Vicariato foraneo - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Vicariato foraneo

V
di C. Floristán
Il vicariato foraneo è una divisione territoriale che abbraccia varie parrocchie con l'intento di unificare l'azione pastorale di tutti i sacerdoti che operano in quella zona. I1 Codice di Diritto Canonico recita:
« Per favorire la cura pastorale mediante un'azione comune, più parrocchie vicine possono essere riunite in peculiari raggruppamenti, quali sono i vicariati foranei » (CIC 374 & 2).
« Il vicario foraneo, chiamato anche decano o arciprete o con altro nome, è il sacerdote che è preposto al vicariato foraneo » (CIC, 553 § 1).
« Il vicario foraneo è nominato dal Vescovo diocesano, dopo aver sentito, a suo prudente giudizio, i sacerdoti che svolgono il ministero nel vicariato in questione » (CIC 553 § 2).
Può essere nominato vicario qualsiasi sacerdote del vicariato e a tempo determinato. Egli « ha il dovere e il diritto: di promuovere e coordinare l'attività pastorale comune nell'àmbito del vicariato; di aver cura che i chierici del proprio distretto conducano una vita consona al loro stato e adempiano diligentemente i loro doveri... » (CIC 555 § 1).
Il Nuovo Codice di Diritto Canonico segue qui alla lettera la raccomandazione del « motu proprio » Ecclesiae sanctae di Paolo VI. Anche il Concilio aveva affermato:
« Sono diretti collaboratori del Vescovo anche quei sacerdoti, ai quali egli affida un ufficio pastorale, oppure opere di carattere superparrocchiale, sia riguardo ad un determinato territorio della diocesi, sia riguardo a speciali ceti di fedeli, sia riguardo ad una particolare forma di attività » (CD 29).
Il titolo di arciprete apparve nel secolo VI, applicato al sacerdote responsabile di una zona di missione con l'aiuto del suo presbiterio locale. La figura dell'arciprete territoriale, autorità intermedia tra il vescovo ed il parroco, si sviluppò a partire dal secolo IX. A poco a poco, si estese in tutta la Chiesa. Però, la sua autorità diminuì, a causa della prepotenza pastorale acquisita dall'arcidiacono, che era l'equivalente di vicario del vescovo e sovente rivale dello stesso prelato. Praticamente, gli arcipreti non ebbero mai una giurisdizione. La loro responsabilità fu, e continua ad essere, un compito di pura vigilanza amministrativa.
In teoria, il vicariato foraneo è oggi un punto chiave nella pastorale d'insieme, come congiunzione, con la zona pastorale, tra la diocesi e la parrocchia. Secondo Mons. Delicado, « il vicariato foraneo è l'unità della pastorale parrocchiale, e la zona è l'unità della pastorale sociale ». In pratica, non è facile che le parrocchie appartenenti ad uno stesso vicariato adottino una linea pastorale comune, dato il pluralismo che c'è oggi nella Chiesa e nella società. D'altra parte, la responsabilità del vicario foraneo (di pura vigilanza) ha una scarsa importanza dinanzi all'autorità di cui gode il parroco. Nemmeno il Codice di Diritto Canonico ha fatto un passo decisivo nella configurazione della zona pastorale come istituzione superiore alla parrocchia. La pastorale continua ad essere eminentemente parrocchiale.

Bibliografia
Aa.Vv., L'episcopato e la Chiesa universale, Ed. Paoline, Roma, 1965. Baraúna G. (a cura di), La Chiesa del Vaticano II, Firenze, 1965. Tessarolo A. (a cura di), La Chiesa locale, Ed. dehoniane, Bologna, 1970.
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