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  Alcune linee essenziali di catechesi liturgica mariana 
Culto

da Jesús Castellano Cervera, Per un rinnovamento della catechesi su Maria alla luce della Liturgia, in Aa. Vv., Maria nel culto della Chiesa, a cura di Rinaldo Falsini, Edizioni O.R., Milano 1988, pp. 104-113.



a) Realismo esistenziale e simbolismo liturgico

Alla presentazione biblica accurata del mistero di Maria di Nazaret, ampiamente ricuperata nella catechesi attuale sulla base di una ricca esegesi dei testi mariani, la liturgia o, meglio, la teologia liturgica, aggiunge questa sensibilità ermeneutica: considerare la vita di Maria e gli episodi evangelici nei quali entra in piena comunione con la storia della salvezza, come momenti vivi, dinamici di una liturgia viva, del nuovo culto in spirito e verità, con Cristo e come lui, pur nella semplicità della sua esistenza terrena di credente e discepola del Signore28.
Questa « intenzionalità liturgica » che pervade tutta l'esistenza di Maria invita a ricuperare da una parte tutto il realismo dell'esistenza concreta di Maria di Nazaret, la libertà della sua partecipazione al mistero, il suo pellegrinaggio di fede, la concretezza della sua sequela difficile di discepola e di madre fino alla croce, la connaturalità del suo inserimento nella prima comunità cristiana dove avviene il primo e fondante rapporto di interscambio fra Maria e la comunità del Risorto. É lei testimone privilegiata della verità umana del mistero di Cristo fin dai suoi inizi; viene riconosciuta beata per il realismo della sua fede biblica; è considerata per antonomasia la credente (« he pistéusasa ») (cf. Lc 1,45); riceve in mezzo alla assemblea dei testimoni del Risorto l'omaggio della prima generazione che la chiama beata.
Questo è il realismo dell'esistenza di Maria. Ma la pienezza del realismo del suo vivere, come anche di quello di Cristo, la Scrittura ce lo offre con il linguaggio biblico, simbolico di piena continuità con le categorie della storia della salvezza che convergono ora in Cristo ed anche nella Madre del Messia.
Qui la liturgia raggiunge in pieno la presentazione che offre la catechesi biblica, mutuandone contenuti, linguaggio, piena espressività per collocare il mistero ed i misteri della Vergine Maria nell'ampio quadro della historia salutis.
La liturgia, specialmente quella più recente della riforma liturgica e della « Collectio » conferma ed illustra la conclusione di un grande biblista, A. Feuillet: « Chiunque voglia approfondire la dottrina mariana dal punto di vista biblico (e liturgico, possiamo aggiungere noi) non può farlo che attraverso una esplorazione più estesa della storia della salvezza. Viceversa, chiunque voglia comprendere più a fondo la storia della salvezza, s'imbatte necessariamente nella Madre del Redentore, unita con vincoli indissolubili al centro stesso della storia salvifica »29.
Due sintetiche illustrazioni di questo principio.
In un pregevole studio sulla Vergine dell'Avvento, I. Calabuig, sintetizza i simboli biblici che confluiscono nella liturgia di questo tempo. Maria è la terra vergine, il talamo delle nozze, il vello di Gedeone, la porta, la casa, il tempio... È anche la piena di grazia, la donna nuova e nuova Eva, la figlia di Sion, la Vergine del fiat, la Vergine dell'ascolto, dell'accoglimento, del dialogo, la Vergine feconda. Titoli personali e simboli veterotestamentari si intrecciano nella celebrazione liturgica30.
Questo stesso principio trova un'altra puntuale applicazione nella « Collectio Missarum » della Madonna, e si riflette sulla catechesi ecclesiale. Da una parte troviamo formulari di messe che celebrano il mistero di Maria con titoli tratti prevalentemente dalla Sacra Scrittura, ad esempio: Figlia eletta della stirpe di Israele, madre del Salvatore, discepola del Signore, donna nuova, serva del Signore, tempio del Signore, sede della sapienza... Dall'altra parte con questo continuo riferimento alla Scrittura si trova esplicitato nelle preghiere e prefazi, in un linguaggio prettamente biblico, il mistero della Vergine Madre.
Troviamo qui messo in pratica uno degli orientamenti fondamentali enunciati da Paolo Vl nella Marialis cultus per il rinnovamento della pietà mariana: « La Bibbia, proponendo in modo mirabile il disegno di Dio per la salvezza degli uomini, è tutta impregnata del mistero del Salvatore e contiene anche, dalla Genesi all'Apocalisse, non indubbi riferimenti a colei che del Salvatore fu Madre e cooperatrice. Non vorremmo però che l'impronta biblica si limitasse ad un diligente uso di testi e simboli sapientemente ricavati dalle Sacre Scritture; essa comporta di più: richiede, infatti, che dalla Bibbia prendano termini ed ispirazione le formule della preghiera e le composizioni destinate al canto; ed esige, soprattutto, che il culto della Vergine sia permeato dei grandi temi del messaggio cristiano, affinché, mentre i fedeli venerano colei che è sede della Sapienza, siano essi stessi illuminati dalla luce della divina Parola ed indotti ad agire secondo i dettami della Sapienza incarnata »31.
Ecco un principio per la catechesi liturgica. Ma affinché non vi sia il sospetto dell'eccessivo simbolismo, non si dimentichi mai il concreto realismo della vita di Maria di Nazaret, la sua esistenza umile e povera, come quella di Gesù di Nazaret.

