Esequie - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Esequie

E
di J. Llopis
Le esequie sono un complesso di riti e di preghiere che la Chiesa pratica per la morte di un fedele cristiano, dal momento in cui esala l'ultimo respiro fino al momento in cui la salma è collocata in un sepolcro o cremata. Le esequie cristiane hanno notevoli somiglianze con i riti religiosi pagani e con le celebrazioni puramente umane che, presso tutti i popoli e in tutti i livelli culturali, accompagnano la morte. Dal punto di vista fenomenologico, i riti esequiali della Chiesa sono spesso il risultato della cristianizzazione di riti religiosi preesistenti o di usanze sociali comunemente accettate.
Così, la Chiesa primitiva accettò pratiche funebri del suo tempo, purificandole da residui idolatrici o superstiziosi, e dando loro un significato cristiano: la toilette funebre, le àgapi di funerali, che probabilmente diedero origine alla celebrazione dell'eucaristia in suffragio del defunto, ecc. Un'usanza specificamente cristiana è il canto dei salmi, che sottolinea il carattere festoso della celebrazione esequiale cristiana, e la veglia di preghiera accanto al defunto, dal momento della morte fino al funerale. Però, l'aspetto tipicamente cristiano delle esequie viene dato dalla capacità di esprimere la fede e la speranza nella risurrezione. Perciò, anche se la celebrazione cristiana della morte è situata, in parte, nella stessa prospettiva che troviamo nella religiosità naturale, essa tuttavia la supera ampiamente in due direzioni: l'oggetto principale della celebrazione cristiana è il mistero pasquale di Gesù Cristo, partecipato nella e con la morte concreta di un credente; ciò che conferisce senso cristiano alla morte, facendola motivo di celebrazione, non è tanto il rito, ma la fede e la carità con cui il fedele ha « vissuto » la sua morte, e la speranza di tutta la comunità nella risurrezione.
Il rituale romano del 1614 stabiliva i riti funebri in tre « stazioni »: a casa del defunto, in chiesa, nel cimitero. Queste tre tappe erano legate da due processioni intermedie. La riforma del 1969 ha segnalato, inoltre, altri due tipi di celebrazione: o soltanto nella casa del defunto, o solo nel cimitero. Rivalorizzò anche il rito dell'ultimo saluto, insistendo sul suo significato di speranza ed eliminando gli aspetti troppo negativi di purificazione del peccato.
Oggi, c'è la tendenza a svincolare la celebrazione cristiana della morte dall'atto civile della sepoltura o della cremazione, per dare ai riti cristiani il loro carattere di espressione genuina della fede. I sostenitori di queste tendenza vorrebbero che si andasse verso esequie cristiane organizzate in questo modo: in primo luogo, dare una grande importanza alla celebrazione domestica o familiare, eseguita in casa o in una cappella dei servizi funebri, già prevista nel rituale attuale. Questa celebrazione potrebbe consistere semplicemente in letture, canti e orazioni, ma potrebbe anche essere accompagnata dall'eucaristia. Tutti gli atti necessari per il trasferimento delle spoglie mortali, per la sepoltura o per la cremazione, potrebbero essere considerati come puramente civili, compiuti da persone professionalmente abilitate. Questo potrebbe essere il momento per gli omaggi postumi o per gli atti necrologici, di carattere puramente civile, che eventualmente si volessero dedicare al defunto.
La comunità cristiana, o in una riunione speciale, o in una riunione ordinaria, celebrerebbe l'eucaristia con l'intento di pregare per il defunto. Ciò si potrebbe fare lo stesso giorno della sepoltura o in un altro giorno opportuno, d'accordo con le convenienze dei familiari o della comunità. Staccando così l'atto sociale della sepoltura dalla celebrazione esequiale cristiana, sarebbe più facile superare le ambiguità inerenti a molte situazioni che si presentano attualmente, in cui persone non credenti o agnostiche si vedono costrette a partecipare ad atti liturgici cattolici, non perché abbiano fede nella risurrezione, ma vi partecipano per le componenti puramente umane di solidarietà nel lutto.

Bibliografia
Aa.Vv., L'ultima pasqua del cristiano dalla morte alla vita. Problemi pastorali delle esequie cristiane, Ed. Opera Regalità, Milano, 1977. Brovelli F., « Esequie », in: Nuovo Dizionario di Liturgia, Ed. Paoline, Roma, 1984, pp. 463‑476. Falsini R., La nuova liturgia dei defunti, in: Aa.Vv., Liturgia cristiana messaggio di speranza, Ed. Messaggero, Padova, 1973. Gozzelino G., Il nuovo rito delle esequie e la teologia contemporanea della morte, in: « Rivista Liturgica », 58(1971). « Rivista Liturgica »: il n. 266 (1979) è interamente dedicato a I Rituali delle esequie in lingua nazionale.
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