Consiglio ecumenico delle Chiese - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Consiglio ecumenico delle Chiese

C
di J. J. Tamayo
Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), nato ad Oxford nel 1938, è frutto degli sforzi destinati a far confluire in un consiglio ecumenico mondiale i molteplici organismi ecumenici dispersi nel mondo. Ne fanno parte più di trecento Chiese cristiane di tutto il mondo. C'è da notare il non inserimento della Chiesa Cattolica nel CEC, anche se partecipa in permanenza ai dialoghi di questo Consiglio. Anche se il CEC non abbraccia tutto il movimento ecumenico, esso è comunque una delle espressioni più importanti del movimento ecumenico attuale.
Il CEC si autodefinisce: « Un'associazione di Chiese che confessano il Signore Gesù Cristo come Dio e Salvatore secondo le Scritture, e cercano perciò di realizzare insieme la loro comune vocazione per la gloria dell'unico Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo » (Assemblea Generale di Nuova Delhi, 1961).
Da quando è stato fondato, il CEC ha tenuto sette Assemblee Generali: Amsterdam (1948), Evanston, U.S.A. (1954), Nuova Delhi (1961), Uppsala, Svezia (1968), Nairobi, Kenia (1975), Vancouver, Canada (1983) e Canberra, Australia (1991). In queste Assemblee, è stato messo in evidenza tanto il concetto di unità quanto la posizione del CEC dinanzi alle realtà storiche.
Il CEC intende l'unità dal basso verso l'alto, partendo dalla base. Il processo di unità passa attraverso una fase di « comunità conciliare di Chiese locali » (Assemblea generale di Nairobi) e comporta, a sua volta, il superamento delle divisioni di ogni genere (di dominio e di subordinazione, tra gruppi sociali, divisioni razziali, divisioni per motivi di sesso, ecc.).
Il CEC ha prestato attenzione, fin dall'inizio, ai problemi dell'umanità e ha preso posizione contro i totalitarismi, il razzismo, l'oppressione economica, le guerre, le armi nucleari, il militarismo; ecc. Si è pronunciato, senza equivoci, a favore dei diritti umani, della vita, della partecipazione effettiva del popolo alla vita politica. Ha dato il suo appoggio alla formazione di democrazie pienamente umane in cui libertà e giustizia devono andare di pari passo. Ha espresso, infine, la sua opzione per i poveri, sia mediante programmi orientati alla liberazione dei paesi del Terzo Mondo, sia con una riflessione teologica molto seria sugli emarginati.

Bibliografia
Cassese M. (ed.), Il consiglio ecumenico della Chiese, perché?, Como, 1983. Congar Y., Dizionario ecumenico, Ed. Cittadella, Assisi, 1974. Pattaro G., Corso di teologia dell'ecumenismo, Brescia, 1985. Ricca P., « Consiglio ecumenico della Chiese », in: Enciclopedia del Cristianesimo, Istituto De Agostini, Novara, 1997, pp. 179‑180. Sartori L., Teologia ecumenica. Saggi, Padova, 1987. Vercruysse Jos E., « Consiglio ecumenico delle Chiese », in: Dizionario di teologia fondamentale, Ed. Cittadella, Assisi, 1990, pp. 206‑209.
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