Sacramenti - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Sacramenti

S
di J. Llopis
La teologia d'oggi ha ricuperato il senso largo della parola sacramento, intesa come qualsiasi manifestazione sensibile del mistero della salvezza. Così, il sacramento originale è l'umanità di Cristo, poiché costituisce la rivelazione definitiva del Padre e del suo disegno salvifico. Per derivazione da questa umanità di Cristo, è sacramento anche tutto ciò che è in contatto con essa. In primo luogo, tutti gli uomini, di cui Cristo è il capo. In secondo luogo, tutti quegli uomini e donne che, in modo esplicito, aderiscono al vangelo mediante la fede e la conversione. Per questo, dopo il sacramento originale che è Cristo, esiste il sacramento primordiale, che è la comunità dei credenti in Cristo, ossia, la Chiesa. Questa Chiesa possiede un ricco complesso di seghi mediante i quali compie la sua missione. Sono anch'essi sacramenti. Tra questi, occorre distinguere i segni evangelizzatori (le opere sensibili che accompagnano la predicazione del vangelo: miracoli, martirio, testimonianza della carità) e i segni liturgici. Questi sono le azioni simboliche e rituali, mediante cui la comunità dei credenti esprime la sua fede ed il suo amore a Cristo, ed esercita il culto.
Tra i vari segni liturgici della Chiesa, alcuni sono chiamati per antonomasia sacramenti, perché costituiscono l'espressione massima della visibilità della grazia e della salvezza ed il punto culminante della vita della Chiesa. Però, questi sacramenti hanno senso ed efficacia solo quando sono armonicamente collegati con le altre maniere sacramentali della presenza di Dio attraverso; Cristo mediante la forza dello Spirito Santo, e sono orientati in ultima analisi alla carità. Una buona descrizione della finalità dei sacramenti è data dalla Costituzione Liturgica del Concilio Vaticano II: « I Sacramenti sono ordinati alla santificazione degli uomini, alla edificazione del Corpo di Cristo, e, infine, a rendere culto a Dio; in quanto segni, hanno poi anche la funzione di istruire. Non solo suppongono la fede, ma con le parole e gli elementi rituali la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono; perciò vengono chiamati «Sacramenti della fede». Conferiscono la grazia, ma la loro stessa celebrazione dispone molto bene i fedeli a riceverla con frutto, ad onorare Dio in modo debito e ad esercitare la carità » (SC 59).
Conviene ricordare che il mistero o sacramento di salvezza è uno solo: Gesù risorto dai morti il cui Spirito è dato ad un gruppo di convocati e credenti che diventano la Chiesa. Se Cristo è il sacramento del Padre grazie all'unzione dello Spirito, la Chiesa continua la sacramentalità di Cristo perché ha ricevuto il dono dello stesso Spirito di Gesù. Ora, la Chiesa significa ed attesta il dono dello Spirito per mezzo li alcune azioni e forme proprie, tra cui la più importante è la riunione ecclesiale in cui si fa memoria della Cena del Signore, o Eucaristia. Come importanza, segue l'azione con cui vengono incorporati nuovi membri nella comunità di testimoni che hanno creduto per la parola del vangelo. Quest'azione si chiama: il battesimo. Fin dai suoi inizi, la Chiesa ha avuto come azioni o segni sacramentali altre celebrazioni che, lungo la storia, sono state progressivamente riconosciute come sacramenti (l'unzione post‑battesimale o confermazione, l'Ordine, la riconciliazione dei penitenti, l'unzione degli infermi, la celebrazione del matrimonio).
Così, radicalmente, tutti i sacramenti provengono dal sacramento originale che è Cristo stesso, perché egli istituì la Chiesa e le diede la spinta iniziale perché facesse sgorgare dal suo interno i vari segni sacramentali. Ci sono alcuni sacramenti di cui consta storicamente che furono istituiti da Gesù Cristo; il battesimo e l'eucaristia. Ce ne sono altri, di cui storicamente consta soltanto che ricevettero da Cristo il loro senso profondo: l'Ordine e la penitenza. Cristo stabilì che ci fosse una trasmissione della missione apostolica, come anche la remissione dei peccati, ma il modo concreto di realizzare ciò è stato determinato dalla Chiesa stessa. Ci sono altri sacramenti (la confermazione, l'unzione degli infermi, il matrimonio) della cui esistenza la Chiesa si è resa consapevole a poco a poco. Cia significa che piuttosto tardi è stato precisato nella Chiesa il numero di sette sacramenti.
I sette sacramenti sono importanti per la vita della Chiesa. In una certa misura, tutti godono della stessa dignità fondamentale. Però, non tutti sono ugualmente necessari per ogni cristiano. Possiamo perfino parlare di certi sacramenti più importanti nella struttura della Chiesa stessa. I sette sacramenti non formano una specie di successione lineare, in cui ognuno sia collocato sullo stesso piano degli altri: la loro situazione assomiglia piuttosto ad una costellazione di tipo circolare, il cui centro è occupato dall'Eucaristia, che è la massima realizzazione della Chiesa ed il polo verso cui convergono tutti gli altri sacramenti.
Tenendo presente questa dimensione centrale dell'eucaristia, possiamo classificare in questo modo gli altri sacramenti:
1) costitutivi: sono il battesimo ed il suo complemento, la confermazione. Essi costituiscono il cristiano nella sua realtà fondamentale di figlio di Dio e membro del corpo mistico di Cristo;
2) strutturanti: è il sacramento dell'Ordine. I cristiani che lo ricevono rimangono « ordinati » al servizio della comunità, e, nei suoi vari gradi, l'Ordine struttura la comunità come un corpo organizzato e gerarchico;
3) riparatori: sono quei sacramenti che sono destinati a « riparare », o rifare il vincolo con la comunità, spezzato a causa del peccato e delle sue conseguenze. Il più fondamentale è il sacramento della penitenza, o rientato a rendere visibile sacramentalmente il perdono dei peccati e la riconciliazione del peccatore pentito con la comunità. Per parte sua, l'unzione degli infermi cerca di superare le conseguenze negative del l'infermità grave del cristiano e provvede a fornirgli i mezzi necessari per santificarlo in questa situazione particolare.
4) Santificatore di stato: il matrimonio. È un sacramento molto speciale, poiché tutta la sua realtà come segno dipende dalla realtà umana dell'amore e dalla donazione reciproca degli sposi.
I sacramenti, pertanto, abbracciano molte situazioni vitali dei cristiani. Però, ci sono altri ambiti della vita il cui legame con la salvezza viene espresso coi cosiddetti sacramentali. « Questi sono segni sacri per mezzo dei quali, ad imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi, gli uomini vengono disposti a ricevere l'effetto principale dei Sacramenti, e vengono santificate le varie circostanze della vita » (SC 60).

Bibliografia
Ferraro G., Dottrina della liturgia sui sacramenti della fede, Ed. Dehoniane, Roma, 1990. Rahner K., Saggi sui sacramenti e sull'escatologia, Ed. Paoline, Roma, 1965. Ratzinger J., Il fondamento sacramentale dell'esistenza, Brescia, 1971. Ruffini E., « Sacramenti », in: Nuovo Dizionario di Teologia, Ed. Paoline, Cinisello B.,  , pp. 1375‑ 1397. Schillebeecks E., Cristo sacramento dell'incontro con Dio, Ed. Paoline, Roma.
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