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  La Donna e Maria nel pensiero di Edhit Stein 
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Valore e significato della Donna e di Maria nel pensiero di Edith Stein



 La vita di Edith Stein

1. Infanzia

Edith Stein nasce a Breslavia il 12 ottobre 1891 da Sigfried Stein e Augusta Courant, ultima di sette fratelli. I genitori videro in questa nascita, avvenuta nel giorno della festa del Kippur, una benedizione di Dio. Due anni dopo, nel mese di luglio, muore il padre e la mamma è costretta a rilevare la direzione del negozio di legname. Nel giorno del suo sesto compleanno, il 12 ottobre 1897, Edith comincia a frequentare la scuola. Viene descritta piccola, delicata e pallida, ma dal carattere vivace, impertinente e collerico. Con il tempo riuscirà a dominarsi così bene, da sembrare timida e chiusa. Nel 1906 decide improvvisamente di abbandonare gli studi e si reca a vivere presso la sorella ad Amburgo. Inizia quel cammino di crisi profonda che la porterà a dichiararsi atea.

2. Gli studi e la fenomenologia
Tornata a Breslavia e concluso il liceo, nel 1911 si iscrive alla facoltà di lettere e si interessa soprattutto alla psicologia e alla filosofia. Si trasferisce quindi all’università di Gottinga dove incontra Husserl, inventore del metodo fenomenologico. In questo ambiente ha anche la possibilità di incontrare altri pensatori come Reinach, Scheler, Hipp ed altri. Supera l’esame di stato con una tesi sull’intuizione (Einfuehlung), tema lasciato in sospeso da Husserl. Dopo la laurea in filosofia, storia e letteratura tedesca entra come volontaria nella Croce Rossa e per sei mesi si reca anche in Austria, ammirata da tutti per la dedizione ai malati e la moralità. Tornata a Breslavia, consegue nel 1916 il Dottorato a Friburgo, dove Husserl insegna già da un anno.

3. La conversione
Nel 1917 Reinach muore al fronte e la moglie chiede ad Edith di riodinarne le carte. Edith resta impressionata dal comportamento della vedova che da poco si è convertita al cristianesimo. Nella casa dei coniugi Conrad Martius, discepoli di Husserl, e anch’essi convertitisi al cristianesimo, trova una biografia di S. Teresa d’Avila che la impressiona moltissimo per quel suo rapporto profondo con Dio che non è fondato su un processo razionale ma su una certezza radicata nel cuore. Sulla scia di Teresa, Edith ravvisa in sé la chiamata alla grazia e il 1 gennaio 1922, dopo una lunga preparazione, riceve il battesimo sentendo ingigantire nel suo cuore la certezza della vocazione religiosa carmelitana.

4. A Spira e Munster
Lasciata Friburgo e il lavoro con Husserl, Edith Stein va ad insegnare nel liceo femminile di S. Maddalena delle suore domenicane di Spira, dove resta dal 1923 al 1931. Suoi consiglieri spirituali sono il P. Schwind, che la incoraggia a svolgere il suo apostolato ancora fuori del monastero e il P. Przywava, che la invita a tradurre in tedesco il diario e le lettere del Card. Newman. Edith approfondisce anche la conoscenza del pensiero e delle opere di S. Tommaso d’Aquino. E’ un periodo di intensa attività al quale si devono ascrivere anche le “Conferenze sull’educazione della donna” che vedremo fra poco.

