Critica biblica - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Critica biblica

C
di A. Salas
Come si sa, la Bibbia riporti la rivelazione di Dio fatta all'uomo. Tuttavia, il complesso di onere che la compongono furono redatte più di venti secoli fa. Perfino ogni libro concreto fu scritto in un'epoca determinata, condizionato ovviamente dalla situazione socio‑politica, culturale e religiosa del momento. Si aggiunga a ciò il fatto che i testi originali sono stati smarriti e si conservano solo manoscritti composti vari secoli dopo che erano stati composti gli originali. Tutto ciò invita a interrogarsi sulla garanzia che offre oggi la lettura del testo biblico. La critica contemporanea, consapevole di questa problematica, si è preoccupata di darle una soluzione adeguata. Per fare questo, ha cominciato a stabilire quello che si suppone essere il testo biblico originale, per collocarlo poi in un proprio segno ambientale, in modo da intendere non solo quello che il suo autore dice, ma anche quello che realmente vuole dire. Questo compito, arduo e complesso, spetta ad una disciplina ausiliare, conosciuta come « critica biblica ». Questa si muove a sua volta in una duplice direzione: testuale e letteraria.
1. Critica testuale. Si propone di fissare nei limiti del possibile il testo originale. Per questo, si studiano le varianti delle diverse tradizioni manoscritte, le aggiunte, le ripetizioni, ecc. Mediante il confronto di testi paralleli, si cerca di chiarire i punti più oscuri. Le migliori edizioni critiche sono: quella di R. Kittel, per il testo ebraico‑ aramaico dell'AT; quelle di H.B. Swete e A. Ralfs per la versione greca del, LXX (AT); e quelle di E.F. Wescott‑.J.A. Hort, E. Nestle, H.J. Vogels e A. Merk per il testo greco del NT.
2. Critica letteraria. Mediante una minuziosa analisi della situazione religiosa, cultica, etica, giuridica, culturale, sociale e politica chi distinsero la redazione dei testi, si mira a valorizzare meglio il messaggio ed il contenuto. Molti criptici hanno scoperto anche varie fonti e tradizioni orali nei libri dell'AT, per cui non è sempre facile stabilire i nessi tra il messaggio della salvezza e la viva storia. Tuttavia, la metodologia più sistematica si è applicata allo studio del NT, in cui furono accettate le conclusioni del metodo storico‑tradizionale che i grandi esegeti applicarono all'AT (H. Gunkel; H. Gressmann, J. Hempel...). In seguito, sorse il metodo storico‑formale, intento a collegare con la primitiva comunità cristiana la genesi di molte pericopi evangeliche (R. Bultmann, M. Albertz, K.L. SchmiUt, G. Bertram). Così, furono aperte le porte al metodo storico‑redazionale che cerca di entrare nella mente di ogni autore sacro per cogliere meglio la sua visuale religiosa (W. Trilling, W. Marxen, H. Conzelmann...). Si continuano a cercare nuovi metodi che permettano un miglior avvicinamento al contenuto reale dei testi, mediante una conoscenza più profonda del contrassegno ambientale in cui furono redatti.

Bibliografia
Corsani B. Esegesi. Come interpretare un testo biblico, Ed. Claudiana, Torino, 1985. Laurentin H., Come riconciliare l'esegesi e la fede, Ed. Queriniana, Brescia, 1986. Maggioni B., « Esegesi biblica », in: Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Ed. Paoline, Cinisello B., 1988, pp. 497‑507. Margerie B. De, Introduzione alla storia dell'esegesi, Ed. Borla, Roma, 1983. Zimmermann H., Metodologia del Nuovo Testamento, Ed. Marietti, Torino, 1971. Pontificia Commissione Biblica, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, Libreria Ed. Vaticana, 1993. Ufficio Catechistico Nazionale, Incontro alla Bibbia. Breve introduzione alla Sacra Scrittura, Libreria Ed. Vaticana, 1996. C.E.I., « La Parola del Signore si diffonda e sia glorificata ». La Bibbia nella vita della Chiesa, Roma, 1996.
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