Pastorale degli emigranti - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Pastorale degli emigranti

P
di C. Floristán
Il fenomeno dell'emigrazione comprende il trasferimento fisico di individui o gruppi da un luogo ad un altro (emigrazione o immigrazione), con assestamento relativamente duraturo e cambiamento di ambiente sociale nel sistema delle inter‑azioni. Avviene per espulsione o per attrattiva; di solito, intervengono fattori di discriminazione politica o di ricerca di un livello economico superiore. Generalmente, si emigra dai paesi poveri (senza risorse, con redditi bassi, forte disoccupazione, ecc.) verso quelli sviluppati (con benessere economico, alto livello di redditi, offerta di lavoro, ecc.) per ragioni di lavoro.
Quando l'emigrazione avviene tra grandi distanze o tra due sistemi culturali molto differenti, si verificano spesso autentiche tragedie. Ci sono dei casi in cui l'unico rimedio è quello di emigrare, quando succedono disastri naturali. In altri casi, l'emigrazione può essere forzata per pressioni politiche o religiose. Ci sono anche emigrazioni libere. Comunque, il fenomeno migratorio colpisce di solito le aree sociali meno favorite, come sono gli operai non specializzati, i disoccupati e i contadini senza terra.
Un problema centrale dell'emigrazione è quello dell'integrazione degli emigrati nella nuova realtà culturale, linguistica e religiosa con la conseguente disintegrazione dei valori propri dell'emigrante. Di solito, sorgono anche altri problemi, come quello della segregazione che viene subìta nella società più sviluppata e gli innumerevoli conflitti tanto all'interno del gruppo (tensioni tra nuovi e veterani), quanto con la popolazione del luogo. Non possiamo inoltre dimenticareche cosa comporta il ritorno degli emigranti.
L'emigrazione spagnola è stata di tre tipi: quella transoceanica verso il Sud America (tra il 1900 e il 1950), quella continentale, verso il Centro Europa (tra il 1960 e il 1980) e quella interna spagnola (tra il 1960 e il 1970) dalle provincie più povere verso i centri di sviluppo.
La pastorale degli emigranti spetta agli animatori di pastorale del popolo che emigra, poiché essa va fatta nella lingua materna. Collaborano le Chiese del paese in cui si trovano gli emigranti, con la fondazione di « missioni cattoliche » o strutture pastorali per emigranti. In un primo tempo, questa pastorale va rivolta agli adulti che rischiano di assentarsi. Occorre favorire la loro cultura religiosa e facilitare il contatto con la Chiesa locale. È fondamentale il rinnovamento della liturgia e della catechesi, adattandole alla nuova situazione. Un secondo tempo avviene con la rottura culturale tra la prima e la seconda generazione. Qui deve avvenire l'evangelizzazione dei figli nati nel nuovo paese. Questo esige una pastorale differente da quella che si era avuta con i loro genitori. Infine, la seconda e la terza generazione hanno bisogno di un'azione pastorale secondo l'acculturazione già posseduta e accettata.
Insieme alla fatica imprescindibile dei cappellani, la pastorale degli emigranti richiede l'opera di assistenti sociali, l'aiuto prestato da padri di famiglia e da vari gruppi giovanili per creare comunità cristiane vive. Purtroppo, avviene spesso nell'emigrazione una specie di « chiesa parallela », per il problema della separazione di due culture, di cui una è quella officiale o dominante. Affinché la chiesa degli emigranti sia una chiesa particolare, ma non una chiesa parallela, credo che si debba evitare l'isolamento (il gruppo sta ai margini della cultura principale) e l'assimilazione (si rinuncia totalmente alla propria cultura). Occorre, invece, procedere mediante l'integrazione. Questa suppone un certo equilibrio, sempre difficile, tra il mantenimento della propria identità e la partecipazione nella vita della Chiesa in cui si vive.

Bibliografia
Adam J., « Emigranti (C. degli) », in: Dizionario di Catechetica, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1987, pp. 241‑242. Directorium « Peregrinans in terra (30.4.1969). Motu Proprio « Pastoralis Migratorum Cura » (15.8. 1969). Instructio « De Pastorali Migratorum Cura » (22.8. 1969). « Per una Pastorale dei Migranti », Roma, 1980.
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