5. Ultimi anni
Ecco in breve la cronologia degli ultimi anni
- 27 marzo 1931: lascia il liceo per dedicarsi alla traduzione di S. Tommaso;
- 1932: ottiene la docenza all’Istituto Superiore di Pedagogia Scientifica di Munster;
- Inizi del 1933: Hitler ordina l’esclusione degli ariani dai pubblici uffici;
- 13 ottobre 1933: Edith entra nel Carmelo di Colonia. Ha 46 anni;
- 15 ottobre 1934: Vestizione religiosa. Prende il nome di Teresa Benedetta della Croce;
- 21 aprile 1935: Professione temporanea.Viene obbligata a continuare a scrivere. Sono di questo periodo le opere:
POTENZA E ATTO
ESSERE FINITO ED ESSERE ETERNO: PER UNA ELEVAZIONE DEL SENSO DELL’ESSERE;
- 21 aprile 1938: Professione perpetua. A causa delle sempre più severe leggi raziali si trasferisce in Olanda nel Carmelo di Echt;
- 26 marzo 1939: si offre a Dio come vittima per la pace. Sono di questo periodo le opere:
LE NOZZE DELL’AGNELLO
AVE CRUX
VIE DELLA CONOSCENZA DI DIO
SCIENTIA CRUCIS (incompleta);
- 2 agosto 1942: viene prelevata dai nazisti e condotta nel campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau, dove, appena 51enne, muore nella camera a gas;
- 1 maggio 1987: viene elevata agli onori degli altari da Giovanni Paolo II.




 Il pensiero e le opere di Edith Stein

Aspetti fondamenti del pensiero di Edith Stein
Gli aspetti fondamentali del pensiero di Edith Stein sono:
1. Incontro con la fenomenologia di Husserl;
2. Studio del pensiero di S. Tommaso d’Aquino e confronto con la fenomenologia;
3. Studio dello Pseudo Dionigi Aeropagita e di S. Giovanni della Croce.
La “filosofia della persona” costituisce il filo conduttore del pensiero di Edith Stein ed è proprio l’interesse per la persona a spingerla ad indagare, fenomenologicamente, sul campo della psicologia per approfondire, poi, la sua visione anche in quello sociologico e giuridico.

Incontro con la fenomenologia di Husserl
Seguendo le lezioni di Husserl a Gottinga, Edith Stein scrive la sua tesi sull’empatia che il filosofo non aveva ancora sufficientemente chiarito e nel 1916 consegue, sullo stesso argomento, il dottorato a Friburgo.
Ecco alcune opere di questo periodo:
- IL PROBLEMA DELL’EMPATIA è la prima opera filosofica di Edith pubblicata nel 1917, descritta come l’esperienza di un “io” con un “altro io”, come un ponte in cui l’io scopre l’altro io non solo come corpo, ma come essere vivente, come persona spirituale.
- ARTICOLI sullo “Jahresbuch fuer Philosophie un Phenomenologisch Forschung” dove tende a provare la distinzione tra psicologia e scienze dello spirito;
- CONTRIBUTI PER LA FONDAZIONE FILOSOFICA DELLA PSICOLOGIA E DELLE SCHIENZE DELLO SPIRITO. L’opera è del 1922 ed è strutturata in due parti:
a) “Psichische causalität”, dove viene descritto il processo della conoscenza così come appare all’osservazione del fenomenologo e gli atti dei vari processi mentali. L’analisi della Stein, che mira a verificare se l’uomo è soggetto ai legami della causalità che caratterizzano la natura, si concentra sui fenomeni della vita spirituale, soprattutto sulle motivazioni degli atti liberi;
b) “Individuum und Gemeinschaft” dove viene trattato il tema della comunità sociale, distinguendo i significati di “società” e “comunità” ed evidenziandone le diverse caratteristiche. Anche qui Edith sottolinea il rapporto del “singolo” con la comunità nella quale la “persona” appare come un valore insostituibile.
- ŰBER DEN STAAT del 1925, dove la Stein considerando la struttura dello Sato afferma che suo compito è proteggere e stimolare la libertà personale e facilitare le relazioni sociali della persona umana. La moralità dello Stato dipende da quella delle libere persone e dal loro libero agire. La Stato per esistere ha bisogno di una organizzazione che però deve essere sempre legata al diritto della persona che rimane la categoria fondamentale della realtà.

