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  La Donna dell'Apocalisse, passione e lotta nella storia 
SocietàDa: Clodovis M. Boff, Mariologia Sociale, Marinum, Roma 1999-2000.

Introduzione: Contesto dell'Apocalisse

AP 12 è una delle pagine più piene di senso ma anche più problematiche del NT. Per riuscire a comprendere bisogna inquadrarla nel suo contesto che può esser così riassunto:
- L’Apocalisse è un libro di “teologia della storia”, vuole cioè rivelare il senso vero e ultimo del corso del mondo umano e del cosmo in genere. Tutti i soggetti in gioco hanno perciò una dimensione collettiva, sociale e cosmica. Tema centrale dell’AP è la lotta tra Dio e il Male, lotta la cui posta in gioco è il dominio regale sul cosmo, per questo i personaggi decisivi sono portatori di segni regali: la Donna incoronata da un diadema di dodici stelle; il drago cinto da sette diademi; il bambino chiamato a “reggere” le sorti del mondo. La vittoria finale, che sarà del Figlio della Donna, non avverrà senza una dura lotta, che deve attraversare tutta la storia umana.
- L’Apocalisse è stata scritta in un contesto di persecuzione della Comunità primitiva portata avanti da Diocleziano (81-96). Questa persecuzione trovò la Chiesa ancora ai suoi inizi, con una presenza sociale precaria, piccola e fragile, in una situazione di estrema vulnerabilità.
- L’obiettivo fondamentale è affermare la vittoria finale e totale di Dio, del suo Cristo, del suo Popolo, purché gli resti fedele. Il grande appello dell’Apocalisse è perciò la resistenza, la pazienza e la perseveranza: il Drago – Roma non è invincibile, anzi è perdente,mentre la Donna – Chiesa, apparentemente vulnerabile, è destinata a vincere, anzi è già vittoriosa della vittoria pasquale del suo Signore.

Principi ermeneutici per la lettura dell’Apocalisse
Sono soprattutto due:
- Il simbolismo: i segni dell’Apocalisse non sono concetti o segni univoci, ma segni – simboli polivalenti con pluralità di sensi. Ad esempio non si può ridurre il simbolo Donna a Donna- Chiesa soltanto o viceversa a Donna – Maria. Il simbolo ha un significato plurimo, non significa questo oppure quello, ma evoca questo e quello contemporaneamente. Il simbolo apocalittico è perciò restio al pensiero oggettivante, quello delle definizioni o idee “chiare e distinte”;
- Il contesto storico del messaggio: i simboli dell’Apocalisse non possono essere privati della loro storicità concreta. Essi hanno anche un senso letterale, sorto in un determinato contesto storico e diretto ad una comunità concreta, sebbene questo non esaurisca il contenuto del simbolo, che rimane sempre aperto ad una ripresa di senso. Con il contesto non bisogna dimenticare i destinatari dell’Apocalisse che sono le Chiese perseguitate, per cui i destinatari del libro sono i martiri. Anche in contesti storici diversi, anche oggi, i destinatari preferenziali dell’Apocalisse sono i perseguitati, i poveri e i sofferenti.

