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  La Madonna Odegitria  
Arte

Da Lorenzo Ceolin, L'iconografia della Madonna nell'arte medievale e rinascimentale.



Nella prima arte cristiana non esisteva un’iconografia mariana specifica poiché tutto era rapportato a Cristo e dunque, anche le rappresentazioni della Vergine che sorregge il Bambino, rientravano in questa ottica. La Maria dipinta sui muri delle catacombe occupa un posto modesto ma indispensabile (come Madre di Cristo) che venne ratificato e rafforzato con i concili di Efeso del 431 e di Calcedonia del 451.
La Madonna Odegitria è tra le iconografie più celebri della Madre di Dio, venerata tanto in Oriente quanto in Occidente. Antiche storie narrano che l’evangelista Luca avesse ritratto la Vergine Maria dal vivo a Gerusalemme e avesse prodotto un dipinto su tavola, quasi una “icona”. Questa riproduzione fu trasferita da Gerusalemme a Costantinopoli nel 450.
Il nome deriva dal santuario mariano di Costantinopoli dove l'immagine era custodita, quello detto “degli odigoi” o delle guide, dal nome dei monaci custodi del santuario che facevano da guide ai frequentatori del santuario, in maggioranza ciechi, venuti a chiedere la guarigione alla Madonna. Col tempo il nome fu dato alla stessa Madre di Dio e alla sua icona che, usato nella forma femminile di “Odigitria”, le divenne un nome proprio.
Ma, nei secoli successivi la caduta dell’impero romano d’Oriente, questa immagine correva dei seri pericoli e i Veneziani, per salvarla dagli infedeli, volevano sottrarla ai turchi. Nel frattempo di questa “opera” erano state prodotte delle copie che iniziarono a girare sia in oriente che in occidente finché, nel 1453 dopo aver conquistato Costantinopoli, i giannizzeri ottomani distrussero l’originale facendola a pezzi. Soprattutto in Italia giunsero delle copie, anche molto antiche, dalla Grecia e da Costantinopoli.
L’iconografia ci mostra una Madonna vestita di una tunica che le copre sia il capo che il corpo e tiene col braccio sinistro (se in piedi) il Bambino benedicente con la mano destra e che stringe una pergamena arrotolata sulla sinistra oppure lo tiene, se seduta, sulle ginocchia mentre con la mano destra lo indica. Sullo sfondo sono impresse le sigle MP THY = Mater Theon (Madre di Dio) o MR DEI.
Dopo le primissime e rarissime rappresentazioni frescali, dal IX e fino agli inizi del XIII secolo, avremo delle produzioni musive di questa iconografia mentre il XIII secolo sarà ricco di tavole dipinte con la Madonna Odigitria. La Vergine è ritratta in questa iconografia in posizione frontale, con lo sguardo fisso rivolto a chi la osserva; è raffigurata generalmente a mezzo busto ma esistono delle copie dove è rappresentata per intero.
Questa rappresentazione ha avuto larga diffusione, specie nel meridione d’Italia, fra il XII e il XIV secolo. Infatti la Madonna Odegitria è la patrona della Sicilia e pure dei viandanti che hanno un po’ allargato l’interpretazione di questa iconografia a proprio favore. Poi, con l’affermarsi dell’arte rinascimentale, questo classico modello di rappresentare la Vergine venne meno a favore soprattutto dei “Madonneri” veneti che interpretarono più liberamente il soggetto.


 La Madonna col Bambino tra Giovanni II Comneno e l’Imperatrice Irene
Mosaico fondo oro, databile al 1118 Basilica di Santa Sofia – Istanbul
Al centro l’immagine sacra e ai lati le due figure imperiali.
Totale sdoganamento della Vergine come regina fra suoi pari.
Il mosaico è del XII sec. e raffigura l'imperatore Giovanni II Comneno (1118-1143) e l'imperatrice Irene d'Ungheria
che donano alla Vergine, rispettivamente, del denaro e un manoscritto.


 La Vergine Maria con Gesù Cristo, (particolare del precedente)
Mosaico fondo oro, databile al 1118 Basilica di Santa Sofia – Istanbul
Particolare del mosaico nella galleria sud di Hagia Sophia
con la Vergine Maria e Gesù bambino tenuto in braccio
tra l'imperatore romano Giovanni II Comneno e l'imperatrice Irene.
Maria è così designata come “Madre di Dio”
e la sua maternità divina è significata
dai due digrammi posti ai due lati del suo capo:
MP ΘY, abbreviazione per Meter Theou, ossia Madre di Dio
.


 Madonna Odigitria, 1143
Mosaico fondo oro Cappella Palatina – Palermo
I mosaici della Palatina sono tra i più importanti fra quelli che si trovano in Sicilia
e sono opera di artisti, sia locali sia greci, che qui hanno lasciato alcuni rari esempi,
come nella raffigurazione di animali e piante, di mosaici bizantini ad argomento profano.
Le pareti, gli archi, gli intradossi, la cupola, il presbiterio
sono ricoperti di mosaici che mostrano la Genesi, le vite di Cristo e degli Apostoli Pietro e Paolo, santi, angeli e profeti,
in un trionfo di luce che nasce da milioni di tessere dorate.
Sebbene prevalentemente di tema religioso, contengono anche scene profane e raffigurazioni di flora e fauna,
forse le uniche testimonianze così estese giunte fino a noi di mosaici profani di scuola bizantina.


 Maestranze siciliane e greche
Madonna Odigitria, 1143
Mosaico fondo oro, particolare del precedente Cappella Palatina – Palermo


 Maestranze siciliane e veneziane
Vergine Odigitria in trono, 1174-89
Mosaico fondo oro Duomo di Monreale – Palermo
La cattedrale di Santa Maria Nuova è il principale luogo di culto di Monreale, in provincia di Palermo,
sede vescovile dell'arcidiocesi omonima.
Costruita a partire dal 1174 per volere di Guglielmo II d'Altavilla, re di Napoli e di Sicilia dal 1166 al 1189,
è famosa per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l'interno.
Le pareti del presbiterio e della navata centrale sono, superiormente, rivestite da mosaici di scuola bizantina a fondo oro,
eseguiti tra il XII e la metà del XIII secolo da maestranze in parte locali e in parte veneziane formatesi alla scuola bizantina.
Questi mosaici raffigurano storie cicliche dell'Antico e del Nuovo Testamento;
nel catino absidale mediano c’è la colossale figura del Cristo Pantocratore.


Maestro di Torcello
Vergine Odigitria, prima metà del XII sec.
Mosaico fondo oro Abside Basilica di Santa Maria Assunta – Torcello (VE)
Iconografia inconsueta quella qui proposta dal Maestro di Torcello
che pone la Vergine sopra lo schieramento di Apostoli sottostanti.
Dopo quello di Madre di Dio il titolo di Regina Apostolorum è il più glorioso per Maria.
Per la divina Maternità, Maria diventò Regina del cielo e della terra, degli Angeli e degli uomini
e tra questi particolarmente degli Apostoli.
La devozione a Maria Regina degli Apostoli
è garanzia per l'apostolato, perché Maria benedice tutti gli apostoli.
 

Inserito Domenica 22 Luglio 2018, alle ore 18:43:45 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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