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  Maria, una credente dalla fede profonda  
Mariologia

Dal libro di Antonino Grasso, Maria maestra e modello di fede vissuta, Editrice Istina, Siracusa 2013, pp. 27-38.



 Introduzione

La fede di Maria, così come la narrano i Vangeli, si caratterizza come una fede pura, nata nel contesto della storia del popolo di Israele a cui Maria pienamente apparteneva; una fede viva e animata dalla carità, perché avviò in lei un dinamismo d’amore che la mosse a fare scelte coerenti con il pronto “sì” alla volontà del Padre; una fede ferma e incrollabile perché la spinse a donarsi a Dio senza riserve, per essere tutta al suo servizio; una fede attiva ed efficace che le consentì e la rese idonea a collaborare con il Salvatore, per cui entrò pienamente e attivamente in tutti i suoi misteri salvifici; una fede lungimirante che le permise sia di aiutare gli sposi di Cana, chiedendo l’intervento del Figlio in loro favore e sia di suscitare la fede dei discepoli che credettero in lui; una fede coraggiosa che le diede la forza di restare sul Calvario, maternamente unita al Crocifisso che portava a termine l’opera della nostra salvezza.1

1. Nella fede dei Padri: ascolto e accoglienza della Parola

L’esperienza di Maria è, innanzitutto, radicata nella storia e nella fede del suo popolo, in modo particolare dei “poveri di Jahvè”, di coloro, cioè, che si aprono a Dio, vivono la propria vita integra nella fedeltà a Lui, ne accolgono la Parola e la volontà, sono sempre disposti ad assecondarlo con umiltà e costanza, attendono e ricevono la sua liberazione.2 Maria è un’umile e semplice ragazza ebrea che crede, ha familiarità con il linguaggio della Scrittura, osserva scrupolosamente la Torah, come dimostra il fatto che nell’annunciazione le risultano immediatamente comprensibili i riferimenti ai Profeti,3 e come attesta il suo recarsi al Tempio per la purificazione rituale dopo il parto.4 Faceva, insomma, da vera credente, quello che alla luce della legge mosaica, intuiva come volontà divina su di lei.5 Fondamentalmente, la spiritualità di Maria è quella dell’“ascolto” meditativo e obbediente di Dio, che “parla” quando e come vuole ai suoi docili servi, per compiere in loro e anche loro tramite le sue opere meravigliose.6 Il suo “parlare”, infatti, per coloro che lo sanno ascoltare, apre orizzonti nuovi ed inesplorati e avvia a mete che sorprendono per la loro novità e vastità, impossibili all’uomo, ma grandi della stessa grandezza di Dio.7 Dove Dio “diventa” grande, infatti, l’uomo non diventa piccolo, ma diventa egli stesso grande della grandezza di Dio e illumina il mondo.8 In tal modo Maria si pone al vertice della spiritualità biblica che si nutre di ascolto, di attesa e di accoglienza della Parola divina,9 diventa una protagonista silenziosa e raccolta, che custodisce e medita ogni cosa,10 in un atteggiamento di fede sapienziale per cui il rivivere “ricordando” gli eventi, manifesta e fa comprendere gli imperscrutabili disegni di Dio e li attualizza nel presente.11 Maria eredita, completa e sublima questa fede dei suoi Padri12 e come le grandi “madri” del suo popolo, sa tenersi in prossimità dell’invisibile Voce,13 si sente amata dall’Altissimo, canta con il suo Magnificat che riecheggia gli antichi cantici di liberazione,14 la gioia incontenibile per la bontà di Dio che guarda all’umiltà della sua serva la quale, proprio per questo e per la sua fede dinamica, attiva e responsabile, viene da Lui sommamente esaltata.15  

