ABBANDONO - ABDIA - DIZIONARIO BIBLICO

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ABBANDONO - ABDIA
ABBANDONO di Gesù in Croce
Se ne parla per Mt. 27, 46; Mc, 15, 34: «Mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato». Ma il grido non è un'espressione formulata da Gesù; è una citazione: inizio del Ps. 22 (Volg. 21), espressione poetica di David, da non prendere alla lettera. Non si può parlare di a.; tutto il Ps., che Gesù applica a sé per intero, esprime grande fiducia in Dio, certezza del suo aiuto e della vittoria. Gesù, che in Croce dissimula tante pene, manifesta la sete (Io. 19, 28; e cf. 19, 23-27) e poi richiama il Ps. 22, per insegnare ai crocefissori, continuando fino all'ultimo la sua missione di salvezza, ché lì, sotto i loro occhi, si compivano esattamente in lui, vero Messia, le sofferenze, gli oltraggi, predetti dai profeti. [F. S.]

BIBL. - F. SPADAFORA, Gesù morente e il Salmo 21 (ebr. 22), in Temi di esegesi, Rovigo 1953, pp. 392-405.

ABDIA
('Obadjah, servo di Iahweh)
Quarto dei profeti "minori". Il suo libro è il più breve (vv. 21) del Vecchio Testamento. «Profeta piccolo per il numero dei versetti, non delle idee» (s. Girolamo, PL 25, 1100). Vaticinio contro Edom. Questo popolo incorre nelle minacce dei profeti per aver applaudito alla distruzione di Gerusalemme, unendosi alla gente straniera nel saccheggio e nella caccia spietata dei fuggiaschi (Abd. 10-14; Ier. 49, 7-22; Lam. 4, 21; Ez. 25, 12 ss.; 35, 1-15; Ps. 137, 7). A. sviluppa questo tema in un canto lirico bellissimo che i critici tedeschi tentarono spezzettare, meno tre l'esame letterario ne svela la struttura armoniosa (A. Condamin, in RB, 9 [1900] 261-68). Invito alle nazioni a distruggere Edom: i borghi saranno distrutti, saccheggio e strage (1-9); peccato di Edom (10-15); Giuda risorto, riavrà invece i suoi beni (perpetuità della teocrazia, elevata e continuata nel regno del Messia). Edom non sarà più una nazione; lo stesso Giuda sarà strumento del divino giudizio. Si ammette senz'altro trattarsi in A. della distruzione di Gerusalemme del 587 a. C. (cf. Abd. 10-14 e specialm. 20; in rapporto ai testi di Ier., Lam. ed Ez.). Né vi si oppongono le dipendenze letterarie Ioel 3, 5 (Volg. 2, 32) = Abd. 17 e Ier. 49, 7-22 = Abd. 1-9, 18 (in Abd., l'ordine è migliore, la foro ma più perfetta, non è lui a dipendere da Ier.); giacché Ioel è profeta postesilico e tanto A. che Ier. adoperano probabilmente un antico vaticinio (A. Condamin, Jer., 3a ed., Parigi 1936, p. 327 s.). A. fu probabilmente contemporaneo di Ezechiele.
[F. S.]
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