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  Col suo amore materno rende le nostre lacrime preghiera silenziosa 
Società

Un'intervista della giornalista Miki Albuzza al mariologo Antonino Grasso, in Maria con te, IV (2021) n. 9 del 28 febbraio 2021, pp. 16-19.



A un anno esatto esatto dal dilagare della pandemia nel nostro continente, il mondo è ancora spaurito e ansioso per l'incubo del Covid che ha seminato dolore e morte in così tante famiglia. Ma c'è un pensiero consolatorio che ha accomunato la gente di ogni regione in questa prova durissima: la speranza dell'intervento e della protezione della Beata Vergine che, nei secoli, ha sempre «teso le mani» verso i figli minacciati da malattie infettive come la peste o il colera, calamità e guerre. In più di una città, pitture o murales hanno espresso in nuove forme artistiche questo antico sentimento. Un esempio per tutti l'opera dell'artista Maria Terzi nel sotoportego veneziano in cui secondo la tradizione apparve Maria a protezione della città durante la pestilenza del 1630. A Villa Pasquali, frazione di Sabbioneta (Mantova) è stato installato un bassorilievo raffigurante la Madonna del Coronavirus, al primo piano di un'abitazione privata, A benedirlo, don Maurizio Germiniasi, missionario per decenni in Brasile. Ma si può cogliere un nesso in questa costante presenza materna di Maria che risalta nelle ore più drammatiche? E quanto è importante invocare la Madre Celeste contro il Coronavirus? Ne abbiamo parlato con il mariologo Antonino Grasso, docente all'Istituto di Scienze Religiose San Luca di Catania, aggregato alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, dal 2013 collaboratore di Radio Vaticana, insignito un ventennio fa dell'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana dall'allora presidente Pertini, per i'impegno profuso per gli italiani emigrati in Germania, dove insegnò per molti anni nelle scuole tedesche della Baviera. É autore di 11 pubblicazioni di mariologia lette e distribuite in tutto il mondo e cura il portale www.latheotokos.it, il sito mariano più visitato in Italia e nel mondo.

Professor Grasso, la paura, l'insicurezza, le difficoltà finanziarie che hanno colpito il pianeta che cosa ci lasceranno? Ci insegneranno davvero qualcosa?


«Questa terribile esperienza che stiamo vivendo a livello planetario sottolinea la nostra totale impotenza e ci mostra chiaramente e dolorosamente, che non siamo i padroni del mondo e i dominatori del creato. La prima cosa che ci insegna, dunque, è quella di prendere coscienza delle deboli frontiere della nostra umanità e di non perdere mai la consapevolezza dei suoi limiti. Questa prova, che ha sconvolto totalmente il nostro modo di vivere, privandolo della sua libertà, mortificando il nostro rapportarci con gli altri, costringendoci alla solitudine e causando un numero infinito di malati e di morti, ci dovrà condurre all'edificazione di un vivere più consapevole e cosciente, a una relazionalità umana che non privilegi il contatto fisico, ma soprattutto quello interiore. Dobbiamo prendere coscienza della limitatezza, della fragilità e debolezza dell'esistere. É importante la costruzione di una società finalmente e decisamente solidale, dove nessuno mai dovrà essere considerato "ultimo" e lasciato solo».

Perché la presenza materna di Maria, il suo amore e il suo tenero abbraccio si rivelano sempre un grande conforto nei momenti di sofferenza e pericolo nell'arco della storia?

«Maria è stata proclamata da Gesù Nostra Madre e per questo nulla Le è sconosciuto, nulla Le sfugge di tutto ciò che succede su questa povera terra. La sua maternità nei nostri riguardi, Le dà il desiderio di venirci in aiuto e molte volte previene le nostre stesse preghiere. La sua è perciò una "presenza" totale, attiva e vitale, che fa rifiorire il deserto delle nostre solitudini, che nel freddo desolato che tutto circonda riaccende il fuoco dell'amore e della speranza. L'umanità, spesso, si dibatte in una solitudine che spaventa, in cui l'angoscia è il pane quotidiano, in cui la meschinità si veste di sufficienza. Maria è la Madre a cui chiedere, che risveglia la nostra speranza e ci dà la certezza che le nostre lacrime non sono sterili ma diventino una preghiera silenziosa che sale sino al cielo. 0gni creatura può trovare posto sotto il manto della Vergine e con Lei e in Lei risorgere dai, propri dolori».

Che significato hanno, oggi, le apparizioni della Madonna, di cui spesso si parla?