Studio del pensiero di S. Tommaso e confronto con la fenomenologia
- QUESTIONES DISPUTATAE DE VERITATE. La traduzione di quest’opera di S. Tommaso viene pubblicata nel 1931/32, universalmente accolta come il tentativo di rendere comprensibile al pubblico un’opera medievale, grazie al continuo confronto con la filosofia contemporanea.
- LA FENOMENOLOGIA DI HUSSERL E LA FILOSOFIA DI S. TOMMASO. L’opera venne alla luce nel 1929, in occasione del 70esimo compleanno del filosofo. Il tentativo della Stein è quello di cercare un possibile raccordo la filosofia perenne e la filosofia contemporanea attraverso il ponte della fenomenologia, anche se profondi rimangono i punti di divergenza. La convergenza viene vista dalla Stein nella convinzione che sia S. Tommaso che Husserl pensano che un Logos agisce in tutto ciò che esiste e che la nostra conoscenza è in grado di scoprire progressivamente la presenza di questo Logo, se procede secondo la regola di una rigorosa onestà intellettuale.
- SIGNIFICATO DELLA FENOMENOLOGIA COME VISIONE DEL MONDO. L’opera del 1932, venne pubblicata postuma.

Studio dello Pseudo Dionigi Aeropagita e di S. Giovanni della Croce
Le opere nascono dopo il suo ingresso nel Carmelo di Colonia ed hanno un profondo carattere spirituale:
- LA PREGHIERA DELLA CHIESA, opera del 1936;
- LE VIE DELLA CONOSCENZA DI DIO del 1941, articolo che viene pubblicato soltanto negli USA;
- SCIENTIA CRUCIS, opera incompleta del 1942 a cui Edith stava lavorando al momento del suo arresto. In essa Edith coglie Giovanni della Croce nell’unità del suo essere quale egli appare dalla vita e dalle opere e comprende che la Croce è il punto focale del grande mistico.

L'opera più importante di Edith Stein
- ESSERE FINITO E ESSERE ETERNO: PER UN’ELEVAZIONE AL SENSO DELL’ESSERE. L’opera fu pubblicata postuma a causa delle leggi raziali nel 1952, rivista e riordinata d P. von Beda. Tema di fondo è l’incontro – confronto della filosofia del passato e quella contemporanea, con la centralità del problema dell’essere, esaminato accogliendo tutti i contributi positivi del sapere, secondo l’adagio di S. Tommaso: “Esaminare tutto e ritenere ciò che è ottimo”. L’opera si suddivide in 5 parti:
I. Introduzione: Il problema dell’essere
II. Atto e potenza come modi dell’essere
III. Essere essenziale ed essere attuale – reale
IV Essenza – sostanza – forma – materia
V L’ente in quanto tale ( i trascendentali)
Il Capitolo VI che parla de “Il senso dell’essere” tratta dell’essere assoluto;
I capitoli VII e VIII trattano de “L’Immagine della Trinità nella creazione” e del significato fondamentale dell’essere individuale.
Quest’opera della Stein è universalmente riconosciuta come un contributo importante alla reintroduzione dell”essere” nella filosofia contemporanea, superando gli ostacoli del gnoseologismo e al recupero dell’ontologia della filosofia classica e della metafisica scolastica.

La donna nel pensiero di Edith Stein

Il tema della donna viene sviluppato dalla Stein in otto saggi compiuti tra il 1928 e il 1932. Essi sono stati raccolti e pubblicati nel V volume dell’opera omnia di Edith e in seguito raccolti in un unico volume dal titolo: “La donna: il suo compito secondo la natura e la grazia”. Questi saggi nacquero come appunti per le numerose conferenze che la Stein teneva per l’Associazione delle maestre cattoliche di cui era la guida spirituale e raccolgono tutta l’esperienza di Edith come donna, filosofa, psicologa, pedagogista e profonda conoscitrice della S. Scrittura.
Ecco, in breve gli otto saggi:
1. ETHOS DELLA VOCAZIONE FEMMINILE (conferenza a Salisburgo del 30 agosto/3 settembre 1930;
2. VOCAZIONE DELL’UOMO E DELLA DONNA SECONDO L’ORDINE DELLA NATURA E DELLA GRAZIA (conferenza del 1931);
3. VITA MULIEBRE CRISTIANA (ciclo di quattro conferenze per le Donne Cattoliche di Zurigo del 1932);
4. FONDAMENTI DELL’EDUCAZIONE DELLA DONNA (conferenza del 1930 a Bendorf per la Federazione delle Donne Cattoliche);
5. PROBLEMI DELL’EDUCAZIONE DELLA DONNA (Lezione presso l’Istituto di Pedagogia Scientifica del 1932);
6. COMPITO DELLA DONNA DI GIUDARE LA GIOVENTU’ DELLA CHIESA (conferenza del 1931 ad Augusta);
7. VALORE PARTICOLARE DELLA FEMMINILITA’ NEL SUO SIGNIFICATO PER LA VITA DEL POPOLO (relazione alla Federazione delle Donne Cattoliche di Baviera nel 1928)
8. COMPITI DELLE ACCADEMISTE CATTOLICHE DELLA SVIZZERA (serie di conferenze del 1932).
Il pensiero di Edith Stein sulla donna può essere così suddiviso:
1. La donna
2. Atteggiamenti personali della Stein
3. Il metodo
4. Specie muliebre e specie virile
5. Caratteristiche tipiche della donna
6. Compiti della donna