1. La Donna cosmica (vv. 1-2)

1. Nel cielo apparve un segno grandioso:
una Donna
vestita di sole,
con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle.
2. Era incinta
e gridava per le doglie e il travaglio de parto.
LA DONNA
Anche questo segno è polivalente:
- In recto significa la Chiesa, così come hanno espressamente insegnato i Padri. La Chiesa è qui intesa in senso unitario e polivalente, comprende, cioè tanto la Chiesa della Prima Alleanza, come quella della Nuova Alleanza. Così nella Donna gloriosa la prima comunità cristiana poteva vedere se stessa, in quanto Chiesa sofferente che soffre per le “doglie” delle persecuzioni per partorire in sé e nel mondo il Messia.
- A monte rappresenta Eva la madre dei viventi, quindi l’umanità intera, seme della prima madre, in quanto opposta al Drago, il “grande serpente”. E’ quindi anche l’umanità dei giusti in lotta contro il Male e il Maligno;
- Apocalisse valle significa Maria che è la Donna, madre di colui che dominerà la terra. E’ impossibile che l’autore dell’Apocalisse non pensasse alla Donna che aveva dipinto presso la Croce e a Cana e presso le prime comunità Maria doveva avere il significato di “soggetto interpretante”: contemplando la Donna – Umanità – Chiesa, la comunità cristiana non poteva certo dimenticare la Donna concreta che come Madre del Signore e come credente rappresentava in perfezione tutta la comunità. L’interpretazione mariologica non è quindi artificiale e pietistica, ma è un’estensione autentica, diretta e letterale dell’immagine ecclesiale. In questa sovrapposizione di strati simbolici abbiamo allora:
- L’umanità, come ipostasi della Potenza del bene, della vita e dell’amore;
- la Chiesa come ipostasi dell’Umanità (summa umanitatis – Umanitas contracta)
- Maria come ipostasi della Chiesa. ( summa ecclesiae – ecclesia contracta)
SOLE, LUNA, STELLE
Sono gli ornamenti cosmici della Donna celeste che appare quindi come una figura gloriosa, magnifica, sublime.
- il sole: l’astro – re, è il manto regale e divino che la avvolge tutta intera;
- la luna, regina della notte, è il suo trono – sgabello: la Donna è quindi un’identità che sovrasta il divenire storico e cosmico;
- le dodici stelle, segni dello Zodiaco, simbolo della totalità degli astri del cielo suggeriscono l’immagine del Popolo di Dio tutto intero, certo della sua vittoria. Sottolineando la dimensione mariologica dell’immagine apocalittica, la tradizione ecclesiale ha definito questa figura come il trionfo di Maria, la sua Assunzione, a sua volta icona della Chiesa e pegno della sua vittoria finale.
IL GRIDO DELLE DOGLIE
Che dolore è questo della Donna, in uno stato di estrema vulnerabilità a causa del parto?
- In primo luogo è un dolore spirituale e interiore provocato dalla spada della “Parola”
- In secondo luogo è un dolore reale causato dalle persecuzioni che mettono a dura prova non solo la resistenza spirituale, ma anche quella fisica.
L’Umanità – Chiesa soffre dunque per credere alla Parola e per ingenerare il Messia nel pod, per dare la vita della salvezza.
Quella che più di tutti ha sofferto è Maria, un travaglio il suo che l’accompagnò per tutta la vita che la portò a restare accanto alla Croce del Figlio morente, che la fa soffrere come madre dei figli di Eva alla cui nascita spirituale collabora maternamente.
Questo dolore è anche una voce che si leva contro ogni ingiustizia sociale contro ogni persecuzione, ogni violenza dell’uomo sull’uomo. La generazione di Cristo nelle anime non può avvenire senza le doglie di un parto che veda rendere giustizia di ogni oppressione. Maria è qui l’icona di tutta la società che lotta per creare un mondo di vera liberazione.


2. Il segno del drago (vv. 3-4)

3. Allora apparve un altro segno
nel cielo:
un enorme drago
rosso,
con sette teste
e dieci corna
e sulle teste sette diademi.
4. La sua coda trascinava giù
un terzo delle stelle del cielo
e le precipitava sulla terra.
Il Drago si pose davanti alla Donna
Che stava per partorire
Per divorare il Bambino appena nato.
IL DRAGO
Anche questo segno è polivalente e abbiamo una sovrapposizione di simgoli.. Esso indica:
- L’antico serpente, il Tentatore, il Principe di questo mondo
- Il Diavolo, il Sovversivo, il Divisore;
- Satana, il Nemico per eccellenza, l’Accusatore
- il Seduttore di tutto il mondo
- I Sistemi di ingiustizia, come era in quel momento l’Impero Romano, come sono stati nel secolo scorso il nazismo e il comunismo e come tutti i despoti di ieri e di oggi.
In questo capitolo l’Apocalisse presenta il Drago come il Diavolo, mentre lo concretizza nei capitoli seguenti con le figure delle due Bestie (13), il Mostro del mare (13,1), il Mostro della terra che ha la le spoglie di un agnello ma la voce del Drago (13,11).
Il contrasto tra la Donna celeste e il Drago non poteva essere più violento: da un lato c’è lei, massima debolezza e estrema espressione dell’umanità e dall’altro c’è il Drago, massima forza e la più ripugnante manifestazione di bestialità. Ma sotto le apparenze contrarie, cova un’altra realtà: l’apparente debolezza è la vera forza e l’apparente forza è la vera debolezza. La vittoria sta dalla parte di chi soffre per testimoniare l’amore e dare la vita, e non dalla parte di chi porta odio, violenza e morte. Questo è il compito dell’Apocalisse : rivelare il vero senso della storia e affermare che la vittoria finale sarà a favore dei vinti di oggi.
LA POTENZA DEL DRAGO
Sul Drago si accumulano molti tratti aventi un significato di potere:
- sette teste: segno di massima forza, con il setto che esprime pienezza e totalità, oltre che di estrema furbizia
- sette diademi: chiaramente un segno di regalità
- dieci corna: raffigurazione biblica della forza e della potenza d’urto
- la coda: essa trascina le stelle del cielo ed è perciò simbolo della forza di uno sconvolgimento cosmico prodotto dal Drago
- il colore rosso – fuoco: segno evidente del sangue e della violenza del Drago.
Tuttavia la sua potenza è apparente: nulla gli riesce: il tentativo di divorare il Bambino, la battaglia contro Michele, l’inseguimento della Donna, le persecuzioni contro i fedeli. Il suo è l’assalto tipico di chi è disperato e perduto e per questo aumenta il suo furore omicida.

