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  Incontrare Maria nella Bibbia 
Bibbia

Dal libro di Denis Sahayaraj Kulandisamy - Luca Di Girolamo, Maria di Nazaret tra Bibbia e Teologia, NSO, Sivakasi 2017, pp. 11-22.



 

Come e dove si incontra Maria nella Bibbia? Siamo di fronte a due domande interessanti, ma non di facile risposta! Si tratta di un soggetto che interessa tutti i credenti in Cristo, in quanto Maria è la madre di Cristo e la nostra madre. Ella ci invita a credere nelle parole del suo Figlio e metterle in pratica. Nella Sacra Scrittura, Maria è descritta come la Vergine, donna umile e povera, discepola attenta, vigile custode di ogni gesto e parola che riguardano a Gesù. Donna di preghiera nel Cenacolo con la Chiesa primitiva.
Quando si parla di Maria nella Bibbia, si ha l'impressione che la Sacra Scrittura non sia generosa di notizie nei suoi confronti. Secondo A. Valentini, questo è «un giudizio acritico, anzi un pregiudizio che misconosce il carattere non quantitativo, ma qualitativo della parola di Dio e la sua finalità storico-salvifica. La Scrittura infatti – a differenza della letteratura apocrifa e devozionale – non si interessa direttamente della biografia e della vicenda particolare della madre di Gesù, ma del suo ruolo e significato all’interno del disegno salvifico… Statisticamente i brani espliciti concernenti la madre di Gesù non sono numerosi, ma neppure scarsi; in ogni caso, sono testi strategici e di eccezionale densità. Strategici, perché collocati alle svolte fondamentali della storia della salvezza: Incarnazione – Mistero pasquale – Pentecoste; di straordinaria densità, in quanto vitalmente inseriti in tali misteri, da cui traggono valore e significato».1
Maria, per la sua intima partecipazione nella storia della salvezza, deve essere studiata in tutta la Bibbia, non solo nei brani espliciti, ma anche nei brani dell’Antico Testamento, dove la madre del Redentore è adombrata. Si capisce perché l’oggetto della nostra riflessione è importante per chi vuole vivere la sua vocazione cristiana sulle orme di Maria, la madre del Signore e nostra madre.
Questa riflessione si articola in quattro parti: La prima parte introduce il tema dell’importanza della Sacra Scrittura per conoscere la personalità di Maria. Nella seconda parte, vedremo come affrontare i problemi ermeneutici e vari metodi di leggere la Sacra Scrittura. La terza e quarta parte proporranno una chiave di lettura dei brani biblici per una maggiore conoscenza del loro contenuto teologico-mariologico.

Perché cercare il volto di Maria nella Bibbia?

La Costituzione Conciliare Dei Verbum n. 24 dice: «La sacra teologia si basa, come su un fondamento perenne, sulla parola di Dio scritta, con la sacra tradizione, e in quella vigorosamente si consolida e ringiovanisce sempre, scrutando alla luce della fede ogni verità racchiusa nel mistero di Cristo. Le sacre Scritture contengono la parola di Dio e, perché ispirate, sono veramente parola di Dio; lo studio della sacre pagine sia dunque come l’anima della sacra teologia».2  In questo senso, la Sacra Scrittura è anche la fonte della Mariologia. Se vogliamo conoscere il vero volto di Maria, il primo passo fondamentale e inevitabile è quello di approfondire i brani biblici che parlano di Lei. La Sacra Scrittura è la parola divinamente rivelata e ispirata sotto la guida dello Spirito Santo. La verità contenuta nella Bibbia si fonda su questo elemento della rivelazione divina. Perciò i testi mariani della Bibbia sono i punti di riferimento affidabili.
Anche i Padri della Chiesa hanno fatto un cammino di scoperta della verità biblica su Maria e ci hanno tramandato gli elementi che costituiscono la teologia mariana nella tradizione della chiesa: quali: l’antitesi Eva-Maria, la divina maternità, la perpetua verginità, la santità eccelsa, l’intercessione potente, la partecipazione nella regalità di Cristo, etc. La tradizione della Chiesa ha attinto a fonti bibliche per celebrare nella liturgia gli eventi centrali della sua vita.
Maria è vista come punto di divisione tra le varie confessioni cristiane. Maria non divide. Sono i suoi figli che si dividono a motivo di Lei. Noi ci dividiamo tante volte nei suoi confronti. Per il dialogo ecumenico tra le varie chiese su Maria, madre di Gesù, è doveroso ritornare alla Bibbia. La Bibbia dovrebbe essere il nostro primo punto di riferimento per una mariologia ecumenica. La Sacra Scrittura non è certamente la fonte esclusiva della rivelazione divina, ma è la fonte principe.

