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  Maria, memoria missionaria della Chiesa, segno di speranza 
Chiesa

Dal libro di Juan Esquerda Bifet, Maria memoria della Chiesa nel cammino missionario del terzo millennio, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 2002, pp. 59-82.



INTRODUZIONE: Maria segno di speranza nell'evangelizzazione del terzo millennio

L'inizio del terzo Millennio ha bisogno di segni forti di speranza. Di solito, nel presentare una situazione nuova e anche difficile, vengono analizzate delle sfide assieme ai segni di fiducia e di speranza. La storia umana è sempre un cammino di luci e di ombre. In questo cammino storico, la Chiesa trova sempre i nuovi segni della grazia di Dio, per rispondere alle nuove sfide. Nella nostra prospettiva mariana, possiamo affermare che la Chiesa, in ogni momento storico particolare, come nel caso dell'inizio del terzo Millennio, scopre qualche nuovo aspetto del "gran segno", che è "la donna vestita di sole", Maria (cf. Ap 12,1). Veramente, come affermava il concilio Vaticano II, "la madre di Gesù... sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale se­gno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore (cf. 2 Pt 3,10)" (LG 68). La presenza attiva e materna di Maria nella storia della Chiesa è un'idea centrale dell'enciclica "Redemptoris Mater": "Desidero avviare la mia riflessione sul significato che ha Maria nel mistero di Cristo e sulla sua presenza attiva ed esemplare nella vita della Chiesa" (RMa 1; cf. n. 24). Questa presenza attiva è in rapporto alla missione della Chiesa (cf. RMa 26). Perciò, la Chiesa "vede la Beata Madre di Dio nel mistero salvifico di Cristo e nel suo proprio mistero; la vede profondamente radicata nella storia dell'umanità, nell'eterna vocazione dell'uomo, secondo il disegno provvidenziale che Dio ha per lui eternamente predisposto; la vede maternalmente presente e partecipe nei molteplici e complessi problemi che accompagnano oggi la vita dei singoli, delle famiglie e delle nazioni" (RMa 52).25 La missione si svolge sempre nel segno della speranza: "In un mondo angosciato e oppresso da tanti problemi, che tende al pessimismo, l'annunziatore della « buona novella » deve essere un uomo che ha trovato in Cristo la vera speranza" (RMi 91). La venuta dello Spirito Santo sopra gli Apostoli, raggruppati con Maria, accade oggi di nuovo come presenzializzazione dei misteri cristiani. Le nuove grazie dello Spirito Santo aiutano a scoprire e seguire i nuovi segni di speranza. Perciò si può affermare: "Mai come oggi la Chiesa ha l'opportunità di far giungere il Vangelo, con la testimonianza e la parola, a tutti gli uomini ed a tutti i popoli" (RMi 92). Ma precisamente nel campo della missione e dell'evangelizzazione attuale, fino a ché punto e in ché senso Maria può essere chiamata segno di speranza? Quale è il suo posto peculiare come parte di questo segno? Tenteremo di approfondire questo tema, poiché "tutta la Chiesa è invitata a vivere più profondamente il mistero di Cristo, collaborando con gratitudine all'opera della salvezza; ciò essa fa con Maria e come Maria, sua madre e modello" (RMi 92). Vorrei riflettere su Maria come segno di speranza, in rapporto alla sua realtà di figura della Chiesa Madre e quindi missionaria. In questa angolatura preferisco sviluppare il tema dei "semi del Verbo", i quali sono stati seminati dallo Spirito Santo, ed è lo stesso Spirito che li porta a maturare in Cristo. In questo processo entra Maria come Madre e figura della Chiesa, anch'essa Madre, strumento dell'azione dello Spirito Santo in tutto il cammino storico dell'umanità verso l'incontro con Cristo. Maria, la "Theotokos", Vergine e Madre, associata a Cristo Redentore, riassume tutto il messaggio cristiano: Cristo perfetto Dio, perfetto uomo, unico Salvatore. L'azione dello Spirito in Maria, per farla diventare Madre di Dio e Madre nostra, è in rapporto con la stessa azione dello Spirito che ha seminato i "semi del Verbo" e li porta a compimento in Cristo. Maria diventa segno di speranza in questo processo di maturazione dei "semi del Verbo" verso l'incontro con Cristo. L'azione di Dio, operata in Lei, entra più spontaneamente nel cuore dell'uomo e delle culture. In questo modo, Maria si trova armonicamente presente nel cammino di salvezza di tutta l'umanità verso Cristo, come figura di una Chiesa che si rinnova continuamente per diventare, assieme a Maria, suo Tipo, segno trasparente e portatore di Cristo. La maternità di Maria, sotto l'azione dello Spirito Santo, è in rapporto stretto con la maternità della Chiesa, "sacramento universale di salvezza" (LG 48; AG 1). Per gli evangelizzatori, Maria diventa un segno di speranza, come sorgente di gioia e di fiducia. Imitando lo sguardo contemplativo di Maria, l'apostolo, con "la speranza che non delude" (Rom 5,5), s'inserisce nel processo di far maturare i "semi del Verbo" sotto l'azione dello Spirito. "Ci accompagna in questo cammino la Vergine Santissima... come « Stella della nuova evangelizzazione »... come aurora luminosa e guida sicura del nostro cammino" (NMi 58).


