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MariofanieLa memoria dell'apparizione di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma in un articolo di Davide Carbonaro

 La veneranda icona di santa Maria in Portico, conservata nel santuario romano di Campitelli, è legata alla persona della nobile Santa Galla, figlia del princeps senatus Aurelio Memmio Simmaco, consigliere di re Teodorico, che però lo fece assassinare nel 525 per infondati sospetti di tradimento. Galla, ricca, giovane e molto religiosa, dopo la morte del marito decise di esprimere la carità di Cristo con azioni concrete e quotidiane, trasformando il portico della sua casa in un luogo di ospitalità per i poveri e per i pellegrini, che accorrevano numerosi. Proprio sotto il portico della sua casa apparve, il 17 luglio del 524, la Madre di Dio. Da allora il luogo divenne continua memoria dei favori celesti ottenuti dai cristiani di Roma. Papa Gregorio Magno (590-604) invocò il suo patrocinio nella peste del 599. Grazie ai tanti prodigi avvenuti, Gregorio VII (1073-1085) risollevò le sorti del fatiscente santuario, riconsacrando la chiesa e collocando l'icona mariana in un tempietto-ciborio posto sopra l'altare maggiore, ponendovi in mosaico una serie di iscrizioni che facevano riferimento alla nobile Galla, ai poveri e alla prodigiosa apparizione. A motivo della preservazione dalla famigerata peste del 1656, che causò numerosi decessi in Italia, specie a Napoli, il popolo romano accorso numeroso presso l'angusta chiesa di Santa Maria in Portico, sperimentò la prodigiosa cessazione del morbo per intercessione di Maria, impegnandosi con voto solenne a restaurare e a rendere più decoroso il tempio. Papa Alessandro VII (1655-1667) il 29 settembre 1660 gettò la prima pietra del nuovo tempio sulle fondamenta della Chiesa di Campitelli affidandone il progetto al valente architetto Carlo Rainaldi. Il 14 gennaio del 1662 fu traslata la venerata effigie della Vergine nel nuovo tempio ancora in costruzione. Sulla monumentale facciata della Chiesa ancora oggi si legge: S. P. Q. R. Votum Alexan. VIII P. M. S. Mariae in Porticu a Fundam. Pos. A. M. DC. LXV. L' 11 luglio 1728 la nuova «casa di Maria» fu solennemente consacrata dal vescovo Pompeo Aldobrandi. Pio IX con rescritto del 12 gennaio 1871 decretò che si celebrasse la memoria liturgica della dedicazione il 19 gennaio di ogni anno. La chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli fin dal 1601 è custodita ed animata dallo zelo apostolico e mariano dei Chierici della Madre di Dio, figli spirituali di san Giovanni Leonardi (1541-1609) che, intorno all'amata icona, scrisse un compendio: Narratione della Miracolosa Imagine della Beatissima Vergine (1605). In questo prezioso testo il Leonardi raccoglie le testimonianze di una antica Legenda che il popolo romano ha sempre custodito fra le tradizioni più care. Ecco alcuni significativi passaggi: «[...]Admiranda propterea est nobis hec Sacrosancta Imago, quam nec signavit, nec coloravit manus pictoris, nec sculptoris errantis, sed formavit et benedixit omnipotentia Conditoris, qui sicut ad ilicem Mambre cum tribus personis, ut Abraham adoraretur apparuit; et in cammino ignis ardentis cum tribus pueris similis filio hominis quartus assistens declaravit in gloriose et sanctissime Galle palatio se orandum quando voluit, et quomodo voluit imaginem demonstravit. Digitus quoque Dei, qui in tabulis lapideis, Moyse intra nubem orante, ad recte vivendum Israelitis legem sculpsit […]». (cfr. D. CARBONARO, La Madre di Dio un portico sull’avvenire del Mondo, Edizioni Monfortane, 2001, 78-79). Le fonti attestano che l’immagine attuale, fu venerata nell’antica chiesa di S. Maria in Portico fin dal secolo XII, tuttavia i canoni iconografici tramandati, ci consegnano una rappresentazione molto più antica. Le lontane forme protoromaniche: colonnine in stile ionico, le teste degli Apostoli - secondo il tipo dei vetri cimiteriali - le forme greco-siriache come l’inquadratura a rose e gli alberi ornamentali, fanno supporre due momenti compositivi. Nel VI secolo, si stabilisce la tipologia iconografica legata agli eventi della miracolosa visione di santa