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  Il Rosario e l'intercessione materna di Maria 
Magistero

Analisi sincronizzata dei documenti dei Papi sul Rosario di Antonino Grasso.



1. Il Rosario e l’intercessione materna di Maria

A tutti è nota l’efficacia del Rosario per ottenere l’aiuto materno della Vergine1 e, per questo, i sommi pontefici lo hanno sempre raccomandato.2 Il ricorso che noi facciamo con la preghiera a Maria si fonda sul potere della sua materna intercessione che lei esercita a nostro favore presso Dio, potere che in nessun’altra preghiera appare così vivo come nel Rosario, perché proprio in questa preghiera i disegni divini, le funzioni3 e i grandi meriti che hanno unito Maria all’opera della nostra riconciliazione e salvezza vengono messi, attraverso la contemplazione, in grande risalto4 e quasi attualizzati.5 Così, nel Rosario, contempliamo Maria come colei che dispensa i divini carismi nella casa di Elisabetta; presenta il Figlio ai pastori, ai re, a Simeone; dona la sua carne e il suo sangue a Colui che con le sue sofferenze paga il prezzo della nostra salvezza;6 trova grazia presso Dio e ne è in abbondanza ricolmata perché tale sovrabbondanza si spandesse sugli uomini; è unita al Signore col vincolo più stretto possibile; è benedetta fra le donne; toglie di mezzo la maledizione e porta la benedizione, ossia il frutto del suo seno nel quale tutte le genti sono benedette. Attraverso il Rosario la riconosciamo come la Madre di Dio che, in virtù di tale sublime dignità, intercede per noi, in vita e in morte, per ottenerci i doni della grazia7 e comprendiamo che lei è potente, amorevole, benigna e pietosa, solo perché madre di Colui in cui risiede ogni potere.8 Contemplando la cooperazione di Maria all’opera della nostra salvezza, l’orante viene animato da commossa confidenza e desidera rifugiarsi sotto la sua protezione, sicuro di essere accolto e ascoltato da Colei che, invocata nelle necessità, non ha mia abbandonato nessuno.9 Il Rosario, muovendo Maria a intercedere  per noi, induce Dio a misericordia10 perché, come preghiera frequente e perseverante accompagnata da una condotta veramente  cristiana, placa la sua maestà offesa,11 propizia la sua divina clemenza,12 ottiene la sua assistenza alla chiesa e al mondo,13 porta rimedi ai nostri mali14 e spande i frutti della Redenzione,15 mostrandosi come valido mezzo di conversione che riconduce gli uomini a Cristo via, verità e vita;16 attira le grazie e i favori di Maria,17 il suo materno aiuto,18 la sua compassione19 e ottiene l’intervento della sua materna e supplice intercessione,20 soprattutto nel guidarci ad  una più autentica vita vissuta secondo i dettami del Vangelo e a professare con rettitudine la nostra fede.21 Giustamente papa Urbano IV affermava che da una simile preghiera, con cui si rende onore a Dio e alla Vergine, il popolo cristiano riceve ogni sorta di benefici, mentre Gregorio XIII poteva chiamarla preghiera eccellente per implorare l’intercessione materna di Maria.22 Leone XIII, col forte e suadente richiamo delle sue encicliche,23 tornò più volte ad invitare il mondo cristiano alla recita costante del Rosario, proponendolo come sacra e benefica meditazione, nutrimento spirituale e mezzo potente per ottenere i doni di Dio tramite l’intercessione della Santa Vergine.24 La rapidità con cui il Rosario si è diffuso dimostra la certezza di queste affermazioni.25 Chiunque studia con diligenza gli annali della Chiesa, vedrà facilmente congiunti i grandi benefici accordati alla Chiesa con il valido patrocinio della Vergine Madre di Dio, alla quale i nostri padri si sono sempre rivolti con animo fiducioso, ottenendo il ritorno di tempi sereni.26 La ragione per cui tutto questo avviene è insita nella natura del Rosario stesso, preghiera con la quale confermiamo la nostra riconoscenza a Maria per la parte che ebbe nell’opera della nostra salvezza. Il ricordo di questi importanti avvenimenti, richiamati con frequenza ed amore, suscita in Maria nuova sollecitudine e pietà verso di noi,27 per cui, pur esistendo diversi modi di invocare la Vergine, il Rosario rimane la preghiera migliore e più efficace per ottenere la sua materna intercessione e il suo aiuto.28 Costatando i grandi benefici elargiti dalla Vergine per mezzo del Rosario, il cuore cristiano si sente animato da grande fiducia e spera di ottenere da Dio, per mezzo di Lei, non soltanto la clemenza e la misericordia divina29 e la protezione alla Chiesa, ma anche la prosperità e la pace per il mondo,30 la conservazione e la custodia dei fondamentali valori sui quali riposano la sicurezza e la salvezza della società umana.31 Ella, infatti, si piegherà sempre con dolcezza materna per allevare le sofferenze dei suoi figli rendendole anche meritorie davanti a Dio,32 dato che non ha deposto la sua funzione materna, ma continua dal cielo ad intercedere per i suoi figli pellegrinanti sulla terra, come insegna il Concilio Vaticano II.33 Ella conosce e valuta tutte le cose che ci riguardano, sia le necessità della vita, sia i pericoli che ci minacciano e, soprattutto, gli sforzi che dobbiamo compiere per raggiungere, con la grazia di Dio, la nostra salvezza.34
 