b) Celebrare la memoria della Madre di Gesù


Un secondo corollario per la catechesi mariana della liturgia viene dall'impostazione teologica del culto della Vergine, come è stato proposto dalla SC 103; si tratta infatti di tradurre con più precisione in celebrazione ed in testi l'indissolubile congiunzione di Maria con l'opera salvifica del Figlio, illustrata poi a livello biblico-teologico dalla LG nn. 55-59 e 61.
Possiamo dire che tale impeccabile principio teologico era ben lontano da essere pienamente realizzato nella liturgia romana preconciliare, più attenta alla celebrazione di alcuni eventi di Maria, di alcuni suoi privilegi, di alcuni aspetti legittimi della devozione secolare della Chiesa, meno aperta alla valorizzazione piena della comunione della Madre con il Figlio nei misteri della salvezza.
Una autentica catechesi liturgica non può non valorizzare il principio e le realizzazioni della attuale riforma liturgica nei confronti dell'eucologia mariana. Esaminando attentamente i testi si può dire che, finalmente, il principio del far memoria in maniera specifica degli eventi evangelici nei quali Maria è entrata come protagonista e collaboratrice del mistero della salvezza, sia stato applicato coerentemente ed in maniera soddisfacente, solo nell'ultima riforma liturgica ed in maniera speciale nella « Collectio Missarum ».
Con molta, forse eccessiva sobrietà, la parola evangelica proclamata trovava riscontro nella celebrazione specifica di Maria negli eventi del Figlio con il quale era indissolubilmente unita, e nella relativa eucologia liturgica del Messale, specie nei prefazi nelle collette. Eppure la memoria degli eventi, il memoriale del mistero e dei misteri, è al centro della celebrazione liturgica. Bisogna quindi rallegrarsi, anche per gli spunti di catechesi della fede proclamata, celebrata e vissuta, del ricupero celebrativo in chiave eucologica della memoria di Maria oltre che nella Annunciazione e la Visitazione, nella nascita del Signore e nella sua Epifania alle genti, nella presentazione al tempio e alle nozze di Cana, nella fedeltà della vita nascosta a Nazaret e nella perseverante sequela di discepola fino al Calvario, nell'evento della passione e morte e nel gaudio della risurrezione del Figlio, nel Cenacolo della attesa e della effusione dello Spirito Santo32.
Questa storicizzazione liturgica degli eventi della salvezza nei quali è presente Maria, pur nella discrezione della nuova proposta della « Collectio », sembra colmare una lacuna per un pieno ricupero equilibrato della « memoria » storica di Maria di Nazaret indissolubilmente unita al mistero del Figlio. La lex credendi, documentata in primo luogo dalla Scrittura, diventa lex orandi; la Parola proclamata, diventa parola pregata. Al già avvenuto ricupero biblico di Maria di Nazaret segue ora il dovuto ricupero liturgico del suo mistero negli eventi della salvezza, in quei misteri nei quali, come ricorda il Vaticano II  prese parte: « quae mysteriis Christi interfuit » (LG 66); principio posto a fondamento del culto liturgico della Madre del Signore.
Il miglior modo di celebrare Maria è appunto « far memoria » con la parola proclamata e pregata degli eventi della salvezza nei quali ella prese parte e che nel Cristo Signore al quale ella fu ed è indissolubilmente unita « in qualche modo sono resi presenti in ogni tempo » (cf. SC 102 e 103).
Si noterà con piacere che tale è il modo evocativo-narrativo di molti testi della « Coilectio », sia delle collette che dei prefazi, in una visione dinamica dell'operosità di Maria, della sua partecipazione consapevole al mistero di Cristo.
Può bastare qui un esempio. Nel bel formulario di Santa Maria di Nazaret, e già questo titolo e questo recupero del mistero della vita nascosta è una lezione fondamentale di catechesi liturgica, l'esistenza di Maria viene cantata con questi semplici accenti che possono essere percepiti e vissuti da tutte le comunità ecclesiali:
« In quotidiana familiarità con il Figlio
nella casa di Nazaret, culla della Chiesa,
offre a noi un prezioso insegnamento di vita.
Madre e discepola del Cristo Signore,
custodisce e medita nel cuore
le primizie del Vangelo.
Unita a Giuseppe, uomo giusto,
da un vincolo di amore sponsale e verginale
ti celebra con canti, ti adora nel silenzio,
ti loda con il lavoro delle mani,
ti glorifica con tutta la vita
»33.
Maria viene recuperata così nella descrizione allusiva di Luca ed anche nella menzione retrospettiva degli altri evangelisti che presentano Gesù come « figlio del carpentiere », figlio di Maria di Nazaret.
Queste nuove prospettive sono da affiancare ovviamente ad altri testi ed altre celebrazioni dove è stata privilegiata l'esaltazione dei titoli della Vergine Maria, la dottrina dei grandi dogmi mariani - Immacolata, Maternità divina e verginale, Assunzione - oppure la memoria liturgica di episodi salienti della vita di Maria ma dei quali la documentazione evangelica è scarsa o nulla.

