Nevrosi - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Nevrosi

N
di M. N. Lamarca
La nevrosi è una perturbazione psichica che non è legata ad una causa organica. Le alterazioni nevrotiche sono meno profonde di quelle psichiche e sono qualitativamente differenti. Il comportamento del malato nevrotico può arrivare ad essere strano, ma senza mai raggiungere il grado di incomprensione dei sintomo psicotici.
Il nevrotico non è un demente. Le sue funzioni conoscitive superiori non si trovano alterate, in quanto le perturbazioni si manifestano soprattutto sul piano affettivo e su quello vitale della personalità, agendo o reagendo in forma molesta, col predominio della depressione e dell'ansia, più o meno appariscenti. Il compito crescente che si attribuisce alla personalità dei malati consiglia che si prenda in considerazione il paziente nevrotico più che la nevrosi come malattia.
Alcuni malati sperimentano i loro disagi più attraverso il corpo che attraverso la psiche, in forma di « sintomi vegetativi », come, per esempio, sudori e palpitazioni, difficoltà respiratorie, nausee, dolori di capo e di spalle, disturbi di digestione, ecce. L'atteggiamento peculiare dei pazienti di fronte ai loro sintomi è l'atteggiamento difensivo.
Attualmente, la nevrosi ha cessato di essere vista come una malattia con sintomi e fattori causali specifici. Oggi, è vista come un sintomo che può essere spiegato come un modello di comportamento disadattato. Il nevroticismo è una dimensione della personalità in cui ogni individuo occupa una determinata posizione in funzione della risposta del suo organismo, della sua storia, della sua tolleranza alla frustrazione, ecc. Le varie forme di nevrosi si possono raggruppare attorno ai seguenti tipi fondamentali.
Nevrosi di ansia. È descritta come una sensazione puramente corporea, localizzata di solito nell'apertura dello stomaco, nella regione precordiale o nella gola. In certi casi, è sperimentata, come un senso di oppressione o di vuoto, come un dolore soprattutto molesto localizzato negli occhi o nella nuca. Queste sensazioni si trasformano in sentimenti di inquietudine, svogliatezza e perfino panico, senza che oggettivamente non ci sia nulla a cui si possano riferire. L'ansia è un sintomo che, in un modo o nell'altro, è sempre presente in qualsiasi tipo di nevrosi.
Nevrosi ossessive. Queste portano il malato obbligatoriamente a pensare o a compiere, contro la sua volontà, idee o atti sempre molesti e spesso ripugnanti per l'indole immorale e dolorosa di tali rappresentazioni o impulsi. Le nevrosi ossessive sono un grande tormento facile ad immaginare. Il malato sa in ogni momento che i suoi pensieri non sono normali, ma non riesce a liberarsi dall'idea che hanno un certo carattere significativo. In certe nevrosi ossessive, c'è la necessità di comprovare ripetutamente l'esecuzione di certi atti, con comportamenti relativamente automatici che il malato sperimenta come incontrollabili. Per esempio, molti malati hanno bisogno di ritornare più volte in cucina per accertarsi che il gas è veramente chiuso, o che un medicinale è al suo posto, ecc.
Nevrosi ipocondriache. Questa è caratterizzata dalla comparsa di molteplici sintomi soggettivi che non possono cadere sotto il controllo medico e che traducono una distorsione da parte del soggetto che interpreta erroneamente ed in forma irreale sensazioni e segni fisici normali come se fossero anormali. L'eccessiva autoosservazione preoccupata conferisce al malato la credenza e la convinzione ansiosa che realmente è affetto da qualche malattia.
Nevrosi di trasformazione. Questa denominazione implica che certi fenomeni psichici si esprimono o si trasformano in alterazioni corporee di carattere funzionale. Un braccio o una gamba rimangono paralizzati e senza sensibilità, senza che ci sia nessun danno fisico. Si perde la vista o la parola in maniera quasi sempre improvvisa, senza che nemmeno un esame medico molto approfondito riesca a trovare alterazioni muscolari o neurologiche.
Nevrosi isterica. Il termine è molto confuso, in quanto ha vari significati: personalità isterica, nevrosi di trasformazione, somatizzazioni, dissociazioni della personalità, crisi, ecc. Di solito, si parla di isteria quando certi conflitti psicologici, depressioni larvate o latenti, catene di problemi irrisolti, specialmente familiari e professionali, agiscono come provocatori di alterazioni organiche funzionali, senza che siano accompagnati da qualche lesione organica. Appaiono molti sintomi somatici di tipo insidioso, imprevedibili e di varia intensità, con la tendenza a diventare cronici e a suscitare l'attenzione del medico. Non c'è nessuna correlazione organica che li giustifichi. Le cosiddette reazioni di trasformazione sono quelle che, nel comportamento alterato, sono solite concentrarsi sul piano motorio. I sintomi più frequenti sono circoscritti alle funzioni sensomotorie. Si manifestano in forma di movimenti anormali grossi o sottili, ritmici o meno. Intaccano le più svariate aree del corpo e possono simulare alla perfezione dai movimenti corèici (ballo di san Vito) fino alle convulsioni epilettiche. Arrivano perfino a presentarsi in forma di paralisi, mentre i riflessi rimangono intatti.
In alcuni casi eccezionali di isteria, può apparire un comportamento allucinatorio, generalmente di tipo rituale e molto complesso (quasi come immagini in una scena), senza che ci sia un disordine comprovante del pensiero: le immagini appaiono vincolate, perfino tematicamente, coi contenuti della situazione conflittuale che le ha suscitate.
I tratti principali che definiscono la personalità isterica sono: la tendenza a drammatizzare, ad esagerare, ad una enfasi emozionale eccessiva in tutto ciò che concerne i suoi sintomi e le sue relazioni interpersonali. L'esibizionismo, il narcisismo, la dipendenza affettiva, il ricatto affettivo sono terribilmente frequenti. La manipolazione dei rapporti interpersonali e l'uso di stratagemmi per sedurre l'altro sono tutt'altro che rari. In realtà, non esiste una personalità isterica unica, ma una moltitudine di tratti isterici che possono presentarsi con maggiore o minore intensità e possono anche essere assenti.

Bibliografia
Bless H., Manuale di psichiatria pastorale, Ed. Marietti, Torino, 1953. Canova F., Il medico in famiglia, Ed. Paoline, Roma, 1981. Ccompact, Enciclopedia della medicina, De Agostini, Novara, 1990. Sillamy N., Dizionario di psicologia, Ed. Gremese, Roma, 1991.
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