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  Il santuario di Notre Dame du Laus, “culla” degli Oblati 
ChiesaIl profondo legame tra questo santuario e gli Oblati di Maria Immacolata

 

 

E’ singolare che proprio nell’anno in cui si festeggiava il 150° anniversario dalla prima apparizione della Vergine Immacolata a Lourdes, la Chiesa abbia ufficialmente pronunciato il riconoscimento della veridicità degli avvenimenti straordinari che per oltre 50 anni si sono verificati a Laus, piccolo paese sperduto nelle Alpi francesi, a pochi chilometri da Torino. L’annuncio è stato dato dal vescovo Jean Michel di Falco Leandri, il 4 maggio 2008, davanti a migliaia di pellegrini, numerosi sacerdoti e cardinali e al nunzio apostolico in Francia, monsignor Fortunato Baldelli, durante la santa messa.

 1. La storia

Benedetta Rencurel nasce nel 1647, secondogenita di una coppia di buoni e ferventi cattolici. Ha sette anni quando il padre, Guglielmo Rencurel, muore lasciando la vedova e le tre figlie nella miseria. Non c'è scuola a Saint-Etienne d'Avancon, perciò Benedetta non imparerà mai a leggere e scrivere. La sua istruzione consiste nella predica della Messa domenicale durante la quale apprende che Maria è la misericordiosa Madre di Dio e desidera vederla. E’ una ragazza dolce, ma ferma e determinata, che ama pregare e rimane spesso assorta nella recita del rosario. Un giorno di maggio del 1664, al Vallone dei Fours, mentre porta al pascolo le pecore per una ricca famiglia del luogo, le appare una bellissima signora con un bambino per mano. La toccante conversazione rivela l’ingenuità della ragazza: “Bella signora, volete far merenda con me? Ho un po’ di buon pane e potremmo bagnarlo nella fontana?” la Signora risponde con un sorriso alla semplicità di quelle parole e scompare. L’apparizione si ripete altre volte, per quattro mesi, finché un giorno la Signora chiede che venga fatta una processione, dopo la quale svela il suo nome: dice di essere la Vergine Maria!
Benedetta la rivedrà un mese dopo in un luogo diverso: al Pindreau. Qui Maria chiede alla pastorella di recarsi al Laus. “Là, Ella dice, troverete una cappella che riconoscerete per il profumo di violetta.”  Benedetta segue le indicazioni e trova la cappellina abbandonata, dedicata a Notre Dame de Bon Rencontre. Qui la Madre di Dio chiede che venga costruita una chiesa in onore di Cristo, perché molti peccatori e peccatrici si convertano.
Durante l'inverno 1664-1665, Benedetta sale al Laus ogni giorno, vede la Vergine che le raccomanda «di pregare continuamente per i peccatori». Dio è offeso dalle loro colpe, ma vuole prodigar loro la sua misericordia. La notizia delle apparizioni si diffonde e a partire dal 19 marzo (festa di San Giuseppe) i pellegrini accorrono a Nostra Signora di Le Laus. Molti hanno ottenuto grazie per sua intercessione; vanno per confessarsi, desiderano cambiar vita. Il vicario generale di Embrun, Antonio Lambert , inizia, nel settembre 1665, un'inchiesta. Interroga la veggente e poi celebra la Messa. Fra i presenti c’è Caterina Vial, una donna gravemente malata, ripiegata in modo tale che le calcagna le  toccano il fondo della schiena. Si è rivolta fiduciosamente alla Madonna con una novena ed è guarita. La gente grida che è un miracolo. Terminata la messa, il sacerdote interroga la miracolata ed i testimoni, poi afferma: «Ecco la mano di Dio!». Il 18 settembre 1665 le apparizioni  sono ufficialmente riconosciute dall'autorità diocesana e, a partire dall'ottobre dello stesso anno, ha inizio la costruzione di una chiesa abbastanza grande per accogliere i numerosi pellegrini.
Nostra Signora sì è rivelata a Le Laus come riconciliatrice e rifugio dei peccatori. Promette a Benedetta che l'olio della lampada della cappella (che arde davanti al Santissimo Sacramento), opererà guarigioni su quegli ammalati che lo applicheranno con fede su di sé, e così avviene ancor oggi. Benedetta si prende a cuore la missione ricevuta dalla Santissima Vergine, di preparare i peccatori a ricevere il sacramento della Penitenza. Incoraggia i sacerdoti addetti al santuario a ricevere i pellegrini con dolcezza e carità, dimostrando una bontà particolare per i più grandi peccatori. Fa  loro comprendere che il sacramento della penitenza permette di tornare al Padre, di buttarci fra le sue braccia misericordiose. La confessione è così l'occasione di un tenero incontro fra il figlio ed il Padre.
Per riparare i loro peccati ed ottenere grazie per essi, si obbliga a penitenze severe, al punto di compromettere la sua salute.
Alcuni, che non vedono di buon occhio quegli eventi giungono ad attribuire le apparizioni al demonio. Viene fatta una nuova inchiesta diocesana che termina a favore della straordinarietà di quanto avviene a Laus.
Fra il 1669 e il 1679, Gesù Crocifisso appare a Benedetta per cinque volte. Un venerdì di luglio del 1673, il Salvatore, tutto insanguinato, le dice : «Figlia mia, mi mostro in questo stato affinché tu partecipi ai dolori della mia Passione».
A partire dal 1684, il pellegrinaggio di Le Laus raggiunge il suo pieno sviluppo. I soldati di stanza a Gap si recano in massa a Le Laus. Si confessano, cambiano vita e diventano i messaggeri di Le Laus in tutta la Francia ed anche all'estero.
Tuttavia, a questo periodo di successo, succede un periodo di prove e di oscurità. Benedetta subisce dure tentazioni, il demonio la assale anche fisicamente.
Sul finire del luglio 1692, Benedetta ed i sacerdoti di Le Laus sono costretti a rifugiarsi a Marsiglia per sfuggire all'invasione delle truppe del duca di Savoia che devastano la regione di Gap. Il ritorno della pace consente che riprendano il loro posto al santuario, ma le prove continuano. I nuovi responsabili del santuario dimostrano poco zelo per la cura delle anime, e i preti della regione predicano dal pulpito che Le Laus è un abuso. A partire dal 1700, vietano a Benedetta di parlare ai pellegrini, tuttavia ella continua a ricevere spesso la visita della Santa Vergine e del suo angelo custode, che la confortano. Finalmente, nel 1711, il santuario è affidato alla comunità dei "Padri guardiani". Questi sacerdoti si rivelano essere uomini di preghiera, che predicano ai pellegrini di Le Laus la devozione al Sacro Cuore di Gesù ed il ricorso a Maria, rifugio dei peccatori.
Dopo vent'anni di calvario, Benedetta può esercitare di nuovo la sua missione nella pace, fino alla morte, avvenuta il 28 dicembre 1718.
La causa di beatificazione della Serva di Dio Benedetta Rencurel, introdotta nel 1871, è stata recentemente ripresa dalla diocesi di Gap.