1. I "SEMI DEL VERBO" E LA "PREPARAZIONE EVANGELICA" NELL'INIZIO DEL TERZO MILLENNIO


La prospettiva universalista della salvezza è molto chiara nella rivelazione cristiana, poiché "Dio vivente è il salvatore di tutti gli uomini" (1Tim 4,10). Questa realtà salvifica viene illuminata principalmente dal mistero dell'Incarnazione, poiché "con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo" (GS 22). Nella la nostra riflessione mariana sarà importante non perdere di vista il testo della lettera ai galati, dove la "pienezza del tempo" viene collegata alla "donna", da cui nasce Gesù secondo i disegni del Padre (cf. Gal 4,4). "In Gesù Cristo, Verbo incarnato, il tempo diventa una dimensione di Dio... Cristo è il Signore del tempo; è il suo principio e il suo compimento" (TMA 10).26 Nel campo dell'evangelizzazione attuale è stato approfondito il tema dei "semi del Verbo" esistenti nelle culture, religioni e popoli. L'affermazione patristica, che si trova già in S. Giustino, ha avuto eco positivo nei documenti magisteriali e nelle pubblicazioni scientifiche.27 I "semi del Verbo" indicano anche la "preparazione evangelica" verso l'incontro con Cristo.28Nel contesto del mistero dell'Incarnazione, TMA invita a   scoprire questo mistero come "compimento dell'anelito presente in tutte le religioni dell'umanità" (TMA 6), poiché Gesù è "la Parola definitiva", pronunciata dal Padre, "sull'uomo e sulla sua storia" (TMA 5). In tutta la creazione e in tutta la storia agisce l'azione salvifica di Dio in rapporto all'Incarnazione per opera dello Spirito Santo. Il tema viene collegato, nella prospettiva storica, ai "segni dei tempi", che si trovano anche nel cuore dei popoli, che si esprime nell'arte e in altre manifestazioni, sempre come preparazione per l'incontro definitivo con Cristo (cfr. GS 4,11,44).29Nell'inizio della lettera agli ebrei possiamo trovare un'indirizzo di come Dio, nel darci la sua Parola definitiva, fa maturare i "semi" nascosti nelle religioni e nei cuori umani, fino ad arrivare alla pienezza salvifica in Cristo: "Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo" (Eb 1,1-2). Gesù, "luce delle genti" (Lc 2,32), "non spegnerà il lucignolo fumigante" (Mt 12,20), poiché "non è venuto per abolire, ma per dare compimento" (Mt 5,17) a tutto questo tesoro differenziato di grazie. I "semi del Verbo" appaiono in modo speciale nelle tradizioni contemplative dei diversi popoli, "che portano in sé l'eco di millenni di ricerca di Dio" (EN 53). La Chiesa è chiamata ad "illuminare queste ricchezze alla luce del Vangelo" (AG 11), per scoprire in esse "la presenza e l'attività dello Spirito" (RMi 28). La realtà di grazia consiste in questa presenza salvifica dello Spirito che è anche presenza di Cristo: "Il Cristo risorto opera nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito" (ibidem). La fede cristiana afferma che "Cristo, Signore e Maestro è la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana" (GS 10). E' lui il centro "teologico" della storia e anche il centro cronologico. Soltanto, il Verbo Incarnato, "svela pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione" (GS 22). In questo processo di far maturare i "semi del Verbo", sotto l'azione dello Spirito, verso l'incontro esplicito con Cristo, è doveroso domandarsi: quale è il compito di Maria come Madre del Verbo Incarnato, e come strumento dell'azione salvifica dello Spirito?. Nel testo di Mt 2,1-11, i Magi videro e seguirono la "stella" fino a trovare "il bambino con Maria sua madre" (Mt 2,11). Oggi, i popoli, che hanno già i "semi del Verbo", cominciano a intravedere Cristo nella Chiesa, che è "la culla in cui Maria depone Gesù e lo affida all'adorazione e alla contemplazione di tutti i popoli" (IM 11). Il testo di Matteo sui Magi sembra ispirarsi nella traccia di Isaia 60,1-6, quando descrive Gerusalemme come madre di tutti i popoli: "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce... Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere... Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore" (Is 60,1-6; cf. cap. 11; 56; 66).30L'esortazione Apostolica "Ecclesia in America", arriva a queste conseguenze missionarie: "Alla nascita di Gesù, dall'Oriente i magi giunsero a Betlemme e « videro il Bambino con Maria sua Madre » (Mt 2, 11). All'inizio della vita pubblica, alle nozze di Cana, quando il Figlio di Dio realizza il primo dei segni, suscitando la fede dei discepoli (cf. Gv 2, 11), è Maria che interviene ed orienta i servi verso suo Figlio con queste parole: « Fate quello che vi dirà » (Gv 2, 5)... La Madre di Cristo si presenta davanti agli uomini come portavoce della volontà del Figlio, indicatrice di quelle esigenze che devono essere soddisfatte affinché la potenza salvifica del Messia possa manifestarsi. Per tale ragione, Maria è via sicura all'incontro con Cristo" (EAm 11).