2. Madre del Redentore per la sua fede

«Maria è, quindi, in Israele come Israele è in Maria; e per ciò stesso, l’alleanza che Dio aveva concluso con il suo popolo non è soppressa, ma si realizza in un nuovo modo nella venuta dell’Emmanuele sulla terra».16 Quale lettrice attenta del "Libro di Dio” che opera nella storia, Maria si trasforma in un libro aperto che racconta la salvezza, il cui autore è il Verbo eterno, divenuto vera carne nel suo grembo. Così che mentre il Figlio incarnato diviene il “libro del Padre” per aiutarci a leggere e comprendere il suo divino volere, Maria si trasforma nel vero “libro del Figlio”, per aiutarci ad accoglierlo, conoscerlo ed amarlo.17 Proprio perché prestava ascolto alle parole di Dio e le custodiva tutte gelosamente nel suo cuore e nella sua memoria, non lasciando che qualcuna rimanesse inefficace, meritò di accogliere dentro il suo seno verginale il Verbo di Dio disceso per noi uomini e la nostra salvezza, di portarlo, darlo alla luce, nutrirlo e seguirlo con gioia e devozione.18 Afferma Benedetto XVI : «Maria ha posto Dio al centro della propria vita, si è abbandonata fiduciosa alla sua volontà, in atteggiamento di umile docilità al suo disegno d’amore. A motivo di questa sua povertà di spirito e umiltà di cuore, e stata scelta per essere il tempio che porta in se il Verbo, il Dio fatto uomo».19 Proprio l’adesione di tutta se stessa alla volontà di Dio, determina la venuta del Figlio nella storia per cui, come ha ben precisato Sant’Agostino, è la fede di Maria a renderla grande, a renderla effettivamente Madre di Dio e non tanto la sua concezione fisica.20 E Giovanni Paolo II afferma: «Si è rinnovata in lei, raggiungendo il suo apice, la fede di Abramo. Infatti, udite le parole dell’annuncio angelico, essa rispose: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Per questo la Vergine di Nazareth, custodendo integro lo splendore della sua consacrazione verginale, diviene contemporaneamente la madre del Verbo incarnato. La Madre del Figlio consustanziale al Padre: “E benedetto il frutto del tuo grembo”».21 La maternità divina ha avuto profonde premesse nella sua vita personale, si inserì nella sua piena disponibilità a Dio e nella sua fede totale.22

