SAMUELE - SAMUELE (LIBRO DI) - SANGUE - DIZIONARIO BIBLICO

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SAMUELE - SAMUELE (LIBRO DI) - SANGUE
SAMUELE
Il profeta S. (semu'el: interpretato in 1Sam 1, 20 secondo un'etimologia popolare "Iahweh lo chiamò sa'ol"; è molto affine a sumu-ilu nome divino accadico già al tempo di Hammurapi: cf. E. Dhorme, Les livres de Samuel, Paris 1910, p. 23) nacque in Ramathaim (probabilmente l'odierna città di Rent: cf. E. M. Abel, Géographie de la Palestine, II, Paris 1938, p. 428 s.) da una moglie di Elcana, chiamata Anna, la quale era stata sterile sino alla nascita di S. e aveva promesso, qualora le fosse nato un figlio, di consacrarlo a Dio (I Sam. 1, 11). S. dunque, messo alle dipendenze del sommo sacerdote Eli (1Sam l, 24-28), ebbe la rivelazione dell'imminente distruzione della famiglia di questi (I Sam 3) e quindi fu dichiarato profeta del Signore (I Sam 3, 19 ss.). Generò soltanto due figli, Gioele e Abia i quali però non seguirono gli esempi del padre. Non potendo più difendere Israele dai nemici a causa della sua vecchiaia (cf. I Sam 9, 16; 10, 5; 13, 3) e non essendo graditi i suoi figli (1Sam 8, 1-5), a voce di popolo, consacrò re Saul (1Sam 9, 1-10, 26). Dopo la vittoria di questi sugli Ammoniti (1Sam 11, 1-11), inaugurò il regno in Galgala (1Sam 11, 12-15) e si dimise da giudice (1Sam 12). Rimase tuttavia profeta e come tale comunicò i divini voleri al re. Nel nome di Iahweh comandò a Saul la distruzione degli Amaleciti (1Sam 15, 1 ss.); al re disobbediente comunicò l'abbandono da parte di Dio, prima della sua dinastia (I Sam 13, 5-14) e poi della sua stessa persona (1Sam 15, 11-23). Per ordine di Iahweh unse re Davide (1Sam 16, 1-13). Quindi non pare che sia più intervenuto pubblicamente; sembra solo che presiedesse al raduno dei cosiddetti "figli dei profeti" (1Sam 19, 20-24) e morisse in Rama sua patria (1Sam 25, 1), compianto da tutto il popolo. Della sua reale evocazione dopo morte, ad opera di Saul, molti padri dubitarono.
[B. N. W.]

BIBL. - L. DESNOYERS, Histoire du peuple hébreu, I, Parigi 1922, pp. 208-28; II, 1930, pp. 33-45, 66 ss. 76 s. 128-31.

SAMUELE (LIBRO DI)
Nonostante la prevalenza della denominazione Libri dei Re attestata già nel Decreto Gelasiano, oggi gli autori generalmente parlano di Libri di Samuele, divisi in due sin dalla Bibbia Bombergiana (Venezia 1517). Il libro di Samuele, dunque originariamente unitario (cf. Origene presso Eusebio, Hist. eccl. VI, 25; S. Girolamo, Prologo Galeato), dai Greci e Latini fu diviso in due libri che, congiunti coi due dei Re, formarono i due primi dei quattro libri dei Re (*** Regum o Malachim, meglio Regnorum o Malachot secondo il prologo galeato di s. Girolamo). Esso narra la storia della fondazione del regno e della conferma di un trono eterno nella famiglia davidica ed è diviso in tre parti.
I. Storia di Samuele ultimo giudice (I Sam 1-12)
Nascita e adolescenza. Samuele annunzia al sommo sacerdote Eli la vendetta divina per la sua debolezza dinanzi ai cattivi costumi dei suoi figli Ofni e Finees; è scelto da Iahweh e riconosciuto profeta. (1Sam 1-3). Sciagure degl'Israeliti; l'arca cade in mano dei Filistei. Morte di Eli e dei suoi figli (I Sam 4). Dimora dell'arca tra i Filistei e trasporto di questa (a causa delle calamità apportate) a Cariat-iearim (I Sam 5-7, 1). Samuele assume il compito di giudice e libera gli Israeliti dal giogo dei Filistei (I Sam 7, 2-17); unge re Saul (I Sam 8, 10), il quale dopo aver liberato la città di Iabes di Galaad inaugura in Galgala il regno (1Sam 11). Samuele abdica l'ufficio di giudice (1Sam 12).
II. Storia di Saul primo re rigettato da Dio (I Sam. 13-31)
Saul pecca in Galgala offrendo sacrifici prima dell'arrivo di Samuele. I suoi discendenti sono esclusi dal regno (I Sam 13). Ma vince sui Filistei per l'atto eroico di Gionata (I Sam 14). Riceve l'ordine di sterminare gli Amaleciti, ma non avendo obbedito, viene egli stesso punito e ripudiato da Dio (I Sam 15). Davide è unto re da Samuele (I Sam 16, 1-13) e viene nella corte regale con l'ufficio di suonatore di cetra e armigero del re (I Sam 16, 14.23). David uccide Golia (I Sam 17, 1- 54.), diventa celebre tra il popolo e perciò suscita invidia in Saul (I Sam 17, 55-18, 9), il quale lo perseguita frequentemente ma sempre invano (I Sam 18, 10-28, 2). Saul prima di fare guerra ai Filistei consulta Samuele evocato da una pitonessa (I Sam 28, 3.25). David rimandato dai Filistei vince gli Amaleciti (I Sam 29-30). Saul cade in combattimento sui monti di Gelboe con il figlio Gionata (I Sam 31).
III. Storia di David re (2Sam 1-24. V. David)
Composizione
Il libro probabilmente fu redatto definitivamente quando nel regno di Giuda dominavano parecchi re, cioè dopo un periodo più o meno lungo dalla divisione del regno. Nel 1Sam 27, 6 si legge che la città di Siceleg era restata sotto il dominio dei re di Giuda sino ai tempi dell'autore. Il nome di re di Giuda suppone un regno già diviso (cf. 1Sam 17, 52; 18, 16; 2Sam 7, 9; 3, 10). Le figlie del re Davide sono vestite in modo diverso dalle figlie del re del suo tempo (2Sam 13, 18). Che l'autore si sia servito di fonti è certo. Basti pensare ai tempi nei quali egli visse e confrontare il libro con I-II Par. i quali, giacché narrano fatti comuni suppongono pure una fonte comune (cf. per es. 2Sam 6 con I Par. 13; 15). Anzi si nota che spesso i Par. ci hanno conservato il testo in forma più corretta (cf. H. Van den Bussche, Le texte de la prophétie de Nathan sur la dynastie davidique, in EThL, 24. [1948] 354-94). Ci sono inoltre ripetizioni di fatti: per es. David per due volte è introdotto dinanzi a Saul (cf. I Sam 16; 14.23; e 17, 55-58). Tuttavia è molto difficile stabilire quali siano state le fonti. Alcuni autori, per es. Budde, seguito in parte anche da Dhorme, ammette due fonti che egli chiama J e E, analogamente alle fonti del Pentateuco. Altri, come Smend, Eissfeldt e in qualche modo Steuernagel ammettono tre fonti, J, E e L (= Lainquelle = fonte laica). Ma questa teoria delle fonti può essere con frutto molto scarso applicata a Sam. Gressmann e Caspari propongono una teoria complementare. Dunque l'autore si servì di varie fonti. Ma non si può provare se esistessero narrazioni parallele e continue (cf. Leimbach, Samuel, 4-16).
Storicità
Tutti ammettono, anche quelli che presuppongono delle fonti, che queste narrazioni, se pure non sono contemporanee agli avvenimenti, conservarono bene la tradizione dei fatti, e rivelano al più severo esame critico la piena esattezza storica. L'autore intende sottolineare che il regno davidico è un'istituzione divina che resterà in eterno, in quanto, dalla discendenza di David, uscirà il Messia (2Sam 7).
[B. N. W.]