2. MARIA, SEGNO DI SPERANZA NEL PROCESSO DI MATURAZIONE DEI "SEMI DEL VERBO" SOTTO L'AZIONE DELLO SPIRITO SANTO


L'enciclica "Fides et Ratio", presenta Maria come segno che porta tutte le ricerche del pensiero umano e della sapienza umana verso l'incontro finale con Cristo: "Possa, la Sede della Sapienza, essere il porto sicuro per quanti fanno della loro vita la ricerca della saggezza. Il cammino verso la sapienza, ultimo e autentico fine di ogni vero sapere, possa essere liberato da ogni ostacolo per l'intercessione di Colei che, generando la Verità e conservandola nel suo cuore, l'ha partecipata all'umanità intera per sempre" (FR 108).31La Chiesa, nel proclamare Maria Vergine Madre di Dio, associata alla redenzione del suo Figlio, diventa anch'essa trasparenza di Gesù Cristo, perfetto Dio, perfetto uomo e unico Salvatore. I contenuti del "kerygma" (primo annuncio) appaiono nella professione di fede dei primi secoli: "Gesù Cristo... nato da Maria Vergine per opera dello Spirito Santo". Maria fa parte di questo annuncio missionario, come "la donna" dalla quale, per opera dello Spirito Santo, nasce il Salvatore.31Il mistero pasquale di Cristo, morto e risorto, che la Chiesa annuncia a tutti i popoli, ha il suo aspetto mariano di trasparenza, cioè di "segno grandioso" (Ap 12,1). La figura di Maria, "Theotokos", fa risaltare la realtà integrale di Cristo uomo (poiché Maria è madre), Cristo Figlio di Dio (poiché Maria è vergine) e Cristo Salvatore (Maria associata, "la donna", modello della comunità ecclesiale). Maria, quindi, tale come viene annunciata dalla Chiesa, manifesta la realtà di Gesù Cristo il Salvatore, il Signore risorto, Figlio di Dio e fratello nostro. La Chiesa annuncia a tutti i popoli che Gesù, il "Figlio di Dio" (Lc 1,35), è "nato da donna" (Gal 4,4), "dalla stirpe di Davide" (Rm 1,3; Mt 1,1), "per opera dello Spirito Santo" (Mt 1,20); è "colui che salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1,21), "il Salvatore preparato davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti" (Lc 2,30‑32; Is 42,6; 49,6). Maria fa parte dell'Epifania di questo mistero salvifico. Il processo di maturazione dei "semi del Verbo" è un processo di grazia, cioè, salvifico, che porta verso l'incontro pieno con Cristo. Solo Gesù "conosce il Padre" e lo può far conoscere (cf. Mt 11,27). L'atteggiamento mariano di "contemplare" la Parola definitiva di Dio, aiuterà tutti a passare dall'esperienza dei "semi del Verbo", alla realtà piena dello stesso Verbo fatto uomo nel seno di Maria sotto l'azione dello Spirito Santo.32L'azione dello Spirito, che si trova presente sin dall'inizio della creazione e della storia, ha un momento culminante e totalmente nuovo nell'Incarnazione del Verbo (e nel suo mistero pasquale di morte e risurrezione). Questo mistero viene annunciato a tutti i popoli, come faceva S. Paolo: "A me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo... perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa... la multiforme sapienza di Dio" (Ef 3,8-10). Questo processo di maturazione fa entrare nella dinamica della fede trinitaria, che è dono di Dio, in modo che "per mezzo di lui (Cristo) possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito" (Ef 2,18). La "donna" del "si" è modello e aiuto nel processo di "apertura" a nuovi piani salvifici di Dio, che sono sempre al-di-là di ogni esperienza religiosa umana. Il "si" di Maria ai disegni del Padre, sotto l'azione dello Spirito, per ricevere il Verbo nel suo grembo, fu "a nome di tutta l'umanità" (S. Tommaso III, 30, 1c). La "Parola" (il Verbo incarnato) e il "si" di Dio all'uomo, che fa possibile il "si" dell'uomo a Dio. "Se Dio va in cerca dell'uomo, creato a sua imagine e somiglianza, lo fa perché lo ama eternamente nel Verbo e in Cristo lo vuole elevare alla dignità di figlio adottivo" (TMA 7). Maria fu sempre "la donna docile alla voce dello Spirito", perché "si lasciò guidare dalla sua azione interiore" (TMA 48). Concepì il Verbo sotto l'azione dello Spirito. Durante tutta la sua vita, "sotto la guida dello Spirito Santo si consacrò pienamente al mistero della redenzione dell'umanità" (PO 18). La sua maternità si concretizza nel diventare strumento dell'azione dello Spirito che vuole trasformare ogni essere umano in Cristo. La realtà materna di Maria abbraccia tutta la sua vita: "La beata Vergi­ne avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fe­delmente la sua unione col Figlio sino alla croce, do­ve, non senza un disegno divino, se ne stette (cf. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unige­nito e associandosi con animo materno al suo sacrificio, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stes­so Gesù morente in croce fu data quale madre al di­scepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio (cf. Gv 19,26‑27)" (LG 58).



3. L'INFLUSSO MATERNO DI MARIA NEI "SEMI DEL VERBO"


La dimensione pneumatologica della maternità mariana lascia intravedere la sua realtà di strumento per fare che tutti gli uomini (portatori in qualche modo dei "semi del Verbo") arrivino all'incontro pieno in Cristo Verbo Incarnato. Maria agisce sempre come Madre in favore di tutta l'umanità, "fin tanto che tut­te le famiglie di popoli, sia quelle insignite del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, in pace e concordia siano felicemente riunite in un solo popolo di Dio, a gloria della santissima e indivisibile Trinità" (LG 69). Maria è la donna per mezzo di cui Dio ha voluto inviare il suo Figlio fatto uomo. La "pienezza dei tempi" (Gal 4,4) significa che in Cristo il tempo ha trovato il suo vero significato. "Dio, con l'Incarnazione, si è calato dentro la storia dell'uomo. L'eternità é entrata nel tempo... Entrare nella «pienezza del tempo» significa dunque raggiungere il termine del tempo ed uscire dai suoi confini, per trovarne il compimento nell'eternità di Dio" (TMA 9). Il tempo ha la "dimensione di Dio" grazie a Gesù Cristo, "il Signore del tempo, il suo principio e il suo compimento" (TMA 10).33La "donna" che indica, come "aurora", la pienezza dei tempi, è Maria, dalla quale nasce Gesù, il Verbo Incarnato per opera dello Spirito Santo. E' questo stesso Spirito che "riempie l'universo" (Sap 1,7; cf. GS 11) e che agisce nella storia del passato e del presente, anche dal di dentro delle culture e religioni (cf. RMi 28). Questa realtà di grazia è merito di Cristo morto e risorto: "Con la sua risurrezione costituito Signore, egli, il Cristo cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra, agisce ora nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito; non solo suscita il desiderio del mondo futuro, ma con ciò stesso ispira anche, purifica e fortifica quei generosi propositi con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra" (GS 38). L'azione dello Spirito in Maria, dal momento dell'Incarnazione, si prolunga nella storia: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo" (Lc 1,35). Gesù nasce da Maria affinché tutti i redenti possano diventare, per opera dello Spirito, figli di adozione: "Dio mandò il suo Figlio, nato da donna... perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!" (Gal 4,4-6). Il titolo mariano di "tempio dello Spirito" (LG 53; cf. Lc 1,35) ha quindi significato dinamico, come "perfetta disponibilità all'azione dello Spirito Santo" (RMa 13). In questo senso può essere chiamata "sposa" dello Spirito Santo, poiché ha concepito il Verbo per opera dello stesso Spirito (cf. LG nn. 52-53, 56, 59, 63-65). La sua disponibilità allo Spirito la fa diventare feconda anche per portare i "semi del Verbo" a maturare in Cristo. In Maria troviamo l'azione culminante di Dio in una persona umana e concretamente in una donna, "la donna". E' la "Theotokos", che continua ad avere un'influsso salutare in tutta l'umanità, in modo speciale per mezzo della Chiesa. Così è la mediazione di Maria come partecipazione all'unica mediazione di Cristo: "Ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da una ne­cessità oggettiva, ma da una disposizione puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo" (LG 60). Maria diventa segno di speranza, "donna di speranza" (TMA 48) per tutte le culture, popoli e religioni. Il suo "Magnificat" è una profezia che viene attuata in ogni generazione: "Donna del silenzio e dell'ascolto, docile nelle mani del Padre, la Vergine Maria è invocata da tutte le generazioni come 'beata', perché ha saputo riconoscere le meraviglie compiute in lei dallo Spirito Santo. Mai si stancheranno i popoli di invocare la Madre della misericordia e sempre troveranno rifugio sotto la sua protezione" (IM 24). Maria è segno e "donna di speranza" perché "seppe accogliere come Abramo la volontà di Dio «sperando contro ogni speranza» (Rm 4,18)" (TMA 48; Lc 1,19.33.51). Perciò, Maria "generando la Verità e conservandola nel suo cuore, l'ha partecipata all'umanità intera per sempre" (FR 108).



