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  La famiglia e Maria 
SocietàDa B. Antonini, Famiglia, in S. De Fiores - S. Meo (a cura di), Dizionario di Mariologia, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, pp.559-569.

I. LA FAMIGLIA ATTUALE: SITUAZIONE E PROBLEMATICHE

I giovani e la famiglia
Si sostiene da più parti che il problema dei giovani e la "liberazione" della donna siano un fatto specifico e rivoluzionario del nostro secolo. A fatica i giovani trovano nella famiglia uno spazio dove vivere armoniosamente i loro problemi ed esprimere la loro originale creatività, così come a fatica trovano risposte adeguate dalla società che affrontano.

La coppia e la famiglia
La famiglia sembra incapace di assolvere al proprio compito per cui in questi ultimi anni si è giunti a parlare di crisi, fine e superamento della famiglia e della coppia, senza peraltro indicare alternative possibili e concrete. All'interno della famiglia resta insoluto il problema della comunicazione al quale tutti gli altri sono collegati. Non solo il linguaggio fa risaltare, ad es., le enormi distanze tra genitori e figli, ma fra i genitori stessi parole e gesti sono spesso segni di contraddizione, orfani di valori. Padre e madre non si parlano più o si parlano a fatica o addirittura il loro parlare è fonte quotidiana di conflitti. I figli man mano che crescono, rifiutano il dialogo sugli argomenti più significativi della loro esistenza. Certo gli stimoli che provengono dalla società sono violenti e provocatori, ma la famiglia non è un filtro dipanatore, ma uno spazio dove tutto fa gorgo in modo soffocante. I "valori" anche se non assenti, divengono un rifugio individuale e non un mezzo di comunione interpersonale e di confronto.

Famiglia e religione

siamo lontani dai tempi in cui si parlava della famiglia come "piccola Chiesa" non ideologicamente ma di fatto ed anche la sopravvivenza dei valori religiosi è problematica oggi all'interno della famiglia. Così anche i valori morali non hanno più la fisionomia inconfondibile del passato e mancano dell'assoluto, perché sempre discutibili e discussi nella dinamica della vita quotidiana.

Famiglia e tradizione
Il rapporto tra presente e passato è uno dei problemi più acuti che affliggono la famiglia oggi. I giovani sono confusi e non riescono a trovare quel legame che è garanzia di fecondità e continuità e rifiutano il passato.

II. RILETTURA BIBLICA DEL SIGNIFICATO DI MARIA

In questa situazione che senso ha parlare dell’esperienza familiare di Maria di Nazareth, argomento per di più non semplice che può far cadere nel fanatismo o nell’arbitrario? Eppure nell’esperienza di Maria ci sono elementi che la rendono vicina alla donna madre di ogni famiglia umana e cristiana.

La famiglia di Nazareth e i Vangeli
Tutta la vicenda umana di Maria può intendersi come una esperienza familiare che viene sublimata dal mistero di Dio. E’ la storia di una madre, di un figlio e di un padre inserita nel contesto della storia della salvezza, divenuta essa stessa storia di salvezza.

Incontro tra Maria e Giuseppe
Il vangelo non dice nulla di questo ma si può sicuramente affermare che si è trattato di un normale incontro tra due giovani che volevano costruire sulle basi dell’amore il loro futuro. Due giovani che vivevano nella normalità. E’ Luca che, mentre descrive con i termini usuali della cultura ebraica il loro fidanzamento, introduce nella loro storia un elemento che costringerà i due a riconsiderare il significato del loro rapporto e del loro comune futuro.

Maria e Giuseppe di fronte al concepimento di Gesù
Un angelo annuncia a Maria il concepimento di un figlio a cui Giuseppe sarà estraneo, almeno nel senso di una partecipazione biologica. Maria è costretta dalla situazione a prendere una decisione gravissima che avrebbe compromesso non soltanto la sua vita, ma anche quella di Giuseppe. Non possiamo in basi elementi Maria ha maturato il suo consenso e quali sentimenti abbiano accompagnato la sua adesione ad un futuro sconvolgente. Certo, in primo luogo, la fede. Maria era in quel momento terribilmente sola e il pensiero di Giuseppe non facilitava la sua scelta. Per questo il suo “Si” è grandioso e incommensurabile, perché accetta la proposta di Dio senza calcoli umani, ma in piena adesione a Lui. Il resto viene dopo.
Dopo l’Annunciazione la vita continua, riprende il suo ritmo e Maria, prima ancora di aver risolto il suo problema con Giuseppe, osserva gli impegni legati alla sua parentela e si reca a visitare la cugina Elisabetta. I due personaggi sono superati dalla dimensione di ciò che proclamano al solo vedersi. Elisabetta poi tornerà nell’ombra e Maria continuerà il suo pellegrinare, come donna e come madre, confermando con i gesti e con le parole la scelta che ha fatto, quella di essere la serva del Signore. La sua vita, radicalmente sconvolta da Dio, diventa un lungo viaggio di partecipazione e di comprensione del mistero.

