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  Le lacrime di Maria a Siracusa 
Mariofanie

64 anni fa l'evento prodigioso in Via degli Orti. Un video originale degli eventi e un articolo dal libro di Antonella Graniero, Mater Dolorosa, Daner Edizioni, Savona 1995, pp.89-96.



Introduzione

Anni Cinquanta, anni duri, anni di profonde contrapposizioni ideologiche, anni che avviano la rinascita e la ricostruzione post-fascista e post-bellica dell'Italia e preparano il boom dei «mitici» Sessanta, ma vedono anche il Paese profondamente diviso dallo scontro politico tra Dc e Pci, tra cattolicesimo e marxismo: l'intero mondo è spartito in due blocchi, solcato dalla cortina di ferro. Ed anche in spirito ed idee non ci sono alternative: si sta di qua, o si sta di là. Senza vie di mezzo. L'Italia, poi, è un paese speciale: sede apostolica, sede del soglio di Pietro, sede del Papa, cuore del cattolicesimo. E questo acuisce le differenze, agita i contrasti. Il gigantesco conflitto freddo che agita il mondo delle superpotenze e delle ideologie coinvolge - e non potrebbe essere altrimenti anche la Chiesa. Di lì si trasferisce, per proprietà transitiva, anche in un piccolo paese come l'Italia che del cattolicesimo è il cuore, e, a sua volta, nei partiti che la rappresentano. Si dirà: la Dc porta in processione per l'Italia la «Madonna pellegrina», la Vergine di Pozzuoli:1 già, la propaganda passa anche attraverso queste armi. Ma sarebbe riduttivo farne una questione soltanto elettoralistica (pure lo è) e non anche la parte della battaglia che divide il mondo. E in questo clima che si verificano le lacrimazioni di Siracusa: è il 29 agosto 1953.

1. 29 agosto 1953

È nella povera casa di Antonina Giusto e Angelo Iannuso, in via degli Orti 11, che si verifica il miracolo. I due sono sposati da pochi mesi, 20 anni lei e 27 lui, e la donna aspetta il primo dei suoi quattro figli che chiamerà Mariano. In gravidanza, Antonina soffre dì tossicosi, è costretta a letto in pessime condizioni di salute, con gravi rischi per lei e per il bambino che aspetta. Nella cameretta, sopra la testiera, c'è un quadretto in gesso della Madonna, regalo di nozze della cognata, costato 3 mila 500 lire dell'epoca. In un momento di tregua dai dolori, Antonietta, appena 20 anni, alza gli occhi e si accorge che, dal quadretto, la Madonna piange. Sono le 8,30 del 29 agosto 1953. La notizia si sparge in un attimo, sul posto comincia ad accorrere gente. Alla sera, quando Angelo Iannuso rientra ignaro dal lavoro, trova davanti a casa una vera folla. Per disperdere la gente e per verificare quanto sta accadendo, il commissario Niccolò Samperisi decide di portarsi il quadretto in Questura: dichiarerà di aver visto la Madonna piangere2. Quando, nella stessa nottata, il quadretto viene restituito agli Iannuso, questi decidono di andare a cercare un po' di tranquillità fuori Siracusa. Saranno costretti a tornare precipitosamente, su richiesta della polizia spaventata dall'afflusso di folla che preme in via degli Orti. La Madonna piangerà in tutto per quattro giorni, dal 29 agosto al 1 settembre. Per qualche tempo sarà appesa nella via, sul muro di fronte a casa Iannuso, protetta un cancello. Poi sarà trasferita in piazza Euripide, dove resterà per 15 anni sino alla creazione della cripta nel Santuario.

