Riforma - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Riforma

R
di E. Vilanova
In modo generico, la parola riforma indica ogni cambiamento realizzato nella Chiesa con l'intento di un miglioramento. Per molto tempo, la parola è stata vista con sospetto a causa della rottura a wenuta nel secolo XVI. Questo ha impedito di cogliere la forza nascosta di cui periodicamente era densa per promuovere un vigoroso risveglio nella Chiesa. Riforma è un termine di carattere filosofico che esprime il ritorno alla propria « forma », cioè, il ritrovare la propria consistenza interiore, la propria stabilità naturale, il ritornare ad essere se stessi senza alcuna dissomiglianza. Per valutare la sua densità e le sue forme, è necessario osservare il termine nei suoi contesti sociologici. Infatti, non si tratta semplicemente di perfezione individuale, ma di una crescita collettiva, le cui leggi specifiche non sono state poste sufficientemente in evidenza da storici o studiosi di spiritualità, imbevuti inconsciamente dall'errore di credere che la perfezione di una società non sia altro che la somma di santità individuali.
La storia presenta i vari tipi di riforma, nel tempo e nello spazio, che ci sono stati in senso all'unica Chiesa. Per limitarci al Medioevo, e agli inizi dell'Età Moderna, ciclo privilegiato da questo punto di vista, possiamo discernere tra le altre, e senza pregiudicare realizzazioni particolari ‑ negli Ordini monastici, per esempio ‑ o locali, sei grandi riforme. Queste, tra i secoli VIII e XVI, cercarono di rianimare la società cristiane decadente: la riforma carolingia (secoli VIII‑IX), la riforma gregoriana (secolo XI), il risveglio prodotto dalla nascita degli Ordini Mendicanti (secolo XIII), la riforma dei canonici iniziata nei Paesi Bassi (all'inizio del secolo XVI), infine la riforma cattolica, divenuta poi la contro‑riforma (secolo XVI) e la riforma protestante (secolo XVI) che divise la Chiesa, col provocare la dislocazione parziale delle condizioni di salvezza nella comunità.
Con questo semplice richiamo, è possibile rendere ragione delle varianti profonde di queste diverse riforme. Indubbiamente, hanno denominatori comuni, nei princìpi, nei metodi, e nello slancio spirituale che le animò, ma nelle loro condizioni concrete furono molto differenti. Non ci riferiamo soltanto al loro contesto amministrativo e ai loro fervori religiosi, ma soprattutto alle concezioni generali delle politiche rinnovatrici e delle loro strategie effettive.
Possiamo dire che la riforma carolingia, quella di Gregorio VII e quella dei canonici regolari sono piuttosto « riforme morali », riforme di una società che ha fiducia nel comportamento effettivo delle sue istituzioni e del suo apostolato, che rivendica i suoi diritti e privilegi, per continuare ad esercitarli, di fronte ai poteri che le minacciano o le frenano, mediante una riforma interna sul piano dei costumi.
La riforma dei Mendicanti e la cosiddetta riforma cattolica e protestante sono piuttosto « riforme istituzionali ». Le prime due ebbero un grande successo; l'altra provocò una dolorosa rottura. In esse, grazie al movimento dello stesso suolo cristiano e sotto la pressione di aspirazioni generalizzate nel popolo (alle volte, in forme di insurrezione), le istituzioni, e non solo i costumi, avevano bisogno di rinnovamento con un ritorno al vangelo, alla vita genuina degli apostoli, ai carismi ispirati, al potere creatore dello Spirito. Queste riforme « istituzionali » sono borse chiamate più esattamente « apostoliche », perchè il risveglio della « vita apostolica » com'era alle sue origini è l'immagine quasi rivoluzionaria che influisce sulla mente e che determina l'azione.
Questi due tipi di riforma, con certi aspetti di eccesso, non sono sistematizzati alla leggera: si potrebbe divertirsi a compilare uno per uno gli elementi identici, cominciando dalla santità, elemento determinante per entrambi i tipi di riforma. È chiaro che queste due tecniche riformatrici non si escludono a vicenda, ma sono complementarie. In questo modo, le riforme non sono soltanto purificazioni morali o riparazioni indovinate: sono l'avvento, per mezzo di un ritorno al vangelo, di una nuova « cristianità », sia nell'unità cattolica, sia nella sua problematica rottura.

Bibliografia
Congar Y., Vera e falsa riforma nella Chiesa, Ed. Jaca Book, Milano, 1972. Delumeau J., La Riforma. Origini e affermazione, Ed. Mursia, Milano, 1975. Iserloh E., Storia della Riforma, Ed. Il Mulino, Bologna, 1974. Marcocchi M., La riforma cattolica, 2 voll., Ed. Morcelliana, Brescia, 1967. Vinay V., La riforma protestante, Ed. Paideia, Brescia, 1982.
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