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  La Madonna con bambino in Aracoeli  
Arte

Un articolo di Natale Maffioli in Maria Ausiliatrice, n. 2 del 2013,  pp. 16-17.



In questo stupefacente affresco la Vergine e Gesù sono affiancati dai due San Giovanni, il Battista e l'Evangelista.
L'opera risale alla fine del Duecento e probabilmente è di Pietro Cavalli.

 La scoperta di questo importante brano di pittura romana del Due-Trecento è stata del tutto casuale, ad opera di un frate del convento che sorge accanto alla chiesa romana di Santa Maria in Aracoeli. Questa chiesa è sorta sulle rovine del tempio di Giunone, sulla cima più alta del Campidoglio, in un sito centrale della Roma antica. Secondo la tradizione, fu costruita proprio dove una sibilla predisse all'imperatore Augusto la venuta del figlio di Dio, dicendo: "Haec est ara filii Dei". Da qui, il nome di Aracoeli. Alcuni monaci orientali erano già presenti nel VII secolo, ma fu a partire dal 1249 che la chiesa dell'Aracoeli, affidata ai francescani, raggiunse l'attuale ampiezza: facciata in mattoni alla sommità del grande scalone e tre navate scandite da grandi colonne romane di spoglio. Alla fine del Duecento, due grandi papa francescani, Niccolò III e Niccolò IV diedero un considerevole impulso allo sviluppo della Città eterna, impiegando grandi artista dell'epoca, tra i quali Arnolfo di Cambio, venuto a Roma dalla Toscana, Jacopo Torriti, romano, autore dei mosaici dell'abside di Santa Maria Maggiore, e Pietro Cavallini, "eccellente discepolo di Giotto" come ricorda Vasari nelle "Vite" (1550). Dell'Aracoeli medioevale rimangono poche cose: una "Madonna con il Bambino", dipinta da Cavallini sopra la tomba del cardinale di Acquasparta (1302), un mosaico attribuito a Torriti nel transetto destro e due tombe realizzate da Arnolfo nella cappella dei Savelli, tra cui quella di Onorio IV (1280).

Il ritrovamento nell'Anno Santo del 2000

L'anno 2000, dietro la pala d'altare della cappella dedicata a San Pasquale Baylon, è stata rinvenuta questa stupefacente "Madonna con Bambino", affiancata dai due San Giovanni: il Battista e l'Evangelista. L'occultamento si può far risalire alla fine del secolo XVI, quando la cappella fu pesantemente rimaneggiata, con la distruzione di gran parte degli affreschi; la Madonna fu risparmiata, ma le figure laterali furono coperte da uno scialbo di calce bianca. Dai lacerti sulla parte superiore delle pareti laterali si può ipotizzare che raffigurassero a destra una Visione di San Giovanni Evangelista e a sinistra un Banchetto di Erode. Non si hanno fonti letterarie precise, ma ancora in pieno XV secolo la cappella era intitolata ai due Giovanni. Si conosce pure che la navata dell'Aracoeli, dove è costruita la cappella, era riservata alle più importanti famiglie romane, come i Savelli e i Colonna, in grado perciò di dotare uno spazio sotto il loro patronato di preziose pitture. Forse la decorazione fu eseguita in occasione della morte, avvenuta nel 1291, del cardinale Giovanni Colonna.

Eleganza somma, ma legata a modi bizantini

La Madonna con Bambino, affiancata dai due santi era posta a fare da dossale all'altare della cappella e la rappresentazione era circondata da un inquadramento in finte architetture e da probabili decorazioni fitomorfe. Era sormontata da una bifora, con intelaiatura marmorea che dava luce all'ambiente. Di quest'ultimo elemento si conserva ancora il piano inferiore degradante verso l'interno. La Madonna è di eleganza somma, aperta alle nuove conquiste formali dell'arte romana nella seconda metà del XIII secolo, ma, nella sua rigidezza, ancora legata a modi bizantini. Si pone in visione quasi frontale, mentre le fa da sfondo un prezioso drappo operato a motivi geometrici, appeso alla cornice che delimita il finto soffitto a lacunari che la sovrasta. Il piccolo Gesù, seduto sul braccio sinistro della Madre, ha un'aria attenta; il faccino, circondato da un'aureola in pastiglia dorata, è incorniciato da una folta capigliatura bionda. Il vestito bianco è arricchito da bottoni dorati a rilievo ed è scoperto sul davanti dalla mano sinistra che scosta il mantello rosso. Le dita della destra sono atteggiate con il tradizionale segno del Cristo docente, divenuto anche segno di benedizione. Per gli affreschi, gli storici ipotizzano una datazione attorno al 1291. Una pittura così straordinaria non può essere stata realizzata che da una mano esperta. E sul finire del Duecento, la scena pittorica romana era dominata da Pietro Cavalli; e se non fu lui l'autore, si può chiamare in causa un importante membro della sua bottega sotto la sua supervisione.

 

Inserito Giovedi 28 Gennaio 2016, alle ore 9:49:44 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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