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  Vivere alla luce della Maternità di Maria secondo il Vaticano II 
SpiritualitàDal libro di Mario Buratti, Con Maria in novità di vita, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1993, pp. 53-58

 

Una visuale ampia e profonda

Il Concilio Vaticano II colloca il mistero della divina maternità sotto angolature diverse. Si tratta d'un mistero che gli è sempre presente, dall'inizio alla fine del capitolo VIII della Lumen gentium (nn. 52-69), e che affiora ripetutamente con toni più o meno marcati. In genere, potremmo affermare che il mistero della divina maternità viene contemplato:
- da parte di Dio che sceglie;
- da parte di Maria che viene scelta:
- da parte della Chiesa che ne è beneficiaria

a) Da parte di Dio

É Dio che sceglie, e sceglie con sovrana libertà: « Volendo Dio, misericordiosissimo e sapientissimo... » (LG 52). Già abbiamo accennato a questa scelta divina, pienamente libera, ma qui dobbiamo aggiungere che tale scelta (come risulta dai due aggettivi «misericordiosissimo» e « sapientissimo ») è dettata da un amore infinitamente misericordioso e da una sapienza infinita. Tutta l'opera della redenzione è guidata da tale amore e da tale sapienza. La Vergine Maria, nel Magnificat, esalta soprattutto la prima caratteristica: « La sua misericordia di generazione in generazione....» (lc 1,50).
Nell'esposizione di questa angolatura (da parte di Dio), i padri conciliari vedono nel Padre colui che manda: « Mandò il suo Figlio, fatto da donna... »; nel Figlio, colui che s'incarna; nello Spirito Santo, colui che opera il mistero dell'incarnazione: « Egli (il Figlio) per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo e si incarnò per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine » (LG 52). Il linguaggio trinitario, usato in apertura, sarà ripreso alla fine del documento (cfr. LG 69). dando così un'impronta trinitaria a tutta l'esposizione.

b) Da parte di Maria

Tralasciamo di richiamare l'atteggiamento perfettamente libero con cui la Vergine ha corrisposto all'invito di Dio. Ci Piace sottolineare invece. due Particolari molto Preziosi.
La risposta di Maria viene presentata dal documento conciliare come una condizione necessaria all'evento dell'incarnazione: « Volle il Padre delle misericordie che l'accettazione della predestinata madre precedesse l'incarnazione... » (LG 56). Maria, direbbe il Montfort, è necessaria a Dio di necessità ipotetica (cfr. VD 39): è necessaria, cioè, di una necessità derivante dalla sua volontà.
Tale necessità ipotetica, da parte di Dio, diviene per noi, che ne dobbiamo accettare le conseguenze nella nostra vita spirituale, una necessità impellente: « Per il fatto che la santissima Vergine è necessaria a Dio di una necessità detta ipotetica, e cioè derivante dalla sua volontà, bisogna dire che ella è ben più necessaria agli uomini per raggiungere il loro ultimo fine » (VD 39). La devozione a Maria trae dalla volontà di Dio tutta la sua forza e la sua ragione di essere.
Il secondo particolare che vorremmo sottolineare è 1'«agilità » con cui questa creatura, la Vergine, si donò completamente a Dio con il suo consenso alle parole dell'angelo: « Acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù, e abbracciando con tutto l'animo e senza alcun peso di peccato la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa... alla persona e all'opera del Figlio suo... » (LG 56).
Solo il peccato fa da remora alla nostra donazione al Signore. Maria, perché immacolata, è agile come una freccia nel tendere a quello scopo per cui Dio l'ha creata. La donazione dei santi appare piccola di fronte alla sublimità del suo amore.

c. Da parte della Chiesa

La Chiesa, in cammino verso la patria, innalza gli occhi a Maria: «Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione con la quale è senza macchia e senza ruga (cfr. Ef 5,27), i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità debellando il peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria... » (LG 65).
Ma innalzando gli occhi a lei, che cosa ricorda soprattutto la Chiesa? A che cosa pensa?
Il mistero dell'incarnazione ritorna sotto la penna dei padri conciliari in una dimensione di amore tenerissimo per la Vergine e di conformità sempre più piena con lo sposo divino: a La Chiesa, pensando a lei con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nell'altissimo mistero dell'incarnazione e si va ognor più conformando con il suo sposo » (LG 65).
Notiamo: la Chiesa guarda a Maria... e diventa simile a Gesù: v'è, in questa espressione del concilio, un'implicita conferma della finalità intrinseca della devozione autentica alla beata Vergine. Tale devozione porta sempre a Cristo. Sebbene, come rileva ancora il concilio nello stesso paragrafo, conformità a Cristo e conformità a Maria santissima si equivalgano: più avanti, infatti, i padri conciliari descrivono la Chiesa che, « mentre persegue la gloria di Cristo, diventa più simile alla sua eccelsa figura ». Ora, figura della Chiesa è Maria (cfr. LG 63.65).
Direbbe il Montfort: « Sarebbe più facile separare la luce dal sole che Gesù da Maria » (VD 247).

Conseguenze pratiche

Qualcosa è già emerso dalle considerazioni fatte: l'incidenza pratica s'imponeva con tale evidenza che subito ne abbiamo fatto cenno. Ma qui vorremmo, alla scuola di san Luigi Maria Grignion di Montfort, soffermarci alquanto su di alcune conseguenze pratiche o logiche deduzioni quanto mai luminose per la nostra vita spirituale.
- Maria è la via migliore. «Mi si tracci pure una via nuova per andare a Gesù Cristo e questa via sia lastricata di tutti i meriti dei beati, ornata di tutte le loro virtù eroiche, rischiarata e abbellita di tutti gli splendori e le bellezze degli angeli. E che tutti gli angeli e i santi vi si trovino per guidare, difendere e sostenere quelli e quelle che vorranno camminarvi. In verità, lo dico arditamente e dico il vero, io seguirei, preferendola a questa via pur tanto perfetta, la via immacolata di Maria » (VD 158). Il motivo è che Dio stesso ha scelto tale via per venire a noi: è « la via tracciata da Gesù Cristo, Sapienza incarnata » (VD
- Maria non ci trattiene, ma ci porta con lei in volo verso Cristo. « Ogni volta che tu pensi a Maria, Maria pensa per te a Dio. Ogni volta che tu dai lode e onore a Maria, Maria con te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio, e io la chiamerei benissimo l"'essere relazionale a Dio", che non esiste se non in relazione a Dio, o l"'eco" di Dio, che non dice e non ripete se non Dio. Se tu dici Maria, ella ripete Dio » (VD 225).
Paolo VI, al riguardo, si è espresso così: « È istintivo conforto, per noi, sostare più che volare oltre la stazione mariana, come quella che appartiene alla nostra storia e meglio corrisponde alla nostra esperienza umana e religiosa. Ma e Maria stessa che ci attrae poi nel suo volo trascendente verso Dio » (Udienza Generale del 29.05.1968).
La meditazione sul mistero della divina maternità vede convergere sull'umile fanciulla di Nazaret tante luci provenienti sia dalle pagine del vangelo sia dal Concilio Vaticano II sia dal santo di Montfort...
Ci sembra un'impresa immane il voler focalizzare un mistero su cui la Chiesa non cessa di puntare il suo sguardo lungo tutto il suo pellegrinare senza esserne mai sazia.
Ma una certezza, penso, sta delineandosi: Maria dev'essere un grande segreto per vivere in pienezza la grazia battesimale.
 

 

 

Inserito Sabato 3 Luglio 2010, alle ore 14:27:48 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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