1. La donna
Quello che la Stein afferma della persona come fondamento di tutto, vale soprattutto per la donna. La persona umana ha un posto tutto particolare nella creazione perché come corpo materiale include tutti i gradi inferiori; come essere vivente è aperto al mondo che la circonda; come essere spirituale è aperto conoscitivamente a sé e al resto e può plasmare liberamente sé e il resto. L’umanità che è l’insieme degli esseri personali individuali è anche caratterizzata dalla differenziazione sessuale.

2. Atteggiamento di Edith Stein
La ricerca di Edith Stein sulla donna manca di accenti polemici o di parte, ma vuole avere fondamenti oggettivi veramente scientifici. Per questo l’analisi della filosofa non mira solo a descrivere la donna, ma analizza le caratteristiche di entrambi i sessi nella convinzione che nessuna soluzione al problema della donna può essere ottenuta se non si ripensa o si stabilisce anche il ruolo dell’uomo. Per questo Edith Stein critica gli eccessi del Movimento femminista che pretende l’accesso ad ogni attività e ad ogni apprendistato, senza considerare oggettivamente le particolarità muliebri.

3 il metodo di Edith Stein
Il metodo di Edith Stein è di conseguenza un metodo che si fonda sull’oggettività ed è plurimo in quanto si serve di tutti i metodi conoscitivi a disposizione e in particolare del:
1. Metodo delle scienze naturali: o sperimentale che ritiene essenziale la raccolta di dati per ricavare poi le leggi generali del comportamento psichico;
2. Metodo della scienza dell’anima: specialmente la psicologia individuale che coglie i diversi tipi femminili anche se non riesce a spiegare la loro essenza interiore;
3. Metodo filosofico: con esso si può mettere in evidenza la struttura universale ed ontologica degli esseri e la loro differenziazione individuale e sessuale;
4. Metodo teologico: con il quale si scopre quello che la fede dice sull’essere e la natura della donna.

4. Specie muliebre e specie virile
Partendo dal metodo filosofico, Edith Stein dice che esso coglie nella specie umana non solo l'’ndividualità ma anche la differenziazione sessuale. L'essenza dell'’uomo esprime se stessa nella differenziazione sessuale. Ma non soltanto il corpo è strutturato in modo diverso, ma differenti sono anche le funzioni fisiologiche, la vita del corpo, il rapporto anima/corpo, il rapporto della spirito con la sensibilità. Analizzando le convergenze e le differenze tra specie muliebre e specie virile, si può affermare che:
- la specie muliebre dice unità, chiusura della personalità corporeo – spirituale, sviluppo armonico delle potenze;
- la specie virile dice elevazione delle singole elergie e delle loro prestazioni più intense.