Come leggere i brani mariani?

Leggere la Sacra Scrittura come si deve non è una cosa facile. Esistono vari modi di lettura. E questa varietà è un'autentica ricchezza. L’ermeneutica biblica è diventata una arte e una scienza molto importante tra i cultori della Bibbia. Negli ultimi 40 anni, non sono pochi gli esegetici cattolici che hanno impegnato le loro competenze per promuovere lo studio e la conoscenza della mariologia biblica. In proposito meritano considerazione alcune affermazioni, rilasciate dalla Pontificia Academia Mariana Internazionale (La madre del Signore, n. 24) per orientamento meritevole di attenzione:
- «Nei nostri tempi gli esegeti ricorrono a una pluralità di metodi per l’approccio alla Bibbia; ovviamente tale varietà è legittima, perchè, evitando ogni fondamentalismo, da una parte non si trascuri il senso letterale della Scrittura, alla cui individuazione ha dato e dà un grande contributo il metodo storico-critico, dall’altra non si sottovaluti il peculiare carattere della Bibbia, quale parola di Dio ispirata, trasmessa con linguaggio umano da molti agiografi lungo molti secoli, accolta da una comunità di fede, avente una finalità teologica (l’autorivelazione di Dio) e uno scopo soteriologico (la salvezza del genere umano!). In questa varietà di approcci, conserva immutato valore il principio enunciato dal Vaticano II: la Sacra Scrittura deve "essere letta e interpretata con l’aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta; per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell’analogo della fede".
- in mariologia può avere feconde applicazioni il principio della "unità di tutta la Scrittura", considerata quindi come un unico Libro, perché uno ne è, in definitiva, l’Autore, uno il popolo a cui è rivolto, unico lo scopo che si prefigge, questo principio consente, ad esempio, di collegare in modo non arbitrario la Donna di Genesi 3,15 con la Donna di Apocalisse 12,1; come pure invita a rilevare la continuità della ‘benedizione’ di cui sono oggetto le donne che hanno avuto una missione liberatrice in Israele: Giaele (cf. Gdc 5,24), Giuditta (cf. Gdt 15, 9.10), Maria di Nazaret (cf. Lc 1,42). Il riferimento alla "viva tradizione di tutta la Chiesa»" dovrà convincere tutti noi a non trascurare, nella ricerca mariologica, l’esegesi patristica: di tale tradizione infatti i Padri sono i fondatori e sono pure insuperabili maestri di una lettura teologica ecclesiale, compiuta con autentico spirito cristiano e di incalcolabile valore;
- sarebbe conveniente non ripetere ad ogni momento, quasi come un ritornello, che la Sacra Scrittura parla poco della Madre del Signore; a questo riguardo Giovanni Paolo II ha già rilevato che "la beata Vergine è […] dopo l’Apostolo Pietro e dopo il Precursore Giovanni, il personaggio più citato nei Vngeli canonici".3 Nella testimonianza evangelica sulla Vergine Maria è da considerare, più che la quantità, la qualità delle pericopi; la narrazione dell’Annunciazione (Lc 1, 26-38), della Visitazione (Lc 1, 39-56), delle nozze di Cana (Gv 2, 1-12), dell’affidamento reciproco del Discepolo alla Madre e della Madre al Discepolo (Gv 19, 25-27) sono tra le pagine più alte e dense dei Vangeli».4

Maria nell’Antico Testamento?