3. Un faticoso cammino di fede

Ma tutto questo avviene, in un cammino di progressiva apertura al mistero del Figlio, perché anche Maria vive, come tutti, la fatica di comprendere, accompagnata dallo stupore, dalla sorpresa, dal senso di timore e di meraviglia. Maria ha ferma la consapevolezza della propria fragilità e ferialità, che però viene attraversata dai segni del Dio che si fa vicino, che si fa visibile e udibile, rimanendo tuttavia ben oltre, costringendo a meditare, a dialogare per capire, a riflettere per non farsi sfuggire connessioni e riverberi inattesi.23 La Vergine sperimenta il dramma di udire una Parola che è Parola che sorprende, turba e mette ciascuno in discussione prima di essere la Parola che conduce alla pace di sapersi strumenti di Dio per la realizzazione dei suoi misteriosi progetti.24 Possiamo, quindi, affermare che «la comunione con Gesù ha implicato per la Madre una vera e propria educazione di fede, segnata da una particolare fatica del cuore, una specie di notte oscura e quasi un velo. In Maria non ci fu una visione totale chiara del mistero del Figlio. La sua fu una intelligenza di fede, vissuta nella fatica dell'obbedienza, nel rischio dell'oscurità e nella gradualità della comprensione. Questo atteggiamento può essere paragonato a quello di Abramo, «il nostro padre nella fede» (cf. Rm 4,12)».25 Come afferma Benedetto XVI, tutta la vita della Vergine fu contrassegnata da questo faticoso percorso di fede: «Per fede Maria accolse la parola dell’Angelo e credette all’annuncio che sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza della sua dedizione (cfr Lc 1,38). Visitando Elisabetta innalzò il suo canto di lode all’Altissimo per le meraviglie che compiva in quanti si affidano a Lui (cfr Lc 1,46-55). Con gioia e trepidazione diede alla luce il suo unico Figlio, mantenendo intatta la verginità (cfr Lc 2,6-7). Confidando in Giuseppe suo sposo, portò Gesù in Egitto per salvarlo dalla persecuzione di Erode (cfr Mt 2,13-15). Con la stessa fede seguì il Signore nella sua predicazione e rimase con Lui fin sul Golgota (cfr Gv 19,25-27). Con fede Maria assaporò i frutti della risurrezione di Gesù e, custodendo ogni ricordo nel suo cuore (cfr Lc 2,19.51), lo trasmise ai Dodici riuniti con lei nel Cenacolo per ricevere lo Spirito Santo (cfr At 1,14; 2,1-4)».26 Questo difficile camminare con Dio in rapporto a Cristo, fa di Maria la donna non sottratta alla fatica tipicamente umana del domandarsi: “Che cosa significa questo?”,27 del domandare: “Come avverrà questo?” - “Perché ci hai fatto questo?”,28- “Non hanno più vino”,29 e del riflettere: “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.30 Mano a mano che si chiariva ai suoi occhi e nel suo spirito la missione del Figlio, ella stessa come Madre si apriva sempre più a quella "'novità" della maternità, che doveva costituire la sua "parte" accanto a Lui. Maria madre diventava così, in un certo senso, la "Discepola" di Gesù, alla quale egli sembrava dire: "Seguimi", ancor prima di rivolgere questa chiamata agli Apostoli o a chiunque altro.31 Ed è Gesù che, attraverso la generosa sequela attuata dalla madre, affina e sublima la sua capacità di saper discernere e di mettere in pratica la Parola di Dio da lui portata a definitivo compimento.32  La fede di Maria, infatti, si esprimeva nella volontà  «di conoscere maggiormente il suo Figlio e di apprenderne i precetti, di imparare da Lui, di meditare gli argomenti di fede, di conservare nel cuore le parole divine con cura e con affetto materno».33 Nessuno potrà mai essere più unito a Cristo di quanto lo fu lei, perché nessuno potrà mai vivere della Parola di Dio più profondamente di lei.34 Maria appare così come l’eccelso “luogo” in cui la reciprocità tra Parola di Dio e la sua accoglienza si compie perfettamente; la realtà della fede assume la massima limpidezza e trasparenza; la chiamata – missione non è solo quella “strumentale” di generare Gesù, ma comporta il pieno inserimento nel progetto di Dio. Solo perché intimamente penetrata dalla Parola di Dio, ella può diventare madre e collaboratrice del Redentore e, nello stesso tempo, madre del nostro credere in Lui. Maria, madre del Verbo, infatti, è madre della fede, perché la fede nell’Incarnazione nasce misteriosamente nel cuore dell’uomo alla risposta del suo “sì” pieno, totale e responsabile a Dio:35 dalla Parola ascoltata è sorta in Maria quella fede con cui ha generato il Cristo, il Figlio del Dio vivente, e che ci permette di generarlo spiritualmente anche dentro di noi.36 Maria si manifesta, in definitiva, una donna in pienezza che, via via, si va sempre più realizzando nella sua vera identità e nella sua piena personalità, tutta rivolta alla comprensione e al servizio del mistero di Cristo. Assumendo sempre di più la forma esistenziale della “Serva del Signore”, si lascia conformare completamente al Figlio, “Servo del Signore”,37 proponendosi con Lui e come Lui l’integro adeguamento della propria persona ai disegni del Padre.38 Come scrive Salvatore Maria Perrella: «Dagli evangeli emerge l’umanità, la sensibilità femminile, lo spessore e la qualità di riflessione e di fede di Maria: la Vergine è una donna vera che sa riflettere e parlare, ascoltare, chiedere e prendere l’iniziativa, essere sollecita alle esigenze altrui […], non ricusando di essere, per elezione e vocazione, responsabile, protagonista nello svolgersi del mistero di Cristo. Tutto questo, […] fa di lei una persona concreta, storicamente verosimile e lontana da ogni invenzione idealizzante».39

