Rito - DIZIONARIO DI PASTORALE

Vai ai contenuti

Menu principale:

Rito

R
di J. Llopis
In senso molto largo, si intende per rito qualsiasi azione realizzata secondo alcune norme, ripetuta secondo alcuni determinati ritmi e dotata di un'intenzione significativa che va oltre alla finalità che appare. Osservanza, ripetizione, senso: ecco le tre componenti di ogni rito. Un rito non è un'azione qualsiasi. C'è il rito quando l'uomo vuole esprimere aspetti profondi della sua esistenza; questi aspetti superano la comprensione concettuale e l'utilità immediata. Si trovano riti che riguardano gli atti più fondamentali della vita: la nascita, la morte, il pasto, i rapporti sessuali. Altri riguardano le attività costitutive dell'ordine sociale: patti, alleanze, guerra, pace, investitura delle autorità.
La fede cristiana, nella misura in cui è una realtà veramente incarnata nell'uomo, non può rinunciare ad avere una sua espressione rituale. Per questo, il cristianesimo comporta, fin dalle sue origini, l'uso di riti sacri, tra cui i più importanti sono i sacramenti. Per essere autentico, il rito liturgico cristiano deve soddisfare tre esigenze: essere indissolubilmente legato con la parola di Dio, poiché la fede che vuole esprimere può esserlo soltanto col contatto con questa parola; essere più azione di Cristo che dell'uomo, poiché l'efficacia santificatrice del rito non ha nulla a vedere con meccanismi di tipo magico. Però, deve essere anche in armonia con la condotta morale, poiché l'essenziale è la disposizione del cuore; altrimenti, si corre il rischio di cadere nel ritualismo.
I riti cristiani, pur conservando lungo la storia un'identità fondamentale, hanno tuttavia subìto molte varianti. Occorre distinguere tra il rito in sé ed il senso profondo che gli si attribuisce. Ci può essere una triplice fedeltà: fedeltà al rito e nello stesso tempo al suo senso; fedeltà al senso indipendentemente dal rito; fedeltà al rito senza tener presente il senso.
C'è fedeltà al rito e nello stesso tempo al senso in quei riti che furono certamente istituiti da Cristo : si tratta, praticamente, del battesimo e dell'eucaristia. C'è fedeltà al senso indipendentemente dal rito in molte istituzioni rituali che sono state stabilite dalla Chiesa secondo una tradizione che risale agli Apostoli. Infine, c'è fedeltà al rito senza tener presente il senso in una serie di riti minori che, introdotti in un tempo determinato con un significato preciso, hanno perduto più tardi il loro significato pur continuando ad essere praticati: questi hanno bisogno, periodicamente, di una profonda revisione.
Le cause principali dei cambiamenti rituali sono: l'ambiente culturale in cui si svolge la liturgia; la peculiare tradizione religiosa di ciascuno dei popoli che abbracciano il cristianesimo; la mentalità delle diverse epoche (per esempio, una mentalità più portata all'allegoria ha la tendenza ad ampliare e a complicare i riti; invece, una mentalità più razionalista li riduce e li semplifica); il differente accento posto su un dato punto degli aspetti dottrinali della fede (per esempio, l'introduzione del rito dell'elevazione dell'Ostia, e, più tardi, tutto il complesso rituale elaborato attorno alla devozione eucaristica, furono dovuti all'importanza dottrinale data alla presenza reale di Cristo nell'Eucaristia). Si può affermare che il principio conduttore dei cambiamenti è stato la necessità di adattamento per le comunità concrete, sia che con questo il senso dei riti liturgici sia migliorato, sia che abbia subìto un peggioramento.
Il Concilio Vaticano II ha dato queste norme: « I riti splendano per nobile semplicità; siano chiari nella loro brevità e senza inutili ripetizioni; siano adattati alla capacità di comprensione dei fedeli né abbiano bisogno, generalmente, di molte spiegazioni » (SC 34).

Bibliografia
Aa.Vv., Liturgia soglia dell'esperienza di Dio?, Ed. Messaggero, Padova, 1982. Aldazábal J., Simboli e gesti. Significato antropologico, biblico e liturgico, Ed. Elle Di, Ci, Leumann (Torino), 1988. Bouyer L., Il rito e l'uomo, Ed. Morcelliana, Brescia, 1964. Dalmais I.H., Iniziazione alla liturgia, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1964 Firth R., I simboli e le mode, Ed. Laterza, Bari, 1977. Maggiani S., « RitoRiti », in: Nuovo Dizionario di Liturgia, Ed. Paoline, Roma, 1984, pp. 1223‑1232. Reik Th., Il rito religioso, Ed. Boringhieri, Torino, 1969.
Home | A | B | C | D | E | F | G | I | K | L | M | N | O | P | Q | R | S | T | U | V | Z | Esci | Mappa generale del sito
Torna ai contenuti | Torna al menu