3. La messa in salvo del figlio della Donna (vv. 5-6)

5. Essa partorì un figlio maschio,
destinato a governare tutte le nazioni
con scettro di ferro.
E il Figlio fu subito rapito
Verso Dio e verso il suo trono.
6. La Donna invece fuggì nel deserto,
ove Dio le aveva preparato un rifugio
perché fosse nutrita
per 1.260 giorni.
IL RAPIMENTO DEL BAMBINO
Anche qui c’è un’immagine di potere:
- un figlio maschio: rappresenta, anche biblicamente, la virilità e la fortezza
- un condottiero destinato a governare tutte le nazioni
- lo scettro di ferro, segno di potere inoppugnabile, di una signoria onnipotente, quella del Messia, l’emissario di Dio, destinato a condurre il mondo intero verso la salvezza eterna. Il suo potere sarà tutto diverso da quello del Drago, perché è quello dell’Agnello che porta vita, grazia e salvezza.
Il rapimento del bimbo verso il trono di Dio è il simbolo del mistero pasquale, un’opera compiuta da Dio, frutto della sua Onnipotenza e di suprema efficacia. Il bambino è qui ancora sottratto alla lotta e messo in salvo, ma sarà per lui che la morte e la vita si scontreranno in un duello mortale. Egli avrà il sopravvento nella disputa per il dominio storico – cosmico.
LA FUGA DELLA DONNA
Anche la Donna si salva fuggendo nel deserto, in un luogo preparato da Dio. Qui verrà protetta e nutrita da Dio, anche se il deserto è il segno della prova, della tentazione. In una visione ampia si può pensare alla Donna-Chiesa come spazio di salvezza attraverso la grazia e i sacramenti; alla Donna – Umanità e a queoi sistemi che aiutano gli uomini a proteggersi contro le ingiustizie e le oppressioni, come le Religioni, le Morali, le positive visioni del Mondo.
La durata dei giorni indica il tempo limitato per cui questa protezione e questa salvezza, sono relative poiché siamo ancora nell’attesa della salvezza sicura e completa, la quale verrà solo più tardi, con la vittoria definitiva di tutte le forze del Male.
La Donna, sia l’Umanità che la Chiesa e anche Maria, non è una figura agonale, combattiva. Ella subisce piuttosto la persecuzione, non è antagonista ma piuttosto vittima del Drago. La tradizione avvicinando questa figura a quella di Eva e interpretando in senso assunzionistico il passo, ha dato via via alla Donna tratti agonali. Ma Maria resta l’immagine e il simbolo della vittoria finale che sarà vittoria di Cristo, dell’Umanità e della Chiesa.