Maria nell’Antico Testamento: è legittima la domanda? Prima di rispondere a questa domanda, voglia fare una premessa. Gli evangelisti, quando raccontano l’identità di Gesù Cristo e la sua missione salvifica, fanno ricorso anche alle Scritture dell’Antico Testamento. Anche Gesù Risorto fece così, quando parlava ai due discepoli di Emmaus: «cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,27). Gesù lo fa altrettanto apparendo a tutti i discepoli riuniti a Gerusalemme, diceva: «"Sono queste le parole che vi dicevo, quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture» (Lc 24,44s). Come l’identità di Gesù fu compresa nella prima comunità cristiana, partendo dall’Antico Testamento, così bisogna capire la vera identità di Maria, senza trascurare l’Antico Testamento. Quali brani dell’Antico Testamento, dove Maria è implicitamente preannunciata o adombrata? In che modo l’Antico testamento ci aiuta a capire l’identità della madre del Salvatore? Diverse donne, che gli autori dell’Antico Testamento descrivono, prefigurano Maria. Per esempio Sara - moglie di Abramo (Gen 16, 1-2; 17, 3-8. 15-19; 18, 10-14; 21, 1-7), Anna – moglie di Elkana, sono donne sterili che concepiscono per opera di Yahvé. Nel Magnificat, l’evangelista Luca mette in relazione col mistero di Maria l’inno di gratitudine pronunciato da Anna (1 Sam 2, 1-10). In questi e anche in altri casi in cui Yahvé interviene nella storia della salvezza dell’Israele, queste donne rispecchiano la vocazione di Maria.
Le donne nominate nella genealogia di Gesù sono quattro: Tamar, Raab, Rut e Betsabea (Mt 1, 3.5.6). Che ha da fare la menzione di queste donne nella nascita di Gesù da Maria? C’è qualche legame profetico-messianico tra queste quattro donne e Maria? Varie sono le risposte. Alcuni dicono che Maria, donna umile e santa, è in contrapposizione a queste quattro donne che sono entrate da straniere nella conservazione della discendenza di Gesù, che Matteo presenta all'inizio del suo Vangelo, come figlio di Davide, figlio di Abramo. Altri dicono che queste quattro donne fecero dei gesti grandemente benemeriti per le sorti del popolo dell’Israele. Però, bisogna notare la peculiarità stilistica di Mt 1, 16b. In questo versetto, Matteo cambia lo stile di frase stereotipa e immutata (A generò B, B generò C, etc). Perché questo cambiamento all’improvviso? Perché nella nascita di Gesù, c’è un’eccezione tutta singolare e particolare. Gesù non ha un padre umano. Maria concepì per l’opera dello Spirito Santo (Mt 1, 18). Ecco questo è un esempio del vangelo di Matteo che dimostra come il mistero di Maria deve essere interpretato sullo sfondo dell’Antico Testamento.
Brani, come Gen 3,15; Is 7,14 e Mic 5,2, sono molto importanti per capire meglio la vocazione di Maria come la madre del Redentore. L’evangelista Matteo richiama il testo Is 7,14 e fa capire ai suoi lettori la verginità di Maria. Inoltre, abbiamo tre libri dell’Antico Testamento (Rut, Ester e Giuditta), che presentano casi di vocazioni femminili, che partecipano in maniera diversa al piano salvifico di Dio nella storia dell’Israele. Queste tre donne sono mediatrici tra Dio e il popolo d’Israele. Esse sono figure remote di Maria, che fu chiamata a portare a termine il disegno di Dio per la salvezza dell’umanità. Nei momenti di pericolo del popolo, Dio sceglie queste donne per salvare la vita di queste persone. Queste figure femminile annunziano e definiscano la missione di Maria.
Oltre questi brani classici, ci sono numerosi allusioni e riferimenti ai titoli attributi a Maria: il roveto ardente (Es 3,2), l’orto chiuso, la fonte sigillata (Cant 4,22), figlia di Sion, l’arca dell’alleanza, etc. Le prefigurazioni di Maria si trovano nei seguenti testi: Sarah (Gen 17,16-19; 18,10-14), Rebecca (Gen 24,12-16), Miriam (Ex 15,20-21), Anna (1 Sam 1,2-10). Questi brani dell’Antico Testamento che abbiamo menzionato sopra, ci spiegano come il mistero di Cristo è nascosto nell’Antica Alleanza, e spiegano anche come il mistero di Maria, madre del redentore, deve essere scoperto e interpretato alla luce dell’Antico Testamento.