2. Il Rosario e la fede

Leone X definì il Rosario come una preghiera istituita a custodia della fede contro le eresie35 in tempi molto dolorosi per la Chiesa.36 Così il Rosario fu l’arma usata contro l’eresia degli Albigesi che causava molta sofferenza alla Chiesa;37 al Rosario si deve la vittoria dei cristiani a Temeswar in Pannonia e presso l’isola di Corfù e, soprattutto, nelle acque di Lepanto, come attesta la festa della B. Vergine della Vittoria istituita da Gregorio XIII, resa poi obbligatoria per la Chiesa universale sotto il titolo del Rosario da papa Clemente XI.38 Avvenimenti di questo genere che esaltano la potenza del Rosario, si raccontano in ogni nazione, per cui la Vergine è salutata debellatrice di tutte le eresie, sicura protezione e difesa del popolo cristiano, come attestano le pagine più splendide della storia cristiana.39 Non a torto la Chiesa, quindi, ha sempre riconosciuto a questa preghiera una particolare efficacia, affidando alla sua recita privata e pubblica le cause difficili, riconoscendogli il merito per lo scampato pericolo e ha salutato la Vergine come propiziatrice di salvezza.40 Invocata con questo titolo la Vergine sì è mostrata sempre attenta ai bisogni del popolo cristiano,41 per cui il papa può rivolgersi a lei chiamandola Regina del Santissimo Rosario, Ausilio dei cristiani, Rifugio del genere umano, Vincitrice di tutte le battaglie di Dio!42 Anche oggi la Chiesa, che in ogni grave momento della sua storia ha sperimentato i salutari effetti del Rosario contro ogni pericolo e calamità,43 potrà affrontare le difficoltà dei tempi presenti, non con la forza e la potenza umane, ma soltanto con l’aiuto divino, ottenuto per mezzo di questa preghiera.44 Per questo motivo il papa si augura che il suo continuo45 e rinnovato invito a riprendere in mano la corona e a recitare il Rosario, non cada inascoltato.46 Il Rosario, infatti, più che evocare grandi vittorie materiali della Cristianità, ricorda perennemente e, soprattutto, le conquiste luminose della fede sul male e l’ignoranza religiosa.47 Esso è una via facile per far penetrare negli animi le principali verità48 e preservarli, così, dal pericolo dell’ignoranza e dell’errore,49 dato che alimenta e custode la fede50 e rinvigorisce la pietà.51 Là dove si recita il Santo Rosario, la fede rimane sicura,52 lo spirito di preghiera si irrobustisce, la Chiesa riacquista la speranza in nuovi e splendidi benefici,53 la vita cristiana si rinnova, la desiderata tranquillità viene concessa da Dio alla Chiesa.54
 