4. Michele, il generalissimo del cielo (vv. 8-9)

8. Scoppiò quindi una guerra nel cielo:
Michele e i suoi angeli combattevano contro il Drago.
Il Drago combatteva insieme con i suoi angeli.
9. Ma non prevalsero
e non ci fu posto per essi nel cielo.
10. Il grande Drago,
colui che chiamiamo il Diavolo e satana,
e che seduce tutta la terra,
fu precipitato sulla terra
e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
Siamo di fronte ad una vera battaglia, ad uno scontro immenso, descritto in termini militari. Non è la Donna, ma il gran principe Michele, protettore del Popolo di Dio (Dn 10,13) ad essere l’antagonista del Drago in questa battaglia cosmica. Il Drago non vinto è però sopraffatto ed è cacciato dal cielo.
Quando fu questa battaglia? Nei tempi primordiali, prima della creazione del mondo, come pensano i Padri, o piuttosto al momento della morte e resurrezione di Cristo che caccia fuori così il principe del mondo, indebolisce la sua potenza nella storia e lo destina alla sconfitta finale? La vittoria di Michele non è infatti quella definitiva, ma cambia soltanto il campo di battaglia della lotta tra il bene e il male: dal cielo passa sulla terra, dove il Drago continuerà a far guerra alla Donna e poi contro i suoi figli.
ATTUALIZZAZIONE
La figura di Michele, pone oggi la questione da assumere nei “buoni combattimenti” del Signore nella storia. Gli atteggiamenti configurati dall’Apocalisse per i cristiani a cui era indirizzata, sono la testimonianza, il martirio, la pazienza e la speranza. Il cristiano deve accontentarsi di queste attitudini passive o attive solo spiritualmente o non deve forse intervenire attivamente nella storia con coraggio, iniziativa e creatività, per affiancarsi a Dio nella lotta contro il Male e il suo potere? Certo il contesto del libro era quello dello smisurato potere romano al quale si poteva solo resistere ma nessuno poteva sognarsi di vincere. Ma oggi? Compreso allora il contesto storico del libro, bisogna recuperare oggi lo spirito di resistenza anche attiva, di coraggio e di forza nella lotta contro le realizzazioni del male che pure emanano potentemente da questo libro.

 5. Inno di trionfo nel cielo (vv. 10-12)

10. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
“Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato
l’Accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte.
11. Ma essi lo hanno vinto
per mezzo del sangue dell’Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio,
poiché hanno disprezzato la vita fino a morire.
12. Esultate, dunque o cieli,
e voi che abitate in essi.
Ma guai a voi, terra e mare,
perché il Diavolo è precipitato sopra di voi
pieno di furore, sapendo che gli resta poco tempo.
Con la salvezza del Bambino e la sconfitta del Drago nella battaglia del cielo, il regno di Dio trova il suo primo e radicale compimento. Attraverso il mistero pasquale, nel quale è stato versato il sangue dell’Agnello, si è compiuta la salvezza. La dove l’Agnello e i martiri sono vinti dal male che causa il loro spargimento di sangue, si realizza la loro piena vittoria. Col sangue della Croce è iniziata l’era della fine del potere del Drago. I martiri attingono dal sangue di Cristo la loro forza e anche loro segnano il destino del malefico.La battaglia ora è una battaglia spirituale, sul campo della fede, una battaglia in cui si combatte con la cintura della verità, la corazza della giustizia, la calzatura dello zelo apostolico, lo scudo della fede, l’elmo della fede e la spada della Parola (Ef 6,13-17). E’ la nostra battaglia e perciò sui singoli incombe sempre il pericolo della sconfitta nella fede. 

