Festa - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Festa

F
di C. Floristán
La festa è il tempo dedicato a celebrare un evento vitale per manifestare uno stato di gioia e di allegria. In primo luogo, la festa è affermazione della vita, dalla durata così breve e destinata alla morte. La festa afferma anche la bontà della creazione che pure ha tanti mali e tante infermità. Nella festa, si dà un senso al mondo e un orientamento alla storia.
La festa è, in secondo luogo, abbondanza ed esuberanza, cioè, eccesso in quantità (sperpero di cibo), o in qualità (vestiti fantastici o stravaganti); comporta un permesso ampio di fare o dire quello che non è permesso nella vita ordinaria. Perciò la festa equivale a libertà totale, poiché in essa i suoi partecipanti non sono sottoposti a regole, orari o coazioni. Nella festa, tutto sa di fantastico e tutto è sproporzionato.
In terzo luogo, la festa è in contrasto col tempo ordinario; è rottura col lavoro, poiché è tempo di gratuità; nella festa, non si è schiavi dell'orologio e degli orari.
In quarto luogo, la festa è simbolo di pienezza di desideri, poiché in essa si esprimono le aspirazioni più radicali del cuore umano. Nella festa, ci trasferiamo nel mondo della fantasia, del sogno, insomma, in un altro mondo. Per questo, nella festa, ci avviciniamo al sacro, ci mettiamo in relazione con la trascendenza umana. Infine, nella festa, le persone vengono poste allo stesso livello, poiché si condivide tutto, specialmente l'allegria. Per questo, nella festa, si canta, e nel canto affiorano i sentimenti comuni. A dire il vero, la musica è già una festa. Come conseguenza del clima festivo, nella festa, si danza e si balla. Così, l'allegria si manifesta nella sua intensità.
Alla festa, si oppone il lavoro quando questo è alienante e distruttore, incapace di sviluppare in molti casi certe potenzialità umane. Ricordiamo che il lavoro ha due facce: lo sforzo e il piacere, il sudore e la soddisfazione. La festa, evidentemente, non è puro riposo. Molti spettacoli moderni hanno cercato di sostituire la festa con luoghi o tempi di divertimenti; inoltre, essendo questi commercializzati, non siamo qui attori, ma spettatori. Mentre la festa è affermazione della vita, il divertimento è evasione, desiderio di dimenticare, qualcosa di transitorio. Nella festa, si condivide e ci si va con gioia. Il divertimento è individualista e cerca il puro spasso. Si oppone alla festa anche una vita superficiale, sterile, senza prospettive. La festa, naturalmente, non è puro ozio. Di fatto, la festa riunisce, mentre l'ozio disperde. Senza alcun dubbio, la società moderna, piena di evasioni e di diversivi, è meno festosa dell'antica società rurale, in quanto oggi abbiamo troppa fretta, sospettiamo di ciò che è intuitivo ed emozionale, valorizziamo la tecnica e la scienza, mentre cresce lo scetticismo.
La festa cristiana ha i suoi precedenti nella festa ebraica. Il popolo ebraico accettò le feste dei popoli vicini, che originariamente erano feste di natura (agricole o relative al bestiame) e vi mise un rapporto con la storia della salvezza. Veramente, la festa cristiana nasce dal ricordo di Gesù proclamato Signore nella sua risurrezione. Fin dagli inizi del cristianesimo, i credenti si riunivano in un giorno fisso, il primo della settimana secondo il calendario ebraico, il giorno romano del sole, domenica (dies dominica) o giorno del Signore, perché in quel giorno, Gesù risuscitò. È il memoriale pasquale di Gesù, glorificato e costituito Signore.
Nel secolo II, apparve la Pasqua annuale, o domenica delle domeniche. La risurrezione veniva celebrata la domenica che seguiva l'equinozio di primavera (equilibrio, armonia) e la luna piena (pienezza del giorno illuminato nella sua totalità). Questo ciclo festivo si completò col Natale, nel solstizio d'inverno, per celebrare la nascita di Cristo nel giorno del « sole non vinto ». Attorno a queste due feste di Natale e di Pasqua, si celebrano altre feste di Maria, degli apostoli, dei martiri, dei confessori e delle vergini, fino a completare il ciclo annuale che è come una circonferenza o un principio senza fine.
La festa cristiana è in rapporto col mistero di Cristo e con la vita umana. In essa, si celebra il trionfo di Gesù e la sua presenza, sotto il velo dei simboli. La presenza del Signore è causa di gioia. Però, il mistero cristiano celebrato non viene separato dalla vita ordinaria, creazione di Dio e spazio di incarnazione di Cristo. I cristiani celebrano con materiale del creato e mediante gesti desunti dalla vita.

Bibliografia
Aa.Vv., La liturgia è festa, Ed. Marietti, Torino, 1980. Aa.Vv., Per noi la festa del Signore, Ed. Messaggero, Padova, 1980. Cox H., La festa dei folli, Ed. Bompiani, Milano, 1971. Maggiani S., « FestaFeste », in: Nuovo Dizionario di Liturgia, Ed. Paoline, Roma, 1984, pp. 555‑581. Moltmann J., Sul gioco. Saggi sulla gioia della libertà e sul piacere del gioco, Ed. Queriniana, Brescia, 1971. Rizzi A., Il segreto del tempo, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1993.
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