2. La Chiesa verso il miracolo

Sono centinaia le persone che assistono alle lacrimazioni. Ed in migliaia - addirittura con i treni speciali delle ferrovie- arrivano a venerare l'effige. L'arcivescovo, Ettore Baranzini, il  2 settembre 1953, si reca una prima volta in via degli Orti. Vi torna il giorno 8, in forma ufficiale e con l'accompagnamento dll capitolo della cattedrale e della Curia, per recitarvi il Rosario. Intanto, già dal primo settembre sono a lavoro i periti che, con una pipetta sterile, prelevano una parte delle lacrime. Analizzano il quadretto, ne verificano struttura e composizione. E analizzano, soprattutto, il liquido fuoriuscito dagli occhi della Madonna. I risultati sono netti: si esclude che il liquido sia opera dell'essudazione del gesso, provocata magari dalle alte temperature di quei giorni. Al contrario, la commissione - formata da medici e chimici cattolici e laici - giunge alla conclusione che «il liquido emesso dagli occhi della Madonnina ha analoga composizione a quella delle lacrime umane [...]»3. Il pianto della Madonna. pressoché incessante per quattro giorni raccolto con cotone e panni. Quel che resta, dopo le analisi, è oggi conservato in una teca all'interno del Santuario. Intanto la folla, parte della quale ha potuto assistere alle lacrimazioni allorché il quadretto è stato esposto di fronte alla casa dei Iannuso, continua a crescere. Arriva da tutta la Sicilia, dall'Italia, addirittura dall'estero. Quando, il 9 settembre, si decide di trasportare la Madonnina in piazza Euripide, alla solenne traslazione assiste una folla calcolata tra le 15 e le 20 mila persone con in testa tutte le autorità civili e religiose della Città: l'arcivescovo, il sindaco, il questore e il prefetto4. La Chiesa raccoglie decine e centinaia di testimonianze. Tutte confermano le lacrimazioni, mentre si comincia a parlare di guarigioni e miracoli. A dicembre, i vescovi siciliani, e a loro nome il metropolita di Palermo, cardinale Ernesto Ruffini, riconoscono l'evento come reale e non spiegabile scientifimente5. L'anno successivo, la Sicilia ospita il Congresso mariano. È il 17 ottobre, il papa Pio XII, parla della Madonna di Siracusa in un messaggio alla radio: «Certamente questa Sede Apostolica non ha finora in alcun modo manifestato il suo giudizio intorno alle lacrime, che si dissero sgorgate da una sua effige in un'umile casa di lavoratori; tuttavia non senza viva commozione prendemmo conoscenza dell'unanime dichiarazione dell'Episcopato della Sicilia sulla realtà di quell'evento»6. Quanto al Santuario, l'arcivescovo Baranzini bandisce un concorso internazionale e la commissione giudicatrice, da lui stesso presieduta, sceglie il lavoro degli architetti francesi Andrault e Parat. Il progetto prevede un edificio ad un'unica navata del diametro di novanta metri e una croce sempre illuminata, alta otto metri, che si innalzerà come un faro sino a centotrentacinque metri da terra: «sorga e si innalzi il bel Santuario della Madonna delle lacrime - aveva detto Baranzini alle 30 mila persone affluite in piazza Euripide dopo il comunicato dell'episcopato siculo del 12 dicembre 1953 - ma la sua altezza sia l'altezza della carità e della fraternità, del soccorso a chi soffre, ai pellegrini malati, ai sofferenti nello spirito e nel corpo»7. Nel 1968 sotto la guida dell'arcivescovo di Palermo, Francesco Carpino, il quadretto viene trasferito al santuario: santuario (altezza 94 metri, concezione iper-moderna) che sorgerà di fatto nel caos urbanistico, tra le proteste degli ambientalisti. Lo ammette anche il sindaco della Siracusa alle soglie del Duemila, Giuseppe Fatuzzo: «non vedo che male ci sia a prevedere uno sviluppo della città in base ad uno sviluppo del turismo religioso - dichiarerà a Sette - cosa che qui a Siracusa non è stata fatta. Non esiste un solo atto delle giunte precedenti che riguardi il Santuario. La casa del Pellegrino, nata per ospitare i fedeli, in passato è stata utilizzata come anagrafe. Le case che soffocano la chiesa hanno tutte regolare licenza edilizia. Siamo stati costretti ad individuare un parcheggio militare per costruire un parcheggio per i pullman»8. Al Santuario, continuano ad arrivare, ogni mese, offerte e, soprattutto ex-voto così come accade, in Italia, soltanto per la basilica di S. Antonio a Padova. Tra i devoti, lo stesso papa Giovanni Paolo II che durante il ricovero al Gemelli, nel 1993, si fa portare la teca contenente le lacrime. E nel 1994 - dope un rinvio obbligato per motivi di salute - si è recato ad inaugurare lo stesso Santuario. Un'ultima annotazione credo sia da dedicare alle tinte utilizzate dai libretti devozionali dell'epoca per descrivere le figure di Antonina e Angelo lannuso. Poche righe per testimoniare, ancora una volta, come tutta la vicenda di Siracusa sia stata vissuta - e vada iscritta - all'interno del difficile quadro politico-ideologico dell'epoca. Antonina viene descritta così: «non era cattolica fervente, ma piuttosto tiepida e trascurata nelle pratiche religiose». Ma le sorprese, se così vogliamo definirle, arrivano dalla descrizione di Angelo: «povero lavoratore di campagna, era imbevuto di idee comuniste e si era talvolta distinto in qualche manifestazione organizzata dalla Camera del Lavoro». Ma si aggiunge, significativamente: «in fondo, però, non era cattivo, né pienamente convinto delle idee che professava, ma, come avviene di molti, desiderava solo lavoro e miglioramento delle sue umili condizioni di vita»9. Angelo e Antonina, dunque, sono presentati come bravi ragazzi, ma di scarsa fede e, addirittura, quasi comunisti: ancor più significativo, ovviamente, è che la lacrimazione miracolosa abbia raggiunto proprio loro. E, attraverso di loro, l'Italia ed il mondo diviso. Anche questo è il messaggio in tralice che passa attraverso l'evento di Siracusa.