 2. Le Laus e gli Oblati di Maria Immacolata.

 Quando, proprio agli inizi della santa Società che S. Eugenio de Mazenod aveva costituito, fu richiesta la presenza di sacerdoti per la cura del santuario, la risposta del nostro fondatore fu pronta e generosa. Così, nel 1818 la prima comunità, dopo quella di Aix, nasce in un santuario Mariano. Eugenio vede una profonda affinità tra il ministero delle missioni al popolo e il servizio nei santuari. Dal santuario i missionari possono partire per irradiare la vita in tutto il territorio circostante, e al santuario possono raccogliere le persone incontrate nelle varie parrocchie per aiutarle a vivere momenti di particolare comunione con Dio. Che poi, nella bolla di approvazione Pio VII, abbia affidato agli Oblati il compito di diffondere il culto di Maria appare a Eugenio come una conferma degli orientamenti che già lui stesso aveva affidato alla Congregazione. È per lui una gioia e un onore vedere i suoi Oblati nel santuari, intenti ad accogliere i pellegrini, a confermarli nella loro fede semplice, ad incrementare il loro amore per Maria... “Tutti noi – scrive al vescovo di Gap – facciamo professione di devozione specialissima per la Madre di Dio. La Chiesa ci ha imposto il dovere (dolce senza dubbio, ma sempre dovere) di propagare il suo culto”.
In linea con quanto gli oblati, fin dalle origini hanno sentito di dover essere. Missionari Oblati di Maria, il cui zelo ha portato pioneristicamente in tante parti del mondo, ma anche in luoghi privilegiati. In quei santuari dove il richiamo della Madonna faceva e fa accorrere tante persone  malate nel corpo o nello spirito e le porta tra le braccia di Dio Padre che tutto perdona e tutto guarisce. Ancor oggi troviamo gli oblati a Lourdes e in altri santuari mariani: Pescara, Aosta ecc. Ed è significativo che Maria li voglia insieme a Lei in prima linea.
E il Laus diventa la culla della famiglia oblata, come ricordava il compianto vescovo Marcello Zago: “L’accettazione del Santuario di Nostra Signora di Laus nel 1818 è stata l’occasione per la stesura delle Regole e quindi per l’espressione religiosa della nostra vita di missionari. L’aumento delle vocazioni oblate è collegato normalmente all’impegno nelle missioni estere; ma penso che sia dovuto altrettanto all’immagine Mariana della Congregazione”.
Il fondatore sollecitava a pregarLa per  le vocazioni. “ Preghiamo – raccomanda- affinché il Padre di famiglia ci invii operai per coltivare la vigna che ci ha affidata. Tocca alla nostra buona Madre ottenerci questa grazia per la gloria del suo Figlio. Domandiamogliela quindi con fervore e perseveranza.”
Il santuario rimarrà affidato agli oblati fino al 1841, per un certo periodo sarà anche sede del noviziato e Monsignor de Mazenod, che sarà molto devoto per tutta la vita alla Madonna del Laus, a Lei affida tutti i problemi della sua congregazione, sicuro di ricevere aiuto concreto. Una testimonianza la troviamo nella lettera indirizzata ad un sacerdote in una particolare situazione: “Voi andrete innanzitutto alla Nostra Signora di Laus per mettervi fino a nuovo ordine sotto il manto della nostra buona Madre. È l’ultimo ricorso che uso per salvarvi. Andatevi con cuore retto, invocatevi questa potente protettrice con fervore, chiedete a Lei di accordare alla guida che vi indico in quel santo luogo le luci soprannaturali e a voi la semplicità e la docilità di cui avete bisogno in questa circostanza decisiva della vostra vita”.
Gli oblati danno incremento ai pellegrinaggi ed è per merito loro che la devozione diventa da nazionale ad internazionale.