5. Caratteristiche tipiche della donna
Le caratteristiche peculiari della donna sono:
1. Sensibilità e capacità di percepire il proprio corpo
L’anima della donna vive con maggiore intensità la relazione con il corpo ed è perciò più a fondo toccata da ciò che lo interessa, a differenza dell’uomo che considera il corpo più come uno strumento che serve per operare e perciò avverte un certo distacco da esso.
2. Intensa affettività ed emotività
Mentre l’uomo si orienta verso l’attività creativa, la forza della donna è la sua vita affettiva. Questo le permette di entrare con più facilità in relazione con ciò che la circonda, di interessarsi delle persone e di ciò che le riguarda. Il pericolo nascosto è l’eccessiva affettività che può diventare una forza sregolata, senza orientamento.
3. Intelligenza più intuitiva e concreta
L’astrazione, in ogni senso, è lontana dalla natura della donna. Ciò che è vivo e presente, oggetto delle sue cure, è un tutto conceto.
4. Tendenza allocentrica
La vera felicità della donna consiste nel partecipare alla gioia, al dolore, al lavoro degli altri. Mentre l’uomo è tutto preso dalle sue cose, per la donna è naturale dedicarsi alle cose altrui. Ella è in grado di penetrare con sentimento e comprensione nell’ambito di quelle realtà che anche lontane, la mettono in contatto con l’altra persona. La donna è, perciò, per chi a lei si avvicina, dono ed accoglienza. Per questo motivo essa è particolarmente adatta all’opera educativa.
5. Tendenza alla pienezza e alla completezza
La donna si sente coinvolta in quello che fa, vi partecipa con tutta se stessa, tende ad inetressarsi della persona viva e concreta che le sta di fronte. Ella desidera sviluppare in pieno la propria umanità in tutte le sue dimensioni ed è spiritualmente pronta ad aiutare gli altri perché lo facciano anch'essi.

6. Compiti della donna
Edith Stein sottolinea tre fondamentali compiti della donna: la sponsalità, la maternità e la verginità.
1. Sponsalità e maternità
Secono Edith Stein la donna è conformata per essere “compagna dell’uomo” e “madre degli uomini”:
a) Compagna dell’uomo vuol dire che ella è per lui un aiuto personale e libero che gli consente di diventare ciò che deve essere. La sua caratteristica è lo stare, in parità, accanto all’uomo, non al suo posto, ma nemmeno un gradino sotto.
b) Madre vuol dire che essa è chiamata a proteggere, custodire e portare al suo sviluppo la vita umana.
c) Sponsalità e maternità, essere compagna dell’uomo e madre, sono strettamente legati perché la natura della donna è fondata precisamente nell’essere sposa e madre già dalla struttura stessa del suo corpo. Il processo di formazione di un nuovo essere è un’unione corporale e spirituale così intensa che questa unità diventa proprio l’elemento caratteristico di tutta la natura femminile. La maternità non si esaurisce naturalmente solo nel suo aspetto fisico ma è un costante atteggiamento di cura e di attenzione all’altro, di apertura e di dono di sé, di servizio e di pienezza d’amore.
2. Verginità
La verginità cristiana non è rinuncia alla maternità nel senso di dono totale all’altro, ma è la sublimazione di essa. La donna è molto più ricettiva nei confronti della dimensione religiosa e questo la spinge a vivere solo di fede e di estrinsecare la sua maternità nel dono totale al servizio del Signore. Nel donarsi verginalmente a Dio, la donna realizza al massimo grado il suo profondo desiderio di diventare tutta di un altro, di possedere un altro. Il pieno dono di sé nella vita religiosa è perciò anche il pieno adempimento dei desideri femminili. La verginità non è altro che la scelta di una persona da amare in senso totale e che comporta l’esercizio di una maternità spirituale che abbraccia l’accoglienza dell’altro e la dedizione a lui.

