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  Duns Scoto: Il Dottore dell'Immacolata 
Autori

Dal libro di Girolamo Pica, Il Beato Giovanni Duns Scoto Dottore dell'Immacolata, ElleDiCi - Velar, Leumann 2012, pp.15-20.

 



Vi sono alcuni punti dottrinali che fanno parte della Rivelazione, ma che tuttavia non sono subito chiari ed evidenti ai credenti. Ciò è dovuto al fatto che qualche volta la fonte primaria di questa Rivelazione, la Sacra Scrittura, non è esplicita. Per spiegare e comprendere allora queste verità vi è bisogno dell'azione dello Spirito Santo nella Chiesa - gerarchia e fedeli - e del lento lavoro dei teologi, il cui compito è proprio quello di trarre le conclusioni certe a partire dai dati rivelati.
L'Immacolata Concezione di Maria ne è un esempio tipico. Questa verità era già percepita dal popolo cristiano attraverso il "senso della fede" - sensus fidei - sin dai primi secoli della Chiesa, e vissuta a livello devozionale e liturgico. Faceva parte del patrimonio di fede dei Padri. Tuttavia i teologi facevano molta difficoltà a spiegarne il vero senso.
Anche menti eccellenti come San Bernardo, San Tommaso d'Aquino o San Bonaventura, pur avendo una grande devozione personale per la sublime purezza e illibatezza della Vergine Maria, tuttavia negavano, a livello teologico, il suo concepimento immacolato. Tra le maggiori difficoltà da loro addotte per questa negazione ve ne erano due. Una era l'universalità della redenzione, per cui se Cristo è davvero il Redentore di tutto il genere umano, come c'insegna la Sacra Scrittura, allora anche Maria dovette essere redenta, cioè liberata dal peccato dopo la sua concezione. La seconda difficoltà proveniva da un'idea ereditata da Sant'Agostino, per cui il peccato originale di Adamo ci verrebbe trasmesso attraverso l'infezione della carne, quindi con la generazione fisica. Per queste due ragioni anche i tre grandi teologi sopra menzionati sostenevano che Maria, anche se per poco tempo, era stata anche lei macchiata dal peccato.
Ciò naturalmente andava contro la sensibilità dei fedeli stessi.
Il Beato Giovanni Duns Scoto aveva ben percepito la gravità del problema e con il suo acume riuscì a risolvere con successo e definitivamente le due difficoltà.
Per prima cosa, appoggiandosi all'autorità di Sant'Anselmo, spiegò che il peccato non può essere trasmesso fisicamente attraverso la generazione perché non è qualcosa di materiale. Il peccato di Adamo per i suoi discendenti consiste propriamente in una mancanza della giustizia originale. Esso è di tipo morale e non fisico, si trova nell'anima, e più precisamente nella volontà e non nel corpo. Motivo per cui - dice Scoto - "essendo la volontà qualcosa di puramente immateriale e perciò distinta dalla carne, allora non può essere infetta dalla carne". Poi, spiega sempre il Beato, nel caso di Maria, Dio ha fatto qualcosa di molto speciale e conveniente, ha cioè preservato l'anima di Maria dall'essere contagiata dal peccato, prima ancora che lei fosse concepita. In questo modo, all'atto della sua concezione lei era già "senza macchia", immacolata. Ecco le parole di Scoto: "Dio poté, nel primo istante di quell'anima, darle la stessa grazia che dà a un altro nel momento della circoncisione o del Battesimo. Così, in quel primo istante, essa non ebbe il peccato originale, così come con gli altri avviene con il Battesimo".
Per quanto riguarda il motivo dell'universalità della redenzione, questo era effettivamente la causa principale della negazione dell'Immacolata Concezione. Il Beato Giovanni Duns Scoto spiegò che la redenzione universale di ogni essere umano rimane un fatto indiscutibile. Di fatto tutti sono stati redenti da Cristo, Maria inclusa. E anche lei, se non fosse stata preservata, sarebbe stata bisognosa di redenzione liberativa. Come chiunque altra persona, cioè, anche lei avrebbe avuto bisogno del Battesimo. Tuttavia, nel suo caso specifico avviene qualcosa di molto speciale. Mentre per tutti gli altri esseri umani i meriti della redenzione sono applicati dopo la nascita del bambino, nel momento in cui viene battezzato, nel caso di Maria quegli stessi meriti furono applicati prima e cioè nell'istante stesso in cui fu concepita dai suoi genitori. In altre parole, per Maria vi è stata una Redenzione preservatrice. Cristo, spiega Duns Scoto, è Mediatore di grazia non soltanto quando ci purifica dal peccato dopo che lo abbiamo contratto, ma ancora più perfettamente quando preserva dal peccato che ci viene dall'essere discendenza di Adamo. Per questo, dunque, non solo Cristo rimane il Redentore universale, ma anzi col preservare la Vergine ha compiuto un atto di redenzione ancora più perfetto: "Cristo non sarebbe il più perfetto redentore se non avesse meritato che Maria fosse preservata dal peccato originale".
Tuttavia, nonostante la soluzione delle difficoltà da parte di Scoto, questa verità non fu subito accettata dalla maggioranza dei teologi e dalle autorità, soprattutto per il timore di mettersi contro l'autorità di teologi come San Tommaso d'Aquino. All'interno della famiglia francescana invece, l'Immacolata Concezione di Maria fu accettata, difesa e predicata con sempre maggiore entusiasmo, appoggiandosi alla dottrina del "Dottore dell'Immacolata", altro titolo con cui Duns Scoto divenne noto nella storia. L'intera Teologia del Beato Giovanni Duns Scoto, anzi, verrà diffusa dai Francescani ad ogni livello, sia in Europa che in terra di missione, anche grazie a questo importante punto dottrinale sull'Immacolata.
Ci vorranno ancora altri 600 anni circa, prima che il privilegio mariano fosse ufficialmente riconosciuto. Ma la storia diede finalmente ragione al nostro Beato, quando l'8 dicembre 1854 il papa Beato Pio IX, sollecitato anche dalla lettura di un'esortazione di San Leonardo da Porto Maurizio, letta nel Convento romano di San Bonaventura al Palatino, ad accogliere l'assenso dei vescovi a tale dottrina proclamò l'Immacolata Concezione dogma di fede.Ecco le parole del Papa: "Dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la Beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò, pertanto, deve essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli".

Inserito Domenica 3 Giugno 2012, alle ore 16:58:58 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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