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  Maria, Figlia di Sion in Lc 1, 28-33 
BibbiaDalle dispense del Prof. Aristide Serra, Corso di Licenza, Marianum, Anno Accademico 1999-2000.

Il significato dell’espressione “Figlia di Sion”

SION
In origine era la rocca della Gerusalemme gebusea e sorgeva sul lato orientale della città, a strapiombo sulle valli del Cedron e del Tyropeon. Fu espugnata da Davide che vi fece costruire la sua reggia, per cui Gerusalemme – Sion venne chiamata “Città di Davide” e vi trasportò l’arca, per cui Sion venne anche detta “dimora di Yawéh”. Morto Davide, Salomoe costruì il complesso del tempio e della reggia, trasferendovi l’arca. Da allora, col nome “Sion” venne designato soprattutto il monte del tempio. Più tardi Sion passo ad indicare non solo tutta Gerusalemme ma tutto Israele.

FIGLIA DI….
I libri profetici designano spesso una città col suo nome proprio, preceduto da “figlia di…”: Questa personificazione al femminile inoltre indica spesso anche al regione stessa, i suoi abitanti o tutte e tre le cose insieme. Così la città di Gerusalemme o i suoi abitanti vennero personificati con “Figlia di Sion” e siccome Sion – Gerusalemme era il centro della Terra Santa, dove Yawéh abita in mezzo al suo popolo, l’espressione finì per indicare l’intero popolo e la terra stessa di Israele.
Negli oracoli profetici la Figlia di Sion è santa, sposa, vergine, madre, dimora di Dio. I tratti dominanti sono Sposa e dimora di Dio.

Il Vangelo di Luca e la Figlia di Sion

Tra gli scrittori del NT è Luca a salutare Maria come Figlia di Sion, cioè la personificazione ideale dell’Israele degli ultimi tempi. Questa identificazione non è esplicita ma emerge, per via indiretta, nel racconto dell’Annunciazione. Questo racconto appare come l’eco di tre profezie indirizzati alla Figlia di Sion:
Sofonia 3,14-17
Gioele 2,21-27
Zaccaria 2, 14-15 e 9, 9-10
Queste profezie hanno per oggetto l’annuncio della gioia messianica che si diffonde su Israele, quando Dio accorderà al suo Popolo la liberazione definitiva e presentano questo schema di contenuto:

 

 

Sofonia 3

Gioele 2

Zaccaria

1

Khàire

14

21

2, 14a e 9,9

2

Non temere

16

21

 

3

Yawéh è in seno a Israele

15 b. 17a

27

2, 14; 9,9

4

Come Re

15b

 

9,9

5

Come Salvatore

17a

 

9, 9-10

 Anche in Luca 1,28-33, il messaggio della gioia è diretto a Maria la “piena di grazia” e non più alla Figlia di Sion e Gesù, figlio dell’Altissimo, viene a prendere dimora in lei, come Re e Salvatore.
Non sappiamo se Luca dipenda letterariamente da queste profezie prese nel loro insieme o solamente una fra esse. Maggiori affinità dimostra con quella di Sofonia.
Confrontiamo adesso le tre profezie con i testi di Luca:

SOFONIA 3, 14-18  E LUCA 1, 28-33 

SOFONIA

LUCA

14

 Giubila (khàire sphòdra), figlia di Sion, esulta(kèrysse), Israele: dà grida di gioia, tripudia di tutto cuore figlia di Gerusalemme!

28

Esulta (khàire) o piena di grazia!

15

Yahwéh ha abolito le sentenze che ti toccavano, ha fatto sgomberare il tuo nemico:

il re d’Israele, Yahwéh, è in mezzo a te

 

E tu non vedrai più le tue sventure

 

 

31

33

 

 

Ecco tu concepirai nel tuo seno…..

… e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà fine

16

In quel giorno si dirà a Gerusalemme:

Non temere, Sion, non lasciarti prendere dall’abbattimento:

 

30

 

Non temere Maria!