Il dramma di Giuseppe
I segni della maternità evidenti costringono Giuseppe a silenzi inquieti e pensosi e certo deve trascorrere giorni terribili, pieni di dubbio, sorpresa, amarezza per il vedersi escluso da eventi che pure anche da lui esigevano una gravissima decisione. E’ presente il dramma di una donna e di un uomo, già legati da promesse d’amore e di vita e alle prese con una vocazione che pur non eliminando questo amore, lo chiama ad una prova inimmaginabile. Solo attraverso le parole dell’Angelo, Giuseppe trova la pace e riprende le redini della sua vita di uomo, inserendo nei suoi piani futuri la nuova realtà, umanamente impossibile. Così egli contribuisce a collocare definitivamente nella storia la presenza di Gesù.

La nascita di Gesù
Comincia adesso una vita familiare con un impensabile segreto, ma agli occhi di tutti la vita della Santa Famiglia doveva apparire normale e comune. Maria può condividere con Giuseppe la sua esperienza e trepidare con lui nell’attesa e godere con lui la vista e la presenza del Figlio. Insieme a Giuseppe Maria affronterà dopo tutte le situazioni di difficoltà che verranno, sperimentando già da subito come la loro vita sia stata compromessa con quella di Gesù. La gioia per la sua venuta sarà contrassegnata anche dalla sofferenza e non fermerà quel cammino di fede che porterà poi alla conoscenza del mistero di Gesù..

Vita quotidiana e mistero

A poco a poco Maria, dopo essere diventata la Madre, diventa l’umile discepola credente del Signore. Gli anni nascosti di Nazareth saranno anni pieni di parole, di silenzi, di crescita, di vita in comune, di intense vibrazioni, di un grande mistero di amore e di profonda comprensione. Essi saranno interrotti dallo smarrimento di Gesù nel Tempio, dove Maria scopre che quel suo Figlio che pur gli appartiene, ha qualcosa che la trascende e la separerà da lui. Ella comprende a poco a poco quale grande mistero sia essere la Madre di Dio. Sotto l’apparente anonimato della vita di Nazareth si svela in verità quanta fatica, quanto amore e quanto impegno sono necessari per crescere nella fede.

III. MARIA NELLA SPIRITUALITA’ FAMILIARE

La storia di Maria e della sua famiglia, la sua situazione di donna, sposa e madre è misurabile con la situazione della famiglia di oggi? Certamente si. Ecco alcuni punti da considerare, alla luce della sua esperienza.

La famiglia luogo di liberazione
Partendo dall’esperienza di Maria, protagonista in prima persona nella Storia della Salvezza, del suo Popolo e dell’umanità si mostra chiara una strada per la famiglia: essa deve essere un luogo dove i figli crescono secondo una propria autonomia e non come proprietà dei genitori. La famiglia cristiana è una famiglia di figli di Dio, della libertà e della resurrezione.

Rapporto uomo-donna

Giuseppe e Maria progettano insieme la loro vita. Il loro è un rapporto autenticamente personale e originale fatto di comunione e riconciliazione. In questo Maria già partecipa e anticipa l’atteggiamento di Gesù, modello e base di ogni riconciliazione. Maria si manifesta ancora donna in relazione, madre e sposa inserita nella vita di coppia con una chiamata differenziata, ma non menomata nei contenuti. Giuseppe è certamente estraneo biologicamente al concepimento di Gesù, ma accanto alla donna che aveva scelto, la sua presenza, ricca di umanità e carica di fede, è sempre voluta. Maria non ha “sopportato” ma desiderato la presenza di Giuseppe ed ha vissuto e realizzato con lui un’esperienza di riconciliazione e comunione. Giuseppe si è mostrato un uomo libero dalla paura, dal desiderio di possesso e di dominio e immune da quella debolezza che punta a creare un muro tra la famiglia e la società, nel timore della sua apertura al mondo. La famiglia di Gesù è un luogo di amore liberatore e liberante non soltanto per i protagonisti all’interno di essa, ma verso chiunque ne venisse in qualche modo in contatto e conoscenza. La famiglia di Nazareth non esalta la solitudine, comprende il celibato per il Regno, vive la relazione-riconciliazione nella prospettiva della salvezza. Non è un caso, allora, che il mistero della salvezza sia legato alla storia di una coppia e di una famiglia.

L’esperienza di fede
L’esperienza di fede di Maria, è un’esperienza che implica sgomento, sofferenza, dubbio, inquetitudine, fatica, abbandono. Ai molti giorni di felicità e pace, di gioiosa intimità, seguirono sempre giorni di ansia e solitudine, ma sempre illuminati da una incrollabile fede. Gesù deve seguire la sua strada, Maria non glielo impedisce ma anzi collabora con lui alla realizzazione dei suo progetto di vita. La coppia e la famiglia, ci insegna Maria, devono essere il luogo dove viene favorita la crescita, la liberazione e la realizzazione individuale. Maria insegna che se la donna deve trovare lo spazio giusto e sicuro per la propria realizzazione, deve anche vigilare che la sua presenza non sia di ostacolo alla crescita e realizzazione degli altri. Quando una meta si fa chiara, ogni componente della famiglia deve poter percorrere la sua strada fino in fondo; quando una vocazione si rivela ed ha l’impronta dello Spirito, ci vuole coraggio, tenacia e fede, per non lasciarsi sopraffare dalla debolezza e dall’inquetitudine e nessuno può o deve ostacolarla. La Famiglia di Nazareth ci insegna e garantisce che la fedeltà a Dio non uccide i sogni dell’uomo, ma li rende fecondi. Quando gli eventi, vanno al di là della possibile comprensione umana, la Vergine diventa testimone di un coraggio in cui il calcolo umano non ha nessun valore e solo la contemplazione, l’ascolto della Parola e la preghiera diventano gli elementi portanti e rassicuranti.