4. MARIA, FIGURA DELLA CHIESA, VERGINE E MADRE, NEL PROCESSO DI MATURAZIONE DEI "SEMI DEL VERBO"


Nel vivere e annunciare il Mistero di Cristo nella sua dimensione mariana, la Chiesa trova in Maria la chiave di interpretazione per far maturare i "semi del Verbo" fino ad arrivare alla pienezza in Cristo. Maria, annunciata dalla Chiesa, manifesta la realtà di Gesù Cristo il Salvatore, il Signore risorto, Figlio di Dio e fratello nostro. Maria diventa per la Chiesa uno "stimolante" nel processo di evangelizzazione. In realtà, la maternità  di Maria si attua attraverso l'azione evangelizzatrice della Chiesa, poiché la maternità mariana "trova una "nuova" continuazione nella Chiesa e mediante la Chiesa" (RMa 24).34La maternità della Chiesa consiste nella sua realtà di "sacramento" ("mistero"), come segno trasparente e portatore di Cristo, cioè "segno e strumento dell'unione intima con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG 1). Cristo continua ad essere presente nella sua comunità sotto segni diversi (SC 7), volendo che Maria prolunghi la sua maternità nel tempo per mezzo della Chiesa. In ogni comunità ecclesiale si attualizza la maternità di Maria, come suo "Tipo" (figura, personificazione), "intimamente congiunta con la Chiesa" (LG 63): "Questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell'annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti" (LG 62). La Chiesa, "con Maria e come Maria" (RMi 92), riceve il Verbo sotto l'azione dello Spirito Santo mediante un cammino di ascolto, risposta e donazione. In Maria, la Chiesa trova il suo modello di "consacrazione totale alla persona e all'opera del Figlio suo", per "diventare causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano" (LG 56). Nella peregrinazione della fede, vissuta e annunciata, ha preceduto e continua a precedere la Chiesa come sua personificazione. Nell'accettazione piena della divina Parola del Padre e nella fedeltà allo Spirito, la Chiesa, imitando Maria, porta i "semi del Verbo" verso l'incontro pieno con Cristo. Dal fatto che la Chiesa è stata fondata da Cristo per evangelizzare, la comunità ecclesiale vive questo suo mistero "con Maria e come Maria, sua madre e modello" (RMi 92). Maria è modello e aiuto della maternità ecclesiale, "la donna" da cui nasce Gesù nella "pienezza dei tempi" (Gal 4,4), e che collabora alla nostra filiazione adottiva per opera dello Spirito Santo (cf. Gal 4,5-7). L'apostolo concretizza questa maternità della Chiesa imitando Maria (cf. Gal 4,19.26). Nell'affermare che la Chiesa è "la nostra madre" (Gal 4,26), S. Paolo ci ricorda il significato materno della nuova Gerusalemme, piena di luce, descritta da Isaia: "I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio" (Is 60,4). La nuova Gerusalemme, madre nostra (Gal 4,26), viene prefigurata in Maria, la "donna", che procede dall'uomo-Adamo (cf. Gen 2,23) e che diventa figura della nuova comunità, la quale procede dal lato aperto di Cristo. La Chiesa evangelizzatrice, in ogni epoca storica, imita la maternità di Maria, associandosi sponsalmente, come Maria, "la donna", all'"ora" di Cristo (Gal 4,4; Gv 2,4;19,26). Il mistero della venuta dello Spirito (su Maria nell'Annunciazione, su Maria e la Chiesa nella Pentecoste), si fa presente nella Chiesa in modo permanente: "Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù... ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo" (At 1,14; 2,4). Il decreto missionario del Vaticano II e la costituzione dogmatica sulla Chiesa, mettono in evidenza il rapporto tra l'Annunciazione e la Pentecoste: "Fu dalla Pentecoste che cominciarono gli «atti degli Apostoli», allo stesso modo che, per l'opera dello Spirito Santo nella Vergine Maria, Cristo era stato concepito" (AG 4; cf. LG 59). L'azione dello Spirito nella Chiesa, in rapporto all'intercessione di Maria, continua ad essere una realtà permanente: "Maria implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito, che l'aveva adombrata nell'Annunciazione" (LG 59). ll magistero postconciliare ha continuato a richiamare l'attenzione sul tema di Maria e la Chiesa in rapporto alla Pentecoste: EN 82; RH 22; RMa 24; DeV 25,66; RMi 92. L'azione evangelizzatrice della Chiesa, per il fatto di portare i "semi del Verbo" al suo adempimento in Cristo, ascolta e segue la voce dello Spirito (Ap 2,7ss) guardando il "grande segno" (Ap 12), per poter dire assieme a tutta l'umanità: "Lo Spirito e la Sposa dicono: «Vieni, Signore Gesù»" (Ap 23,17-20). Si potrebbe dire che l'azione evangelizzatrice della Chiesa prolunga nella storia il "fiat" di Maria, come risposta all'Alleanza. La "nube" del Sinai (Es 40,35) nella prima Alleanza, è il simbolo dell'azione dello Spirito Santo che "copre" Maria nel momento di attuare l'Alleanza definitiva (Lc 1, 35). E' "la donna docile alla voce dello Spirito" (TMA 48). Però quel "si" di Maria fu a nome nostro, "a nome di tutta l'umanità" (San Tommaso, II, 30, 1c).35La maternità di Maria viene attuata attraverso la Chiesa. In questo senso, "da duemila anni, la Chiesa è la culla in cui Maria depone Gesù e lo affida all'adorazione e alla contemplazione di tutti i popoli" (IM 11). Maria è figura della Chiesa vergine e madre(fedele e generosa), segno di speranza per gli evangelizzatori, segno di speranza per una Chiesa rinnovata e missionaria.



