CALENDARIO EBRAICO - CALVARIO - DIZIONARIO BIBLICO

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CALENDARIO EBRAICO - CALVARIO
CALENDARIO EBRAICO
Il sistema cronologico ebraico è legato alla osservazione delle fasi della luna. Il primo giorno del mese è determinato dall'osservazione della luna nuova che appare poco dopo la congiunzione della terra e del suo satellite. La determinazione dei mesi è puramente empirica e dipende dalle condizioni di visibilità dell'arco lunare nel cielo della sera. Una cura speciale è dedicata alla fissazione della luna di Nisan che segue l'equinozio di primavera e di quella di Tisri, dopo l'equinozio di autunno, perché segnano rispettivamente il punto di partenza dei due cicli annuali usati in Israele e nell'occidente semitico. Ierah designa propriamente il mese lunare mentre hodes, ros hodes esprimono direttamente la neomenia o primo giorno del mese. L'anno lunare, la successione delle 12 lune, è 11 giorni ca. più corto dell'anno solare normale. La differenza tra l'anno lunare e il solare non è compensata con l'aggiunta di 11 giorni, ma con l'intercalazione di un mese supplementare quando il ritardo del calendario in rapporto alle stagioni diviene troppo sensibile.
Mesi cananei
La Bibbia conserva il nome di 4 mesi cananei che sembrano, almeno in parte, riferirsi alle condizioni climatiche della regione siro-palestinese: Abib, la luna delle spighe (Ex. 13, 4; 23, 15; 34, 28; Deut. 16,. l), equivalente al Nisan (Marzo-Aprile), durante il quale si celebra la Pasqua; è il primo mese della primavera. Ziw (aram. = fioritura) il 20 mese corrispondente a Ijjar (Aprile-Maggio), durante il quale Salomone getta le fondazioni del tempio (I Reg. 6, 1.37). Etanim, 7° mese dell'anno, corrispondente a Tisri (Settembre-Ottobre) durante il quale si celebra la Dedicazione del tempio (I Reg. 8, 2). Bul, 80 mese, corrispondente a Mareswan (Ottobre-Novembre) durante il quale si terminano i lavori del tempio (I Reg. 6, 38). Gli autori di Sam., Reg., Par. sostituiscono i nomi propri dei mesi cananei coi numeri di ordine a partire dalla luna di primavera. Senza dubbio vogliono escludere ogni allusione alla mitologia di Canaan o a celebrazioni liturgiche giudicate eterodosse.
Mesi di Nippur
Lo sviluppo del commercio e delle relazioni internazionali all'epoca postesilica spingono gli Ebrei ad adottare il calendario di Nippur che ha soppiantato i calendari locali della Mesopotamia dal tempo di Hammurapi. 1 nomi appaiono nella letteratura biblica postesilica, nei papiri di Elefantina e nei testi della Misnah e del Talmud.
Nisan (Neh. 2, l; Esth. 3, 7), Marzo- Aprile.
Ijjar, Aprile-Maggio.
Siwan (Esth. 8, 9, Maggio-Giugno.
Tammuz, durante il quale si celebra il lutto per il dio omonimo (Ez. 8, 14); Giugno-Luglio.
Ab, Luglio-Agosto.
Elul (Neh. 6, 15), Agosto-Settembre.
Tisri, Settembre-Ottobre.
Marheswan, Ottobre-Novembre.
Kislen (Neh. l, l; 1 Mach. l, 57), Novembre-Dicembre.
Tebeth (Esth. 2, 16), Dicembre-Gennaio.
Sebat, Gennaio-Febbraio.
Adar (Esth. 3, 7.13; 8, 12; 9, 1.15.17.19. 21), Febbraio-Marzo; che viene raddoppiato negli anni embolismici (we-Adar).
Primo giorno dell'anno
È chiamato ros hassanah, "capo d'anno". Sotto Hammurapi il capodanno è celebrato nel mese di Nisanu, verso l'equinozio della primavera. Quest'uso sembra ecclissare in tutta la Mesopotamia quello più antico di contare gli anni a partire dal primo mese di autunno. L'equinozio di autunno continua ad avere la preferenza nelle contrade dei Semiti occidentali. L'autunno segna effettivamente il passaggio d'un ciclo agricolo al ciclo seguente. Presso gli Ebrei lo hag ha-asif, festa del raccolto, ha luogo alla fine dell'anno (Ex. 23, 16). Si tratterebbe dell'inizio dell'anno nuovo (Ex. 34, 22). La festa delle Capanne, che si celebra nel mese di Tisri, primo mese d'autunno, e sembra identificarsi allo hag haasif comporta non solo dei ringraziamenti per l'anno trascorso, ma anche dei riti destinati a procurare la fertilità. Nel regno del Nord lo hag è celebrato alla luna piena del mese di Marheswan e non di Tisri. I Reg. 13, 32 attribuisce questa innovazione al capriccio di Ieroboam. I testi dei libri dei Re relativi alla riforma di Iosia suppongono che l'anno incomincia in autunno (2Reg. 22, 3; 23, 23). Una seconda serie di testi fa iniziare l'anno nuovo verso l'equinozio di primavera. Il computo delle feste annuali è basato sull'osservazione della luna nuova di Nisan, essendo la pasqua celebrata al 150 giorno dello stesso mese (Ex. 12, 2 e paralleli). Ier. 36, 9-22 suppone il medesimo computo. Sembra che i due computi in una certa misura siano coesistiti. Certe date nel I Mach. sono calcolate sulla base del ros hassanah di primavera; la cronologia del II Mach. si riferisce al ros hassanah di Tisri, accettato comunemente in Siria, all'epoca dei Seleucidi.
Mesi ellenistici
I nomi dei mesi adottati dall'oriente ellenistico sono quelli del calendario macedone. L'anno comincia in autunno e il mese supplementare, intercalato tra il 6-70 mese, ha un nome speciale (...). I Seleucidi armonizzano il calendario macedone col neo-babilonese. A Babilonia anno se1eucida incomincia a primavera, ma, nelle province sire, in autunno. All'epoca romana i mesi del calendario macedone sono così assimilati: ***= Novembre; *** = Dicembre ecc. La cronologia dell'epoca greco-romana in Palestina è complicata dal fatto che in un certo numero di città libere si adattano i nomi dei mesi macedoni alle condizioni particolari del computo locale. Ere. Non esiste un'era biblica comune. Negli atti ufficiali e nelle cronache del regno si contano gli anni a partire dall'avvento del sovrano sul trono, come appare in Reg. e Par. È generalmente ammesso dagli storici che gli annalisti contano come il primo anno di regno la frazione di tempo tra il giorno dell'investitura e la fine dell'anno. Nell'epoca ellenistica si adotta quasi universalmente l'era dei seleucidi, 1° di Nisan (*** del 311 a. C.), Nelle province sire, dove l'anno comincia in autunno, il punto di partenza dell'era è il I di Tisri del 312. I nazionalisti Giudei, ottenuto il riconoscimento della loro autonomia, rinunciano all'uso dell'era seleucida: I Mach.13, 41-42 nota con enfasi che nell'anno 170 (142 a. C.) il popolo d'Israele comincia a scrivere sugli atti e sui contratti: nel 1° anno di Simone. Non si tratta probabilmente di una era propriamente detta, ma di un ritorno all'uso antico di Reg. e Par.: così sono datate le monete asmonee.
[F. V.]

