Cattolicità - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Cattolicità

C
di J. M. Castillo
La cattolicità è una proprietà essenziale e caratteristica dell'unica e vera Chiesa di Cristo. Significa due cose: in primo luogo, vuol dire che la Chiesa è aperta e continua ad esserlo a tutti gli uomini senza alcun limite di spazio o di tempo fino alla fine della storia in modo da potersi ritenere necessaria per tutti. In secondo luogo, significa che la Chiesa di Cristo è in possesso della pienezza della rivelazione fatta da Dio agli uomini.
La parola cattolica o cattolicità non si trova nel NT. Il primo autore cristiano che ne fa uso è Ignazio di Antiochia, agli inizi del secolo II, con cui si riferisce non tanto alla Chiesa nel senso universale, quanto piuttosto alla Chiesa vera ed autentica. Nello stesso senso, Clemente di Alessandria parla della Chiesa cattolica per indicare la Chiesa vera, contrapposta alle sètte ereticali. Generalmente, i Padri, a partire dal secolo III, vedono nel carattere universale della comunione nella stessa fede un segno distintivo della vera Chiesa, in contrapposizione a quelle eretiche, sempre particolari. Questo fu un argomento caro ad Agostino contro i donatisti, ma Agostino intende anche la parola cattolica come la caratteristica della Chiesa che si estende in tutto il mondo. Nel Medioevo, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino intendono il termine cattolico non come un valore di ordine quantitativo, numerico, ma come la pienezza del pane di vita che è Cristo e che la Chiesa comunica mediante la fede e i sacramenti della fede. La cattolicità sta nell'essenza profonda della Chiesa ancora prima di apparire nella sua estensione (Y. Congar). Nei secoli XIV e XV, questi temi furono trattati, al seguito di Occam, più sotto l'aspetto dell'epistemologia teologica delle " verità cattoliche " che non come distintivo ecclesiologico: cioè, più sotto l'aspetto delle verità che tutti devono credere e la cui negazione comporterebbe separazione o eresia. Comunque, lungo tutto il Medioevo, e tuttora in quest'ultima epoca di crisi e di dissenso, l'idea di Chiesa universale ha continuato ad essere presente in tutte le menti.
Il concetto di cattolicità si è fatto più strettamente ecclesiologico nell'apologetica anti-protestante e nell'insegnamento scolastico che ne conseguì. Contro le sètte nate dalla Riforma, si sbandierava il vecchio argomento secondo cui la Chiesa vera è quella universale, quella che si trova in tutte le nazioni, contro il particolarismo delle nuove confessioni di tipo riformatore. Tuttavia, a partire dall'inizio del secolo XX, si fa strada una concezione più essenziale e più qualitativa per quanto riguarda la cattolicità. Come ha detto molto bene Congar, si tratta meno di apologetica e si parla di più di cristologia. Non si cerca di dimostrare agli altri che abbiamo ragione e che loro hanno torto, ma si cerca di comprendere e di manifestare il mistero della Chiesa. Seguendo la linea tracciata dal Vaticano II (LG cap. I), da puramente esteriore e sociologica, l'idea di cattolicità propende ad essere sempre più interiore e cristologica.
Le ragioni profonde della cattolicità della Chiesa vanno cercate nel mistero stesso della Santissima Trinità. Dio, e con questo nome la Sacra Scrittura designa il Padre, vuole effettivamente la salvezza di tutti quelli che non rifiutano la sua alleanza. E Dio vuol inoltre il mezzo universale di salvezza che è Cristo. Ad un livello inferiore e subordinata a Cristo, Dio vuole la Chiesa come sacramento universale di salvezza. Per parte sua, Gesù Cristo è stato costituito principio universale di salvezza cosicché la Chiesa, corpo di Cristo, è la comunione degli uomini che, avendo accettato Cristo come loro maestro mediante la fede, si sono uniti al suo corpo pasquale di morte e risurrezione. Infine, lo Spirito Santo, identico in tutti, applica ad ognuno la ricchezza di Cristo e fa sì che i vari doni, le iniziative di tutti e di ognuno collaborino alla unità. Così, mediante lo Spirito Santo, la cattolicità assume le varietà senza distruggerle. La cattolicità è dunque più che l'estensione indefinita di una unità monista: è l'assunzione dei frutti della pluralità dei soggetti personali per il cammino della comunione.
La Chiesa è già cattolica in forza della sua istituzione, nei suoi princìpi formali, in quanto Ecclesia congregans. Non lo è ancora, e deve costantemente sforzasi di diventarlo, nella sua vita storica, in quanto Ecclesia congregata. La cattolicità è dunque una proprietà che è nello stesso tempo attuale e virtuale; è una proprietà dinamica, data e da raggiungere; è un dono e un compito. Ora, nella realizzazione di questo compito, la Chiesa non deve aspirare ad un uniformismo imposto dall'alto, che distrugga le particolarità delle varie chiese. La tradizione autentica della Chiesa non parla in questo senso, ma ha sempre sostenuto che, salvando l'unanimità nella fede, bisogna sempre rispettare un'ampia diversità nelle usanze. Come l'unità, anche la santità e l'apostolicità della Chiesa devono essere cattoliche, " secondo il tutto ". Perciò la sua legge non può essere quella di una uniformità livellatrice che porterebbe all'impoverimento, ma deve essere quella di una comunione in cui ognuno continua ad essere e a portare quello che è.
Infine, conviene ricordare l'importanza della cattolicità nel compito dell'ecumenismo. Il decreto sull'ecumenismo del Concilio Vaticano II dice: " Le divisioni dei cristiani impediscono che la Chiesa stessa attui la pienezza della cattolicità a lei propria in quei figli, che le sono bensì uniti col battesimo, ma sono disgiunti dalla piena comunione con lei. Anzi, alla Chiesa stessa diventa più difficile esprimere sotto ogni aspetto la pienezza della cattolicità nella realtà della vita " (UR 4).
Non è che la cattolicità si perda a causa delle divisioni, ma si perde la realizzazione di questa cattolicità. Le comunità cristiane separate posseggono un certo numero di mezzi di salvezza, il cui complesso come tale, nel suo stato perfetto, appartiene all'unica Chiesa di Cristo. Si ha qui uno dei compiti fondamentali dell'ecumenismo cristiano: ottenere che questa cattolicità, che esiste sempre nella Chiesa, si possa esprimere in tutta la sua pienezza. In questo modo, si potrà ricuperare il profondo significato apologetico di cattolicità, poiché, come si è già detto l'ecumenismo sta in fondo alla vera apologetica.

Bibliografia
Congar Y., " La Chiesa è cattolica ", in: Aa.Vv., Mysterium Salutis, 7, Ed. Queriniana, Brescia, 1972, pp. 577-605. Idem, Santa Chiesa. Saggi ecclesiologici, Brescia, 1967. Idem, Un popolo messianico, Brescia, 1976. Lubac H. De, Cattolicesimo, Ed. Studium, Roma, 1964. Rahner K., Saggi sulla Chiesa, Ed. Paoline, Roma, 1966.
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