5. MARIA, STELLA DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE


Nella prima evangelizzazione ("ad gentes"), nella "nuova evangelizzazione" e nell'evangelizzazione ordinaria, Maria è per la Chiesa "modello di fede vissuta" (TMA 43). "La Chiesa, pensando a Lei piamente e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, penetra con venerazione e più profondamente nell'altissimo mistero dell'Incarnazione e si va ognor più conformando al suo Sposo" (LG 65; cf. Lc 1,45; 2,35). Anche nel campo dell'evangelizzazione, "Maria è la Stella che guida con sicurezza i passi incontro al Signore. L'umile Fanciulla di Nazaret, che duemila anni fa offerse al mondo il Verbo incarnato, orienti l'umanità del nuovo millennio verso Colui che è «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9)" (TMA 59). Il titolo "Madre della Chiesa" ha un profondo significato missionario, poiché attraverso la Chiesa Maria "indica a tutti la via che conduce al Figlio" (IM 14). L'azione dello Spirito Santo in Maria e nella Chiesa ha l'obiettivo di "formare Cristo" (Gal 4,19), trasformare ogni credente in figlio adottivo di Dio (cf. Gal 4,4-7). L'azione dello Spirito Santo nella Chiesa e nel mondo viene attuata con la collaborazione di Maria, poiché esiste "l'arcano rapporto tra lo Spirito di Dio e la Vergine di Nazaret" che rende possibile "la loro azione sulla Chiesa" (MC 27). L'immagine paolina di "formare Cristo" (sotto l'azione dello Spirito e in rapporto alla maternità mariana) permette parlare di Maria come "modello" e strumento materno, grazie al quale noi veniamo configurati al suo Figlio.36Il rinnovamento nel campo dell'evangelizzazione, rende possibile che "la luce di Cristo risplenda sul volto della Chiesa" (LG 1). Per poter diventare "il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genero umano" (LG 1), la Chiesa "avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento" (LG 8). La Chiesa manifesta la "disponibilità ad ascoltare la voce dello Spirito" (RMi 30), con "una particolare sensibilità per tutto ciò che lo Spirito dice alla Chiesa e alle Chiese (cf Ap 2,7ss)" (TMA 23). I popoli (culture e religioni), che hanno già ricevuto i "semi del Verbo", hanno bisogno di vedere nei credenti in Cristo i segni di una grazia nuova, cioè, la manifestazione definitiva di Dio per mezzo di Gesù "nella pienezza dei tempi" (Gal 4,4). "La Chiesa è persuasa che offrendo Gesù Cristo, essa offre il lievito della dignità umana con tutte le dimensioni temporali e scatologiche". L'azione evangelizzatrice della Chiesa possiede, manifesta la sua realtà mariana e materna, poiché la Chiesa imita Maria "che generò Cristo, concepito appunto dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa" (LG 65). Lo sguardo della Chiesa missionaria si rivolge "a Colei che nell'obbedienza piena al Padre ha generato per noi nella carne il Figlio di Dio. A Betlemme si compirono per Maria « i giorni del parto » (Lc 2, 6), e ricolma dello Spirito diede alla luce il Primogenito della nuova creazione" (IM 14). Dal 2000 in poi, "dovrà risuonare con forza rinnovata la proclamazione della verità: «Ecce natus est nobis Salvator mundi»" (TMA 38). Questa proclamazione farà maturare i "semi del Verbo". Gli apostoli dell'inizio del terzo millennio, sono chiamati a svolgere l'evangelizzazione nel segno della speranza, guardando Maria come modello di apertura ai piani salvifici di Dio (Lc 1,28‑29.38), fedeltà all'azione dello Spirito (Lc 1,35.39‑45), contemplazione della Parola (Lc 1,46‑55; 2,19.51), associazione sponsale a Cristo (Lc 2,35; Gv 2,4), donazione sacrificale a Cristo Redentore (Gv 19,25‑27), tensione escatologica verso l'incontro definitivo di tutta l'umanità con Cristo (Ap 12,1; 21 ‑22). Le nuove grazie dello Spirito Santo, per rispondere alle nuove situazioni, suscitano il nuovo fervore degli apostoli: "La ve­nuta dello Spirito Santo fa di essi dei testimoni e dei profeti (cf. At 1, 8; 2, 17-18), infondendo in loro una tranquilla audacia che li spinge a trasmet­tere agli altri la loro esperienza di Gesù e la spe­ranza che li anima. Lo Spirito dà loro la capacità di testimoniare Gesù con « franchezza »" (RMi 24). Ogni epoca è un "kairós", un momento speciale di grazia, per tutta l'umanità e per tutta la Chiesa.  All'inizio del terzo millennio, "è sicuramente connessa una particolare grazia del Signore per la Chiesa e per l'intera umanità" (TMA 55). E' un'invito pressante a prendere coscienza della realtà mariana e missionaria della Chiesa.37