Conclusione

Dalla Scrittura emerge una Maria, donna coraggiosa, capace di affrontare tremende difficoltà pur adeguarsi sempre al volere di Dio, di essere la fedele seguace di Cristo. Ella si manifesta come vera nostra sorella in umanità con la quale camminare insieme, aperti sempre alle novità di Dio, anche quando questo costa fatica e dolore.40 Le difficoltà interiori ed esteriori non furono risparmiate a Maria, che ricevette i doni di Dio non come privilegi, ma piuttosto come talenti da far sfruttare alla luce della piena fede, come strumenti necessari per la missione che le era stata affidata di Madre di Cristo, Madre della Chiesa.41 Maria ha conosciuto tremiti profondi e gioie penetranti, ha calcato la polvere di nuove strade sconosciute tracciate dalla sollecitudine paterna e amorosa di Dio ma ha vissuto tutto questo in un peregrinare di fede pieno e confidente, per cui ci manifesta con quale disponibilità d’animo dobbiamo immergerci nel corso accidentato della vita lungo la china del tempo, per conoscere i liberi abbandoni dell’Amore e nell’Amore.42

NOTE
1 Cfr. Nembrini L., Beata colei che ha creduto: Maria, una fede in cammino, op. cit., pp. 4-12; Serra A., Le nozze di Cana (Gv 2,1-12). Incidenze cristologico-mariane del primo “segno di Gesù”, Edizioni Messaggero, Padova 2009, pp. 440-444.
2 Cfr. Mori E. G., Figlia di Sion e Serva del Signore. Nella Bibbia, nel Vaticano II, nel Postconcilio, EDB, Bologna 1988, pp. 257-268; De Virgilio G., Tra gli umili e i poveri del Signore, in Theotokos 8 (2000), n. 2, pp. 513-536; Serra A., Maria secondo il Vangelo, Queriniana. Brescia 1987, pp. 57-69; Idem, E c’era la Madre di Gesù… Saggi di esegesi biblico-mariana (1978-1988), Edizioni Cens-Marianum, Roma1989, pp. 167-185; Idem, Maria profondamente permeata dallo Spirito dei “poveri di Jahvé (RM n. 37), in Marianum 50 (1988) n. 1-2, pp. 193-289; Garcia Parades J. C. R., Maria nella comunità del Regno, Libreria Editrice Vaticana (LEV), Città del Vaticano 1997, pp. 294-296.
3 Sono i riferimenti a Isaia 7,14 in Lc 1,31, a Sofonia 3,14-17 e Zaccaria 9,9 in Lc 1,28.
4 Cfr. Lc 2,23.
5Cfr. Manzi F., Credente, in  De Fiores S.  –  Ferrari Schiefer V.  – Perrella S. M.  (a cura di), Mariologia. I Dizionari S. Paolo, San Paolo, Cinisello Balsamo 2009, p. 351. Tutto l’assunto pp. 349-356; Perrella S. M., Maria icona della speranza affidabile nel complesso tempo attuale. Alcuni spunti di riflessione teologico-culturale, in Ephemerides Mariologicae 62 (2012), fasc. III – julio-septiembre, p. 268. Tutto l’assunto pp. 251-294.
6 Cfr. Serra A., Maria secondo il Vangelo, op. cit., pp. 70-82.
7 Cfr. Masini M., Maria, la Vergine dell’ascolto, op. cit., p. 15.
8 Cfr. Benedetto XVI, Omelia nella Piazza del Santuario di Altöting di lunedì 11 settembre 2006, in Bendetto XVI, Chi crede non è mai solo. Viaggio in Baviera – Tutte le parole del Papa, LEV – Cantagalli, Città del Vaticano – Siena 2006, pp. 69-70.
9 Cfr. Serra A., Maria di Nazaret, una fede in cammino, Edizioni Paoline, Milano 1993, p. 50.
10 Cfr. Lc 2,19.
11 Cfr. Lc 2,51 e anche Dt 5,1; 4,9.23; 6,3; 30,12; Serra A., Maria di Nazaret, una fede in cammino, op. cit., p. 51; Idem, Maria, donna dal cuore memore, in DMA,Rivista delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 54 (2007) n. 9-10, pp.14-16; Travaglia G., E il discepolo l’accolse con sé (Gv 19,27b), op. cit., pp. 203-214.