6. La Donna perseguitata (vv. 13-17)

13. Or quando il Drago si vide precipitato
sulla terra
si avventò contro la Donna
che aveva partorito il figlio maschio.
14. Ma furono date alla Donna
le due ali della grande aquila,
per volare nel deserto,
verso il rifugio preparato per lei
per esservi nutrita
per un tempo, due tempi e la metà del tempo,
lontano dal Serpente.
15. Allora il Serpente vomitò dalla bocca
come un fiume d’acqua dietro la Donna,
per farla travolgere dalle sue acque.
16. Ma la terra venne in soccorso della Donna,
aprendo una voragine
e inghiottendo il fiume
che il Drago aveva vomitato dalla propria bocca.
17. Allora il Drago si infuriò contro la Donna
e se ne andò a far guerra
contro il resto della sua discendenza,
contro quelli che osservano i comandamenti di Dio
e sono in possesso della testimonianza di Gesù.
Dopo essersi scagliato contro il Messia e dopo aver affrontato la battaglia contro Michele ed essere stato vinto e precipitato sulla terra, il Drago sia avventa contro la Donna sulla terra, cioè contro la Chiesa e i fedeli. Le acque che egli vomita dalla sua bocca, sono le prove e le persecuzioni che solleva contro la comunità dei credenti. Ma la Donna-Chiesa vive sotto la protezione di Dio e molti simboli indicano questa protezione:
- le ali: segno dell’amore provvidente di Dio (Dt 32,11)
- il rifugio: preparato da Dio stesso
- la terra soccorritrice, che si apre per inghiottire il fiume del Drago, come aveva nell’Esodo inghiottiti i ribelli di Core
-l’alimento
- il tempo limitato della prova che resta al Diavolo, come a dire che la prova non durerà sempre.
LA DONNA PERSEGUITATA: LA CHIESA-MARIA
E’ chiaro che qui la Donna è la Chiesa, ma se pensiamo alla Chiesa non toccata dal Drago e potentemente protetta da Dio, non possiamo non pensare all’Assunta, espressione eminente del trionfo finale della Chiesa. Si deve riconoscere che l’identità misterica tra la Chiesa e Maria è una profonda realtà teologica che anche l’Apocalisse adombra per riflesso, al punto da eclissare la loro differenza specifica. Come Donna celeste, Maria accompagna il cammino dei suoi figli e soffre ancora per loro le doglie del parto, finché il Messia non sia in loro completamente generato, pertanto i colpi inflitti ai fedeli, sono colpi inflitti alla Donna gloriosa per cui la sorte dei figli diventa la sorte e la preoccupazione della Madre. Le sofferenze e le speranze dei credenti in terra sono anche le sofferenze e le speranze della loro madre in cielo
LA DONNA PERSEGUITATA: LA CHIESA E I SUOI MEMBRI
Non potendo colpire la Donna celeste e la Donna-Chiesa come tale, il Drago se ne va a far guerra ai suoi figli. Essi possono quindi nella storia, esse vinti e distrutti sia nel corpo che nell’anima, sono fallibili, essere in balia di Satana e distrutti.

7. Potenze storiche concrete contrapposte ai figli della Donna (v. 18)

18. E si fermò sulla spiaggia del mare
Questo versetto ci avvia sul piano della realtà storica, cioè quello delle persecuzioni concrete dell’impero romano contro i cristiani. Queste persecuzioni diventano nell’Apocalisse come il paradigma di tutte le persecuzioni che la Chiesa dovrà sostenere nel corso della storia e valgono anche come paradigma generale dell’intero pellegrinaggio della Comunità dei credenti sulla terra.
La spiaggia del mare e il punto di incontro dove il Drago attende i suoi satelliti e cioè la Bestia marina, la Bestia terrestre e la Grande Prostituta, ministri e mediatori della sua menzogna nella storia. Ebbri di sangue e di violenza, simboli dei sistemi fondati sul disprezzo dell’uomo e della sua persona, sistemi fondati sull’idolatria del potere, sulla corruzione e la violenza. La storia del Male viene descritta come bestiale, mostruosa e violenta, mentre il guerriero escatologico appare una figura positiva, come l’Agnello immolato, la cui vittoria è fatta di mitezza, di sacrifico e di amore. Qual è qui il destino della Donna celeste/terrestre? Essa appare qui come la Sposa dell’Agnello, la Gerusalemme celeste della quale la Vergine Assunta in cielo appare come la personificazione e l’immagine escatologica, la Signora gloriosa soccorritrice dei fedeli e dei giusti e la garanzia della loro vittoria finale.
ATTUALIZZAZIONE
Lo spirito radicale dell’Apocalisse rimane valido anche nella vita ordinaria di noi cristiani d’oggi per ciò che riguarda i valori che, per la loro trascendenza, non soffrono negoziazione alcuna e devono essere quindi testimoniati, anche a prezzo della vita.
La Donna- Santa Maria dell’Apocalisse insegna alla Comunità dei credenti a tenersi lontani dal Drago e dalle sue ipostasi sociali, ma anche a resistergli con estremo coraggio, quando sono in questione i comandamenti di Dio e la testimonianza di Gesù, perché questa sarà allora l’unica via, pur paradossale, per ottenere la vittoria.
L’immagine della grande battaglia può egualmente ispirare i fedeli ad affrontare in modo diretto e frontale, il Drago e i suoi satelliti, al fine di annullare i loro progetti nello scenario della storia e cioè nel campo specificamente socio-politico.
La Donna dell’Apocalisse, quella vestita di sole, dal punto di vista sia collettivo che individuale, non è per caso la stessa Donna del Magnificat, quella che ha decretato la deposizione dei potenti e la riabilitazione dei deboli?

Inserito Giovedi 17 Settembre 2009, alle ore 0:13:59 da latheotokos
 
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