6. APOSTOLI DI OGGI, TESTIMONI DI SPERANZA, NEL SEGNO DI MARIA


Lo sguardo contemplativo di Maria (cf. Lc 2,19.51) aiuta a vedere Gesù in tutto, come preparazione evangelica: creazione, storia, cuore, umanità, Chiesa... I "semi del Verbo" matureranno in Cristo sotto questo sguardo contemplativo che, nei santi missionari, diventa sempre impegno di carità e di missione. Gli apostoli imparano da Maria l'atteggiamento del "Magnificat": lo sguardo verso se stessa (alla luce di Dio) diventa sguardo verso la storia ("tutte le generazioni"). La situazione attuale di globalizzazione lascia intravedere un prossimo futuro della comunità umana più interculturale e interreligiosa. I "semi del Verbo" s'indirizzano verso il Verbo Incarnato. Le religioni che fanno riferimento ad Abramo (ebraismo, islamismo, cristianesimo) sono orientate più esplicitamente verso il Cristo, il Messia. Solo manca, da parte degli evangelizzatori, "proporre una sintesi creativa tra vangelo e vita" e a "dare un'anima alla società moderna" (Giovanni Paolo II, Alloc. 11 ottobre 1985). L'atteggiamento di speranza che manifesta Giovanni Paolo II davanti alle situazioni attuali, è un invito a tutti gli evangelizzatori: "Il con­tatto con i rappresentanti delle tradizioni spirituali non cristiane, in particolare di quelle dell'Asia, mi ha dato conferma che il futuro della missione dipende in gran parte dalla contemplazione. Il missionario, se non è un contemplativo, non può annunziare il Cristo in modo credibile. Egli è un testimone dell'esperienza di Dio e deve poter dire come gli Apostoli: «Ciò che noi abbiamo contem­plato, ossia il Verbo della vita ..., noi lo annunzia­mo a voi» (1 Gv 1, 1-3)" (RMi 91).38Se la missione consiste nel "trasmettere agli altri la propria esperienza di Gesù" (RMi 24), per far maturare i "semi del Verbo", ciò significa che il rinnovamento degli evangelizzatori si muove nella scia dell'atteggiamento mariano di contemplazione e santità. L'azione evangelizzatrice si sviluppa in tre dimensioni: profetica, liturgica e animazione di comunità. La presenza attiva e materna di Maria appare in tutte queste dimensioni: si annuncia Cristo nato da Maria, si celebra Cristo che associa Maria all'opera redentrice, si comunica Cristo per creare una comunità ecclesiale come quella che si riunì con Maria nel Cenacolo (At 1,14) e che arrivo' ad essere "un cuor solo e un'anima sola" (At 4,32). Lo zelo apostolico viene qualificato come "amore materno" (o paterno), seguendo la dottrina paolina ( Gal 4,19; 1Ts 2,7.11; 1Cor 4,15). Da qui deriva l'atteggiamento spirituale, mariano e missionario, dell'apostolo: "La Vergine infatti nella sua vita fu modello di quell'amore materno, del quale devono essere animati tutti quelli, che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini" (LG 65; RMi 92). Di fronte alle attese attuali, che prevedono un'accelerazione nel processo di maturazione dei "semi del Verbo", l'evangelizzatore  è invitato a vivere "con Maria e come Maria" (RMi 92), in "comunione di vita" con lei (RMa 45), collaborando con la sua presenza attiva e materna di intercessione e affetto, imitando i suoi atteggiamenti. "Ogni missionario è au­tenticamente tale solo se si impegna nella via della santità. La santità deve dirsi un presupposto fondamentale ed una condizione del tutto insostituibile perché si compia la missione di salvezza della Chiesa" (RMi 90). Veramente si può intuire l'"albeggiare" di "una nuova epoca missionaria, che diventerà giorno radioso e ricco di frutti, se tutti i cristiani e, in particolare, i missionari e le giovani Chiese risponderanno con generosità e santità agli appelli e sfide del nostro tempo" (RMi 92). Solo manca, da parte degli evangelizzatori, "proporre una sintesi creativa tra vangelo e vita" e a "dare un'anima alla società moderna".39I "semi del Verbo" nascosti nelle culture, popoli e religioni, hanno bisogno di una presentazione chiara della Chiesa identificata con Maria, "la donna vestita di sole" (Ap 12,1), trasparente e portatrice di Gesù. L'esortazione apostolica postsinodale sulla Chiesa in Africa, finisce con questa preghiera mariana: "O Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, grazie a Te, nel giorno dell'Annunciazione, all'alba dei tempi nuovi, tutto il genere umano con le sue culture s'è rallegrato di scoprirsi capace del Vangelo. Alla vigilia di una nuova Pentecoste per la Chiesa in Africa, Madagascar ed isole attigue, il popolo di Dio con i suoi Pastori a Te si rivolge e insieme con Te implora: l'effusione dello Spirito Santo faccia delle culture africane luoghi di comunione nella diversità, trasformando gli abitanti di questo grande continente in figli generosi della Chiesa, che è Famiglia del Padre, Fraternità del Figlio, Immagine della Trinità, germe e inizio in terra di quel Regno eterno che avrà la sua pienezza nella Città il cui costruttore è Dio: Città di giustizia, di amore e di pace" (EAf 144). L'esortazione apostolica sulla Chiesa in Asia, ci offre questa preghiera: "O Madre Santa, Figlia dell'Altissimo, Vergine Madre del Salvatore e Madre nostra, volgi il tuo tenero sguardo sulla Chiesa che il tuo Figlio ha piantato sul suolo d'Asia. Sii la guida e modello, mentre continua la missione di amore e di servizio del Figlio tuo in Asia" (EAs 51).40La preghiera finale dell'esortazione apostolica "Ecclesia in America", si rivolge a Gesù: "Insegnaci ad amare tua Madre, Maria, come l'amasti Tu. Dacci forza di annunciare coraggiosamente la tua Parola nell'impegno della nuova evangelizzazione, per corroborare nel mondo la speranza. Nostra Signora di Guadalupe, Madre dell'America, prega per noi!" (EAm 76).41Nella Lettera Apostolica "Novo Millennio Inneunte", Giovanni Paolo II cin invita ad accogliere Maria con un cuore contemplativo e generoso: "Ci accompagna in questo cammino la Vergine Santissima... come « Stella della nuova evangelizzazione »... come aurora luminosa e guida sicura del nostro cammino... Dobbiamo imitare insieme la contemplazione di Maria, che, dopo il pellegrinaggio alla città santa di Gerusalemme, ritornava nella casa di Nazareth meditando nel suo cuore il mistero del Figlio (cfr Lc 2,51)" (NMi 58-59).


