissuta con fedeltà e amore. La nostra fede deve essere illuminata, insegnata, diretta dallo Spirito di Dio, fonte di ogni luce e sapienza, di ogni gioia e amore. Con lo Spirito godremo anche noi la beatitudine di credere e con Maria saremo capaci di servire, di cantare un nostro magnificat, di lodare Dio e di vedere le sue meraviglie.

Azione

La fede di Maria, che le ha meritato la lode di Elisabetta, che la proclamò beata, si è manifestata in un atto di grande generosità, in un servizio non esente da sacrifici e di rinunce. Sappiamo, secondo i dati del vangelo e della tradizione biblica, che per percorrere la distanza da Nazaret (paese di Maria) fino ad Ain Karem (paese di Elisabetta) ci volevano otto giorni di duro cammino. Maria poteva avere mille scuse, tutte ben giustificate, per non andare, ma preferì fare questo gesto di aiuto e di compagnia, anticipando cosi gli insegnamenti del Figlio che portava in grembo. A imitazione di Maria dobbiamo imparare a servire, a fare il bene, ad aiutare i più bisognosi, a visitare i malati, a uscire un po' da noi stessi per vedere e fare del bene agli altri. O collaborare e partecipare in qualche associazione parrocchiale per il bene della Chiesa. Allora la nostra fede diventerà beata come quella di Maria.
 

Inserito Domenica 23 Marzo 2014, alle ore 8:39:29 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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