BIBL. - G. AMADON, Ancient Jewish Calendation, in JBL. 61 (1942) 227-80; A. G. BARBOIS, Manuel d'archéologie biblique, II (Parigi) 1953, 171 ss.: in DAB, v. mois, p. 213; année, p. 30.

CALVARIO
Luogo su cui fu innalzata la Croce di Cristo. Sopra elevato di pochissimi metri dal suolo circostante, era chiamato pittorescamente "cranio" (Lc. 23, 33; latino Calvaria; aramaico, Golgota dall'ebraico Gulgoleth con l'eliminazione del secondo 1): denominazione persistente ancora nell'attuale nome arabo "Ras" "Testa", e dovuta alla conformazione del monticello o alla sopraelevazione (come l'odierno "Ras"). Era situato nelle vicinanze di Gerusalemme (Io. 19, 20), fuori le porte della Città (Hebr. 13, 12) e cioè fuori del secondo muro costruito da Erode il Grande, lungo la via pubblica (Me. 15, 29). Il C., venerato dai Cristiani, fu profanato dall'Imperatore Adriano con l'erezione di una caverna, scavata in terra di riporto, con dentro una statua di Venere (Eusebio, Vita Constantini, 26; s. Girolamo, Ep. 58, 3). L'imperatore Costantino sostituì la costruzione profanatrice con uno splendido edificio sacro (Martyrium Anastasis), che aveva le dimensioni del tempio pagano (m. 37 x 137) e lasciava all'aperto il C. (Egeria 37,4) su cui fu innalzata una grande croce d'argento (Arculfo e Beda). Il C., ridotto col piccone a forma di cubo di ca. m. 5 di lato, fu incluso soltanto dopo il mille nella Chiesa del s. Sepolcro, riedificata da Costantino Monomachos (ca. 1042), dopo la distruzione dei Mussulmani nel 1009. Oggi occupa il lato meridionale della Basilica, a destra dell'unica porta. Sotto le due cappelle che ornano la superficie del Santuario v'è una cripta che è la cappella di Adamo, contenente, secondo la tradizione, il teschio di Adamo, irrorato dal sangue di Cristo colato attraverso la grande fessura della roccia, prodottasi alla morte di Gesù (Mt. 27, 51), attestata da scrittori antichi (s. Luciano Martire m. nel 312; Rufino, Hist. Eccl. IX, 6; Eusebio, Hist. Eccl. IX, 7; s. Cirillo, Catech. XIII, 39) e visibile ancor oggi in senso inverso alla venatura della Roccia (m. 1,70 x 0,25). L'autenticità del C. è assicurata dalla Basilica costantiniana che sostituì il tempio pagano profanatore, e da scavi, recentemente eseguiti nell'Ospizio Russo, i quali rivelarono un muro antico e la soglia di una porta che conduceva al C., situato al di fuori delle mura (Mc. 15, 29).
[A. R.]

BIBL. - H. VINCENT - F. M. ABEL, Jérusalem, II, Parigi 1914. pp. 57-93; A. PUJOL. in VD, 13 (1933) 123-26. 147-53; H. SCHMIDT, Der hZ. Fels in Jerusalem, Tubinga 1933; G. W. ELDERKIN, Golgotha, Kraneion and the Holy Sepuchre, Springfield 1945; CUSTODIA DI TERRA SANTA Il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Bergamo 1949.; A. PARROT, Golgotha et Saint-Sépulcre (Cahiers d’Archéologie biblique, n. 6), Neuchatel 1955.
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