c) Maria nei diversi tempi dell'anno liturgico

In continuità con quanto abbiamo già esposto ci sembra di scorgere un autentico rinnovamento liturgico che deve incidere pure sulla catechesi mariana nella diversa impostazione con cui deve essere proposta la sua memoria.
Se prima si privilegiava decisamente la celebrazione di singoli avvenimenti della vita e della gloria di Maria in feste e memorie autonome, ora si è cercato di privilegiare l'inserimento della sua memoria nei tempi liturgici che sono lo sviluppo logico del mistero del Signore, dall'Avvento fino alla sua definitiva venuta. Maria è ricuperata così in pieno nei tempi liturgici che sono l'alveo logico della celebrazione del mistero del Signore e quindi della sua partecipazione nella storia della salvezza.
Vi è pure un altro aspetto che dobbiamo sottolineare. Nella misura in cui l'anno liturgico è la catechesi e la mistagogia programmata della Chiesa che ritorna, con novità di prospettive, ogni ciclo liturgico per offrire tutto il mistero di Cristo alla Chiesa, il giusto inserimento della presenza e della esemplarità di Maria nei tempi liturgici, con i nuovi contributi eucologici, permettono di offrire una catechesi appropriata di Maria in piena sintonia con il mistero di Cristo ed in armonia con la realtà viva della Chiesa; questa, vivendo il mistero del Signore, non può non lasciarsi coinvolgere dall'esemplarità di Maria che è affermata con vigore, specialmente in alcuni cicli liturgici. Questa connaturalità dell'inserimento della Madre nei misteri del Figlio e nella vita della Chiesa, con l'armonia e la pienezza dell'anno liturgico, può ovviare alle esagerazioni di un certo devozionalismo che riduce il Vangelo e la vita della Chiesa a poche parole e messaggi, o estrapola il discorso su Maria fuori del misurato equilibrio della celebrazione liturgica, aperta da sempre, come testimonia la storia, ad approfondimenti contemplativi e ad esperienze spirituali, nonché ad impegni forti di vita ecclesiale sulle orme della discepola del Signore34.
Più che mai, una catechesi attenta può fare dei diversi tempi dell'anno liturgico l'occasione propizia per una adeguata catechesi, e può trarre dai diversi testi liturgici la più lucida ispirazione per presentare la figura di Maria nel dinamismo della storia della salvezza, modello della Chiesa nell'esercizio del culto divino e del culto esistenziale della vita.
A questo punto, bisogna sottolinearlo, il discorso aperto dalla Marialis cultus sull'esemplarità di Maria nell'esercizio del culto divino, deve trovare nuovi ed appropriati sviluppi per l'esemplarità mariana nell'ambito dell'Avvento e del Natale, della manifestazione del Signore e della Quaresima, del Triduo pasquale e del tempo di Pasqua; senza dimenticare il tempo ordinario che è sempre tempo propizio della salvezza che celebra il mistero di Cristo e della Chiesa, nel ritmo giornaliero della parola di Dio e degli eventi della vita pubblica del Signore, nei quali anche Maria offre la sua esemplarità di attenta discepola della parola e seguace di Cristo nel cammino del Vangelo; è il tempo ordinario che sottolinea pure la presenza di Maria che accompagna con il suo esempio e la sua intercessione il cammino storico della Chiesa, il pellegrinaggio di fede nel tempo fino alla venuta del Signore35.