Maria nel Nuovo Testamento

Ormai sappiamo quasi tutti a memoria i brani mariani neo-testamentari, perché li abbiamo letto o ascoltato diversissime volte. Ora non vogliamo, non neanche possiamo, approfondire questi brani mariani dal punto di visto esegetico-teologico. Vogliamo semplicemente accennare a questi brani e offrire una chiave di lettura e presentare in breve il loro messaggio spirituale per noi oggi.
Molti contestano l’assenza della figura della madre di Gesù nel corpo paolino. Nell’antico inno cristologico di Filippesi (2,7), noi troviamo un accenno indiretto alla madre di Gesù: il gesto del Figlio di Dio, che assume la condizione umana, avviene mediante la nascita da una donna, che si dichiara ‘serva’ del Signore. L’obbedienza di Gesù al Padre e l’obbedienza di Maria avvengono nello stesso evento dell’incarnazione. Il testo mariano più antico del Nuovo Testamento è Gal 4,4: «ma quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio nato da donna nato sotto la legge». Alla prima vista, questo versetto sembrerebbe di riferire alla madre di Gesù in maniera indiretta e superficiale. Però quando si colloca il testo nel suo contesto e fa una attenta analisi esegetico-teologico, si capisce che questo testo paolino contiene "una mariologia in germe". A. Valentini scrive: «La donna, di cui non si menziona neppure il nome, è interamente al servizio dell’evento salvifico che impegna la stessa Trinità ed è a vantaggio di tutti gli uomini […] Il tempo della fine è il tempo in cui il "principio" divino della nostra esistenza, Gesù Cristo, è penetrato in essa. La comparsa di Gesù Cristo in questo eone si basa sull’atto dell’invio e consiste nell’Incarnazione. Il Figlio di Dio così inviato, si inserisce nella natura umana, determinata dalla donna».5
L’evangelista Marco si riferisce a Maria nei due testi: 3,31-35 e 6,3. Questi due brani parlano della famiglia di Gesù. L’espressione "fratelli di Gesù" del vangelo di Marco, suscita diversi problemi. Per esempio, i protestanti dicono che se Gesù aveva i fratelli, non possiamo credere che Maria fu rimasta vergine dopo il parto. La verginità di Maria viene messa in questione. Un altro problema posto è: se Gesù stesso ha respinto Maria, dicendo "Chi è mia madre?", perché dobbiamo noi dare importanza a Maria? Queste domande sono superficiali. La parola "adelphoi" usata dall’evangelista non significa necessariamente i fratelli di sangue di Gesù, ma nel linguaggio semitico significa i cugini di Gesù. Per quanto riguarda la domanda di Gesù "chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli?", Gesù non respinge per niente sua madre, anzi non vuole limitare la sua relazione con lei a livello biologico, ma la mette ancora a un livello superiore – cioè presenta la sua madre come colei che ha ascoltato per prima la parola di Dio e l’ha messa in pratica nella sua collaborazione con Dio per la salvezza del mondo.
I primi capitoli di Matteo e i primi due capitoli di Luca sono molto importanti per capire la vera identità e la missione di Maria, la madre di Gesù. Solo questi evangelisti parlano dell’infanzia di Gesù, perciò vengono chiamati "vangeli dell’infanzia". Matteo comincia il suo vangelo con la genealogia. Maria viene messa in relazione con le quattro donne nell’elenco della genealogia e fa vedere come Maria ha concepito Gesù per l’opera dello Spirito Santo. Richiamando Is 7,14, Matteo mette in rilievo la verginità di Maria. Nel racconto matteano dell’infanzia di Gesù, Maria è una donna obbediente, tace ed esegue gli ordini del Padre celeste. La parte narrativa del secondo capitolo, l’adorazione dei magi, ci danno una chiara immagine di Maria come la regina. Perché il suo Figlio Gesù è adorato come il Re, che salverà tutta l’umanità (Mt 2,1).