NOTE

25Cfr. I.M. CALABUIG, Per una ripresa del discorso sulla presenza della Vergine: Marianum n.149 (1996) 7-15.
26
Cfr. Tertio Millennio Adveniente, Lett. Apostolica circa la preparazione del Giubileo dell'anno 2000 (10 novembre 1994): "Dio, con l'Incarnazione, si è calato dentro la storia dell'uomo. L'eternità é entrata nel tempo... Entrare nella «pienezza del tempo» significa dunque raggiungere il termine del tempo ed uscire dai suoi confini, per trovarne il compimento nell'eternità di Dio" (TMA 9). Cfr. AA.VV., Tertio millennio adveniente. Testo e commento teologico-pastorale (Cinisello Balsamo, San Paolo, 1995); G. CALVO, María en la perspectiva del tercer milenio: Verdad y Vida 54 (1996) 27-51.
27
S. Giustino, Apologia II, 8: PG 6, 457-458; si riferisce all'atteggiamento martiriale di alcuni stoici nella difesa dei principi morali fino a dare la vita. Vedere anche: Apologia I, 6,3; 10,1-3; 13,2-3; I, 46,1-4, etc. L'espressione si trova nel Magistero attuale: AG 3,11; EN 53,80; RMi 29; VS 94. Studio il tema in: Orme del Verbo Incarnato nelle diverse esperienze di Dio. In occasione del Giubileo dell'anno 2000: Euntes Docete 49 (1996) 47-61; Alla luce dello Spirito Santo, discernere i semi del Verbo all'interno delle culture e delle religioni: Euntes Docete 51 (1998) 91-98; Hemos visto su estrella. Teología de la experiencia de Dios en las religiones (Madrid, BAC, 1996).
28 Eusebio di Cesarea, Preparatio evangelica I,1: PG 21,28 a-b; cfr. LG 16; AG 3. Il concilio Vaticano II usa l'espressione in: LG 16; AG 3. La filosofia può anche essere una preparazione alla rivelazione: S. Basilio, Sermo de legendis libris gentium: PG 31,564-589. I popoli "possiedono la salvezza scritta dallo Spirito nei loro cuori senza carta ne inchiostro" (S. Ireneo, Adv. Haer. 3,4,2). Cfr. Clemente di Alessandria, Stromata 1,5 (fa allusione ai bramini e ai discepoli di Buddha). Parla anche di una "pedagogia" verso Cristo (6,8). E' sempre una "pedagogia" o preparazione verso l'unico Verbo che si incarna in Gesù (senza separare il Verbo da Gesù). Vedere altre citazioni: Stromata 1,7-8; 6,67-72; 7,73-76; 8,77-81, 9,82, etc.