d) Dalla liturgia al culto esistenziale della vita

La rivalutazione dell'esistenza storica di Maria come liturgia viva e la sua congrua celebrazione liturgica nei riti e nelle preghiere, « per ritus et preces », ha pure, come abbiamo insistito, una forte carica esemplare. Nel caso della liturgia, prettamente cristocentrica, l'esistenza di Gesù è diventata il memoriale liturgico nell'insieme del suo mistero e nella varietà dei suoi misteri; sono i « mysteria carnis Christi » nei quali vanno incluse la persona, gli eventi, le azioni e le parole stesse di Cristo. La celebrazione liturgica, a sua volta, rimanda verso l'esistenza quotidiana, per vivere con Lui e come Lui nel culto spirituale, nella autenticità della vita nello Spirito Santo. Nel caso della memoria di Maria abbiamo analogicamente lo stesso principio. Celebriamo la memoria della Madre gloriosa del Signore nel memoriale della sua esistenza terrena - persona, parole ed opere - sempre unita al mistero salvifico di Cristo. Ma siamo continuamente rimandati a quella stessa esistenza liturgica, o culto spirituale della vita nella nuova alleanza, che Maria ha vissuto per prima. Già Paolo VI aveva illustrato con particolare finezza questo principio nella Marialis cultus n. 21 quando scriveva:
«Modello di tutta la Chiesa nell'esercizio del culto divino, Maria è anche, evidentemente, maestra di vita spirituale per i singoli cristiani. Ben presto i fedeli cominciarono a guardare a Maria per fare, come lei, della propria vita un culto a Dio e del loro culto un impegno di vita. Già nel IV secolo, sant'Ambrogio, parlando ai fedeli, auspicava che in ognuno di essi fosse l'anima di Maria per glorificare Dio: « Dev'essere in ciascuno dei cristiani l'anima di Maria per magnificare il Signore; dev'essere in ciascuno il suo spirito per esultare in Dio ». Maria, però, è soprattutto modello di quel culto che consiste nel fare della propria vita un'offerta a Dio: dottrina antica, perenne, che ognuno può riascoltare, ponendo mente all'insegnamento della Chiesa, ma anche porgendo l'orecchio alla voce stessa della Vergine, allorché essa, anticipando in se la stupenda domanda della preghiera del Signore - « Sia fatta la tua volontà » (Mt 6,10) -, rispose al messaggero di Dio: « Ecco la serva del Signore: sia fatto di me secondo la tua parola » (Lc 1,38). E il « sì » di Maria è per tutti i cristiani lezione ed esempio per fare dell'obbedienza alla volontà del Padre la via e il mezzo della propria santificazione
In questa maniera ritroviamo un equilibrio nell'autentica catechesi su Maria. Dalla memoria viva della sua esistenza come culto gradito passiamo alla celebrazione liturgica del suo mistero; dalla celebrazione del suo mistero la Chiesa attinge il principio dell'esemplarità vissuta in una esistenza pienamente liturgica, sacerdotale, nel culto spirituale che congiunge indissolubilmente la lode di Dio ed il servizio impegnato dei fratelli nello spirito perenne del « Magnificat »36.