3. Il Cuore Immacolato di Maria: da Fatima a Siracusa

Nel ricostruire la vicenda del miracolo di Siracusa e della sua cronologia i cronisti devoti si rifanno ad una fitta trama di rimandi e di simbologie mariane. A proposito della prima lacrimazione, Orazio Musumeci scrive: avviene «verso la fine del mese dell'Assunta e il principio del mese dell'Addolorata; si è iniziato sette giorni dopo la festa liturgica del Cuore Immacolato di Maria, il sabato 29 agosto 1953, ed è finito sette giorni prima della festa liturgica della natività di Maria Santissima, sette giorni prima che il Santo Padre indicesse l'Anno Mariano commemorativo del centenario della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione e pubblicasse l'Enciclica Fulgens Corona»10. In gioco, come è chiaro, sono tutti i principali richiami alle festività e ai dogmi del culto di Maria. Ma l'elemento che emerge con più forza è l'intitolazione del quadretto in gesso di casa lannuso al Cuore Immacolato di Maria11. E come tale che viene riconosciuto a tutti gli effetti nel dicembre del 1953 dai vescovi siciliani. Ed il 15 settembre 1959 - festa dell'Addolorata - si compie un atto simbolico di grande importanza: i vescovi italiani riuniti a Catania per il sedicesimo Congresso Eucaristico Nazionale, consacrano l'Italia al Cuore Immacolato di Maria, e si recano quindi in pellegrinaggio alla Madonna delle lacrime di Siracusa. Cosa significa tutto ciò? Il richiamo evidente è a Fatima e a quanto disse la Madonna ai tre pastorelli Jacinta, Francisco e Lucia12. Nella seconda parte del segreto portoghese, la Madonna chiede la consacrazione della Russia al suo cuore immacolato, per fermare gli errori che altrimenti quel paese «spargerà per il mondo». Il riferimento - come universalmente interpretato - è ovviamente al comunismo, o meglio al marxismo ateista che esso veicola. Dal punto di vista interpretativo, in definitiva, la Madonnina di Siracusa sembra riallacciarsi al messaggio di Fatima attraverso una duplice via: con il suo essere immagine del Cuore Immacolato di Maria, al quale i tre pastorelli portoghesi si richiamano, e con il suo lacrimare proprio nel pieno della guerra fredda tra i due blocchi dell'Est e dell'Ovest. A conferma di tale tesi e di questo legame interpretativo, si potranno citare le parole che padre Pio da Pietrelcina pronuncerà una decina d'anni dopo, nel 1963. Un passo dove emerge con chiarezza il legame (la volontà di un legame) tra Fatima è Siracusa, o meglio tra i messaggi che i due fenomeni, il portoghese e l'italiano, veicolano; così come emerge quanto Siracusa, dal punto di vista del valore semantico assunto dal fatto miracoloso, sia cresciuta nel terreno di coltura creato dal senso "profondo" assegnato dai devoti al fenomeno portoghese. Dice padre Pio: «Causa l'ingiustizia dilagante e l'abuso di potere, siamo giunti al compromesso col materialismo ateo, negatore dei diritti di Dio. Questo è il castigo preannunciato a Fatima e riconfermato a Siracusa dalle lacrime della Madonna. L'insensibilità al pianto della Madre di Dio è segno sicuro di mancanza di fede e di amore [ ... ] Colui che grida giustizia! Giustizia! è solo un ingiusto, se non fa prima giusto sé stesso. A Siracusa la Madre di Dio e degli uomini ha pianto la passione di Cristo».13