Galla, tuttavia gli studiosi sostengono che, per la gamma cromatica degli smalti e la naturalezza dell’esecuzione, l’opera attuale fu realizzata tra l’XI e il XIII secolo. Accanto a questi sviluppi iconografici, corrono alcune testimonianze frammentarie, che riportano il culto di Santa Maria in Portico al VI secolo legandolo al titolo di Theotokos: Madre   di Dio. L’antica Legenda si riferisce ad alcuni personaggi di quel periodo: santa Galla, il padre Simmaco ed il pontefice Giovanni I. Il padre Luigi Pasquali (1846-1905), collettore delle memorie storiche su Santa Maria in Portico, ipotizza una relazione tra il diacono Giovanni della «regione II» (l’attuale rione Campitelli-S.Angelo in Pescheria) divenuto in seguito pontefice col nome di Giovanni I, (523-526) e il filosofo Severino Boezio genero di Simmaco. Il probabile coinvolgimento tra il futuro pontefice e il filosofo nei rapporti con i vescovi orientali filoortodossi - perseguitati durante lo scisma di Acacio - suggerì a Boezio di scrivere il suo Liber contra Eutychen et Nestorium e di dedicarlo appunto al diacono Giovanni. Gli opuscoli boeziani ratificano quanto Efeso aveva definito contro Nestorio ed in modo particolare la divina maternità di Maria. Altre tracce del culto a Santa Maria in Portico sotto il titolo Genitricis Dei, sono state rinvenute dal Pasquali in un «carme» dedicato a Rusticiana, sorella di Galla, moglie di Boezio e figlia di Simmaco, composto da «Andrea oratore». In esso si celebra il mistero della divina maternità e si fa riferimento alla famiglia di Galla: «Andreae oratoris de Maria Virgine ad rusticianam carmen. Virgo parens hac luce deumque virum creavit, gnara puerperii, nescia coniugii […] nostras ille suo tueatur numine vias protegat ille tuum Rusticiana genus». (Il testo citato dal Pasquali, si trova in K. VON BARTH, Adversariorum commentariorum libri LX, typis Wechelianis, Francofurti 1624, lib. 56, cap. XVI). Il carme è composto per celebrare l’hac luce la festa del 25 marzo annunciazione del Signore e la Vergine Maria è invocata come protettrice del genus la famiglia di Rusticiana. Il titolo dogmatico (Theotokos- Dei Genitrix) in relazione a Santa Maria in Portico, lo ritroviamo nell’XI secolo. Ne sono testimoni l’iscrizione sull’altare dedicato da Gregorio VII nel 1074: «Ad honorem D(omi)ni n(ost)ri IHV (Iesu) XPI (Christi) | et beate Marie semper Vir|ginis genitricis ei(us) d(omi)ne n(ost)re | […]»; e un distico scolpito sul ciborio dell’altare di S. Maria in Portico vecchia (poi Santa Galla distrutta nel 1935 per tracciare la via del Mare e ricostruita oggi sulla via Ostiense), ormai scomparso, ma tramandatoci dalla testimonianza dei primi agiografi: «Hic est illa piae Genitricis Imago Mariae quae discumbenti Gallae patuit metuenti». I versi furono visti e trascritti da san Giovanni Leonardi nella Narratione: «il sacro luogo, ove al presente si riposa (la sacra immagine) in Tabernacolo di marmo, assai nobilmente lavorato con arteficio di antico mosaico, nel frontespizio di esso, si leggono due versi in stile molto antico latinamente composti, e co l’istesso lavoro di mosaico formati, i quali oltre all’antichità dell’opera chiaramente scuprono tutto quel successo dell’apparitione della Santa Immagine che nella sopradetta narratione si è diffusamente raccontato». Il Leonardi, afferma, che le espressioni latine, indicano il momento, il luogo e le persone che ebbero il favore del prodigio. Del ciborio, non rimane traccia se non nelle fonti scritte. È ipotizzabile che i distici gregoriani scorressero alla base del fastigio e a lato fossero poste le sigle greche MP-ΘY. Mentre sulla sommità angolare, era custodita l’icona di Santa Maria in Portico. Efficace è a tal proposito, questa presenza di Maria sul luogo dove si celebra l’Eucaristia. Si tratta di vera e propria «iconografia» di ciò che l’anafora eucaristica riserva fin dall’inizio alla menzione della Madre di Dio. Maria è altare della celebrazione di Cristo, trono regale della Divina Sapienza offerta in cibo agli uomini.

 

 

 

 

 

 

 

Inserito Domenica 27 Dicembre 2009, alle ore 17:00:43 da latheotokos
 
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