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  Commento al Vangelo della Solennità di Maria SS. Madre di Dio 
Culto

Inviatoci da Don Antonello Iapicca, Busshozan cho ko 31-1, 761-8078 Takamatsu, JAPAN



In quel tempo, i pastori andarono senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. (Dal Vangelo secondo Luca 2, 16-21)

Ascoltava, guardava, e obbediva

Nonostante tutto, all’aurora di un nuovo anno, il Signore ci invita a non aver paura del futuro, perché nei giorni che ci attendono “farà brillare il suo volto e ci sarà propizio”. Proprio come sperimentarono i pastori entrando nella grotta, dove contemplarono il volto di Dio splendere in una famiglia, “Maria e Giuseppe” che fasciavano con le loro cure amorevoli "il Bambino deposto in una mangiatoia". Il “segno” che Dio anche oggi offre al mondo è dunque la Santa Famiglia di Nazaret. Per questo ci chiama ad incamminarci “senza indugio” nella storia, perché la Santa Famiglia, immagine della comunità cristiana, accoglie anche noi per aiutarci ad accogliere Cristo nella nostra vita. Anche negli angoli oscuri, dove non capiamo nulla di ciò che ci accade, e vorremmo cambiare gli eventi, le persone, noi stessi. Accanto a Gesù, infatti, come una porta verso di Lui dischiusa dinanzi a noi, c’è Maria. Non c’è altro cammino a Cristo che sua Madre, la Chiesa: Maria, che ha accolto Dio nel suo cuore prima che nel suo grembo, e non ha mai smesso di gestarlo nel suo intimo, dove l’uomo è davvero se stesso e, al riparo dai condizionamenti, decide se obbedire o no.

E Maria ha obbedito. Ascoltava, guardava, e obbediva, perché nel suo cuore “serbava e meditava tutte le cose” di suo Figlio; "sumbállousa" recita il greco, che letteralmente significa "mettere insieme": come componendo un puzzle, Maria metteva insieme nel suo cuore, uno ad uno, i frammenti che andavano componendo il volto radiante e misericordioso che Dio rivolgeva sull'umanità imprimendolo nella carne di Gesù: il suo amore infinito deposto in Lei e che le cresceva in grembo; che nasceva, si faceva uomo, e Parola, e segni; e poi insulti e rifiuti, sino all’istante in cui una spada ha trafitto il suo cuore. In quel momento la lama le conficcava nel cuore il dolore di ogni uomo; e lo univa a “tutte le cose” di suo Figlio, custodendo nella memoria quello che non comprendeva, perché l’impossibile non restasse fuori dalla sua vita. E ora, ai piedi della Croce, accoglieva nel suo cuore le nostre angosce, ogni evento che non abbiamo capito e accettato, perché la sofferenza non ci allontanasse da suo Figlio. E così, accogliendoci nel dolore di Gesù, diventava nostra Madre.

Per entrare nel nuovo anno non abbiamo bisogno di fare propositi buoni solo per essere smentiti. Ma di convertirci e deporre l’uomo vecchio figlio dell’inganno di satana per rivestire il nuovo dei figli di Dio. Ma come si diventa figli di Dio? Accostandoci alla Croce piantata nella nostra storia, perché anche oggi da essa Gesù ci affida a sua Madre. Accogliamola oggi e ogni giorno, per imparare ad accogliere senza riserve la volontà di Dio, nella quale “il Signore volge a noi il suo volto e ci concede la Pace”. Non è questa desideriamo? Essa ci viene incontro con Cristo risorto nell’annuncio della Chiesa. Per chi in essa impara ad ascoltare e a “meditare nel cuore” la Parola di Dio, ogni istante è un frammento della “pienezza del tempo” sbocciata nel grembo di Maria, nel quale la morte è già vinta e si può amare oltre il limite che impone il peccato.

Dio continua a “mandare suo Figlio” per nascere nel seno della comunità, “sotto la legge” che nessuno può compiere, e per questo siamo così frustrati e sfiduciati. Ma sulla soglia di questo nuovo anno, Maria ci attende per donarci suo Figlio, l'unico che può “riscattarci” e farci “adottare come figli” dal Padre. Attraverso le liturgie, la predicazione e i sacramenti Dio “manda nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Papà!”. Esso è la “prova” deposta nella nostra carne che siamo diventati figli di Dio nonostante le debolezze che ci umiliano. Con la sua forza possiamo entrare nella storia liberi e senza timore per amare sino alla fine, custodendo nel cuore la certezza di “ereditare” il Cielo. Buon anno allora, buona vita avvolta da Maria con le fasce dello Spirito Santo. Ogni suo giorno sarà per noi un “tornare” nel mondo dalla grotta per “glorificare e lodare Dio” incarnato in noi, prova regina che “tutto quello che abbiamo visto e udito” nella Chiesa è vero. E così offrire a tutti la stessa gioiosa speranza di salvezza, “Gesù”, il nome nuovo nel quale Dio ci ha benedetti.

 

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Inserito Mercoledi 31 Dicembre 2014, alle ore 11:00:14 da latheotokos
 
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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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