AGGEO - AGNELLO DI DIO - DIZIONARIO BIBLICO

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AGGEO - AGNELLO DI DIO
AGGEO
(Haggaj = festivo). Primo dei profeti postesilici decimo nella serie dei "minori"; con Zaccaria animò i rimpatriati a ricostruire il Tempio (Esd. 4, 24-5, l; 6, 14). I lavori iniziati appena dopo il ritorno (537 a. C.), erano stati ben presto sospesi per l'ostilità dei Samaritani e il veto dei Persiani. Nel 20 anno di Dario I (520 a. C.), successo al duro Cambise, dopo ca. 16 anni, essi furono ripresi e condotti a termine (520-516 a. C.). A. pronunziò quattro vaticinio Nel 1° vaticinio (neomenia = inizio del 60 mese: ag.·sett. 520) rimprovera ai rimpatriati di badare ai propri comodi; oppone il lusso di alcune case alle rovine del Tempio. La carestia che devasta il paese è il castigo per la loro trascuratezza verso la casa del Signore (1, 1-11). È un invito ad iniziare con impegno i lavori; cui i rimpatriati risposero volenterosi (vv. 12-15). 2° vaticinio (giorno 21 del 70 mese, sett.-ott., ultimo giorno della festa delle tende; cf. Lev. 23, 33·36). A misura che la fabbrica cresceva, l'edificio appariva meschino in confronto col grandioso splendore del tempio di Salomone; alcuni anziani lo notavano con tristezza. A. li rianima; Iahweh è con loro; e il tempio avrà una gloria superiore allo splendore precedente; per l'avvento del Messia (A. Skrinjiar, in VD, 15 [1935] 355-62). 3° vaticinio (due mesi dopo: nov.-dic.). La benedizione di Iahweh si manifesta sensibilmente sui rimpatriati. Finora tutto era stato contaminato da quella empia trascuratezza, che, come un frutto marcio, guastava ogni altra cosa buona da essi compiuta, in ossequio alla Legge (2, 1-9; A. Fernandez, in Biblica, 2 [1921] 206-15). 4° vaticinio (stessa data). Sicurezza e perpetuità della teocrazia. Il nuovo Israele durerà in eterno a differenza delle altre nazioni, che periranno; in quanto sarà elevato ed assorbito dal regno del Messia. In A. (2, 20-23) rivive l'idea del re messianico, del nuovo David (Ier. 23, 5; 30, 9; Ez. 34, 23, ecc.), nella forma, nel tipo di Zorobabele. Da Agg. 2, 6, S. Paolo argomenta la perennità della nuova rivelazione che rimpiazza l'antica Legge (Hebr. 12, 26 ss. Médebielle, Ep. Hébr. [La Ste Bible, ed. Pirot, 11] 1938, p. 365 s.).
[F. S.]

BIBL. - H. JUNKER, Die zwolf Kleinen Propheten, II. Halfte: Nahum-Malachias (Bonner Eibel, 8), Bonn 1938; HOPFL-MILLER-METZINGER, Introductio spec. in V. T., 5a ed., Roma 1946, p. 526 ss.; T. H. ROBINSON·F. HORST, Die Zwolf Kleinen Propheten, 2a ed., Tubingen 1954.

AGNELLO DI DIO
Giovanni Battista indica alle turbe Gesù come il Messia aspettato: «Ecco l'a. d. D., che toglie il peccato del mondo» (Io. 1, 29-36). L'espressione può evocare l'agnello pasquale (Ex. 12, 3-28; I Cor 5, 7 s.; cf. Io. 19, 30 ss.); l'agnello immolato nel tempio ogni giorno, mattina e sera (Ex. 2.9, 38-41); la semplice immagine dell'innocenza e della mansuetudine (I Pt. l, 19); l'ultimo carme del Servo di Iahweh: il Messia che espia l'iniquità degli uomini, sacrificandosi per essi, è paragonato al docile agnello (Is. 53, 7). Sempre rimane più probabile questa ultima connessione; anche senza escludere l'influsso delle altre. L'ultimo carme (Is. 52, 13-53, 12) spesso è ricordato ed applicato al Cristo (Mt. 8, 17; Lc. 22, 37; Act. 8, 32; I Pt. 2, 22 s.; Hebr. 9, 28); il Battista si presenta come l'araldo di cui parla Isaia (40, 3 = Io. l, 23). Particolarmente nel IV evangelo e nell' Apoc. il ravvicinamento a Is. 53 è frequente; il Messia glorioso è detto "agnello" 26 volte nell'Apoc., e gli sono attribuite le caratteristiche elencate nel canne di Isaia: immolato (Apoc.5, 6), adorato (5, 8; 7, 9 s.); gli eletti sono salvati per opera sua (12, 11; 17, 14), lavano le loro vesti nel sangue dell'a. (7, 14), ecc.
[L. M.]

BIBL. - P. FEDERKIEWIEZ, Ecce Agnus Dei, in VD, 12 (932) 41-7, 83-8, 117-20, 156-60, 168-71.
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