Fraternità - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Fraternità

F
di C. Floristán
In molte culture e religioni, il termine fratello, oltre a designare coloro che hanno gli stessi genitori per il vincolo « del sangue », equivale ad amico, compagno, in un vincolo di « elezione ». La fraternità è l'affratellamento tra persone strettamente unite per mezzo di una comunanza di affetto, di propositi D di ideali. Ricordiamo la fraternità universale riconosciuta nel proclama della Rivoluzione francese: « Libertà, uguaglianza, fraternità ». Quello che si mette in risalto con la fraternità è l'uguaglianza di tutti gli esseri umani.
Fratello significava nell'ebraismo del tempo di Gesù colui che professava la stessa religione ebraica. Si chiamava fratello anche il proselito e colui che faceva parte di uno stesso gruppo rabbinico. Invece, prossimo era chiunque viveva in Israele senza essere israelita. Per Gesù, fratelli sono i suoi discepoli, quelli che fanno la volontà del Padre, i poveri e i bisognosi. La nuova fraternità cristiana deriva, evidentemente, dalla paternità di Dio, comunicata da Cristo nello Spirito. I cristiani sono tutti fratelli nella fede, perché Gesù si è fatto nostro fratello. In sintesi: i rapporti dei cristiani, fin dalla più remota antichità, sono rapporti di fratelli in forza di una fraternità spirituale che supera la fraternità naturale: « Uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli » (Mt 23,8).
Il nome di fratello fu comune tra i cristiani fino al secolo III e si riferiva a quanti professavano la stessa fede. Dopo il battesimo, il neofita entrava nella fraternità, o comunità. I battezzati, diceva san Giustino, si chiamano fratelli. La stessa affermazione si trova in san Clemente romano, sant'Ignazio di Antiochia, ecc. La fraternità è lo stile di vita della comunità. Dopo il secolo III, il termine fratello viene ristretto ai chierici (gerarchia) e ai monaci (monachesimo). Col fenomeno dei movimenti apostolici e delle comunità di base, si riprende a chiamare fratello chi fa parte dello stesso movimento e partecipa allo stesso impegno.
In primo luogo, la base della fraternità è la persona. Ogni movimento personalista è un movimento di fraternità. In secondo luogo, la fraternità si fonda sulla stessa paternità che, per i cristiani, è quella di Dio. Egli si comunica con tutti i fratelli per mezzo della sua parola. In terzo luogo, i fratelli diventano una fraternità spirituale nell'asssemblea liturgica, specialmente nella celebrazione dell'eucaristia e della penitenza. Ricordiamo che la « correzione fraterna » è una esigenza indispensabile della fraternità. Infine, la fraternità si manifesta attraverso la carità e le opere di giustizia.
La ricerca attuale di comunità, in tanti ambiti ed ambienti, mostra la necessità di vivere in fraternità. Senza alcun dubbio, l'èthos di uguaglianza e di fraternità, a servizio della fraternità universale di tutti gli uomini, deve essere l'èthos dei cristiani.

Bibliografia
Adam K., Cristo nostro fratello, Ed. Morcelliana, Brescia, 1968. De Candido L., « Fraternità », in: Nuovo Dizionario di Spiritualità, Ed. Paoline, Cinisello B., , pp. 674‑688. Ratzinger J., Fraternità cristiana, Ed. Paoline, Roma, 1962. Tillard J.M.R., Eucaristia e fraternità, Ed. Opera Regalità, Milano, 1969. Voillaume R., Esigenze di fraternità, Ed. Cittadella, Assisi, 1971.
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