Immanenza - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Immanenza

I
di J. M. Díez‑Alegría
I concetti di immanenza e di trascendenza sono correlativi. Quando non si ammette una certa dualità tra il pensiero e il pensato (immanentismo gnoseologico) o tra il cosmo e Dio (immanentismo agnostico, se si misconosce, o ateo se si nega la realtà trascendente), allora l'immanenza si assolutizza ed il mondo viene concepito come un tutto chiuso. La filosofia moderna, specialmente quella cosiddetta filosofia analitica, tede a negare tutto ciò che è fuori dall'esperienza possibile (in senso kantiano, significa: spazio‑temporale, riducibile a comprensione fisico‑matematica). Ciò che non è osservabile, sperimentabile con metodo empirico‑positivo, non è reale. Questo riduzionismo non è un dato scientifico, ma un presupposto dell'ordine delle « credenze ». Non appartiene alla « scienza », ma alla « visione del cosmo ». La discussione tra il credente e l'agnostico non si può risolvere sul piano della scienza in senso stretto. C'è qui un invito alla comprensione e al rispetto reciproco che ci viene dalla stessa realtà.
La concezione evoluzionista del cosmo comporta una visione immanente dello stesso cosmo, a differenza della concezione « creazionista », che fa intervenire l'azione creatrice di Dio all'origine e nella diversificazione delle specie. Questo immanentismo è « storico », non « metafisico ». P. Teilhard de Chardin lavorò per costruire una teologia che partisse positivamente dalla concezione evolutiva della realtà cosmica. Inserita in essa, c'è una mistica cristologica che contempla Cristo come il « punto Omèga », verso cui si dirige dinamicamente il cosmo. C'è una analogia tra l'intuizione teologica di Teilhard e quella di Origene, con la sua speranza di una promozione finale di tutto l'universo nella sua pienezza (apokatàstasis). Anche sant 'Agostino, ispirandosi agli Stoici, compresi di un senso profondo della radicalità dell'agire divino, concepiva una immanenza dei prototipi germinali (rationes seminales, lòghoi spèrmatikoi) che si sviluppavano per l'evoluzione cosmica. Nel sorgere dell'universo immanente, c'è già genotipicamente tutta la sua fecondità. Dio è all'origine e al termine, ma anche nel processo stesso. La sua trascendenza non è aliena né estranea, ma è nel centro più profondo dell'immanenza. Creaturalità e immanenza non si oppongono, ma si coniugano, perché Dio non « agisce » in modo artificioso o tecnico, ma è il fondamento per una creatività senza frontiere.
Diverso dall'immanentismo « metafisico », è il metodo di immanenza, propugnato a suo tempo da Maurice Blondel (L'action, 1891; Parigi, ) con un intento apologetico, ma di ampio respiro. Questo metodo intendeva svelare tutti i dinamismi dell'esistenza umana, per comprendere ciò che in profondità essa rinchiude e discopre. Se, nel lato immanente dell'uomo, non ci fosse qualcosa del lato trascendente di Dio, la trascendenza non potrebbe significare nulla per l'uomo. Dio è nell'uomo; è « altro » ma, rimanendo in se stesso, si trova all'interno di un essere differente. Il trascendente divino è qualcosa che corrisponde significativamente a quello che l'essere umano porta in sé e manifesta nella sua « azione » (intesa e analizzata da Blondel in un senso molto comprensivo, in cui si esprime ed è impegnato tutto l'uomo). Blondel fu accusato di negare la gratuità soprannaturale del dono di Dio, ma da una teologia essenzialista che non teneva presenti gli aspetti esistenziali della realtà umana storicamente costituita. Il punto di vista di Blondel era dinamico: la realtà trascendente di Dio corrisponde ad una chiamata interiore dell'uomo, come complemento di un dono iniziale e stimolante; l'abbraccio di Dio è la soddisfazione di una necessità infusa, esistenziale. K. Rahner riuscì a chiarire questi temi.
La religiosità cinese rappresenta, invece, secondo R. Panikkar, la massima autocoscienza di una « immanenza immanente », secolare, di accettazione della condizione umana e di servizio all'ordine mondiale. La suprema esperienza è quella del saggio che conosce pienamente gli angoli e le profondità del cuore umano e si immerge nella situazione mondana senza trascenderla nemmeno in modo negativo.
La spiritualità secolare moderna, in alcune sue forme, potrebbe essere addotta come esempio di un atteggiamento del genere. Nel concreto, trova l'universale e l'immanente; nel dato di fatto, tutto ciò che è necessario.

Bibliografia
Jolivet R., Corso di filosofia, Ed. Paoline, Roma, 1966. Metz J.B., Sulla teologia del mondo, Ed. Queriniana, Brescia, 1969. Rahner K., Saggi teologici, Ed. Paoline, Roma, 1965. Teilhard de Chardin P., L'inno dell'universo, Ed. Il Saggiatore, Milano, 1972. Verweyen H., Immanenza (metodo di), in: Dizionario di Teologia Fondamentale, Ed. Cittadella, Assisi, 1990, pp. 570‑575.
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