12 Cfr. Muñoz Iglesias S., La fe de María y la fe de Abraham, in Maruanum 50 (1988), n. 1-2, pp. 176-192.
13 Cfr. Ferrari V., Padri e Madri nella tradizione biblico-giudaica, in Theotokos 8 (2000), n. 2, pp.537-550; Gila A., Testi e simboli biblici riletti dai Padri in chiave mariana, in Theotokos 8 (2000), n. 2, pp. 622-626. Tutto l’assunto pp. 601-631.
14 Cfr. Travaglia G., E il discepolo l’accolse con sé (Gv 19,27b), op. cit., pp. 167-186; Kirchschläger W., Il Magnificat, il canto di lode a Maria, Queriniana, Brescia 1988, pp. 34-42; Hauke M., La Donna e la salvezza. Maria  e la vocazione femminile, Eupress FTL, Lugano 2006, pp. 207-208. Le “grandi cose” sono in realtà le grandi liberazioni di carattere collettivo e individuale della storia del popolo di Dio. Tra le liberazioni collettive notiamo: La liberazione dall’Esodo egiziano e cioè l’uscita dalla oppressione e dalla schiavitù. Il Magnificat vi allude, usando il linguaggio dell’Esodo: “ha spiegato la potenza del suo braccio” (Es 3,19-20); La liberazione dall’Esilio babilonese e il ritorno nella Terra Santa. Il salmo 126, a tal proposito canta: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”; La liberazione messianico – escatologica, liberazione decisiva, operata dal Messia e che rimane aperta alla liberazione finale di tutto il cosmo dalla caducità e dalla schiavitù della corruzione (Rom 8,19.21). Tre le liberazioni individuali, notiamo: La liberazione dalla sterilità, cosicché i concepimenti prodigiosi erano sempre carichi di un senso salvifico–liberatore, come per Sara (Gn 12,3), per Lia (Gn 30,13) e per Anna (1Sm 2,1ss). In tal senso si prolunga qui anche la tradizione liberatrice delle grandi madri di Israele. Esse sono tutte donne, non rinchiuse in casa ma inserite negli eventi e nella mischia, che innalzano con forza i loro canti di liberazione (Cfr. Boff C., Mariologia sociale, Il significato della Vergine per la società, Queriniana, Brescia 2007, p. 120).
15 Cfr. Forte B., Maria di Nazaret: Vergine, madre e sposa, Messaggio per la Quaresima 2012, pp. 2-3; Serra A., Maria di Nazaret, una fede in cammino, op. cit., pp. 34-36; Idem, E c’era la Madre di Gesù…, op. cit., pp. 423-468.
16 Gruppo di Dombes, Maria nel disegno di Dio e nella Comunione dei santi, Edizioni Qiqajon – Comunità d Bose, Magnano 1998, p. 80.
17 Gila A. M., “Virgo liber Verbi”: Maria libro di Dio, in Santa Maria “Regina Martyrum”, 12 (2009), n. 2, pp. 19-24; Bordoni M., Maria madre e sorella in cammino di fede, in Theotokos 2 (1994), n. 2, p. 96. Tutto l’assunto pp. 91-105; Masciarelli M. G., Discepola, in De Fiores S.  –  Ferrari Schiefer V. – Perrella S. M. (a cura di), Mariologia, op. cit., pp. 410-418.
18 Scholarios G., In presentationem, 4-5, PO 19, 520, in Gambero L., Fede e devozione mariana nell’impero bizantino. Dal periodo post-patristico alla caduta dell’Impero (1453), San Paolo, Cinisello Balsamo 2012, p. 444; Serra A., Memoria e contemplazione in Theotokos 8 (2000), n. 2, pp. 824-825. Tutto l’assunto pp. 821-859.
19 Benedetto XVI, Discorso davanti alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani a conclusione del mese di Maggio del 31 maggio 2012, in L’Osservatore Romano del 2 giugno 2012, p. 8.
