Sessualità - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Sessualità

S
di M. Ruiz‑Mateos
Circa l'istinto per l'incontro personale, è stato affermato più volte che l'errore più grave del discorso antropologico è quello di trasformare dimensioni parziali in un assoluto. Questo è vero in modo speciale nell'ambito della sessuologia.
È evidente che la sessualità costituisce una delle dimensioni fondamentali dell'essere e del progetto umano. La sua maturità o personalizzazione è indubbiamente condizionata dal suo sviluppo. Però, questa affermazione non deve appannare e tanto meno spegnere gli altri innumerevoli fattori che illustrano l'inafferrabilità umana. Molti antropologi si chiedono perché si è data così grande importanza all'istinto sessuale quando ce ne sono altri maggiormente primari ed esigenti. A mio parere, è perché, all'interno dell'assolutizzazione del sesso, è avvenuto dell'altro, e cioè, l'assolutizzazione del suo strato più elementare, la pura istintività. Ciò non è riuscito, però, ad impedire che, in forma più o meno esplicita, la sessualità venisse relegata alla globalità del fattore affettivo e dell'amore; di qui, la sua trascendenza e la sua esaltazione.
Analizziamo in sintesi i punti principali del fenomeno sessuologico. Senza entrare nella polemica dell'evoluzionismo nel senso filogenetico darwiniano, è doveroso distinguere la partenogenesi dal dimorfismo sessuale. Nella prima, la riproduzione si compie mediante la divisione ripetuta di cellule sessuali femminili senza che partecipi minimamente qualche elemento o gamete maschile. Nel dimorfismo, invece, è essenziale la partecipazione di due individui completamente differenziati: la riproduzione, infatti, è il frutto dei gameti o cellule specializzate che rappresentano nella loro totalità ognuno dei due. Si adducono molti motivi per giustificare questa complessità, ma in ultima analisi, dobbiamo riconoscere che annaspiamo nel mistero. Già all'interno del dimorfismo con gameti, troviamo le forme più varie di unione, tanto nel regno vegetale quanto nel regno animale. Però, l'altro salto strettamente qualitativo ed inspiegabile si trova solo nella specie umana. In essa, l'aspetto sessuologico comprende i seguenti strati:
a) Quello istintivo. Esso costituisce un circolo chiuso, ripiegato su se stesso. Il suo ermetismo, quasi cibernetico, lo difende dai possibili errori della libertà. Freud distingue tra istinto e libidine. Al margine della polemica suscitata col significato esatto della parola trieb nell'esposizione freudiana, è evidente che l'autore connette l'elemento istintivo con le radici biologiche (genitalità, ecc.), mentre, per parlare degli strati più psicologici ed affettivi, egli usa il termine libidine. Secondo Jung, tuttavia, la libidine comporta l'« istintività generale ». Ciò che interessa qui e che bisogna mettere in risalto è il carattere essenzialmente egocentrico, egoista, del fattore istintivo nella stratificazione sessuologica.
b) Lo strato erotico. Si riferisce alle radici psicologiche e più strettamente al mondo dell'intelletto‑volontà e dei sentimenti. È nutrito dalla capacità di rottura dei circoli ermetici degli istinti posseduti dalla coscienza riflessa. Però, c'è da notare che già i Greci e poi gli Scolastici si erano accorti che nemmeno questo strato sfuggiva alla tirannia dell'io. Il movente delle facoltà superiori che definiscono ciò che è più genuinamente umano è il bisogno che cerca continuamente il proprio bene.
c) Lo strato trascendente o religioso. Si noti come anche la normativa dell'amore nel credente è stata inquadrata nella tirannia dell'io, costituito come riferimento del principio corretto: « Amerai il prossimo come te stesso ».
d) L'agàpe. Si può comprendere l'impatto che produsse a suo tempo il libro di A. Nygren, Eros e Agape (Ed. Il Mulino, Bologna, 1971). L'agàpe è la vittoria della donazione; è la possibilità di amare senza che il movente sia « il proprio bene » come oggetto formale della volontà umana. Come è possibile questa vittoria sull'egoismo radicale dell'indigenza umana? Invertendo i due termini dell'aforisma classico: « sapersi e sentirsi amati », invece di « amare ed essere amati ». L'espressione giovannea dà senso al NT: « La carità non sta nel fatto che tu ami Dio, ma che Dio ti ama ». Il comando « Amatevi come io ho amato voi » comporta, per il credente, il trionfo dell'incontro che comporta questa linea lunga dell'amore che inizia nel Padre, si esprime nell'oblazione concreta del Figlio, permane nel suo Spirito, ed attraversa ogni creatura per ritornare nuovamente al Padre. L'agàpe significa un incontro che non è stato provocato dall'indigenza, ma dalla pienezza. Questo è l'ambiente dossologico del credente, in cui l'istinto e l'eros si liberano dai vincoli dell'io come primo esistenziale.