Maternità e sessualità
Qual è l’esperienza di Maria, Giuseppe e Gesù a confronto con i problemi dell’eros e cioè quale relazione esiste tra sesso – maternità – paternità, problema che fa parte del tessuto vivo della famiglia di oggi? La realtà intima del cristiano, discepolo di Cristo, è il suo libero decidersi per l’Amore, dentro il quale anche la sua esperienza coniugale e familiare è conglobata. Da questa prospettiva non può essere esclusa neanche la pulsione sessuale che però deve essere convertita anch’essa in espressione di amore. La sessualità è per il cristiano un’ascesa verso l’Amore, qualunque via egli percorra, qualunque sia la sua vocazione. In questo senso l’esperienza dell’amore coniugale, mentre da un lato si manifesta un impegno profondo e duraturo di fedeltà, è nel contempo una vicenda relativa e provvisoria se confrontata con le esigenze ultime del Regno di Dio ed è sempre esposta alle insidie del male e della debolezza. In questa prospettiva di salvezza dell’amore e delle sue espressioni umane, va considerata anche l’esperienza della Famiglia di Nazareth, indicata da secoli come modello cristiano dei rapporti familiari. E’ certo che per Maria l’elemento fondamentale e di portata incalcolabile è stata la sua maternità, perché in essa è risultato coinvolto Dio stesso. L’esperienza della straordinaria maternità, non ha mortificato l’essere donna di Maria o ha estinto le sue pulsioni affettive come espressione pura dell’amore. In questo suo essere donna in pienezza, sono anche implicati i rapporti che lei ha avuto con gli altri di affetto, amicizia e amore a cominciare da coloro che hanno condiviso il suo stesso tetto. Tutte le sue espressioni di femminilità e di donna erano certo orientate al Regno di Dio, annunciato da Cristo, ma Maria ha partecipato con tutta se stessa alla vita umana e con tutte le sue capacità ha partecipato alla vicende in cui fu coinvolta. La sua fu una sessualità sublimata dalla presenza verginale di Cristo, colma di umanità e dedizione. Maria ci insegna perciò che, anche quando la sessualità non può includere il rapporto sessuale, va vissuta nella pienezza della propria umanità e nella prospettiva escatologica del Regno. Chi si consacra al Regno non è uomo o donna a metà, ma è uomo e donna in pienezza di realizzazione totale, come Maria. Ci insegna inoltre che la maternità, pur non esaurendo le possibilità dell’essere donna, va oltre il puro legame biologico, non è espressione della debolezza della carne ma un segno delle infinite potenzialità dell’uomo e della donna e manifesta lo splendore della potenza creatrice di Dio.

Genitori e figli
Non si esauriscono mai l’attenzione e la dedizione dei genitori verso i figli perché nulla nella loro crescita e nel loro realizzarsi venga a mancare. Ma la loro realizzazione può anche non corrispondere ai progetti e alle aspirazioni dei genitori, per cui essi devono essere sempre pronti ad affrontare con loro eventi e situazioni e non devono mai tentare di mortificare la loro fedeltà alla propria vocazione personale. La Famiglia di Nazareth in questo è esemplare. Ognuno dei suoi protagonisti è stato chiamato al massimo impegno per vivere la propria vocazione e per armonizzare questa vocazione con la vita e la vocazione degli altri.

Valore della sofferenza
Maria è accanto a Gesù, soprattutto nei momenti della sofferenza. Soprattutto sul Calvario, guidata dalla sua passione materna e dalla sua fede di discepola e collaboratrice, sta accanto al Figlio che si sacrifica per noi, segue cioè la sua vocazione di Redentore degli uomini. Continua nel dolore quella comunione di intenti che li unisce, madre e figlio, nella realizzazione del Regno di Dio. Chi vive oggi le fatiche e le gioie della famiglia deve guardare a Maria come alla donna di famiglia, alla madre coinvolta come protagonista nella vicenda del Figlio, che risponde in prima persona con la sua consapevolezza e responsabilità. Gesù proietta dal calvario la grandiosa immagine della Madre con-partecipe e responsabile sulla vicenda umana e spirituale di ogni uomo, presentandola e donandola a tutti i credenti come la “Donna” in pienezza, come Madre di tutti e per tutti. Così la vicenda umana di Maria diventa il modello della donazione, della responsabilità, dell’accoglienza e della realizzazione umana e sociale di ogni essere umano.

 



 

Inserito Giovedi 11 Marzo 2010, alle ore 9:43:14 da latheotokos
 
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