Ovviamente, anche questo principio richiede una integrazione. Se la liturgia è fonte e culmine, è principio e anche modello di vita, è momento pieno di esistenza cultuale gradita al Padre, se vissuta anche da parte nostra nella pienezza della vita teologale; l'esemplarità di Maria si riflette nella liturgia, e viene espressa in maniera più esplicita dai nuovi testi liturgici in questi tre settori della vita cultuale:
- L'esercizio del culto divino in se stesso, del quale Maria è eccellentissimo modello, come viene proclamato nelle diverse sintesi già citate37.
- Il culto spirituale dell'esistenza sacerdotale del popolo di Dio in mezzo al mondo in piena continuità con il culto liturgico.
- La piena partecipazione nella liturgia e nella vita al mistero ed ai misteri di Cristo e del suo Spirito, nel dinamismo di quello che noi chiamiamo vita cristiana - vita in Cristo con tutta la sua ricchezza evidenziata dalla liturgia nell'anno liturgico - e vita spirituale - vita nello Spirito Santo - con tutta la normalità e preziosità di grazia che ci viene offerta dall'anno liturgico, tempo dello Spirito.
Maria può essere così presentata come immagine viva e modello perfetto di quanto la Chiesa può e deve vivere in contatto vivo con i misteri, nello splendore e ricchezza dell'anno liturgico.
La liturgia, conviene ribadirlo in fine a scanso di equivoci, rivalutando ampiamente la figura evangelica di Maria, la sua esemplarità cultuale, la sua memoria nei misteri di Cristo lungo il corso dell'anno liturgico, non si rivolge alla Vergine Madre come ad un personaggio del passato; ravvisa i tratti di Maria di Nazaret nella Madre gloriosa del suo Signore, come scorge del resto i lineamenti di Gesù di Nazaret in colui che è presente nella liturgia come il Verbo incarnato che è morto ed è stato glorificato, il Kyrios della gloria. Celebra quindi la Madre di Cristo sulla base di una presenza particolare nella comunione dei santi che rende più viva la sua memoria, più trasparente la sua esemplarità ed anche più efficace la sua intercessione materna affinché la Chiesa, imitandone gli atteggiamenti, sia più autenticamente coinvolta, con piena docilità allo Spirito e perfetta partecipazione teologale, ai misteri celebrati37.
Ed anche per questo, come veniva ricordato all'inizio, la catechesi liturgica su Maria è un pressante invito alla comunione spirituale con i suoi sentimenti, non un freddo discorso culturale sulla sua persona o una unilaterale esaltazione dei suoi privilegi; è proposta di esemplarità per l'esistenza cultuale del cristiano e non sterile devozionalismo; è legame con tutto il mistero della salvezza, in Cristo e nella Chiesa, e non riduttivo messaggio illuministico e devozionale