29
Sul tema dei "semi dei tempi" (Mt 16,3), vedi: GS 4,11,44. Cf. R. SCHNACKENBURG, Interpretare i segni del tempo (Brescia, Morcelliana, 1985).
30
Testo parallelo di Isaia: "Così dice il Signore Dio: «Ecco, io farò cenno con la mano ai popoli, per le nazioni isserò il mio vessillo. Riporteranno i tuoi figli in braccio, le tue figlie saran portate sulle spalle»... Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a te" (Is 49,22-23; cf. Zac 2,14-15). A. SERRA, E c'era la Madre di Gesù..., saggi di esegesi biblico-mariana (1978-1988) (Roma, Marianum, 1989) cap. VII (Mt 2,11).
31
Tutti i "semi del Verbo", sparsi nelle culture e nelle religioni dei popoli, tendono all'incontro finale con Cristo. "La Rivelazione cristiana è la vera stella di orientamento per l'uomo... è l'ultima possibilità che viene offerta da Dio per ritrovare in pienezza il progetto originario di amore, iniziato con la creazione" (FR 15). "La Verità, che è Cristo, si impone come autorità universale che regge, stimola e fa crescere (cfr Ef 4, 15) sia la teologia che la filosofia" (FR 92). "L'annuncio o il kerigma chiama alla conversione, proponendo la verità di Cristo che culmina nel suo Mistero pasquale: solo in Cristo, infatti, è possibile conoscere la pienezza della verità che salva (cfr At 4, 12; 1 Tm 2, 4-6)" (FR 99). Cristo è "unica risposta definitiva ai problemi dell'uomo" (FR 104). "L'uomo contemporaneo giungerà così a riconoscere che egli sarà tanto più uomo quanto più, affidandosi al Vangelo, aprirà se stesso a Cristo" (FR 102).
32
A. AMATO, Missione cristiana e centralità di Cristo Gesù, in: La missione del Redentore (Leumann, Torino, LDC, 1992) 13-29; J. GALOT, Cristo unico Salvatore e salvezza universale, in: Cristo, Chiesa, Missione (Roma, Urbaniana Uiversity Press, 1992) 51-66. Vedi anche: (Commissione Teologica Internazionale), Fede e inculturazione: La Civiltà Cattolica 140 (1989) 158-177. Cfr. Esortazione Apostolica "Ecclesia in Asia" (1999), n.6.
33
Nell'affermare che  Gesù Cristo é la ricapitolazione di tutto (cf. Ef 1,10), non dobbiamo separare il Verbo da Gesù Cristo, ma è necessario distinguere dei momenti e dei modi dell'epifania personale di Dio per mezzo dell'unico Verbo Incarnato che è Gesù Cristo. Cf. RMi 6. (Congregazione per la Dottrina della Fede) Dichiarazione "Dominus Iesus" circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa (Lib. Edit. Vaticana, 2000) cap.II.
34
Cfr. E.M. TONIOLO, La Vergina Maria nella lettera apostolica "Tertio Millenio Adveniente": Lateranum 54 (1998) 169-198).
10
La missione della Chiesa è attuazione della sua maternità, sempre in rapporto alla maternità di Maria: J. ESQUERDA BIFET, L'azione dello Spirito Santo nella maternità e missionarietà della Chiesa, in: Credo in Spiritum Sanctum (Lib. Edit. Vaticana, 1983) 1293‑1306; E.M. TONIOLO, Maria nel Mistero della Chiesa (Roma, Marianum, 1969).
35
I Padri hanno parlato di quattro Alleanze o anche de un'Alleanza attuata in quattro momenti (con Adamo, Noè, Abramo, Mosè), prima della nuova e definitiva Alleanza per mezzo di Gesù Cristo. Cf. S. Ireneo, Adv. Haer. 3,11,8; 4,6,5-7; 20,6-7. "Il Verbo è stato sempre presente nel genere umano" e in questo modo "rivela il Padre a coloro che Lui vuole e quando Lui vuole": Adv. Haer., 3,18,1: PG 7,932; 4,6-7: PG 7,990. Tutta l'umanità quindi cammina verso il Verbo incarnato (cf. ibidem, 3,34,1).
36
"Ti prego, ti prego, o Vergine Santa, che io abbia Gesù da quello Spirito, dal quale tu stessa hai generato Gesù" (S. Ildefonso di Toledo, De virginitate perpetua sanctae Mariae, cap. XII: PL 96,106; citato nella "Marialis cultus" 26). "Per intercessione di Maria entra nell'anima lo Spirito Santo, portando quei doni che deificano l'anima; l'anima perfetta diventa tale per mezzo di Maria" (S. Bernardino di Siena, Mariale, II, 946).
37
Il rapporto tra Maria e l'evangelizzazione è stato studiato sotto diverse angolature: AA.VV., Il ruolo di Maria nell'oggi della Chiesa e del mondo (Roma, Marianum, 1979); D. BERTETTO, Maria e l'attività missionaria di Cristo e della Chiesa, in: Portare Cristo all'uomo (Roma, Pont. Univ. Urbaniana, 1985) I, 455‑472; J. ESQUERDA BIFET, Mariologia per una chiesa missionaria (Roma, Pont.Univ. Urbaniana, 1988); Idem, María y la Iglesia, Madre y evangelizadora de los Pueblos, in: Virgo Liber Verbi (Roma, Marianum 1991) 425-443; S. DE FIORES, Maria e l'evangelizzazione, in: Maria, presenza viva nel Popolo di Dio (Roma, Ediz. Montfortinae, 1980) 399‑410; B. GHERARDINI, Maria e l'evangelizzazione: Divinitas 37 (1993) 116-127; S. MEO, Maria Stella dell'evangelizzazione, in: L'Annuncio del Van­gelo oggi (Roma, Pont. Univ. Urbaniana, 1977) 763‑778; T.F. OSSANNA, Evangelizzazione, in: Nuovo Dizionario di Mariolo­gia (Cinisello Balsamo, Paoline, 1985) 541‑552. Vedi selezione bibliografica.
38
C. COUTURIER, Espérance du missionnaire: Spiritus 40 (1970) (numero monografico); J. ESQUERDA BIFET, La forza della debolezza (Milano, Ancora, 1997); Idem, Testimoni della speranza (Bologna, EMI, 1984; ediz. spagn.: Salamanca, Sígueme, 1979); C. TESCAROLI, Testimoni della speranza (Roma 1980)39Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti nel Symposium dei Consigli delle Conferenze Episcopali di Europa, 11 ottobre 1985: Insegnamenti VIII/2 (1985) 910ss.
40
Il testo della preghiera offre un programma di rinnovamento per la Chiesa evangelizzatrice: "Tu hai accettato pienamente e liberamente l'invito del Padre ad essere Madre di Dio; insegnaci a svuotare il cuore da tutto ciò che non è di Dio, sì da essere riempiti anche noi di Spirito Santo dall'alto. Tu hai contemplato i misteri della volontà di Dio nel silenzio del tuo cuore; aiutaci nel cammino di discernere i segni della potente mano di Dio. Tu ti sei prontamente recata a visitare Elisabetta per aiutarla nei giorni dell'attesa; ottieni per noi lo stesso spirito zelante e servizievole nel compito dell'evangelizzazione. Tu hai levato la voce per cantare le lodi del Signore; guidaci nel gioioso annuncio della fede in Cristo Salvatore. Tu hai avuto compassione di quanti erano nel bisogno ed hai implorato a loro nome il Figlio tuo; insegnaci a non temere di parlare del mondo a Gesù e di Gesù al mondo. Tu eri ai piedi della Croce, quando tuo Figlio esalò l'ultimo respiro; sii al nostro fianco mentre cerchiamo di essere uniti nello spirito e nel servizio con quanti soffrono. Tu hai pregato con i discepoli nel Cenacolo; aiutaci ad attendere il dono dello Spirito, per andare ovunque Egli ci conduce... Prega affinché, mediante il servizio reso con amore dalla Chiesa, tutti i popoli dell'Asia possano giungere a conoscere il Figlio tuo Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, ed assaporare così la gioia della vita nella sua pienezza. O Maria, Madre della nuova creazione e Madre dell'Asia prega per noi, figli tuoi, ora e sempre!" (EAs 51).
41
Previamente, l'esortazione apostolica aveva affermato: "La pietà verso la Madre del Signore, quando è autentica, spinge sempre ad orientare la propria vita secondo lo spirito ed i valori del Vangelo... La Santissima Vergine in modo speciale è legata alla nascita della Chiesa nella storia dei popoli dell'America... Sin dalle origini — nella sua invocazione sotto il titolo di Nostra Signora di Guadalupe — Maria costituì un grande segno, dal volto materno e misericordioso, della vicinanza del Padre e di Cristo con i quali ci invita ad entrare in comunione... Questo influsso supera di molto i confini della nazione messicana, raggiungendo l'intero Continente" (EAm 11). Vedi anche il documento di Puebla (n.222), e il discorso de Giovanni Paolo II nell'inaugurazione della IV Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano, in Santo Domingo: AAS 85 (1993) 826.

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