La vita come servizio

1. La vita come servizio e al servizio della vita
Edith Stein si propose di vivere la sua vita con fedeltà e applicazione, con piena conoscenza e libertà, secondo un ideale etico di responsabilità e solidarietà sociale. La scelta che lei fece della filosofia non represse minimamente la sua straordinaria sensibilità, il suo senso materno, il forte interesse per ciò che aveva attinenza con la vita, il dono innato di saper stare con le persone, specialmente con i bambini. Edith Stein non sogna solo Husserl ma comprende che è nel mondo per servire l’umanità e cioè immedesimarsi nell’altro, riviverne in sé lo stato d’animo, capirlo intimamente.
Vista da vicino, colei che veniva stimata come una valida filosofa, era una donna affettuosa, dotata del genio dell’amicizia, amabile, generosa, semplice e maternamente spontanea. Con il passare degli anni e la conversione al cattolicesimo, si radicò in lei la convinzione che la sua autentica vocazione, come del resto quella di ogni donna, era quella di orientare le risorse della sua femminilità al servizio della piena realizzazione dell’uomo, nella dedizione senza limiti agli altri. Con queste convinzioni Edith Stein fu colei che si sforzò sempre di “essere” prima di “insegnare” sulla base di un vissuto reale e concreto. La concezione della donna di Edith Stein risente di questa impostazione. La donna è, come si è visto, una compagna, un aiuto all’uomo, la portatrice, davanti a Dio e all’uomo, dell’intero progetto della creazione. Ella dunque è al servizio dell’umanità perché è al servizio di Dio e del suo progetto di amore verso l’uomo. Questo è il motivo per cui Edith Stein sostiene sempre la necessità che la donna non si rinchiuda tra le pareti domestiche, ma si apra al mondo perché la natura e Dio la chiamano a svolgere molteplici mansioni a favore dell’uomo. Ella è portata a proteggere, custodire, tutelare, nutrire, far crescere, partecipare per cui nessuna professione le può essere negata o non possa essere da lei esercitata. La sua naturale inclinazione al dono e al servizio non deve intendersi come depauperazione delle sue possibilità, ma come disposizione amorosa verso la persona dell’altro. L’ingresso della donna nel mondo delle professioni si deve considerare perciò come un fatto positivo per tutta la vita sociale a patto che questo non tocchi lo specifico dell’ethos femminile che è l’orientamento naturale della donna verso il concreto della vita, l’essere costruttrice di vita, l’essere, in una parola, sempre donna e pienamente donna.

2. La donna nella Chiesa
Edith Stein affronta più volte il problema del sacerdozio femminile per concludere che il Signore a nessuna donna affidò il sacerdozio, nemmeno a sua madre. Tuttavia riconosce che l’ulteriore sviluppo storico della Chiesa, ha portato ad altre limitazioni nei compiti ecclesiali affidati alle donne. Edith Stein non rinuncia a partecipare a questo lungo e acceso dibattito affermando anche che dal punto di vista di un servizio più intenso della donna nella Chiesa, non ci sia nulla sul piano dogmatico per cui la Chiesa non possa accettare delle innovazioni.

Mano nella mano con Maria

1. Maria e la vita religiosa
Nel progetto educativo della donna cristiana così come pensato da Edith Stein, la vocazione soprannaturale alla consacrazione religiosa, occupa sempre un posto privilegiato. Ella ritiene che donarsi a Dio per amore, perdendosi in Cristo e per Cristo, sia particolarmente in sintonia con la struttura ontologica e psicologica femminile. Essere di Dio, donarsi a Lui e servirlo, è la vocazione non solo di alcuni eletti, ma anche di ogni cristiano, uomo o donna che sia.
Di questa donazione totale, Maria è l’eccelso modello, dato che personifica in maniera perfetta questa donazione. Ella è perciò il simbolo più perfetto, il prototipo originale di ogni cristiano e della donna in particolare. Maria sta al centro della storia umana e ancor più al centro della storia femminile perché in Lei la maternità ha raggiunto la suprema esaltazione e, intesa anche come maternità corporea, anche il suo superamento.
Maria è l’organo e il simbolo più perfetto della Chiesa perché ha formato il Capo del corpo mistico, divenendo anche la nostra madre in senso reale ed eminente. Di Maria Edith Stein ha seguito il cammino speciale della Croce. Come lei è stata vicina al Crocifisso, sacrificandosi perché un’umanità migliore nascesse dal buio della barbarie. Fino all’ultimo istante della sua vita restò dell’idea che essa era al mondo per servire quella vita che gli stavano togliendo. Come Maria stette ai piedi della Croce con Cristo e con Lui si offrì vittima ed olocausto. Nel campo di concentramento si aggirava fino all’ultimo in mezzo alle donne prigioniere consolando, aiutando, tranquillizzando, come un angelo. Si interessava dei poveri bambini, li lavava, li pettinava, andava a cercare per loro del cibo e prestava loro tutte le cure necessarie. La sua vita, fino all’immolazione fu, come per Maria, una vita di servizio al servizio della vita.