17

Yahwéh , tuo Dio, è in mezzo a te,

è un prode che salva; gioisce di te nel gaudio, ti rinnova nel suo amore, esulta su di te con giubilo

28

31

 

11

Il Signore è con te

.. e darai alla luce un figlio.. che chiamerai col nome di Gesù (= Salvatore)

.. Oggi è nato a voi un Salvatore

18

Come un giorno di festa.

Io ritiro da te la sventura, così che tu non abbia più a portarne l’obbrobrio.

 

 

GIOELE 2,21-27 E LUCA 1,28-33 

GIOELE 2

LUCA 1

21

Non temere o terra, esulta e rallegrati perché grandi cose ha fatto Yahwéh….

30

28

Non temere o Maria!

Esulta o piena di grazia!

23

Voi, figli di Sion, esultate e rallegratevi in Yahwéh vostro Dio……

 

 

27

Saprete che io sono in mezzo a Israele…

28

Il Signore è con te

ZACCARIA 2,14-15; 9,9-10 E LUCA 1,28-33

ZACCARIA 2

LUCA1

14

Giubila e rallegrati, Figlia di Sion, poiché ecco: vengo e abito in mezzo a te, oracolo di Yahwéh!

28

31

Esulta (khàire) o piena di grazia!

Ecco tu concepirai nel tuo seno…..

15

Molti popoli si uniranno a Yahwéh in quel giorno e saranno suo popolo. Io abiterò in mezzo a te…… 

 

31

 

Ecco tu concepirai nel tuo seno…..

9

Esulta lietamente, Figlia di Sion, giubila Figlia di Gerusalemme,

ecco viene a te il tuo re, colui che è giusto e vittorioso, umile e cavalca un asino, un puledro, un figlio d’asina.

28

 

31-33

Esulta (khàire) o piena di grazia!

 

Ecco: tu concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio che chiamerai Gesù. Egli sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo. Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà mai fine.

10

Egli sterminerà i carri di Efraim e i cavalli da Gerusalemme; saranno sterminati gli archi da guerra;

egli detterà la pace alle genti. Il suo potere si stenderà da un mare all’altro e dal fiume fino alle estremità della terra.

 

 

Osservazioni

1. - La Figlia di Sion per Sofonia è tutto Israele, il “resto di Israele” purificato dalla prova dell’esilio e erede delle promesse messianiche. “Resto di Israele” è un popolo oppresso e povero, che cercherà rifugio nel nome di Yahwéh.
- Gioele invita al tripudio non solo i Figli di Sion, ma la terra, il bestiame, gli alberi, la Terra promessa, insomma, per la quale Dio si mostra premuroso: tutto il cosmo e oggetto della benevolenza e destinatario della salvezza di Dio.
- In Maria Luca riconosce la Figlia di Sion, l’Israele degli ultimi tempi e la sua terra. Maria appare ai suoi occhi come l’incarnazione del resto fedele di Israele che attende la gioia della venuta di Dio nel suo Messia. Maria è la Figlia di Sion, la madre del Messia, la dimora di Dio, l’arca della nuova alleanza

2. L’angelo saluta Maria con “Khàire”, interpretato dalla tradizione cristiana spesso come un semplice saluto. In realtà questo verbo in questo passo è un invito alla gioia come dimostrano:
a) il parallelismo con Luca 1,14: “Egli (Giovanni) sarà per te motivo di gioia e di allegrezza e molti gioiranno per la sua nascita” Se la nascita di Giovanni causa allegrezza e gioia, quanto più la nascita di Gesù;
b) Nella traduzione del LXX il verbo ricorre quattro volte: Sof. 3,14; Gioe 2,21; Zacc 9,9 e Lam 4,21 e il suo significato non si esaurisce nel semplice saluto, ma indica la gioia messianica motivo di grande tripudio.
c) I Padri greci interpretano il verbo come un invito alla gioia e all’esultanza. S. Giovani Crisostomo dice: “ Anch’io dico alla Vergine: Esulta. E’ risorto il Figlio del sepolcro. Rivestiti, o rivestiti di luce, o nuova Gerusalemme”.