3.  Il Rosario e l’unità della Chiesa

L’unità della Chiesa non può essere raggiunta senza la preghiera, sull’esempio di Cristo che lungamente supplicò il Padre affinché i suoi discepoli fossero nella fede e nell’amore una sola cosa. La preghiera della Vergine santa per la Chiesa è efficacissima, già dal giorno in cui pregò insieme agli Apostoli che nel Cenacolo aspettavano il compiersi della promessa pienezza dello Spirito Santo. Come la Chiesa nascente si unì giustamente a Maria, che è la più nobile fautrice e custode dell’unità, così è opportuno che oggi la Chiesa  invochi la Vergine, in modo particolare con il Rosario, per implorare il suo aiuto nella ricomposizione dell’unità. Ella che è interamente congiunta al Figlio, vuole e desidera che coloro che hanno ricevuto lo stesso battesimo di Cristo, siano anche uniti da una stessa fede e da una perfetta carità con Cristo e tra di loro.55 Orientato espressamente e pienamente a Cristo,56 il Rosario non è una preghiera contraria all’Ecumenismo, ma è l’espressione più genuina dell’autentico culto che la Chiesa rende a Maria, così come il Concilio lo ha chiaramente illustrato, culto la cui finalità è solo quella di far conoscere, amare e glorificare  il Figlio attraverso la madre.57 Proprio Maria sarà il felice legame che con la sua forza soave unirà tutti quelli che amano Cristo, ovunque essi siano, in modo che divengano un solo popolo di fratelli; ascolterà la preghiera di tutti; conforterà le comuni speranze; confermerà la fede; stringerà le Chiese nell’unità e ispirerà loro un medesimo sentire. Quanti sono stati strappati dall’unità, devono essere necessariamente di nuovo, per così dire, rigenerati a Cristo da questa stessa madre che Dio ha reso feconda di una santa figliolanza, che genera nell’unità della fede e dell’amore.58
 
4. Il Rosario e la pace

Il Rosario ha un respiro universale, perché il cristiano non può mai dimenticarsi di pregare per il bene comune della società, per la concordia e la pace sulla terra, per i poveri, i carcerati, i perseguitati, gli afflitti e i sofferenti59 e per le nazioni tutte, spesso colpite da gravi e disastrose calamità.60 E’ bello vedere sollevato il Rosario dalle mani degli innocenti, dai sacerdoti santi, dalle anime pure, dai giovani e dagli anziani, da quanti apprezzano il valore e l’efficacia della preghiera, da folle innumerevoli e pie, come emblema e come vessillo augurale di pace nei cuori e di pace per tutte le genti.61 Il Rosario è come una supplica mondiale per la pace del Signore e per la pace e la felicità anche quaggiù delle anime e dei popoli.62 Dire “pace” in senso umano e cristiano, significa penetrazione negli animi di quel senso di verità, di giustizia, di perfetta fratellanza tra le genti, che dissipa ogni pericolo di discordia, di confusione; che compone le volontà di tutti e di ciascuno sulle tracce dell’evangelica dottrina, sulla contemplazione dei misteri e degli esempi di Gesù e di Maria, divenuti familiari alla devozione universale, sullo sforzo di ognuno e di tutti verso l’esercizio della legge santa che, regolando i secreti del cuore, rettifica le azioni di ciascuno verso il compimento della pace cristiana.63 Nessuna pace è possibile se non è anche fondata sulla libertà degli uomini che tenga, quindi, conto dei diritti delle persone e delle comunità.64 Riscoprire e recitare il Rosario, significa contemplare i misteri di Colui che è la nostra pace e non lo si può, quindi recitare, senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace.65 Maria, madre del Principe della pace, invocata da noi attraverso la preghiera del Rosario, può impetrare da Lui questo inestimabile dono, perché sempre sensibile ai bisogni degli uomini.66 Destinati a vivere giorni così calamitosi e pieni di pericoli per la società,67 colpita da gravi angustie ed afflizioni, non ci rimane che continuare a guardare alla Madre di Dio, invocata Regina della pace,68 costituita presidio di salvezza per le genti,69 e recitare il Rosario70 per ottenere il risanamento dei mali che affliggono i nostri tempi,71 l’allontanamento delle sofferenze, il ritorno della speranza nel cuore di tutti72 e la prosperità anche temporale dei popoli e delle nazioni.73 Voglia Iddio, dunque, che esso riprenda ovunque il suo posto d’onore, sia amato e venerato come valido mezzo per propiziare l’aiuto e la misericordia divina su di noi,74 così che risplenda sugli uomini stanchi e smarriti75 l’aurora della vera pace76 e vengano tempi migliori per la Chiesa e la società.77