2. La scoperta di Maria
Tra le opere di Edith Stein non si trova uno specifico saggio di mariologia, ma alla Vergine santa Edith Stein dedicò molti pensieri e molte tenere poesie. Proprio negli anni delle innumerevoli ed inaudite tragedie che colpirono l’umanità, il suo fu tutto un palpito verso la luce, come una danza della vita e della liberazione nella tenebra della morte. Edith Stein è convinta che solo chi è nella pienezza della propria femminilità e la vive, può accettare consapevolmente e senza difficoltà Maria. Lei stessa ha fatto di questo l’esperienza. Avendo faticato a sviluppare il proprio femminile, Edith Stein ha maturato anche lentamente il suo amore per la Vergine. La sua ricerca sullo specifico femminile, sull’ethos professionale e vocazionale femminile, da cui deriva il dono di “essere” donna in pienezza e “donna per”, la porta a scoprire le peculiari qualità di Maria che realizzò al massimo se stessa nella donazione totale. Scoprendo la donna, Edith Stein scopre Maria che ci ha generati alla vita della grazia, ha offerto tutto il suo essere, corpo ed anima, alla maternità divina. Per questo è tanto vicina alla donna e a tutti, e ci ama, ci aiuta a diventare quello che dobbiamo essere, ci conduce alla comunione con Cristo.

3. Mano con mano con Maria
Maria è per Edith Stein non soltanto un modello, ma è soprattutto Colei che “ci è accanto” con un contatto delicato, sentito, emozionante, pervaso di fremiti. Edith Stein descrive la vicinaza di Maria come un contatto di chiragogia, mano nella mano, un qualcosa di caldo e affettuoso che aiuta a realizzarsi in pienezza come persona. Edith Stein sente Maria vicina, ne avverte il respiro, si sente da Lei guidata come da uno spirito protettore. Maria, crede, è colei che ci conduce a Dio tenendoci per mano, basta che noi lo vogliamo, basta che ci abbandoniamo alla sua mano.

4. Maria cuore della Chiesa
Maria è il cuore della Chiesa, un cuore vergine che con il suo consapevole “fiat” collaborò al progetto salvifico di Dio.
Maria è la donna del silenzio, colei che fu inondata di Spirito mentre pregava da sola e nel silenzio diede alla luce il Figlio di Dio e pregò per la Chiesa nascente.
Maria è la Madre dolorosa che stette accanto alla croce di Cristo, soffrì e comprese il dolore del Figlio. Nelle sciagure, nell’abisso della malvagità umana, che tende sempre ad offuscare la Luce, Maria è vicina a noi, fino a quando non risorgerà l’alba della giustizia e l’ineffabile splendore di Dio non trionferà sul male.
Maria è la Madre del Risorto Signore della pace, ella è la via stessa della pace e le sue materne e tenere mani conducono i figli e le figlie alla pace.

5. Maria epifania dello Spirito
Inondata dallo Spirito, Maria è il genuino esemplare della donna, della femminilità. Sta, infatti, al fianco di Colui che è il prototipo di tutta l’umanità che ella a lui conduce. Maria aiuta ogni uomo e ogni donna alla sua realizzazione, nello Spirito.
Il legame dello Spirito con Maria e con noi, è visto da Edith Stein come un legame profondissimo e insostituibile. Scrive nei suoi versi: “O dolce Spirito ti ho trovato: nel volto di Maria traspare tersa la luce della divinità che mi manifesti”.


Inserito Mercoledi 16 Settembre 2009, alle ore 11:39:14 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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