NOTE
28 Non si può trascurare la doverosa attenzione all'enciclica di Giovanni Paolo II Redemptoris Mater che, pur non trattando il tema liturgico, ha molto contribuito ad avvicinare alla nostra esperienza di fede la figura della Madre del Signore nella comunione con Cristo, nel pellegrinaggio della fede, nella comunione con la Chiesa.
29 Citato da A. SERRA, Bibbia, in S. de Fiores - S. Meo (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia (NDM), Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, p. 302.
30 L'avvento, spazio celebrativo del mistero della Vergine, in AA.VV., Come celebrare Maria, Centro di cultura mattana « Mater Ecclesiae », Roma 1981, pp. 19-39 con relativa documentazione eucologica. Dello stesso autore si può ricordare la sintesi biblico-simbolica dell'immagine di Maria come appare nella primitiva liturgia mariana; cf. Liturgia (origini), in NDM 767-787, specialmente pp. 782-786.
31 Marialis cultus, 30.
32 In questo senso ci sembra che il contributo della « Collectio » sia decisivo ed abbia tratto le conseguenze della nuova impostazione teologica del culto mariano, specialmente per una valorizzazione da tempo auspicata per una migliore presentazione del ruolo di Maria nel mistero pasquale e nella Pentecoste, due aspetti sui quali la Marialis cultus non aveva potuto praticamente illustrare i contenuti data la scarsità di riferimenti.
33 Messe della Beata Vergine Maria, p. 25.
34 Una annotazione che non deve sfuggire alla catechesi liturgica è questo richiamo della Conferenza Episcopale Italiana inserita nella Presentazione del volume delle Messe della Beata Vergine Maria, n. 4: « L'occasione storica ci stimola ad approfondire i motivi e le forme della pietà mariana alla luce del Vaticano Il, degli insegnamenti dei pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, e dei pastori delle nostre Chiese. Su tale fondamento, nel quotidiano ascolto della parola di Dio e nella genuina celebrazione dei santi misteri - anziché sulle fragili basi di apparizioni e messaggi de sunti rivelazioni private non ancora riconosciute dalla Chiesa - potrà crescere con tutta la sua forza e vitalità il vero culto mariano ».
35 Una breve presentazione di questo aspetto nel nostro articolo: Maria nell'anno liturgico, in Testimoni nel mondo, n. 1, 1988, 33-78. Tutto il numero, pur nella sua semplicità, è un vero contributo all'auspicato rinnovamento della catechesi mariana alla luce della liturgia.
36 L'enciclica Redemptoris Mater nn. 35-37 ha ampiamente rivalutato gli aspetti impegnativi del cantico di Maria, anticipazione della proposta messianica del Figlio, sintesi del nesso indissolubile fra liturgia ed esistenza, culto e carità sociale, così vivamente sottolineati dai profeti e vissuti nella Chiesa primitiva.
37 Lo rileva con parole indovinate uno dei passi più belli delle Prenesse della « Collectio » n. 17: « L'esemplarità della beata Vergine che emerge dalla stessa azione liturgica, induce i fedeli a conformarsi alla Madre per meglio conformarsi al Figlio... Li incita a custodire premurosamente la parola e a meditarla amorosamente; a lodare Dio con esultanza e a rendergli grazie con gioia; a servire fedelmente Dio e i fratelli e a offrire generosamente per loro anche la vita... ad essere misericordiosi e umili... ». Un programma di autentica vita cultuale!



 

Inserito Martedi 17 Maggio 2011, alle ore 10:17:32 da latheotokos
 
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