NOTE
1. Cfr. Giorgio Fabre, Popolo di miracolati, in Panorama, pp. 152-157, 5 maggio 1995.
2. Cfr. Maria Luisa Villa, Oh mia bedda Madonnina, in Sette suppl. sett. del Corriere della Sera, n. 19 del 1995. Dichiarerà il commissario: «Mi parve che l'immagine fosse asciutta, ma subito dopo potei vedere che nel'angolo dell'occhio destro si formavano perline di liquido».
3. Siracusa, 29 novembre 1953, a firma Dr. Prof. Leopoldo La Rosa.
4. Cfr. Angelo Bramini, Un secolo di apparizioni mariane, Milano 1960, p. 366.
5. «I Vescovi di Sicilia I ... ] vagliate attentamente le relative testimonianze nei documenti originali, hanno concluso unanimemente col giudizio che non si può mettere in dubbio la realtà della lacrimazione. Fanno voti che tale manifestazione della Madre celeste ecciti tutti a salutare penitenza ed a più viva devozione verso il Cuore Immacolato di Maria, auspicando la sollecita costruzione di un santuario che perpetui la memoria del prodigio»: questo è parte del documento emesso il 12 dicembre 1953 dal cardinale Ruffini a nome di tutta la Conferenza episcopale siciliana. In Angelo Bramini, op. cit.,p.366.
6. Testo del messaggio riportato dall'Osservatore Romano, il 18-19 ottobre 1954. In Ercole Brocchieri, Sintesi mariana per il mese di maggio, p.153.
7. Cfr. Fausto Rossi, Le apparizioni nell'era di Maria (1835-1987), pp. 96-97. L'opera contiene alcuni errori di ricostruzione e di citazione (l'arcivescovo e nominato come Baranzani), ma non è la sua attendibilità in proposito quello che interessa qui: è anche attraverso questi libretti devozionali che può e deve passare il tentativo di ricostruzione del clima e delle attese veicolate da taluni fenomeni.
8. Cfr. Maria Luisa Villa, Oh mia bedda Madonnina, in Sette' suppl. del Corriere della sera, n. 19 del 1995.
9. Le descrizioni della coppia sono riportate in A. Bramini, op. cit., p. 362.
10. Cfr. O. Musumeci, Ha pianto la Madonna a Siracusa, p.15-16, in A. Bramini, op. cit., pp. 361-362.
11. Si fa risalire al XVII secolo, ad opera di S. Giovanni Eudes, la devozione al cuore di Maria: «le apparizioni di Fatima (1917) e la consacrazione di tutta l'umanità al Cuore Immacolato di Maria fatta da Pio XII nel 1942 ne hanno favorito l'estensione», scrive W. Beinert (Il culto di Maria oggi, Roma 1985, II" ed., p. 281). La festa e stata istituita nel 1944, e si celebra il sabato dopo la seconda domenica di Pentecoste. Si fa anche notare che il riferimento al Cuore di Maria - inteso alla greca, cfr. kardla, non tanto come centro dei sentimenti, ma dell'intera vita intellettuale e spirituale della persona - risale già al vangelo: «Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19).
12. A Fatima, in Portogallo, la Madonna apparve ai tre pastorelli Jacinta e Francisco Marto e Lucia Dos Santos il 13 maggio 1917 e poi, per sei volte ogni tredici del mese, sino al 13 ottobre 1917. Sul luogo delle apparizioni è sorto un grande santuario ed il culto è stato ufficialmente approvato dal vescovo di Leiria nel 1930. La Vergine affida ai tre ragazzini un segreto in tre parti: il primo riguarda loro stessi (Francisco e Jacinta sarebbero morti presto, Lucia avrebbe dovuto testimoniare a lungo la sua esperienza); la seconda parte del segreto e stata resa nota con una memoria siglata il 31 agosto 1941: dopo aver pronosticato la seconda guerra mondiale, la Madonna ha chiesto la consacrazione della Russia al suo cuore immacolato. Così Lucia ricostruisce il messaggio della Madonna e la sua spiegazione circa la richiesta di consacrazione: «se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa [...] Finalmente il mio cuore immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace». La terza parte del segreto, relativa alle sofferenze della Chiesa, scritta tra il 22 dicembre 1943 e il 9 gennaio 1944, è stata rivelata nel giugno del 2000, per volontà di Papa Giovanni Paolo II.
13. In Fausto Rossi, op. cit., p.96.

Inserito Sabato 2 Settembre 2017, alle ore 12:55:40 da latheotokos
 
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