 3. Dal Laus sgorga un’altra sorgente di grazia

 Anche un altro santo del tempo, San Pier Giuliano Eymard, la cui storia personale e di santità si è incrociata con quella di Sant’Eugenio de Mazenod in più occasioni, ha un rapporto particolare e intenso con quel santuario, che non esita a definire: “..il più caro al mio cuore”.
All’età di 11 anni, Pier Giuliano vi arriva a piedi, tutto solo, mendicando il suo pane. «È là – scriverà più tardi – che per la prima volta ho conosciuto ed amato Maria». Sua madre, Maddalena Pelorce, non aveva mancato di inculcargli una tenera devozione verso la Vergine e tuttavia l’esperienza spirituale del Laus lo segnerà in maniera indelebile.
A 12 anni, Pier Giuliano riceve la prima Comunione e manifesta il proposito di diventare prete, ma suo padre si oppone. Torna allora in pellegrinaggio al Laus dove riceve da p.Touche omi, la conferma della sua vocazione e l’eccezionale possibilità, per quei tempi di giansenismo, di comunicarsi tutte le domeniche. “Ho benedetto la Madonna del Laus – scriverà ormai alla fine della sua vita, nel 1865 – e quando morì la mia povera mamma, in quel giorno la presi come madre e ai suoi piedi, nella cappella di Saint-Robert, le chiesi di diventare prete.”
Qualche tempo dopo, il suo ideale sembra realizzarsi: egli entra tra gli Oblati di Maria Immacolata a Marsiglia, ma la malattia lo costringe a lasciare il noviziato. Ci vorranno lunghi mesi di convalescenza e la morte del padre perché finalmente, nel 1831, si aprano per Pier Giuliano le porte del seminario di Grenoble.
Nel corso del suo ministero di vicario parrocchiale a Chatte, egli riceverà una grazia particolare al «calvario di Saint-Romans», dove imparerà a «vedere dapprima le cose dal punto di vista della bontà di Dio per l’uomo». È la sua devozione mariana che l’ha condotto a questa visione positiva della vita cristiana. Nel 1839 entra nella congregazione dei Maristi; ora è un religioso in un Istituto che porta il nome della Madonna. Il padre Eymard compie il suo noviziato a Lione e, da allora in poi, il santuario della Madonna di Fourvière diventerà il luogo privilegiato della sua devozione: vi si reca almeno due volte la settimana. Ma è al Laus, circa trent’anni dopo, che trova la certezza della sua vocazione Eucaristica che lo porterà a fondare la famiglia religiosa dei sacerdoti del Santissimo Sacramento.

4. Oggi

Dopo essere stato amministrato successivamente dai Padri guardiani, gli Oblati di Maria Immacolata ed i Missionari di Nostra Signora di Le Laus, il santuario è oggi affidato al clero diocesano, assistito da una comunità di Frati di San Giovanni. Oggi è un centro spirituale che, fedele alla sua missione, accoglie i pellegrini venuti a mettersi sotto la materna protezione di Maria, fra loro anche molti oblati vi si sono recati, per ripercorrere le orme del loro fondatore, per bere alla stessa fonte.

 

Inserito Giovedi 5 Aprile 2012, alle ore 15:17:08 da latheotokos
 
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