Tra i sinottici, Luca è l’evangelista che offre una visione più storica e dettagliata della vita di Maria in riferimento all’infanzia di Gesù nei primi due capitoli del suo vangelo: Annunciazione, Visitazione, Magnificat, la nascita di Gesù, presentazione di Gesù nel tempio, annunzio profetico dei dolori di Maria, Gesù adolescente ritrovato nel tempio di Gerusalemme. Luca parla di Maria anche negli Atti degli Apostolo (1,14). Maria prega con gli apostoli nel cenacolo. Si potrebbero scrivere pagine su pagine, sull’immagine di Maria negli scritti Lucana. Lavori fatti da altri.
Giovanni non scrive mai il nome di Maria nel suo Vangelo. La chiama sempre con la espressione "madre di Gesù". I due brani mariani del quarto vangelo sono: il primo segno di Gesù alle nozze di Cana (2,1-12) e Maria i piedi della croce sul calvario (19,25-27). Gesù chiama la sua madre ‘donna’ in questi brani. Questo fa eco alla donna del Gen 3,15. Può collegare questa parola ‘donna’ del vangelo alla ‘donna’ dell’Apocalisse 12. La teologia mariana dell’evangelista Giovanni è molto ricca e densa. Alcuni esegeti interpretano la ‘donna’ dell’Apocalisse come la Chiesa perseguitata dell’Asia minore, e altri esegeti vedono l’immagine di Maria in questa ‘donna’. Tutte e due interpretazioni (ecclesiologica e mariologica) non sono esclusivi o incompatibile, ma sono complementari. Una interpretazione arricchisce l’altra.
Alcuni esegeti dicono che Gv 1,13, letto con il verbo al singolare (è stato generato –non sono stati generati), allude alla concezione verginale e parto verginale di Gesù, in conseguenza alla verginità di Maria. Tutti i manoscritti antichi leggono questo versetto al plurale, cioè riferiscono alla nascita battesimale dei credenti. Però la testimonianza di alcuni padri della Chiesa (latini e orientali) per la lettura del versetto al singolare sono più antichi dei manoscritti che abbiamo noi oggi. La questione della critica testuale di questo verbo è ancora aperta alla discussione.
Concludendo, possiamo dire che la Sacra Scrittura ci offre la più affidabile testimonianza sulla persona e missione di Maria, la madre di Gesù. Si dice che l’ignoranza delle Scritture è l’ignoranza di Cristo. Questo vuol dire che l’ignoranza di Scrittura è anche l’ignoranza di Maria. Allora, leggiamo la Bibbia con reverenza e devozione, ma con metodi appropriati. Così potremmo conoscere meglio Maria, e seguire le sue orme, nel compiere la volontà di Dio.

NOTE
1 A. VALENTINI, Maria secondo le Scritture. Figlia di Sion e Madre del Signore, Dehoniane, Bologna 2015, 21.
2 CONCILIO VATICANO II, Costituzione Dogmatica sulla divina Rivelazione Dei Verbum, n. 24, in Enchiridion Vaticanum (= EV), Dehoniane, Bologna 1981, 1/907.
3 Cf. Acta Apostolicae Sedis 81 (1989), 774.
4PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS (= PAMI), La Madre del Signore. Memoria, presenza, speranza. Alcune questioni attuali sulla figura e la missione della b. Vergine Maria, n. 24, Città del Vaticano 2000, 28-31.
5 A. VALENTINI, Maria secondo le Scritture, 31.

 

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Inserito Mercoledi 29 Agosto 2018, alle ore 10:45:27 da latheotokos
 
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