3. Luca usa un pleonasmo curioso: “Concepirai nel seno”. Nei LXX “generare un figlio” è normale, ma “generare nel seno” sembrerebbe una specificazione superflua e senza esempi. Il verbo ebraico harah viene tradotto in greco: avere nel seno, ricevere nel seno, concepire. L’aggiunta “nel seno” si comprende col verbo “échein”=avere, ma il verbo “concepire” non comporta questa aggiunta. Perché Luca fa questa aggiunta? Tanto più strana in quanto nel racconto di Elisabetta parla solo di “genererà” o “ha concepito” senza aggiunte. La spiegazione può essere data dal contatto di Luca con i tre profeti citati per i quali Do abita “nel seno del tempio”. Lo stesso Deuteronomio dice: “Grida di gioia, rallegrati, abitante di Sion, poiché grande è nel tuo seno il Santo di Dio. Si può concludere che Luca ricorre intenzionalmente al pleonasmo “nel tuo seno” (en gastrì) per ricalcare letterariamente la profezia messianica di Sofonia che annunciava la venuta di Sion “in mezzo”, “nel seno” del suo popolo. Maria è dunque la nuova arca, il nuovo tempio, in cui Dio realizza una nuova, inaudita forma di presenza.

Conclusioni

1. La Figlia di Sion a cui si rivolge Sofonia, è il resto di Israele, cioè la comunità ebraica reduce dall’esilio di Babilonia, situazione in cui si è purificata per tornare ad essere un popolo che riconosce il suo Dio come Re e Salvatore. Nel segno della gioia e del tripudio, sarà ricostruito il tempio di Gerusalemme, dove Dio tornerà ad abitare “nel seno” del suo popolo.
Maria è la personificazione di questo Israele: in lei culmina in tempo dell’attesa del popolo e Dio verrà ad abitare in mezzo a noi nella nuova arca dell’alleanza e nel nuovo tempio, non più di pietra, ma vivente. Il nuovo popolo, la Chiesa, non dovrà più temere, ma anzi gioire ed esultare, perché “il Dio con noi” che salva da peccato, le porterà salvezza e liberazione.

2. Maria è dunque legata, come Figlia di Sion, in maniera indissolubile al suo popolo, di cui Abramo è il capostipite. Le generazioni del NT indicano il cammino a ritroso che il popolo di Israele ha fatto verso la realizzazione del regno messianico, cammino percorso da uomini di fede e peccatori che giunge all’ultimo anello che è Maria. In Lei, figlia di Sion tutta santa, troviamo riscattate anche le zone d’ombra della storia dei suoi padri; in Lei, figlia di Eva, confluiscono le aspirazioni di quanti, pur non essendo figli della promessa e pur non essendo santi, tendevano inconsciamente a Cristo

3. Per questo Maria brilla ora sulla terra davanti al pellegrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore. Come il popolo antico era in cammino verso il Cristo, così anche la Chiesa è incamminata verso l’incontro definitivo verso il suo Sposo. In quel giorno, come la Vergine sua immagine, apparirà quale sposa gloriosa, senza macchia né ruga, ma santa e irreprensibile. Nel suo cammino terreno però ella sperimenta ancora le debolezze dei suoi membri, ma non perde la speranza perché il Cristo risorto è con lei, fino alla consumazione dei secoli.

Annotazioni e nuove ricerche su Maria, Figlia di Sion

ALTRI TESTI CONTEMPORANEI A LUCA CHE ECHEGGIANO I TESTI DI ZACCARIA

Un ulteriore argomento a favore di Maria Figlia di Sion lo danno altri 15 testi derivanti dall’ambiente giudaico – cristiano, alcuni dei quali sono databili attorno ai tempi del Nuovo Testamento, nei quali riecheggiano le profezie di Zaccaria 2, 14-15 e 9,9. I passi in questione sono:
1. letteratura giudaica:
- oracoli sibillini III , 785-784 del II secolo a. C di provenienza egiziana;
- Regola della guerra di Qumràn XII, 13-14; XIX, 5-7
- Toseftà Targum Zac 2, 14-15, pare del I – II sec. D.C. in ambiente palestinese
- Sanhedrin 99a  forse del I sec. d. C.
- Cantica Rabbh 1, 4.2
e altri ancora