20 Cfr. Staglianò A., Madre di Dio, op. cit., p. 65.
21 Giovanni Paolo II, Omelia del 10 maggio 1993 nello stadio di Caltanissetta, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, 16 (1993), vol. 1 pp.  1169-1174.
22 Cfr. Schürmann H., Il vangelo di Luca, Queriniana. Brescia 1983, p. 171.
23 Secondin B., Accogliere la Parola come Maria e incarnarla nel vissuto quotidiano, in AA. VV. Maria e la Parola di Dio. Rivelata, celebrata, vissuta, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2009, pp. 194-195. Tutto l’assunto pp. 185-204.
24 Cfr. Masini M., Maria, la Vergine dell’ascolto, op. cit., p. 45; Hauke M., Introduzione alla mariologia, Eupress FTL, Lugano 2008, p. 211.
25 Amato A., Maria la Theotokos. Conoscenza ed esperienza, LEV, Città del Vaticano 2011, p. 339.
26 Benedetto XVI, Porta fidei (PF), Motu Proprio dell’11 ottobre 2011, in AAS 103 (2011), p. 732. Tutto il documento pp. 723-734.
27 Cfr. Lc 1,29.
28 Cfr. Lc 1,34; 2,48.
29 Cfr. Gv 2,3.
30 Cfr. Lc 2,19.
31 Cfr. Bruni G. M., Chiamati alla santità sulle orme di Maria, in AA. VV., Maria, guida sicura in un mondo che cambia, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2001, p. 103. Tutto l’assunto pp. 89-105.
32 Cfr. Manzi F., Credente, op. cit., p. 355;  Garcia Parades J. C. R.., Maria nella comunità del Regno, op. cit., p. 198; Ratzinger J., Maria chiesa nascente, San Paolo, Cinisello Balsamo 1998, pp. 39-42.
33 Maritano M., Maria e la relazione in Ambrogio e Giovanni Damasceno, in Theotokos 18 (2019), n. 1., pp. 42-43. Tutto l’assunto pp. 29-83.
34 Cfr. Gozzelino G., Ecco tua madre! Breve saggio di mariologia sistematica, ElleDiCi, Leumann 1998, p. 56. Vedi anche Hauke M., La Donna e la salvezza, op. cit., pp. 31.41.
35 Cfr. Artusi L., Maria, madre di Cristo e madre della fede, in  Riparazione Mariana, n. 1 - 2012, pp. 7-8; Marchesi G., Maria splendore della Chiesa in H. U. von Balthasar, in Theotokos, 13 (2005), n. 1-2, pp. 263-265. Tutto l’assunto pp 259-273.
36 Cfr. Efrem, Diatessarion 4, nn. 15-22.
37 Cfr. Manzi F., Credente, op. cit., p. 350; Schmemann A., Maria, l’umanità di Dio, in AA. VV., Maria. Testi teologici e spirituali dal I al XX secolo a cura della Comunità di Bose, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2000, pp. 1225-1226.
38 Cfr. Serra A., Maria serva del Signore e della Nuova Alleanza, San Paolo, Cinisello Balsamo 2010, p. 71; Masini M., Maria, la Vergine dell’ascolto, op. cit., pp. 140-156; Fallico A., L’irresistibile fascino dell’educatrice di Nazaret, op. cit., pp. 47-55.
39 Perrella S. M., L’immagine teologica di Maria oggi. Il contributo del Magistero e della Teologia, in AA.VV., La Vergine Maria dal Rinascimento ad oggi, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1998, p. 139. Tutto l’assunto pp. 103-168.
40 Cfr. Maggi A., Non ancora Madonna. Maria secondo i vangeli, Cittadella Editrice, Assisi 2004, pp. 13-14.
41 Cfr. Langella A., Maria persona in relazione e il paradosso della relazione come “inferno”, in Theotokos 15 (2007), n. 2, pp. 315-358.
42 Cfr. Ruggeri P., Vivendo Maria, donna di Nazareth, Edizioni Monfortane, Roma 1987, p. 33; Grosso G., “Maria si alzò e andò in fretta…” (Lc 1,39), in Santa Maria “Regina Martyrum”, 14 (2011), n. 2, pp. 64-67.

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