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  La madre di Dio negli obiettivi specifici di apprendimento di Religione C. 
MariologiaUn articolo di Renato Nicodemo su Rivista Didattica 24 maggio 2004

La madre di Dio negli obiettivi specifici di apprendimento di Religione cattolica della scuola dell’infanzia e primaria 


Entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre  (Mt 2,13)

Con due decreti del 30 marzo c.a. sono stati approvati gli obiettivi specifici di apprendimento della Religione cattolica nell’ambito delle Indicazioni nazionali per i Piani Personalizzati delle attività educative nella scuola dell’infanzia e per i Piani di studio  Personalizzati nella scuola primaria, di cui sono parte integrante. Tali obiettivi furono sottoscritti  il 23 ottobre scorso -   dopo un lungo lavoro di preparazione, che ha tenuto conto degli Obiettivi specifici delle altre discipline e soprattutto del “Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo d’istruzione (6-14 anni)” –  dal presidente della CEI, S.Em. il Card. Camillo Ruini,  e dal Ministro del MIUR, Dott.ssa Letizia Moratti. La loro struttura  è identica a quella dei campi di esperienza della scuola dell’infanzia e delle discipline della scuola primaria e per essi vale quanto affermato per tutti gli altri, cosicché, ad esempio,  per quanto presentati in maniera elencatoria obbediscono ciascuno al principio della sintesi e dell’ologramma: l’uno rimanda sempre funzionalmente all’altro e non sono mai, per quanto possano essere minuti e parziali, rinchiusi su se stessi, bensì aperti a un complesso, continuo e unitario rimando specifico. Essi – come è stato dichiarato– si collegano ai “Programmi” in vigore (rispettivamente del 1986 e del 1987), firmati a seguito del Concordato (1984) e dell’Intesa (1985;1990). Confrontandoli  però  con quei Programmi, e precisamente con le “Specifiche e autonome attività di insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche materne (DPR 539/86) ed elementari” (DPR n. 204/87), notiamo, relativamente alla presenza della Madre di Dio,  che Essa è stata, in un certo senso, rivalutata nella scuola primaria e cancellata del tutto nella scuola dell’infanzia. Nei programmi della scuola elementare, infatti, la Madonna compariva una sola volta nella terza parte – Indicazioni metodologiche -  e precisamente nell’ultimo criterio relativo all’”incontro con persone che hanno vissuto e vivono in maniera significativa i valori religiosi: Maria, Madre di Gesù, San Benedetto, i Santi Cirillo e Metodio patroni d’Europa, San Francesco e santa Caterina da Siena patroni d’Italia, altre figure di Santi, particolarmente quelle locali e di testimoni viventi”. Quella collocazione fu da noi ritenuta non “adeguata”,  anche perché la Vergine Maria è più di una persona modello: è l’esemplare supremo , l’archetipo della Chiesa ed il Concilio la presenta come “sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa e sua figura ed eccellentissimo modello nella fede e nella carità” (LG 53) (Cf R. Nicodemo, La Madre di Dio nel programma d’insegnamento della religione cattolica nella scuola elementare, in Quale scuola?, n.1/2, 1991). Nel testo in esame la Madre di Dio  è stata, dicevamo,  in un certo senso rivalutata, perché è inserita in un obiettivo vero e proprio, la cui collocazione, ultimo per le classi 4^ e 5^, e  formulazione “Riconoscere la figura di Maria, presente nella vita del Figlio Gesù e in quella della Chiesa”, richiamano l’ultimo capitolo della Costituzione dogmatica sulla Chiesa (Lumen gentium) del Concilio Vaticano II (Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa). 

Ma veniamo agli obiettivi della scuola dell’infanzia. Qui la Madre di Dio è del tutto assente, o meglio è scomparsa dal momento che era presente e ben collocata nei precedenti programmi dove figurava al p. 3 - Contenuti:  Pagine scelte dei vangeli che raccontano la vita, l’insegnamento, le opere, le preghiere, la Pasqua e la presenza di Gesù, e insieme la vita di Maria, sua Madre). Perché dunque questa cancellazione? Noi sappiamo, a parte ogni altra considerazione, che la Madonna è molto presente nell’esperienza dei bambini: l’Ave Maria, ad esempio, è la prima preghiera che apprendono, così come  il mese di maggio viene festeggiato con  recitine e fioretti. Nella progettazione didattica delle Unità di apprendimento, si sa, oltre alla via discendente che parte dal Profilo educativo e dagli Obiettivi specifici per giungere ad incontrare i bisogni e la storia dei bambini, vi è anche la via ascendente – non alternativa ma complementare alla prima – che partendo dai bisogni e dalla storia dei bambini giunge a raccordarsi con gli Obiettivi specifici e con il Profilo educativo (E. Puricelli). Orbene, com’è evidente, in entrambe c’è l’esperienza, il vissuto dei bambini, che nella dimensione religiosa cattolica è, come visto,  soprattutto mariana. Non era preferibile rendere l’obiettivo “Scoprire la persona di Gesù di Nazaret come viene presentata dai Vangeli e come viene celebrata nelle feste cristiane” in “Scoprire la persona di Gesù di Nazaret e di Sua Madre come vengono presentati dai Vangeli e come vengono celebrati nelle feste cristiane”?
D’altra parte, come ha affermato Concilio, vi è una unione tra Madre e Figlio nell’opera della Redenzione che si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla di Lui morte (LG 57). Cristo deve rimanere al centro della vita cristiana, ma non può essere privato d’una dimensione: Gesù è Figlio del Padre ma è anche Figlio di Maria . Perfino nella gloria dei cieli – come ci ricorda il Cardinale Suenens – rimane l’uno e l’altro. L’obiettivo sarebbe risultato, pertanto,  più completo,  più corretto biblicamente  e nello stesso tempo  più aderente alla realtà dei bambini.  Che tristezza! Non conoscere la propria Madre Celeste! Come è povera la casa ove i bambini non chiamano la mamma perché non l’hanno, così è misera la scuola frequentata da bambini orfani della loro Madre Celeste: aiuola senza sole! Ma perché, poi, questa esclusione che sembra un’eresia, se gli stessi protestanti da tempo stanno riscoprendo Maria nella Bibbia? Non ci resta che una speranza, che gli insegnanti di religione sappiano, spinti anche dalla realtà che li circonda, colmare questo gravissimo vuoto e accogliere Maria nelle loro Unita di apprendimento.  

 

Inserito Domenica 20 Settembre 2009, alle ore 18:03:44 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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