NOTE
1 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica
Ingruentium malorum, 15 settembre 1951, in AAS,  XLIII, p. 577.
2 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Superiore Anno, 30 agosto 1884, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, IV, p. 123.
3 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Jucunda semper, 8 settembre 1894, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XIV, p. 305.
4 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Fidentem piumque, 20 settembre 1896, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XVI, p. 278.
5 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
6 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Fidentem piumque, op. cit.
7 Cfr. Ibidem
8 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Octobri mense, 22 settembre 1891, in in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XI, p. 99.
9 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
10 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Augustissimae Virginis Mariae, 12 settembre 1897, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XVII, p. 285.
11 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Magnae Dei matris, 8 settembre 1892, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XII, p. 221.
12 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
13 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Augustissimae Virginis Mariae, op. cit.
14 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Supremi apostolatus,1 settembre 1883, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, III, p. 280.
15 Cfr. Pio XI, Lettera Enciclica Ingravescentibus malis, 29 settembre 1937, in AAS , XXIX, p. 373.
16 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Supremi apostolatus, op. cit.
17 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
18 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica, Ingruentium malorum, op. cit.
19 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Adiutricem populi, 5 settembre 1895, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XV, p. 300.
20 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Supremi apostolatus, op. cit.
21 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Superiore anno, op. cit.
22 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Supremi apostolatus, op. cit.
23 Cfr. Giovanni XXIII, Lettera Enciclica Grata recordatio,
26 settembre 1959, in AAS, LI, p. 673.
24 Cfr. Idem, Lettera Apostolica Il religioso convegno, 29 settembre 1961, in Discorsi, messaggi, colloqui, vol.  III, p. 753.
25 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica, Magnae Dei matris, op. cit.
26 Cfr. Pio XI, Lettera Enciclica, Ingravescentibus malis, op. cit.
27 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
28 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica Ingruentium malorum, op. cit.
29 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Fidentem piumque, op. cit.
30 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
31 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Superiore Anno, op. cit.
32 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica Ingruentium malorum, op. cit.
33 Cfr. Paolo VI, Esortazione Apostolica Recurrens mensis october, 7 ottobre 1969, in AAS, LXI, p. 649.
34 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Magnae Dei matris, op. cit.
35 Cfr. idem, Lettera Enciclica Supremi Apostolatus, op. cit.
36 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Octobri mense, op. cit.
37 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Magnae Dei matris, op. cit.
38 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Augustissimae Virginis Mariae, op. cit.
39 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Magnae Dei matris, op. cit.
40 Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, 16 ottobre 2002, in AAS, RVM
41 Cfr. Leone XIII, Lettera Vi è ben noto, 20 settembre 1887, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, VII, p. 191.
42 Cfr. Pio XII, Radiomessaggio Benedicite Deum caeli, 31 ottobre 1942, AAS, XXXIV, p. 313.
43 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
44 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica Ingruentium malorum, op. cit.
45 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Supremi apostolatus, op. cit.
46 Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
47 Cfr. Pio XII, Discorso Le concours international, ai rosicultori, 10 maggio 1955, in AAS, XLVII, p. 495.
48 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Magnae Dei matris, op. cit.
49 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Adiutricem populi, op. cit.
50 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica Ingruentium malorum, op. cit.
51 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Supremi Apostolatus, op. cit.
52 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Magnae Dei matris, op. cit.
53 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Octobri mense, op. cit.
54 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Superiore Anno, op. cit.
55 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Fidentem piumque, op. cit.
56 Cfr. Paolo VI, Esortazione Apostolica Marialis cultus,
2 febbraio 1974, AAS, LXVI, p. 113.
57 Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
58 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Adiutricem populi, op. cit.
59 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica Ingruentium malorum, op. cit.
60 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Superiore Anno, op. cit.
61 Cfr. Giovanni XXIII, Lettera Apostolica Il religioso convegno, op. cit.
62 Cfr. Ibidem
63 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Grata recordatio, op. cit.
64 Cfr. Paolo VI, Esortazione Apostolica Marialis cultus, op. cit.
65 Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
66 Cfr. Paolo VI, Lettera Enciclica Recurrens mensis october, op. cit.
67 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Fidentem piumque, op. cit.
68 Cfr. Paolo VI, Lettera Enciclica Christi matri,
15 settembre 1966, in AAS, LVIII, p. 745.
69 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Fidentem piumque, op. cit.
70 Il grande medico missionario protestante Albert Schweitzer giustamente scriveva: “La preghiera non cambia il mondo, ma la preghiera trasforma gli uomini e sono gli uomini che poi cambiano il mondo.” (Cfr. Kleine Kempten-Poesie, Tanner Edition, Nelsselwang, p. 20).
71 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Fidentem piumque, op. cit.
72 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica Ingruentium malorum, op. cit.
73 Cfr. Leone XIII, Lettera Vi è ben noto, op. cit.
74 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Fidentem piumque, op. cit.
75 Cfr. Pio XI, Lettera Enciclica Ingravescentibus malis, op. cit.
76 Cfr. Paolo VI, Lettera Enciclica Christi matri, op. cit.
77 Cfr. Pio XII, Lettera Enciclica Ingruentium malorum, op. cit.

 

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