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  Beata Vergine Maria del Monte Carmelo 
Culto

Origine e significati della Memoria facoltativa del 16 luglio in Aa. Vv., Maria nell'Anno Liturgico, Queriniana, Brescia 2007, pp. 62-65.



Nella storia

Nella metà del XII secolo alcuni devoti pellegrini occidentali, probabilmente congiunti con le ultime crociate di quel secolo, si ritirarono sul monte Carmelo, legato al profeta Elia (cfr. 1 Re 18,19-46). Qui, nel contesto di quella intensa devozione mariana che stava sviluppandosi ovunque, parallelamente alla devozione verso l'umanità di Gesù, questi pellegrini edificano un primo luogo di culto a servizio della nuova comunità di tipo monastico, la quale, in un clima di semplicità e austerità, guarda a Maria come custode fedele della Parola e come modello di vita contemplativa. Un testo del XV secolo, con interpolazioni spurie, Catalogo dei santi carmelitani, pone il 16 luglio 1251 l'apparizione della Vergine a san Simone Stock, generale dell'Ordine. Durante questa apparizione Maria gli avrebbe consegnato lo scapolare, o abitino, con la promessa di una sua particolare protezione in punto di morte per quanti lo indosseranno. A ciò si aggiunge anche una Bolla, altrettanto spuria, attribuita a Giovanni XXII, dove il papa riferisce di una sua visione durante la quale la Madonna promette la liberazione dal purgatorio nel primo sabato dopo la morte per tutti i devoti dello scapolare. Queste promesse favoriscono grandemente la diffusione della devozione popolare alla Madonna del Carmine. Nel 1606 la ricorrenza della Madonna del Carmine diventa la festa solenne delle confraternite e nel 1726 viene estesa a tutta la chiesa latina da Benedetto XIII. Nel calendario riformato dal Vaticano II è memoria facoltativa.

La Festa e la sua immagine

La tipologia antica della Vergine del Carmelo è sostanzialmente una Madonna in trono con Bambino, accompagnata da scene della vita e da santi. L'immagine legata alla festa introdotta dai Carmelitani alla fine del XIV secolo in ricordo dell'apparizione di Maria a Simone Stock, generale dell'Ordine, segue e riprende la tipologia della Madonna del Rosario di tradizione domenicana. In un quadro del Tiepolo a Venezia (XVIII secolo) Maria, in abiti sontuosi, appare al santo prostrato a terra; degli angeli gli presentano lo scapolare, segno distintivo dell'ordine e pegno della protezione contro le pene dell'inferno per chi lo indosserà in punto di morte.

Per l'Omelia

La memoria della beata Vergine Maria del Monte Carmelo ha un particolare riscontro nella pietà popolare. Nella scelta delle letture sarebbe opportuno, in tale occasione, andare oltre quelle proposte per le memorie facoltative e introdurre, come prima lettura, il celebre episodio della sfida tra Elia e i profeti di Baal sul Monte Carmelo. Non è soltanto questione di identica localizzazione geografica, ma del significato di questa memoria, dove Maria è davvero la donna che ha intrapreso la ricerca mistica, che ha affondato lo sguardo della fede nel mistero di Dio. Maria ha veramente vissuto nella sua esistenza l'adesione all'Unico, al solo Dio, senza che il suo cuore si disperdesse e conoscesse la benché minima ombra di idolatria.
In tale prospettiva può essere particolarmente utile meditare sul testo di 1 Re 18,20ss., dove Elia porta la causa del culto esclusivo di YHWH di fronte a un popolo confuso e traviato. Israele non sa a chi dare ragione e quale sia la divinità a cui affidarsi: se quella propagandata dal potere monarchico — da Gezabele e dai quattrocento profeti baalisti — o quella del Signore, il Dio dell'alleanza, che sembra poter contare soltanto su Elia. Lo scontro tra le due visioni religiose, comportanti anche delle conseguenze morali precise, viene per cosi dire 'drammatizzato' in questo episodio della sfida sul Monte Carmelo. Il senso di questa sfida è portare il popolo a una decisione religiosa, a una fede che non conosce mezze misure, ma sa aderire totalmente al Signore. Cosi su questo Monte, che è come lo spartiacque tra il mondo idolatrico della Fenicia e quello yahwistico di Israele, si celebra una specie di ordalia, di grande giudizio divino.
È interessante notare come, secondo il v. 22, il popolo non risponda nulla all'alternativa proposta da Elia; questo silenzio non è un segno di consapevolezza della propria colpa, ma è incapacità a decidersi, è un non capire perché debba scegliere tra il Signore e Baal, e non possa invece comporre comodamente le due possibilità. L'atteggiamento sincretistico di Israele in tale occasione suona quanto mai attuale anche per l'oggi, quando si cerca di comporre l'appartenenza cristiana con altre appartenenze, la fede in Cristo con uno stile di vita neopagano. La sfida si conclude con la sconfitta dei profeti di Baal, confusi per il silenzio e per l'assenza del loro Dio, e con l'intervento diretto del Signore, che manda il fuoco dal cielo. Positivamente, il popolo è posto nella condizione di scegliere il Signore, di riconoscerlo come il suo Dio e come colui che converte i cuori. Ebbene, leggere questo testo in occasione della presente memoria mariana è scorgere in Maria colei che ha saputo davvero riconoscere che il Signore è colui al quale va data la piena adesione del cuore, colui al quale ci si deve continuamente convertire.
In questa prospettiva di un'adesione incondizionata a Dio si può leggere anche il brano evangelico sulla beatitudine concessa a coloro che aderiscono alla parola di Dio. Maria, la madre di Gesù, è partecipe di questa felicità, perché ha creduto ed ha obbedito (cfr. Lc 1,45) e perché ha lasciato che, nella sua persona, umile e obbediente, il Signore manifestasse la santità del suo Nome. Il trionfo del Signore che Elia celebra sul Monte Carmelo, si rende visibile nella persona di Maria, nella vittoria della sua fede: per questo tutte le genti la proclamano beata (cfr. Lc 1,48), cosi come Gesù dichiara beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano (Lc 11,28).

 

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Inserito Lunedi 30 Giugno 2014, alle ore 10:08:09 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
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