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  Maria, la prima discepola 
Spiritualità

Dal libro di Luigi Renzo, Percorsi di fede con Maria, Tau Editrice, Todi 2015, pp. 37-40.



Mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: "Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano" (Lc. 11,27-28). É un passaggio del Vangelo, questo, che può creare equivoci, quasi che Gesù voglia rinnegare la Madre: è beato non chi gli ha dato la "carne umana", ma chi mette in pratica il suo insegnamento. A ben vedere, Gesù vuole dare rilevanza alla Madre non perché lo ha allattato e gli ha dato la vita fisica - non avrebbe alcun merito particolare perché è stata scelta da Dio per questo compito -, ma per aver detto "si", dando una svolta nuova alla sua vita personale e per aver eseguito sempre i voleri di Dio. É beata, quindi, perché ha creduto ed ha obbedito a Lui facendosi così sua prima discepola ed è beata perché ha inaugurato col suo "si" la comunità dei discepoli, cioè di coloro che come Lei e dietro il suo esempio ascoltano e mettono in pratica la Parola di Dio. Ciò che conta ed ha forza davanti a Gesù è l'ascolto autentico e operoso del suo insegnamento: questo qualifica la fede e quindi la beatitudine della Madre, Maria di Nazareth. Maria, dunque, è la prima discepola di Gesù sia in ordine di tempo, sia nella graduatoria di merito, per così dire: in ordine di tempo perché tutto parte da quel "si" detto a Nazareth all'angelo Gabriele: da quel momento tutta la sua vita, le sue scelte sono in funzione del Figlio. Dalla nascita di Gesù fino alla Pentecoste ed oltre, nulla avviene senza di Lei; nella graduatoria di merito perché nessun discepolo ha mai saputo rispondere con la sua totalità e generosità. Dai Vangeli d'infanzia sappiamo come, insieme a Giuseppe, ha accompagnato Gesù, senza un attimo di pace: Gesù deve nascere in una grotta, deve scappare in Egitto perché Erode lo perseguita, ecc.. Nella vita pubblica lo segue con discrezione, senza pubblicità e soprattutto è presente nei momenti solenni e cruciali: il primo miracolo a Cana di Galilea quando Gesù inizia il suo apostolato; sotto la Croce quando si consuma l'immane delitto della crocifissione del figlio di Dio e quando, da quel luogo di amore immolato, riceve il nuovo mandato di fare da madre alla Chiesa e all'umanità intera. La vita di Maria è tutta un discepolato, una sequela generosa del Figlio. In Lei tutti possiamo trovare il modello da seguire per giungere a Gesù: anzi e Lei che ci guida e ci prende per mano lungo il cammino di avvicinamento a Gesù. S. Ambrogio scrive che "è saggio chi sa ascoltare e chi si sa ascoltare". Prima di decidere occorre pensare, meditare, capire, sapersi ascoltare quindi. La Madonna anche in questo ci è di esempio perché più volte i Vangeli parlando di Lei sottolineano che "meditava nel suo cuore" ciò che sentiva raccontare o ascoltava dal figlio Gesù. L'unica volta, forse, che agì di impulso fu quando, dopo aver richiamato maternamente Gesù "Figlio, perché ci hai fatto questo?", si sente dare quella risposta apparentemente incomprensibile e soprattutto immeritata: "Perché mi cercavate? Non sapevate che mi devo interessare delle cose del Padre mio?". Ma, sappiamo, né Lei, né Giuseppe compresero quella risposta. Ancora una volta Maria si rese conto che con Dio non bisogna dare nulla per scontato ed anzi bisogna stare solo in ascolto ed alla sequela. Il trinomio resta sempre: ascoltare, meditare, poi decidere.

Da che parte vogliamo stare noi? con Gesù? Per i fatti nostri? La scelta che possiamo fare non è indifferente, perché ne va di mezzo la nostra vita. Come è stato per Maria quando ha dovuto scegliere se stare con Dio o ritornare a Giuseppe: Lei ha scelto Dio e si è affidata a Lui perché sistemasse le cose con Giuseppe e la sua famiglia. Il coraggio della scelta è frutto di preghiera, di ascolto, di meditazione, di decisione consapevole. Non le importò nulla il rischio a cui andava incontro, perfino di essere lapidata per tradimento dello sposo. Dio provvederà. Fede è fiducia, è abbandono, è affidamento. Gesù nel Vangelo ci dice: "Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò": è questa la sfida. Tra noi e Lui c'e una linea sottile, c'è una soglia da varcare. É questione di coraggio. Per seguire Gesù ci vuole il coraggio di scegliere e di assumere le responsabilità conseguenti. Non c'e libertà senza responsabilità. La Madonna si è regolata così, ha scelto di essere discepola obbediente prima del Padre e poi del Figlio.

Di solito la Madonna viene raffigurata col Bambino in braccio nel gesto di donarlo a noi: con cuore di mamma sembra volerci dire come agli inservienti di Cana "Fate tutto quello che vi dirà". Da che parte vogliamo stare? La Madonna cerca Gesù per ascoltarlo e seguirlo fino in fondo. Noi cosa vogliamo fare? Per trovarlo Gesù dobbiamo cercarlo, anzi dobbiamo farci trovare perché di solito è Lui che viene in cerca di noi. Il buon pastore che cerca le pecorelle. Malgrado la nostra dimenticanza di Dio, Lui viene a cercarci lo stesso ed è pronto sempre ad abbracciarci come un padre. Che vogliamo fare? Da che parte vogliamo stare? La Madonna ha scommesso tutto su Dio, ha varcato la soglia andando oltre la linea sottile e si e fatta discepola del Figlio. Chiede anche a noi di seguirne l'esempio, ma la risposta tocca a ciascuno di noi. Che l'esempio di Maria ci sia di stimolo e di invogliamento per diventare discepoli seri di Gesù.

 

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Inserito Lunedi 5 Settembre 2016, alle ore 16:44:30 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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