Osservazioni per una pedagogia sessuologica. Occorre approfondire come fonte primaria il dato rivelato. Si noti come in esso tutta la storia della salvezza può essere espressa in chiave sessuologica in quanto solo questa trova il suo autentico significato partendo dalla dinamica dell'amore. All'interno dell'ambiente rivelato, notiamo tre passi particolarmente illuminanti:
a) Il racconto paradisiaco del genesi, cioè, l'uomo Adamo e la donna Eva in armonia perfetta con se stessi e col cosmo. L'equilibrio rimane giustificato in quanto la creatura è aperta all'iniziativa di Dio. L'eccentricità e la rottura provocano l'autismo, il nascondimento, il ripiego sull'io, la perdita dell'eden. Dopo la cacciata dal paradiso terrestre, non rimane alla coppia altro progetto che il ritorno a riscoprire la lunga linea dell'amore che inizia nel cuore del Padre.
b) Nell'Ultima Cena, nell'agàpe, è proclamato il NT. I due tratti fenomenologici della pienezza sessuologica sono costituiti dalla donazione e dalla fusione. La coppia umana deve riconoscere la solitudine radicale di ognuno dei suoi membri. L'incomunicabilità è il tratto essenziale della persona per la filosofia scolastica in quanto allude al nucleo della individualità, ciò per cui un essere umano è definito come soggetto unico ed irrepetibile e non può trasferirsi ad un altro. L'amore si esprime nella donazione e cerca l'unione. L'affermazione « saranno due in una sola carne » è una mèta desiderabile, ma impossibile. Solo nel sacramento della comunione si realizza il prodigio per il credente, in termini che scandalizzano in un primo momento, fino a quando viene illuminato il significato profondo dell'apparente cannibalismo: « Prendete e mangiate; questo è il mio corpo..., ecc. « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui », ecc...
c) Il cantico dell'amore, cioè, la catechesi e la pastorale in genere sulla sessualità hanno in 1 Cor 13 uno strumento insuperabile per la formazione. Si osservi la sua ricchezza antropologica. Nei versetti 1‑3, san Paolo supera tutte le correnti psicologiche contemporanee in molti versanti importanti. È importante ricordare quelli che primeggiano nel mondo sentimentale sul fattore noetico o ideologico e quello delle motivazioni profonde di comportamento. « Se parlassi le lingue... Se avessi il dono della profezia e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede... ma non avessi la carità... Se distribuissi tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità... » (1 Cor 13, 1‑3). Si ha quasi la sensazione che l'uditorio non colga il concetto di amore proposto da Paolo... Come è possibile distribuire tutti i beni e il corpo per essere bruciato se non c'è l'amore? Ci vuole una definizione, ma Paolo non cade in ciò che io ho chiamato passione e difetto di definire. Ancora una volta, Paolo supera la metodologia fenomenologica del nostro tempo e si limita a presentare i tratti fondamentali che configurano l'amore. Un'analisi attenta di questi caratteri ci porta all'esposizione più chiara e più matura che si possa applicare al senso globale della sessuologia.

Bibliografia
Autiero A., « Sessualità », in: Nuovo Dizionario di Teologia Morale, Ed. Paoline, Cinisello B., , pp. 1222‑1236. Balestro P., Legge e libertà sessuale, Ed. Rusconi, Milano, 1982. Davanzo G., Sessualità umana e etica dell'amore, Ed. Ancora, Milano,1986. Gatti G., Morale sessuale educazione dell'amore, Ed. Elle Di Ci, Leumann, (Torino), 1988. Hortelano A., Morale responsabile, Ed. Cittadella, Assisi, 1968. Peretti M., L'educazione sessuale, in: Aa.Vv., Questioni di pedagogia, Brescia, 1975, pp. 585‑616. Vidal M., Morale dell'amore e della sessualità, Ed. Cittadella, Assisi, 1973.
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