BIBL. - L. DHORME. Les livres de Samuel, Parigi 1910; L. DESNOYERS, Histoire du peuple hébreu. I, ivi 1922, pp. 209-28, 403-06; II. 1930, pp. 1-141; K. A. LEIMBACH. Die Bilcher Samuel. Bonn 1936; A. MÉDEBIELLE (La Ste Bible, ed. Pirot, 3), Parigi 1949, pp. 329-561; G. BRESSAN, Samuele (La Bibbia, S. Garofalo), Torino 1954; J. DE FRAINE, Le roi Agag devant la mort (1Sam 15, 32 b), in EstE, 34 (1960) 537-545: Miscellanea Biblica A. Fernandez.

SANGUE
(Ebr. dàm, usato 360 volte; acc. dàmu; ugaritico, dm; gr. ***. Nel Nuovo Testamento 98 volte). Nel Vecchio Testamento il s. indica più comunemente la morte con violenza. Si riconosce però una stretta connessione tra la vita e il s. che è considerato l'alimento, la condizione della vita, la sede del principio vitale (nefes). Si stabilisce quasi un'identità tra la vita e il s. (Gen. 9, 4; Deut. 12, 23): «il s. è la vita». Il s. è riservato al padrone della vita, a Dio, con numerose proibizioni agl'Israeliti (Gen. 9, 4; Lev. 3, 17; 7, 26 s.; ecc.), di mangiarne. David rifiuta di bere l'acqua, portatagli dai suoi eroici soldati; gli sembrerebbe bere il s. degli uomini che per lui avevano rischiato la vita (2Sam 23, 17). Iahweh domanda conto del s. di ognuno, dell'anima dell'uomo (Gen. 9, 5). L'uso parallelo di "s." e "vita" risulta da Ps. 72, 14. La proibizione è mantenuta dagli Apostoli per i convertiti dal paganesimo (At. 15, 29) e vige ancora presso gli Arabi. Lev. 17, 10 s. dà il motivo della proibizione: «Questo s. io ve l'ho dato per fare sull'altare. il rito di espiazione per le vostre vite poiché è il s. che espia per una vita» (Cf. Hebr. 9, 7.21 ss.). In altri testi si insinua il pericolo dell'idolatria (Lev. 19, 26). Nel Nuovo Testamento l'espressione «la carne e il s.» indica il concetto di uomo, di natura umana spesso in opposizione a Dio (Mt. 16, 17; Gal. 1, 16; I Cor 15, 50; ecc.). La stessa locuzione è corrente nel Talmud per indicare l'uomo mortale ed è nota all'autore greco Pollieno (Strateg. 3, 2, 1). Il s. 12 volte è riferito ai sacrifici di animali, e, nel resto, al s. di Cristo di cui s. Paolo sottolinea la funzione di riscatto (Eph. 1, 7), di giustificazione (Rom. 5, 9), di pacificazione (Col. 1, 20 ss.) e di riconciliazione (Eph. 2, 16).
[F. V.]

BIBL. - P. DHORME, L'emploi métaphorique des parties du corps en hébreu et en akkadien, Parigi 1923, p. 8 5.; F. RUSCHE, Blut, Leben und Seele, 1930. pp. 308-63; BEHM, ***, in ThWNT, I, p. 171 ss.


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