Cenere - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Cenere

C
di J. Llopis
Nella tradizione biblica, la cenere era usata come segno di afflizione e di penitenza, come si può vedere in vari passi dell'AT: 2 Sam 13, 19; Est 4,1-3; Dn 9,3; 1 Mac 3,47; ecc. Si può ricordare specialmente Giuditta che, prima di liberare il suo popolo, sparse cenere sul suo capo (Gdt 9,1) e i Niniviti che ottennero il perdono di Dio perché fecero penitenza " in sacco e cenere " (Gn 3,6). I cristiani introdussero presto nelle loro espressioni penitenziali il gesto di cospargere cenere sul loro capo o di coricarsi su di essa. In seguito, questo gesto divenne un segno liturgico, usata soprattutto come rito d'ingresso nella penitenza pubblica: l'imposizione della cenere e l'espulsione dalla chiesa implicavano l'ingresso in una categoria speciale di fedeli che, per la gravità dei peccati commessi, avevano bisogno di purificarsi con la penitenza. Il rito veniva ad essere come una imitazione dell'espulsione dei nostri progenitori dal paradiso terrestre.
Nel secolo VI, si anticipò l'inizio della Quaresima il mercoledì precedente alla prima domenica, per assicurare quaranta giorni effettivi di digiuno, dal momento che le domeniche erano esenti da questa pratica. Durante la processione d'ingresso, a Roma si cantava l'antifona Immutemur habitu in cinere et cilicio. Questa antifona, nel secolo X, cominciò ad essere intesa in senso materiale e fu accompagnata dal gesto sensile dell'imposizione della cenere non soltanto sui penitenti pubblici, ma su tutti i fedeli, compresi i sacri ministri. Con ciò, il giorno inaugurale della Quaresima prese il nome di Mercoledì delle Ceneri, ed è chiamato così anche oggi. La riforma del Concilio Vaticano II stabilì che l'imposizione delle ceneri si facesse, non all'inizio della celebrazione della Messa, ma alla fine della liturgia della Parola e che la formula che anticamente accompagnava il gesto (" Ricordati che sei polvere ": Gen 3,19) potesse essere sostituita da queste parole: " Convertitevi e credete al vangelo " (Mc 1,15). Con questo, si vede chiaramente che la Chiesa, nel porre la cenere sul capo, vuole che si riconosca di essere peccatori meritevoli di castigo, ma fiduciosi nel Signore che vuole non la morte dei peccatori, ma la loro conversione.

Bibliografia
Aldazábal J., Simboli e gesti. Significato antropologico biblico e liturgico, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1988.
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