Esercizi spirituali - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Esercizi spirituali

E
di A. Guerra
L'espressione Esercizi Spirituali (ES) ha assunto una densità particolare nella storia della spiritualità cristiana, per cui merita di essere considerata a parte dagli altri esercizi più o meno spirituali o pii che sono presenti in questa stessa storia.
Riflettere e pregare, insieme a certi atti penitenziali, in un ambiente di silenzio, viene considerato come esercizi spirituali. Sono stati presenti lungo la storia dell'umanità, e specialmente nella vita cristiana, soprattutto nelle varie forme di vita religiosa. Tutto ciò può essere visto come la preistoria degli esercizi spirituali. Infatti, quando oggi parliamo o usiamo questa espressione, ci riferiamo tipicamente agli esercizi ignaziani, codificati da sant'Ignazio di Loyola nel suo libro Esercizi Spirituali. Per motivi molto vari, facili da indicare, questi Esercizi continuano ad essere validi nella Chiesa, e non solo nella vita religiosa. Il Concilio Vaticano II li cita quando parla dei laici (AA 32).
Gli Esercizi Spirituali sono prima di tutto un metodo, un metodo per considerare i « misteri divini e della Chiesa », con l'intento di sentire con essa (regole per sentire con la Chiesa) e porsi al servizio della stessa Chiesa senza decidere né lasciarsi comandare da affetti disordinati.
Sulla base, non assolutamente necessaria, di quattro settimane, sant'Ignazio ordina la riflessione e la preghiera come punto di incontro col Salvatore e col suo piano di salvezza nel mondo.
Il contenuto degli Esercizi Spirituali non è qualcosa di originale. Basti ricordare che le settimane II‑IV presentano la vita di Gesù senza aspetti o intuizioni oggettivi spettacolari. È certo che, soprattutto a Manresa, Ignazio costata come gli si aprano gli « occhi dell'intendimento », ma non si può parlare di un progresso cristologico speciale. Egli non mira a questo, e questo, pertanto, non può essere il suo contenuto.
Ciò che realmente interessa nel metodo è la dinamica delle varie settimane, ossia, il progresso dell'esercitante, che esige una assimilazione progressiva. Non si tratta di correre, ma di camminare secondo quanto viene proposto da considerare negli Esercizi Spirituali.
Sono tre le forze che lottano, che sono presenti e che si uniscono negli Esercizi Spirituali: lo Spirito Santo, l'esercitante, il direttore.
Visti dall'esterno, gli ES possono sembrare un caso limite di volontarismo. Alle volte, si ha l'impressione che siano giorni di una durezza particolare in cui dominano precisamente gli esercizi corporali, anche se l'intenzione è quella di arrivare all'interiore della persona. Sembra che, effettivamente, gli ES possano correre questo rischio. Però, nella loro finalità, non sono questo. L'esercitante ha un posto imprescindibile, indubbiamente, ma egli sa che l'agente principale è lo Spirito Santo. È Lui che insegna, accompagna e guida l'esercitante per vie alle volte sconcertanti per l'esercitante: questa è la prova chiara che non è il volontarismo dell'esercitante che muove i fili in una disperata affermazione del proprio io. In una assenza apparente, o non presenza esplicita nella maggior parte dei casi, è lo Spirito Santo che porta avanti l'esperienza cristiana dell'esercitante.
Infine, il direttore. Qui, c'è il vero pericolo che egli voglia essere il protagonista e, in ultima analisi, il centro personale e ideologico della conversione dell'esercitante. In realtà, la sua presenza deve essere molto discreta, e alle volte deve scomparire. Il suo compito essenziale è quello di dettare i « punti » (« scorrendo per i punti soltanto con breve e sommaria dichiarazione »: sant'Ignazio). Deve inoltre aiutare a discernere gli spiriti, specialmente attivi in quei giorni e in questo ambiente tutto particolare.
L'adattamento personale è essenziale al metodo ignaziano: è una cosa a cui forse all'inizio non si penserebbe. Sant'Ignazio lo dice chiaramente: « Gli Esercizi Spirituali si devono applicare alla disposizione delle persone che vogliono farli » (18a annotazione).
Questa norma aurea è presente nel costante rinnovamento degli ES. A ciò, si unisce il clima di rinnovamento che presiede i singoli elementi, metodi, contenuti, ecc., della vita cristiana. Tutto ciò ha portato a una riconsiderazione degli ES. In particolare, si presta un'attenzione speciale a Gli Esercizi nella vita ordinaria (G. Cusson), all'odierna accentuazione biblica che devono avere (D.M. Stamley), alla loro pratica nel vasto mondo della liberazione (J. Magaña), ecc. Sembra abbia avuto meno incidenza e permanenza l'introduzione di certi meccanismi moderni, come la dinamica di gruppo, ecc., nella pratica degli ES.

Bibliografia
Bernard CH. A., Appunti per aiutare a dare il Mese di Esercizi, Centrum Ignatianum Spiritualitatis (CIS), Roma, 1972. Laplace J., Una esperienza di vita nello spirito, Ancora‑Centro Studi USMI, Milano‑Roma, 1974. Ledrus M., Temi per Esercizi Spirituali, CIS, Roma, 1973. Peters W., Gli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio, Ed. Gregoriana, Padova, 1971. Schiavone P ‑ Goffi T., « Esercizi Spirituali », in: Nuovo Dizionario di Spiritualità, Ed. Paoline, Cinisello B., , pp. 521‑536.
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