2. letteratura cristiana
- Mat 21,5
- Gv 12,15
- Giustino, Dialogo 53 e Apologia 1,35
- Ireneo, Demonstratio 65

Si vede come i testi di Zac 2,14-15 e 9,9 erano abbastanza diffusi e reinterpretati in senso escatologico messianico, sia nel giudaismo egiziano - palestinese, come nell’era proto – cristiana. Aumentano quindi le probabilità che Luca, nel racconto dell’Annunciazione, abbia echeggiato coscientemente quei brani e che la comunità per la quale egli scriveva, fosse effettivamente in grado di percepire quelle risonanze allusive. Il proposito quindi palese di Luca, sarebbe quello di rappresentare Maria come la Figlia si Sion, cioè la personificazione di Gerusalemme e dell’intero popolo di Israele, per il quale Dio compie le sue promesse.

IL GIUBILO DELLA FIGLIA DI SION
Zaccaria fu uno dei profeti animatori della restaurazione post – esilica che caldeggiò l’iniziativa di riprendere i lavori per la ricostruzione del tempio, iniziata realmente nel 537 ma poi sospesa per l’opposizione dei Samaritani. L’autorità persiana tuttavia costrinse i Samaritani a non ostacolare la ricostruzione, già permessa e voluta da Ciro quando permise il ritorno degli esuli. Questi è il contesto del primo oracolo di Zac 2, 14-17, databile verso il 24 febbraio dell’anno secondo Dario e fa parte della terza delle otto visioni che vanno da 1,7 a 6,8.

1. Il messaggio del profeta sul nuovo Tempio
Il profeta inculca il significato spirituale del nuovo tempio, anzi è la sua preoccupazione principale. Liberandolo dall’esilio, Dio ha riscattato il suo popolo e il tempio è il segno della sua rinnovata presenza “nel suo seno”. In esso si ricorderanno l’alleanza e le promesse fatte da Dio: Dio ritornerà al suo popolo e il suo popolo a Dio. Per questo Zaccaria invita Israele all’esultanza: “Esulta, gioisci, figlia di Sion, perché ecco vengo ad abitare in mezzo a te, dice il Signore!”. Il ritorno di  Yahwéh in Sion, coincide con l’abbattimento delle frontiere confessionali, poiché tutti i popoli si uniranno a Israele per divenire l’unico popolo di Dio. Infatti l’esperienza dell’esilio, ha spinto Israele ad una coscienza più vasta della sua missione rispetto agli altri popoli.

2. Senso mariologico di Zc 2,14-17 alla luce del NT
Quando Luca scrive il suo racconto, lo ricalca anche su queste profezie e su quelle consimili di Sf 3,14-18 e Gioe 2, 21-27. Luca è un lettore approfondito dell’evento cristiano, che egli interpreta alla luce dell’economia preparatoria dell’AT, per cui vede Maria come la personificazione della Figlia di Sion,di quel resto del popolo che in povertà e santità ripone la sua totale fiducia nel nome di Yahwéh. Il grembo di Maria che “concepisce nel suo seno” è il nuovo tempio, la nuova arca in cui Dio viene a dimorare tra gli uomini. Un mistero inebriante che fa sprigionare la gioia messianica della pienezza dei tempi, mistero che prelude all’universalismo cristiano, un tempo dichiarato anche da Zaccaria. L’annuncio a Maria avviene infatti in una città di confine, dove vivono anche gruppi di provenienza pagana e straniera. In questo confronto con Zaccaria, la Vergine appare il segno iniziale delle dimensioni ecumeniche del Vangelo: Cristo è venuto non soltanto per la sua nazione, ma anche per radunare tutti i dispersi figli di Dio.

 

Inserito Giovedi 7 Gennaio 2010, alle ore 10:52:31 da latheotokos
 
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