Ministero - DIZIONARIO DI PASTORALE

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di J. M. Castillo
Nella Chiesa esiste, fin dalle sue origini remote, un'importante varietà di servizi, funzioni e compiti che ricevono il nome generico di ministeri (dal latino: ministerium: servizio). Questi ministeri stanno alla base della strutturazione attuale della Chiesa e sono, senza dubbio alcuno, un dato fondamentale per questa strutturazione. In questo senso, già la prima lettera ai Tessalonicesi raccomanda: « Vi preghiamo, fratelli, di avere riguardo per quelli che faticano tra di voi, che vi fanno da guida nel Signore e vi ammoniscono; trattateli con molto rispetto e amore, a motivo del loro lavoro » (1 Ts 5,12‑13). Inoltre, in vari passi delle sue lettere, san Paolo elenca i doni, le attività e le varie funzioni che esistono nella Chiesa (Rm 12, 6‑8; 1 Cor 12,4‑11.28‑31; 14,6; Ef 4,11‑12). Tra queste varie attività o mansioni, Paolo sottolinea tre ministeri o servizi: gli apostoli, i profeti e i dottori (l Cor 12,28; cf Ef 4,11). Però, vanno ricordati anche quelli che Paolo chiama suoi collaboratori (Rm 16,3; 1 Ts 3,2; 2 Cor 8,23) e in pratica i responsabili delle comunità locali che vengono nominati nel saluto delle sue lettere (1 Ts 1,1; 1 Cor 1,1; 2 Cor 1,1; Fil 1,1; Fm 1), o nella conclusione (1 Cor 16,19‑20; Rm 16,3 ss; Fil 4,21; Fm 23‑24). Questi collaboratori sono chiamati con titoli generici di synergoùntes (cooperatori) e kopiòntes (quelli che condividono la cura della comunità (1 Ts 5,12; 1 Cor 16,16). Infine, all'interno del corpus paulinum, è importante la testimonianza della lettera agli Efesini dove vengono elencati, assieme agli apostoli, profeti e dottori, anche gli evangelisti e i pastori (Ef 4,11). Il libro degli Atti degli Apostoli parla, invece, del compito speciale degli Apostoli, i « Dodici » (At 1,26; 2,14.37; 6, 2.6), del ministero dei « Sette » nella comunità di lingua greca (At 6, 1‑ó), dell'attività dei profeti (At 11,27‑28; 13,1; 15,22.27.32) e degli Anziani (At 14,23; 20,17‑38). Anche la prima lettera di Pietro parla degli Anziani (1 Pt 5,1‑4). Soprattutto nelle lettere pastorali non appare una distinzione chiara tra anziani (o presbiteri) e vescovi (cf Tt l. 5‑7). D'altra parte, il compito dei presbiteri appare intimamente legato all'insegnamento (Tt 1,5‑9; 1 Tm 1,12; 4,13; 5,17; 2 Tm 4,5; ecc.).
Però, riguardo a questi dati, bisogna fare tre osservazioni fondamentali:
1) L'esistenza di funzioni di leadership nelle comunità cristiane primitive non va interpretata come un fatto più o meno secondario nella vita di quelle comunità. Meno ancora si deve intendere come il risultato di una decisione presa dai primi cristiani. L'apostolo Paolo afferma che i ministeri sono doni (karìsmata) elargiti da Dio per la crescita della Chiesa (1 Cor 12,4.31). Non solo, ma è stato Dio che « li ha posti nella Chiesa » per esercitare questi ministeri (1 Cor 12,28). In ultima analisi, è stato « Cristo che ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti » (Ef 4,11).
2) È fuori dubbio che il NT riconosce una grande diversità di ministeri nella vita e nel funzionamento delle comunità cristiane. Questa diversità è una ricchezza per la vita della Chiesa. Perciò si deve ritenere che è stato un impoverimento il fatto che i ministeri, a partire dai secoli II e III, siano stati ridotti alla triade di: vescovi, presbiteri e diaconi.
3) Nelle comunità del NT, si nota anche una grande creatività, cioè, le comunità si sentivano libere di produrre, sotto l'azione e l'impulso dello Spirito, i ministeri che nei casi singoli ritenevano necessari o convenienti, come si presentavano le necessità. È stato detto giustamente che i ministeri che pullulavano nella Chiesa antica, comprendendo anche quelli che assunsero la successione degli apostoli, appaiono in larga misura come creazioni funzionali realizzate sotto la pressione degli eventi e al soffio dello Spirito Santo.
Ad ogni modo, è della massima importanza comprendere che la realtà prima e più fondamentale nella Chiesa non è il ministero, ma la comunità. Si vuol dire questo: che il senso e la ragion d'essere del ministero consiste appunto nell'essere un servizio nella comunità e per la comunità dei credenti. Per questo, gli scritti del NT, ad eccezione delle lettere pastorali, sono indirizzati tutti alle comunità, non ai loro ministri. In ultima analisi, si tratta di comprendere che la Chiesa è, prima di tutto e soprattutto, il nuovo Popolo di Dio,la comunità dei salvati, come ha detto esplicitamente il Concilio Vaticano II (LG 9), la comunità sacerdotale (LG 10‑11), all'interno della quale lo Spirito di Dio suscita carismi e ministeri (LG 12). In questo modo, la gerarchia ed il ministero vanno intesi all'interno del dato previo e fondamentale della comunità (LG 18 ss). Però, d'altra parte, quando parliamo della comunità cristiana, è fondamentale tenere sempre presente che si tratta di una comunità « strutturata », cioè, di una comunità in cui, per il suo servizio, esiste un ministero ufficialmente stabilito, in armonia con quanto viene significato dalla successione apostolica e dalla apostolicità della Chiesa.
I tre compiti specifici del ministero ordinato sono: l'annuncio della Parola di Dio, la presidenza nelle celebrazioni sacramentali, il governo o guida pastorale della comunità (LG 25‑27; CD 12‑16; PO 4‑6). Però, questo non vuol dire che i fedeli, in nessun caso, non possano spiegare il vangelo, o esercitare funzioni organizzative. Oltre ai ministeri ordinati, ci devono sempre essere nella Chiesa altri ministeri, non ordinati, che cooperino all'edificazione comune del Corpo di Cristo. Di più: tutti i fedeli devono essere attivi e responsabili nel funzionamento e nell'organizzazione della Chiesa.

Bibliografia
Bianchini S., Il sacerdozio cristiano, Ed. Marietti, Torino, 1973. Congar Y., Ministeri e comunione ecclesiale, Ed. Dehoniane, Bologna, 1973. Delorme J. (a cura di), Il ministero e i ministeri secondo il Nuovo Testamento, Ed. Paoline, Roma, 1977. Dianich S., « Ministero », in: Nuovo Dizionario di teologia, Ed. Paoline, Cinisello B., 1988, pp. 902‑931. Favale A. ‑ Gozzelino G., Il ministero presbiterale, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1972. González M., Quali ministeri per quale Chiesa. L'esperienza dell'America Latina, Ed. Borla, Bologna, 1977. Vanhoye A., Cristo è il nostro sacerdote, Ed. Marietti, Torino, 1970.
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