Redenzione - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Redenzione

R
di E. Vilanova
La parola redenzione deriva dal latino: redimere che significa il riscatto di uno schiavo per assicurargli la libertà. L'uso biblico di questo termine, che vuole indicare l'azione salvifica di Dio, ne ha fatto la parola per eccellenza per esprimere il senso della croce di Cristo.
Il concetto riscatto è oggi un concetto polemico, poiché se il nostro mondo è ben lontano dall'aver abolito ogni forma di schiavitù, le nuove servitù non si esprimono né si combattono nelle forme giuridiche greco‑romane.
Nell'AT, Dio si era presentato come il redentore del suo popolo quando lo liberò dalla schiavitù di Egitto. Questo evento veniva celebrato con la Pasqua ebraica. L'applicazione di questa immagine del riscatto alla croce avvenne partendo dal riferimento fatto da Gesù stesso al testo di Is 53, riguardo al Servo innocente e sofferente. Il termine riscatto non si trova nel testo di Isaia, ma l'allusione più espressiva di Cristo a questo testo (Mt 20,28; cf Mc 10,45) introduce espressamente il termine. Di qui risulta il collegamento, costante nella teologia cristiana, delle due idee di sacrificio e di redenzione o riscatto, fino al punto di tendere ad identificarle.
Ciò nonostante, gli autori del NT non si dilungano mai sull'idea di riscatto per spiegare la croce, ma insistono piuttosto sulla liberazione dalla schiavitù operata dalla croce, e sottolineano l'idea di riconciliazione. Nel pensiero di Paolo, il sangue di Gesù è innanzitutto una dichiarazione di pace (Col 1,10). È la distruzione di ogni muro di separazione, cioè, di tutto ciò che impedisce all'uomo di accedere a Dio e di tutto ciò che ci separa tra di noi.
Nella storia della teologia, c'è stato il tentativo di razionalizzare l'immagine di riscatto, elaborando così una vera mitologia. Due risposte dominano la tradizione. La prima (quella della maggioranza degli antichi) ritiene che il riscatto si dovesse pagare al diavolo che ci teneva prigionieri. La seconda, a partire da sant'Anselmo, afferma che il riscatto doveva essere pagato a Dio. Le due risposte sono due metafore, nel senso che il diavolo non può avere nessun diritto, strettamente parlando. Per quello, poi, che riguarda Dio, essendo Egli stesso l'autore della nostra redenzione, il concetto di un debito che si paga a Dio manca di logicità.
Di fronte alle molte difficoltà accumulate dalla teologia « classica » della redenzione, si percorrono oggi altre strade che sono più sensibili allo stesso linguaggio di Paolo: in lui, il termine « redenzione » riscontra i sinonimi di liberazione, o semplicemente, di salvezza.

Bibliografia
Alszeghy Z. ‑ Flick M., Il mistero della croce. Saggio di teologia sistematica, Ed. Queriniana, Brescia, 1978. Galot J., Gesù liberatore. Cristologia, II, LEF, Firenze, 1978. Iammarrone G., Gesù il Cristo salvezza dell'uomo, Ed. Borla, Roma, 1981. Kessler H., « RedenzioneSoteriologia », in: Enciclopedia Teologica, Ed. Queriniana, Brescia, 1989. pp. 827‑837. Willems B.A., La redenzione nella Chiesa e nel mondo, Ed. Morcelliana, Brescia, 1969.
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