«Collegando insieme tutti gli aspetti storici, iconici, teologici delle apparizioni della Vergine possiamo affermare che sono un segno della presenza della Madre nella vita della Chiesa e del mondo. Manifestano Maria come la realizzazione perfetta della creatura nuova rigenerata in Cristo, come guida e maestra degli uomini, invitati alla pacificazione spirituale. Fanno comprendere la funzione materna di Maria, sempre pronta ad aiutarci, a sollevarci, a sostenerci con il suo infinito amore. Sottolineano l'interesse della Vergine per le sorti del mondo e la presentano come la Donna Gloriosa dell'Apocalisse che lotta contro il male e la disgregazione della società per portare, all'interno di essa, la pace e il trionfo della giustizia. Le sue apparizioni sono il suo "grido di Madre" affinché il nostro cammino non si indirizzi sui passi dissennati del male».

Qualche bella preghiera dedicata a Maria da rivolgerle in questo difficile momento?

«In questi giorni di grande sconforto mi viene in mente una preghiera composta da san Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) nota come Memorare. Sottolinea la potenza dell'intercessione della Madonna, che sempre è intervenuta e sempre interviene in nostro aiuto. Il testo recita: "Ricordati, o piissima Vergine Maria che non si è mai udito al mondo che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo aiuto, abbia chiesto il tuo soccorso e sia stato da te abbandonato. Animato da tale fiducia a Te ricorro, o Madre Vergine delle Vergini. A te vengo, dinanzi a Te mi prostro peccatore pentito. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma benigna ascoltale ed esaudiscile. Amen».

Qual è l'effigie di Maria da Lei più amata?

«Sicuramente la Madonnina di Fatima venerata nel parco Sciarone di Randazzo. Questa statua, in cedro del Libano, da me acquistata nel 1987 a Braga in Portogallo, veniva portata ogni mese nella chiesa della Missione cattolica italiana di Kempten in Baviera. Nelle notti del 5 e del 12 maggio 1989, un operaio di Foiano di Val Fortore (Benevento) di cui non si sa il nome e che frequentava poco la chiesa, sognò per due volte di tornare a casa e trovare la Vergine ad aspettarlo nella forma esatta della statua. Gli sembrò di sentire una voce che diceva: "Non voglio più essere portata in giro ma voglio essere posta qui stabilmente". Vide anche una zona montana ricca di rocce edi alberi con un rudere abbandonato. Intuì, anche se non vi era mai stato, che si trattava di un tipico paesaggio dell'Etna. Dato che non comprendeva come realizzare il desiderio di Maria, notò che accanto alla Vergine si apriva un ovale nel quale si scorgeva chiaramente il volto di colui che avrebbe potuto realizzare il sogno. Dopo aver rimandato per mesi, l'operaio si decise a raccontare tutto alla persona vista in sogno. L'interessato, convinto e sicuro che fosse un desiderio di Maria, promise, con voto solenne, che se avesse compreso dove e come, avrebbe cercato di realizzarlo».

E dopo che accadde?

«A dieci anni da quegli eventi, nell'estate del 1999, mentre la persona vista in sogno dall'operaio passeggiava nell'appena inaugurato parco polifunzionale Sciarone di Randazzo, gli sembrò di capire che quello fosse il luogo desiderato dalla Vergine. Scrisse al sindaco Ernesto del Campo, che accettò subito la proposta di far costruire una cappella per deporvi e custodire la statua. In questi 20 anni trascorsi da allora è sempre più crescente la devozione popolare verso la Madonnina e il luogo sacro è stato arricchito anche di un Rudere delle Confessioni e da un'artistica Via Crucis, con statue a grandezza naturale offerte da don Santino Sparta, il "prete delle celebrità". La partecipazione di centinaia di fedeli hanno reso il sogno un luogo di culto molto amato e io che vivo a Randazzo, guardo con amore e tenerezza questa bella Vergine in cedro del Libano che finalmente ha trovato la sua collocazione».

Quando è sbocciato il suo amore per Maria?

«Mi sono innamorato della Madonna già nell'infanzia. Infatti verso i 7 anni cominciai a fare il chierichetto nella basilica di Santa Maria Assunta del mio paese e poi nel santuario della Madonna del Carmine, di cui era responsabile don Edoardo Lo Giudice, innamoratissimo della Vergine, tanto da riedificare il santuario riparando i danni subiti durante la guerra. Fu lui il mio padrino di Cresima. Nel santuario è venerata la bellissima statua marmorea della scuola del Gaggini, che ha segnato la mia vita. Non ho mai smesso di sentirla vicina tanto che in età adulta e dopo il mio ritorno dalla Germania ho cominciato a scrivere sulla Madonna con un primo libro dal titolo Maria con te, proprio come quello della vostra testata. II grande e famosissimo mariologo René Laurentin fece una profetica prefazione, senza conoscermi, sul mio primo lavoro su Maria. Ne sono seguiti altri 10, sempre per onorare, spiegare, vivere la Grande Madre».

Inserito Venerdi 5 Marzo 2021, alle ore 19:25:39 da latheotokos
 
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